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FAZ, Zona Finanziaria Autonoma
by openecon Saturday September 20, 2003 at 02:34 PM mail: openecon@mutualaid.org 

Questo è il testo del volantino distribuito al tavolo di presentazione delle FAZ, ad Incontrotempo all'Acrobax di Roma, giovedi scorso

FAZ - Zona Finanziaria Autonoma
Don't hate the economy, create your own economy!


"Va tutto bene!" E' questo che sentiamo ogni giorno quando la fabbrica mediatica del consenso, cerca di convincerci che l'unica nota stonata siamo noi: l?inflazione è solo di poco superiore al due per cento, ma nel mondo la povertà sta aumentando anche nelle ricche società occidentali dove il lavoro è sempre più precario e non esiste più nessuna sicurezza, tutti flessibili per cercare di far concorrenza ad altri molto più sfruttati di noi dall'altra parte del mondo; e intanto per la gente con i redditi più bassi è sempre più difficile arrivare alla fatidica fine del mese.

La cosa strana è che però la ricchezza aumenta, e non solo perché gli indicatori economici dicono che il PIL cresce, ma soprattutto perché quelli che producono la ricchezza sono gli stessi che diventano sempre più poveri e che di questa ricchezza usufruiscono sempre di meno.

C?è una distorsione perversa in questo sistema, questa distorsione è l'ennesima conferma che l'attuale sistema non solo è inumano e iniquo,ma è anche incapace di garantire l'essenziale. L?umanità è in grado di sfamare più degli attuali abitanti di questo pianeta eppure ci sono un paio di miliardi di esseri umani che muoiono di fame. Le aziende chiudono o riducono la produzione perché non hanno i soldi per produrre. La gente non compra perché non ha i soldi per comprare. Interi paesi, per il perseguimento del massimo profitto,spostano all'estero buona parte della loro produzione, impoverendo le infrastrutture fino all'atrofia. Eppure ci sono merci, ricchezza, capacità e produttori.

Soldi, mancano i soldi, ci vuole austerità ci dicono da Maastricht;non si possono mantenere le pensioni, dovete lavorare fino a 70 anni, la vita si è allungata e questo è un guaio rispondono i governi, ma è proprio tutto vero? Il denaro, il loro denaro è proprio necessario per vivere ?

Margrit Kennedy, la nota economista tedesca, è solita raccontare questa storiella , che ciascuno di noi potrebbe vivere domattina. Una donna va in un hotel e tira fuori un biglietto da 100 euro per prendere una camera per la notte. L'albergatore paga il panettiere la cui moglie esce e va a comprarsi un vestito, il sarto porta la macchina a riparare, e il meccanico (con quei soldi) paga un venditore ambulante di cellulari, che poi va in albergo a prendere una camera per la notte, l'albergo e' al completo , ma proprio in quel momento arriva la donna dicendo di non volere più la camera, quindi la banconota torna nelle sue mani. Appena esce dall'albergo, passa davanti a una candela e dà fuoco alla banconota dicendo che era un falso! Come avete visto si sono scambiati in un solo giorno un valore di 500 euro di beni da quella sola banconota.

Pensateci bene, dalla storiella si possono trarre almeno 3 conclusioni:

  • il denaro non ha un valore intrinseco infatti i soldi erano falsi
  • il valore che gli attribuiamo è dato dalla fiducia che riponiamo in esso
  • essendo una misura di valore, misura tanta più ricchezza scambiata, tanto più velocemente circola
Da dove vengono i soldi?

Sono le banche a ?fare? la maggior parte dei soldi. Li fanno nel senso letterale del termine, li "emettono" quando qualcuno che ha garanzie chiede un prestito (o se non ha garanzie se è molto raccomandato dal potere). Una banca può creare denaro (bancario) accendendo prestiti in funzione della riserva obbligatoria, che oggi è circa il 3%. In soldoni vuol dire che se una banca ha 100 euro può creare su di essi 97 euro di moneta (bancaria), sui quali un?altra banca può creare 94,09 etc etc. E? incredibile, ma succede esattamente così: per ogni euro reale coniato dalla BCE ce ne sono 30 virtuali, scritturali, creati dalle banche ! Questo vuol dire che se il 5% dei correntisti andasse in banca a chiedere i propri soldi in contanti probabilmente il sistema finanziario collasserebbe in un solo colpo. A questo punto, assodato che non c?è più nessun bene dietro il denaro e che i vari poteri lo creano con disinvoltura già da molto tempo, dobbiamo renderci conto che chi dà valore alla moneta siamo noi: a cosa servirebbero i miliardi su un?isola deserta ? Siamo noi col nostro sudore a dare un significato a quei pezzi di carta: perché continuiamo a delegare a organizzazioni senza scrupoli la facoltà di stamparli e per farli finire poi nelle loro casseforti ? Ci tosano ormai da secoli, perché non ci riprendiamo ciò che è nostro di diritto ? Il meccanismo del denaro bancario è quindi uno strumento di potere, poiché è anche attraverso esso che oggi si realizza il meccanismo di distribuzione ineguale che strangola i più deboli e li costringe sotto il tallone del potere. Il potere è essenzialmente potere finanziario, degli gnomi della finanza, quelli che il movimento conosce bene ed ha individuato da tempo come il nemico.

