Muro dell'aparthied, Palestina 2003. Giriamo e incontriamo e scopriamo "le implicazioni" di tale muro...
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E' difficile, tanto, pensare a un futuro quaggiu. Non c'e' spazio per un futuro.
In questa atmosfera di non coprifuoco e di occupazione potrebbe sembrare che qualcosa stia davvero cambiando... ma poi scopri che non e' cosi. Scopri che nella città vicino alla tua l'esercito nonstante il cosidetto cessate il fuoco (che solo i palestinesi stanno rispettando) invade, uccide, arresta, distrugge. Scopri che al limite della tua città è comparso un pezzo di muro iniziato a centinaia di km, e che dall'altra parte della città compare invece il recinto elettrificato.. e capisci, senza bisogno di tanti retorismi, che se oggi non ti sparano e' perchè ti stanno ingabbiano... e te non puoi fare niente.
Oggi siamo stati in un villaggio... fuori betlemme. Un villaggio tra le colline di qua, un posto bellissimo, un posto verde, uno dei pochi rimasti. Si vedeono animali e olivi, si vedeono contadini e bambini che giocano. Giri lo sguardo e scopri che oltre la collina e' iniziata la costruzione di una nuova colonia. Enorme. Migliaia di persone forse potranno stare la. E ovviamente siamo sempre e cmq in territorio palestinese. Scopri che l'accerchiamento a Gerusalemme e' una cosa reale... oramai intorno alla città è tutto un costruire di colonie. E scopri che in questo paese una settimana prima sono passati i soldati, per l'ennesima volta. Questa volta con un ufficiale: "Questa mappa è la foto scattata dal satellite, che riprende questa zona. I segni e ci colori che vedete sono i confini e dove passerà il muro. Il vostro paesino e le vostre terre sono di troppo... Andatevene ora o MORIRETE COME ALBERI". Ci sediamo insieme a questa famiglia e mappe alla mano ci raccontano. Ci raccontano di loro e di tuti i territori attorno a loro. La linea, la teorica via del muro già è cambiata nella pratica, e vuole cambiare ancora di più. Dicono di costruirlo li e poi invece si spostano. Un giorno cento metri, il giorno dopo un km. E via... casa dopo casa, villaggio dopo villaggio, terra dopo terra. A loro hanno offerto di vendere le case agli israeliani. Hanno rifiutato ovviamente. Molti di loro sono stati quindi arrestati e gli è stato chiesto di firmare svariati fogli in cui cedevano volontariamente le terre. Hanno rifiutato. Sono stati arrestati altri e continuano a rifiutare. Ora gli hanno tagliato la strada principale di accesso al paese. Gli hanno tagliato l'acqua per irrigare in campi e gli olivi. Gli hanno tagliato il telefono. Resta solo la luce, ma presto, forse dmn, forse già stasera taglieranno anche quella. Non importa che il villaggio sia dentro gli attuali confini di Gerusalemme araba, non importa che loro con il muro hannop gia sforato di parecchio. Loro se ne devo andare, o saranno tagliati fuori da tutto. Niente strada, niente acqua, niente terreni da coltivare, niente elettricità. Dopo questo villaggio ce ne sono altri, e l'ufficiale israeliano continua il suo viaggio con le sue mappette. Stessi metodi. Stessa volontà. Mappe alla mano scopri il perchè di tanto accanimento. Eliminando questi vilaggi loro conquisterebbero fattivamente una parte enorme di territorio che oltre a essere molto fertile è anche parte del terreno che circonda Gerusalemme, e proprio dalla parte araba. Connetti tutti allora: le nuove colonie, il muro, la strada in costruzione che collega le colonie e che dovrebbe anche questa passare di li. odio, odio che cresce. inutile negarlo. Davanti a tanta violenza e umilizione e soprattutto davanti a tanta impossibilità di fare, a tanta debilezza, l'odio e la rabbia sono i primi sentimenti che provi. A niente è servito anche un progetto a termine del governo italiano... dal costro di 75.000 dollari, di una riserva d'acqua per tutta questa zona. Il muro ci passerà nel mezzo e la riserva deve essere distrutta perchè 5 metri troppo in là. Continuano a raccontarci, a mostrarci la mappa. Visualizziamo quelle linee gialle del muro, la linea blu del confine di gerusalemmte, la strada trattecciata della colonia... e il resto... memorizziamo e improvvisamente le visualizziamo nel paesaggio attorno a noi. Uno studio millimetrico, scientifico... uno studio per distruggere, per sconfiggere definitivamente. "Cosa è possibile fare?" chiediamo. "Ci vorrebbe gli apache" ci rispondono in un misto tra riso e depressione.
Andiamo via. Con una strana sensazione addosso. "Questo muro va fermato. Questo è troppo." pensiamo... o meglio speriamo.
Ma sappiamo che questa è solo una piccolissima storia di muro, cosi come è piccolo il pezzo di muro che passerà di qui rispetto a tutto il resto... un muro pieno di odio, violenza e sopraffazione.
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