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Così hanno ammazzato Dax
by da repubblica Sunday September 14, 2003 at 11:16 AM mail:  

Una ragazza svela l'ultimo mistero di Via Brioschi. Comincia lunedì il primo processo per l'omicidio del giovane che faceva parte del centro sociale Orso.


"Qualcuno è tornato indietro e ha nascosto qualcosa sotto un'auto".
Sembra dissolversi così, alla vigilia del processo ad uno dei presunti assassini (il diciassettenne Mattia Morbi), l'ultimo mistero dell'omicidio di Davide Cesare: quello dell'arma del delitto.
La polizia non l'ha mai trovata, ma dalle carte del processo spunta il verbale di una ragazza che racconta di aver visto tutto.
"Non siamo usciti armati - è la tesi difensiva dell'imputato - E non abbiamo mai avuto un coltello quella sera. Ci hanno aggredito loro e poi è scoppiata una rissa con qualcun altro". Lunedì al via il processo.

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Dax e il mistero del coltello: "L'hanno nascosto sotto un'auto". Le prove nel racconto di una testimone chiave alla vigilia del processo al minorenne coinvolto nell'omicidio del 16 Marzo.


"Qualcuno è tornato indietro.... Ha infilato una mano sotto una macchina, come per lasciare qualcosa, poi si è riunito al gruppo": quel qualcuno, secondo gli investigatori, è Federico Morbi. Quel qualcosa, un coltello da pellettiere con il manico bianco. Ovvero: l'arma del delitto.
Si dissolve così, alla vigili a del processo al minorenne Mattia Morbi - il primo per l'omicidio di Davide Cesare, Dax - uno dei principali misteri mai chiariti dalle indagini: quello del coltello con cui la notte del 16 Marzo venne colpito a morte il militante del centro sociale Orso.
Di processo verosimilmente ce ne sarà anche un altro, che vedrà come imputati gli altri due membri della famiglia Morbi: Federico, il fratello di mattia e Giorgio, il padre, che di quel delitto, secondo l'accusa, fu solamente complice essendo arrivato sul posto quando Dax era già stato colpito.
Sei mesi dopo, in cima a una montagna di polemiche e a faldoni e faldoni di indagini, a chiarire definitivamente uno degli aspetti processuali più importanti di questa vicenda è la testimonianza di Francesca, una ragazza che abita di fronte al "Tipotà", il bar di Via Brioschi di fronte al quale fu ammazzato Dax.
quella notte, Francesca, ha visto tutto: "Ho sentito dei rumori che arrivavano dalla strada - racconta agli inquirenti - MI sono affacciata e ho visto un gruppo dis ei ragazzi che stavano litigando. Uno di loro, che sembrava in particolare difficoltà, barcollava". Era Dax. I suoi assassini l'avevano già colpito. Ma non bastava: stavano continuando, con calci e pugni: "Erano all'altezza del parcheggio per degli handicappati e continuavano a picchiarlo. Ho avuto paura, ma volevo continuare a guardare. Sono rientrata in casa ho spento le luci per non farmi vedere e sono tornata alla finestra, insieme a una mia amica. Era tutto finito. La lite era terminata e le persone che avevano partecipato si erano divise in due gruppi da tre". Da una parte - secondo la ricostruzione della Digos - Dax, che a malapena si reggeva in piedi, e due suoi amici, uno dei quali seriamente ferito; dall'altra i tre Morbi. Che stavano correndo verso il parco lì vicino.
E' qui, in questo punto esatto, che la testimoninza di Francesca rischia di diventare decisiva lunedì al processo: perchè è in questo momento che uno dei tre, gli inquirenti sono sicuri che sia Federico, si stacca per nascondere l'arma - che non verrà mai trovata - sotto una macchina.
E' questo l'unico tassello che manca, perchè per il resto la ricostruzione che gli inquirenti proporranno lunedì al giudice del tribunale dei minorenni è piuttosto completa. C'è un movente: alcune settimane prima proprio Federico era stato picchiato da Dax, davanti a tutti. Ci sono dei testimoni: molti dei quali hanno riconosciuto i due fratelli nelle persone che accoltellarono Dax. E infine ci sono delle prove concrete: il sangue nei vestiti recuperati dalla scientifica in casa Morbi.
"La sentenza - spiega l'avvocato Marco Rezzonico - potrebbe arrivare già a metà della prossima settimana. Tutto dipende dal percorso che il tribunale deciderà di compiere. L'unica cosa che ci interessa è il recupero sociale del ragazzo".

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