Come combattere allora il potere finanziario, e tutti gli altri poteri oppressivi?

Beh, semplicemente levandoci di mezzo, chiamandoci fuori dal gioco che lo genera e costruendoci la nostra realtà economico/sociale. Se costruiamo le nostre strutture economico sociali, ne potremo stabilire le caratteristiche, i parametri, di modo che determinino politiche eque con al centro l'uomo e il suo benessere. Siamo noi che diamo il potere a questo sistema, potremo tranquillamente darlo a un altro.

L?idea che proponiamo è quella di costruire una F.A.Z., una Financial Autonomous Zone, ovvero Zona di Autonomia Finanziaria, uno ?spazio? di autonomia, costituito da rapporti economici, giuridici e sociali, generato da meccanismi prevalentemente automatici, quale una "moneta" a tasso negativo, che impedisce l'accumulazione di capitali, il Reddito di Cittadinanza, essenziale per la redistribuzione della ricchezza prodotta all'interno della FAZ e le emissioni della ?Banca del Movimento?. In quanto tale essa tende a organizzarsi secondo la logica della partecipazione, però allo stesso tempo, la partecipazione non è né un obbligo né un principio di carattere cogente.

Perché una Zona di Autonomia Finanziaria?

Perché la moneta è lo strumento di un sistema che si è impadronito del lavoro, della vita e dell?anima degli esseri umani, attraverso il meccanismo perverso degli interessi e dei finanziamenti, mentre come ci insegna la storia che abbiamo raccontato prima, essa non è altro che un?illusione se pure una moneta falsa riesce a creare circolazione di ricchezza. Noi possiamo fare la nostra "moneta", fuori dal sistema finanziario, una moneta che appartiene a tutti e che impedisce l?accumulazione del capitale monetario. Possiamo creare una logica di sviluppo senza profitto, di creazione di ricchezza senza sfruttamento, di valorizzazione della vita e non del denaro. Questo è il punto decisivo. E' difficile pensare ad un mondo nuovo senza pensare ad un'economia nuova. Crediamo che l'economia sia solo un semplice strumento: ma è uno strumento operativo per mezzo del quale è possibile creare una nuova società, qui e subito.

Questo progetto si chiama ?Open Economy? perché ci ispiriamo all'approccio del freesoftware: cosi come la licenza GPL riesce a sovvertire il copyright in copyleft, il suo opposto, così noi pensiamo sia possibile usare formalmente questa economia per rovesciarne il senso stesso. L'idea è quella di costruire un sistema di relazioni che siano estranee al profitto, pur consentendo a chi le intrattiene di ottenerne un utile.

Come ? Attraverso una moneta, auto-emessa ed auto-gestita, che, in sé, abolisca la logica dell'accumulazione e che sia solo strumento di scambio che permette di costruire attraverso di essa una rete economica autonoma ed una socialità alternativa all'esistente, i cui valori di riferimento siano l'equità, la solidarietà, la partecipazione, la diversità e l'autogestione. Una moneta che permette a chi la emette di scegliere cosa, come e perché produrre, e che permette di erogare un reddito, per gli aderenti alla rete, per il solo fatto che essi siano in vita. Si tratta di un'utopia concreta, reale immediata. Senza i sogni, gli uomini sono già morti. Ma vivere nel sogno, dimenticando la realtà, è anche peggio. Se abbiamo un sogno dobbiamo viverlo fino in fondo, renderlo reale, subito. Solo così possiamo sollecitare le forze che sono attorno ed insieme a quel sogno.

Dobbiamo essere realisti e fare l'impossibile. Questa frase entusiasmò Marcuse che la lesse su un muro della Sorbona nel ?68, ma al posto di fare c'era scritto chiedere. Noi non dobbiamo chiedere niente a nessuno, dobbiamo fare il nostro mondo, a partire da noi stessi.

Facciamolo !


il collettivo Open-Economy

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