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Cancun:le proteste dentro e fuori il WTO contro l’arroganza del neoliberismo dei potenti
by Alessio Ciacci Saturday September 13, 2003 at 07:33 AM mail: a.ciacci@libero.it 

Aggiornamento sulla situazione a Cancun dentro e fuori il Vertice

Venerdì 11 Settembre, in questa data storica per il Cile, per gli Usa e per il mondo, continuano senza tregua, ma con molte difficoltà, le trattative nel Centro Congressi dove si svolge il Vertice WTO 2003.
Ma pare già storica la posizione dei 21 paesi del Sud, denominatisi G21 (tra le cui file troviamo Brasile, India, Cina , Sud Africa e Argentina) che si sono alleati per richiedere con più forza la riforma dei sussidi agricoli che Usa, UE e Giappone versano in abbondanza alle proprie grandi industrie agricole.

L’effetto di questi sussidi è infatti tragico sulle economia dei paesi del Sud, in passato spinti alle monoculture ed adesso ingannati dal Nord che sempre più vuole invadere i loro mercati pur proteggendo i propri soprattutto sui settori agricoli.
E queste assurde regole danneggiano in particolar modo piccoli e medi contadini proprio come Lee Kyng Hae che ieri, nel pieno della manifestazione contro il WTO, si è immolato per dimostrare il suo estremo dissenso. Gesto estremo ma che fa ancor più riflettere sulla disperazione di chi non riesce più a sopravivere con i propri raccolti, come in India dove, nel solo mese di Agosto, in una regione al sud, si sono suicidati oltre 90 contadini strangolati dai debiti e dalla caduta dei prezzi dei beni agricoli.
Se pensiamo al caso dell’Africa è poi ipocrita la posizione dell’Europa che da un lato, finanzia grandi programmi di cooperazione allo sviluppo e poi, dall’altro, spende nella PAC ( la politica agricola europea) percentuali impressionanti dell’intero bilancio comunitario.

E nel centro cittadino di Cancun, lontano dalla sede dei negoziati ufficiali (la zona otelera), si moltiplicano seminari, convegni, iniziative e manifestazioni del Controvertice della società civile messicana ed internazionale.
Dopo la manifestazione del 10 e la morte di Lee Kyng Hae, in più sedi del Controvertice si sono svolte cerimonie, omaggi e momenti in suo ricordo, presenti la delegazione coreana, i contadini, gli indigeni, gli studenti e la società civile internazionale.
Le cerimonie e le veglie sono continuate fino alla notte di giovedì quando, nel pomeriggio, si era svolta anche una grande manifestazione in appoggio ai coreani presenti che, secondo le dichiarazioni del governo messicano, rischiavano tutti l’espulsione.

Nella notte di giovedì si sono moltiplicati anche gli atti di violenza, mentre ormai la città dormiva, un folto gruppo di giovani ha assaltato un negozio di Pizza Hut facendo caos, imbrattando e distruggendone le vetrine. Obiettivo delle violenze degli esaltati provocatori è stato anche il negozio sottostante di un fotografo che, allarmato, non ha dubitato di chiamare subito le forze dell’ordine.
Dopo poco, infatti, un gran numero di polizia ha circondato l’area e la tensione è stata forte finché, in poche decine di minuti, è stata sgombrata la zona.

Un paio di camionette della polizia locale si sono successivamente dirette verso lo stadio dove è accampato un gran numero di manifestanti, allora la tensione e la paura che si ripetessero scene genovesi tipo Diaz, hanno agitato i presenti finché, dopo circa un’ora, le camionette hanno abbandonato la zona.

Ma molti, già da dopo la manifestazione del 10, denunciano l’arresto di oltre dieci messicani detenuti nella sede della municipale della città e, proprio venerdì pomeriggio il governo federale, attraverso il Segretario Generale, Ponzalo Altamirano Diaz, ha annunciato l’espulsione di molti stranieri entrati in Messico come turisti ma riconosciuti dalle immagini registrate come coinvolti in atti violenti durante le manifestazioni.

Oggi pomeriggio, venerdì, un gruppo di 5-6 persone ha scalato l’altissima gru di un’impresa edile che sta costruendo un nuovo imponente hotel proprio di fronte al Centro Congressi, hanno stato appeso un enorme striscione di protesta e, come già successo sulle spiagge della città, hanno dimostrato spogliandosi di fronte alla artificiosa montatura di una città assediata da forze dell’ordine.

Domani si annuncia la più grande manifestazione qui a Cancun così come in altre centinaia di città sparse per il mondo
Forte sarà il grido ai negoziatori immersi nella più falsa scenografia ollivudiana fatta di hotel e locali americani che contraddistingue la zona otelera del centro congressi.

E intanto, notizia degli ultimi minuti, un gruppo di oltre 100 persone, appartenenti a Via Campesina, collettivi ed altri gruppi sono riuscite ad entrare nella zona rossa di fronte al Centro Congressi, il cuore delle trattative Wto a Cancun.
Sono riusciti ad infiltrarsi grazie a pass di Hotel interni al Vertice prestati loro da delegati ufficiali. Immediata la reazione delle forze dell’ordine che però, di fronte a tutta la stampa nazionale ed internazionale, non hanno usato la forza. Più di tre ore è durata l’azione a cui si sono aggiunti delegati ufficiali e membri della stampa presenti al Vertice. Televisione e giornalisti hanno ripreso le scene e fatto loro interviste in cui si denunciavano gli effetti devastante delle politiche del WTO

Venerdì notte si è svolta anche una riunione tra tutte le organizzazioni presenti per organizzare al meglio la manifestazione del 13 e per superare quelle divisioni che invece si erano presentate nella dimostrazione di mercoledì 10.
I presenti si sono dimostrati uniti nella volontà di organizzare un’azione di protesta non violenta al fine di non essere rappresentati nuovamente solo come un movimento aggressivo ma per consolidare il peso polito raggiunto dal movimento.

Nel frattempo, in previsione della manifestazione di domani sono state rafforzate e duplicate le protezioni e le reti che dividono le due parti della città ma chissà che domani non vengano di nuovo abbattute dalla denuncia e dalla forza di una manifestazione che chiede giustizia in un ordine mondiale dove il WTO riproduce ed aggrava i forti squilibri tra e nei paesi del mondo, che uccide per fame milioni di persone, che schiavizza migliaia di bambini e che, come denuncia anche l’ONU, pretende ipocritamente di chiamare sviluppo la moltiplicazione degli squilibri nel commercio mondiale a solo vantaggio delle multinazionali del Nord del mondo.


Alessio Ciacci
11 Settembre 2003

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