uan volta contro il MSI ora contro forza nuova : i fascisti comunisti...
CONTRO IL RADUNO FASCISTA ROMA - Gennaio 1973
AL PCI, AL PSI, ALLE ORGANIZZAZIONI PARTIGIANE ED ANTIFASCISTE, AI CONSIGLI DI FABBRICA E DI ZONA
Il 18 gennaio il boia Almirante raduna a Roma le sue bande per il Congresso Nazionale del MSI. Questo partito di criminali, foraggiato dai padroni e protetto dal Governo democristiano, è fuori legge per Costituzione, ma soprattutto è fuori legge per gli sfruttati. Li conosciamo bene i miserabili, che pretendono di emanare impunemente da Roma i loro proclami squadristi: dal boia Almirante al nazista e terrorista Rauti; dal De Lorenzo ai Birindelli che lo Stato democristiano aveva messo a capo dei suoi Carabinieri e delle sue truppe armate; dagli organizzatori agli esecutori dei pestaggi, delle aggressioni vigliacche, degli attentati destinati a fare stragi di innocenti e di proletari come a piazza Fontana, come ai treni operai di Reggio, come al comizio partigiano di Napoli. Li conosciamo e sappiamo a che cosa servono; e sappiamo che il governo della borghesia li nutre e li usa, e che è semplicemente stupido e suicida chiedere al governo della borghesia di fare quello che solo la nostra lotta può fare, di liberarci dai fascisti. Non solo ma sappiamo che oggi tra il fascismo nero e la Democrazia Cristiana c'è un legame sempre più stretto; l'obiettivo comune è l'attuazione del programma antioperaio del Governo Andreotti, che oltre al fermo di polizia prevede la limitazione del diritto di scioperare (cominciando dai servizi pubblici) e la regolamentazione per legge degli orari di lavoro, festività infrasettimanali e ferie annuali. Centinaia di migliaia di proletari e di antifascisti, in questi mesi, hanno gridato nelle piazze la loro volontà di spazzare via Andreotti, come fu spazzato via nel '60 Tambroni. Allora come oggi i fascisti col congresso volevano legittimare il loro ritorno nell'area di Governo. Sono trascorsi 12 anni da allora: chi c'era non ha dimenticato; i più giovani, i compagni operai e studenti che sono cresciuti in questi anni di riscossa dell'Autonomia Proletaria, hanno imparato. Nel 1960 Genova antifascista scese in piazza contro il congresso dell'MSI, lo impedì e diede il segnale della lotta a tutto il proletariato. A Roma gli squadristi in divisa di Tambroni fecero i conti con le barricate proletarie di Porta S. Paolo. Il fascismo in camicia nera e il tentativo reazionario di Tambroni furono sconfitti e cacciati. Questo ricordo rivive nella coscienza degli operai, degli studenti, degli antifascisti, oggi che nella marcia a destra, nello stato della strage, nel governo Andreotti, nella provocazione fascista, ogni proletario riconosce i nemici giurati della sua lotta, delle sue rivendicazioni, della sua speranza di una società giusta.
La provocazione del raduno fascista del 18 gennaio, protetto dal governo di polizia, non resterà senza risposta. Noi facciamo appello alla più ampia e chiara unità, con la parola d'ordine: contro il congresso fascista, contro il governo Andreotti, tutti in piazza il 18 gennaio. Fuori da questa parola d'ordine non può esserci unità. Non si lotta contro i fascisti e il governo del fermo di polizia lasciando loro campo libero, abbandonando le piazze, paralizzando i proletari, col pretesto assurdo di ‹‹presidiare le sedi delle organizzazioni antifasciste››. Non si tratta il 18 gennaio di difendere le nostre sedi, né di convocare i comizi, ma di portare in piazza la forza di massa, di mobilitare le fabbriche, i cantieri, le scuole, i quartieri popolari a Roma e nel resto d'Italia. Noi chiediamo a tutte le organizzazioni antifasciste e operaie di prendere il loro posto in questa mobilitazione, di preparare la risposta di massa a partire da ora, e di partecipare ad un grande corteo il 18 gennaio. Noi chiediamo a tutte le organizzazioni antifasciste ed operaie di dire una parola chiara su questo impegno di lotta che sta già al centro delle discussioni e della volontà di massa: la peggiore forma di opportunismo e settarismo starebbe nell'illusione di poter passare sotto silenzio una scadenza di lotta che in ogni caso troverà al loro posto tutti coloro che dell'antifascismo non fanno una parola vuota.
LOTTA CONTINUA
AVANGUARDIA OPERAIA
GRUPPO GRAMSCI
ROMA - Gennaio 1973
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