La caccia all'immigrato nella civile Milano
Domenica 29 giugno, ore 17,00, due immigrati della casa di via Adda vengono fermati da due volanti della polizia, per essere successivamente identificati in questura e, con tutta probabilità, essere espulsi. E' da circa una settimana che questa scena si ripete intorno alla casa occupata. Esattamente da quando l'ultimatum della polizia, che chiedeva di abbandonare lo stabile entro il 15 giugno, è stato pubblicamente respinto dagli occupanti. Come era prevedibile, esattamante com'era successo un anno fa, dopo la resistenza vittoriosa sui tetti della casa, la DIGOS sceglie la caccia all'uomo, ben sapendo che la legge Bossi-Fini sicuramente costringe alla clandestinità migliaia di persone. Una chiara tattica intimidatoria, con la quale cercano di preparare un vero e proprio attacco alla casa finora reso impossibile dalle misure di autodifesa. Ma ieri gli occupanti hanno cominciato a reagire a questa "battuta di caccia"; una quarantina di persone hanno avvicinato la macchina della polizia e hanno liberato di forza i due fermati. La polizia ha tentato di rispondere, ma a quel punto sono scesi in strada gli altri abitanti, bloccando ogni possibilità di reazione. Ci sono stati anche alcuni attimi di tensione quando una delle volanti sopraggiunte a rinforzo ha cercato di travolgere il picchetto spontaneo creato davanti alla casa. Anche in questo caso la polizia ha dovuto cedere raccogliendo soltanto insulti e.... cipolle. Il fronteggiamento é durato ancora due ore: da una parte una decina di auto della polizia, dall'altra gli abitanti a difesa della casa. Il resp. dell'ufficio stranieri ha chiesto di poter "riavere" i due clandestini, la sua preda. La risposta di via Adda é stata ovviamente negativa e alla fine la polizia ha abbandonato il terreno. Siamo convinti che questo è soltanto una prima avvisaglia di quello che sarà il comportamento delle forze dell'ordine nelle prossime settimane. Siamo comunque convinti a non cedere, a difendere uno spazio che offre alloggio a 300 persone, ma che, soprattutto, ha significato un passo avanti per la vita di decine di famiglie a cominciare dai 40 bambini che, da settembre, cominceranno a frequentare la scuola. Non dimentichiamo che l'occupazione di via Adda é stata una risposta chiara e netta alle politiche dell'amministrazione milanese che ha sempre cercato di relegare gli immigrati, specie se di provenienza rom, nelle periferie più marginali, con condizioni di vita insopportabili, sottoposti a permanenti rappresaglie, al razzismo più bieco e alla miseria più totale. Crediamo anche che questa sia l'unica strada per opporsi concretamente alle leggi razziste che, quotidianamente, provocano decine di vittime nei nostri mari, con l'unico obiettivo di garantire i più alti profitti possibili a padroni e padroncini. Anche per questo cercheremo di fare esattamente quello che stiamo dicendo da diverso tempo. Via Adda non si tocca. Siamo pronti a difenderla! SAppiamo di poter contare sull'appoggio di tutti coloro che ritengono fondamentale opporsi in maniera radicale alle ingiustizie, lottando organizzati. Il consiglio di via Adda MIlano 30 giugno 2003
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