La marcia sulla Toscana: il 27 sfilate nostalgiche di Forza Nuova e An. Ds indignati.
È nero il filo che attraversa la destra toscana. Un filo nero intrecciato da inguaribili nostalgici del ventennio mussoliniano e da giovanotti che inneggiano al fascismo “rivoluzionario” dei seicento giorni di Salò. Per uno strano gioco di coincidenze sembra che si siano dati tutti appuntamento per sabato prossimo: il 27 settembre quando ricorrerà il centenario della nascita del gerarca nero Alessandro Pavolini e i sessant’anni della prima riunione del governo fascista della Repubblica sociale. Sabato a Lucca, con il beneplacito della giunta di destra, sfilerà Forza Nuova. E mentre i partiti di centrosinistra con la Cgil stanno organizzando una contromanifestazione, esponenti di An difendono il diritto a manifestare dell’organizzazione fascista e razzista. Sempre sabato a Scandicci in provincia di Firenze il plenipotenziario del ministro Altero Matteoli, Marco Cellai, celebrerà Pavolini. E per sabato a Massa i giovani di An vogliono fare un concerto con canzoni che inneggiano alla Repubblica di Salò.
Coincidenze? Forse, comunque se non proprio sinistre almeno strane. E c’è chi alla coincidenze non crede più di tanto. Anche perché le iniziative e le ricorrenze sono organizzate non solo da gruppi estremisti di neofascisti come quelli di Forza Nuova, ma anche da importanti dirigenti di Alleanza nazionale.
A Massa Carrara (provincia medaglia d’oro per la Resistenza) Azione giovani (il movimento giovanile del partito di Fini) ha messo in piedi un concerto-festa dal titolo “aboliamo il reato di opinione”. Vorrebbero veder cancellato il reato di apologia del fascismo e la legge Mancino che dovrebbe impedire e punire azioni razziste e antisemite. I giovani di An protesteranno contro quelle leggi, a loro giudizio «ingiuste», a suon di musica dichiaratamente fascista. Sul palco saliranno i Ddt, acronimo di “Dodicesima disposizione transitoria” la norma della nostra Costituzione che vieta la riorganizzazione del partito fascista, che nel loro repertorio possono esibire canzoni dal testo inequivocabile. «..Cinquant'anni ormai sono passati, i ricordi sono sbiaditi, vecchio partigiano non potrai cancellare seicento giorni di repubblica sociale...» è il ritornello della canzone “Rsi”, oppure «...il mio fascismo è quello del '19 che poi ritorna nel '43 con la repubblica sociale contro gli inglesi e contro il re...» che è il refrain de “Il mio fascismo”, o ancora la canzone “Bagdad” in cui i Ddt cantano «...io dico con orgoglio, c’ero anch’io in piazza fra i cartelli di Saddam, ricordo la bandiera americana bruciare per le vie della città...».
Parole che evidentemente non disturbano più di tanto i dirigenti di An di Massa visto che anche il segretario provinciale del partito di Fini ha appoggiato l’iniziativa dei suoi giovani iscritti. Le forze di centrosinistra premono sul sindaco della città, governata dall’Ulivo, affinché non conceda la piazza. L’Anpi lo ha chiesto espressamente, i Ds hanno presentato un’interrogazione in Consiglio comunale e la Sinistra giovanile vuole organizzare una contromanifestazione. Il Comune sta cercando di far spostare a un’altra data l’iniziativa di An. Rimarrebbe però il nodo delle canzoni fasciste. Così la deputata diessina eletta a Carrara, Gloria Buffo ha scritto una lettera aperta al presidente di An, nonchè vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini per chiedergli se «è questa la cultura e l’iniziativa politica della destra che lei capeggia? Onorevole Fini concorda con le iniziative politiche del suo partito? Ora non può più tacere. Dica una parola chiara e inequivocabile».
E la stessa richiesta a Fini è partita anche dal segretario toscano della Quercia, Marco Filippeschi, che chiede al presidente di An di far cancellare la rievocazione di Pavolini a Scandicci. Contro questa iniziativa si è espresso anche il neocordinatore di An Ignazio La Russa e il ministro Gianni Alemanno, che doveva partecipare alla celebrazione, ha fatto sapere che non ci sarà. Però la giornata dedicata a Pavolini e alle opere che ha regalato a Firenze (tralasciando ovviamente le azioni squadriste e la fondazione delle Brigate Nere) si terrà lo stesso. Cellai, l’uomo di Matteoli a Firenze non vuol fare passi indietro. Per questo Filippeschi ritiene che «a questo punto deve intervenire Gianfranco Fini evitando la celebrazione. Fini - spiega il segretario toscano dei Ds - ha l’autorevolezza e il potere per impedire un’offesa ai valori fondanti della Repubblica, alla memoria antifascista e alla Toscana. Così, assumendosi le proprie responsabilità, può ribaltare un gesto negativo in una chiarificazione positiva, e noi chiediamo e speriamo che lo faccia». Per adesso la risposta non è arrivata.
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