..è sicuramente una folgorante conversione di massa, più subitanea dell'esperienza di Saul sulle strade di Damasco...
A sinistra di Hitler
...è sicuramente una folgorante conversione di massa, più subitanea
dell'esperienza di Saul sulle strade di Damasco...
["si sono gettate le basi per l'opportunità di creare una rete
antagonista oltre i normali schemi organizzativi; sarà il futuro a dirci
se sarà messa a frutto".(Maurizio murelli)
"Ma anche quando non c'e' infitrazione, i fascisti tentano in tutti i
modi di confondere le acque: basta pensare al gruppo di Stefano Delle chiaie
che si presenta alla manifestazione contro la visita di Nixon a Roma con i bracciali
delle guardie rosse."]
Di fronte alle sanzioni economiche imposte alla Germania dopo la prima guerra
mondiale alcuni accademici di destra auspicarono una Germania bolscevizzata.Piu'
tardi nacque la corrente politica del "nazionalbolscevismo"che all'interno
del nazismo si presentava come una galassia frastagliata di gruppi minoritari
uniti dall'idea che Germania e Unione Sovietica avrebbero dovuto dare vita ad
un'alleanza "anticapitalista","antimperialista".
[Ernst Niekisch maggior rappresentante teorico di questa corrente proponeva
una sorta di comunismo di stampo nazionalistico. Nei suoi scritti del 1925,
Niekisch propone che l'SPD si faccia portavoce dello spirito di resistenza del
popolo tedesco contro l'imperialismo capitalista delle potenze dellIntesa,
ed allo stesso tempo sostiene che la liberazione sociale delle masse proletarie
ha come presupposto inevitabile la liberazione nazionale. Ciò che Niekisch
in realta' auspicava era l'emancipazione della Germania dalle catene del sistema
di Versailles, che la legavano ai paesi occidentali. La caratteristica principale
della sua ideologia era in ultima analisi il nazionalismo e la divinizzazione
dello Stato: il motivo per cui egli guardava all'URSS non era dunque la realizzazione
del comunismo, ma la nascita di uno Stato forte, retto da una nuova élite
politica, simile a ciò che in effetti avevano realizzato i bolscevichi.
Nonostante le venature fortemente anticapitalistiche, nel senso della creazione
di una vera Volksgemeinschaft, al centro del suo pensiero appare la volontà
di ricostituire un Prussianesimo con lo sguardo rivolto ad est.]
Capofila del neo-eurasismo è Aleksandr Dugin, ex dissidente, che ha
avuto occasione di avere contatti con vari esponenti dellestrema destra
europea, quali Jean Francois Thiriart, ex membro della Waffen SS e fondatore
di Jeune Europe; Claudio Mutti, responsabile italiano della stessa
Jeune; inoltre Alain de Benoist e Robert Steuckers. Idea comune
di questi personaggi, è la costituzione di un impero (o blocco continentale)
che va da Dublino a Vladivostok, tutta in chiave anti-atlantica e quindi anti-statunitense,
secondo lo slogan di Karl Haushofer: lEuropa alleata della Russia
contro lAmerica
un saggio pubblicato a Mosca nel 1998-"la metafisica nazionalbolscevica"
Secondo A. Dughin (un saggio pubblicato a Mosca nel 1998-"la metafisica
nazionalbolscevica")il nazionalbolscevismo ha un' orientamento irrazionalistico
e antiumanista e pertanto assume come fondanti i contributi teorici antimodernisti
dei "pensatori della tradizione" Evola e guenon.Il nazionalbolscevismo
attraverso questi teorici antimodernisti riscopre la "vera struttura del
sacro" e mette in scena la "rivolta contro il mondo moderno"
che non e' altro che una "deviazione totale".Dal momento che i fautori
della "societa' aperta" hanno in realta' costruito "un' inferno
terrestre"il Dughin profetizza uno sconvolgimento apocalittico-palingenetico
Il Nazionalbolscevismo del fascismo condivide la dottrina hegelo-gentiliana
della subordinazione dell'io individuale al Se' -sovraindividuale cioe' "
lo "Stato in interiore homine ".Il nostro autore nella sua determinazione
"metafisica del nazionalbolscevismo" riconosce il contributo apportato
dal marxismo. In fondo l' idea di classe non e' che una metamorfosi o una trasformazione
dell'idea tradizionalista di casta dominante,dell'idea della contro-elite(Pareto).[la
classe operaia rappresenterebbe il "Se' " collettivo contrapposto
all' io (particolare).
Oltretutto Marx, secondo Dughin, deriva la sua vocazione a concepire la storia
come guerra permanente da Hegel, dai socialisti utopisti e dai loro anticipatori
Campanella, Bruno e Th. Moore. Da questa tradizione Marx erediterebbe anche
tutti quei richiami escatolgico-teologici di cui è piena la sua dottrina
che nella sua prospettiva mistica, irrazionale ed eroica, e non razionale è
per motivo di esaltata adesione al comunismo.
Il nazionalbolscevismo recupera poi la categoria(comune a fascismo e comunismo
sovietico) di "nazione".Essa rappresenterebbe per Dughin una traccia
di "comunita' organica di popolo" che si oppone alla societa' liberale,
iperindividualistica ed atomistica . Al mondialismo il nazionalbolscevismo contrappone
una "metafisica della nazione ", l'idea di una certa organicità
sociale insieme a quella di una dimensine sovra-individuale (comunità)
dai caratteri mistici, cioè sacri, cioè non profani, cioè
non semplicemente terreni, cioè, in definitiva, teologico-politici.
Oltre che in Russia, anche in Europa e in Italia molti gruppi di destra e riviste
oggi si richiamano al nazionalbolscevismo e rifiutando di farsi collocare all'
interno dello schieramento della "destra liberale e di governo" si
dicono "antimondialisti"e auspicano la creazione di uno "spazio
euroasiatico" in funzione antiamericana. Si definiscono eredi della
"Giovane Europa"
di Jean Thiriart , "una fazione dellestrema destra, che, passando
attraverso il neofascismo si è evoluta verso il nazionalismo rivoluzionario
e lestrema sinistra antisionista, libertaria e non dogmatica".
[ Jean Thiriart (ex Waffen SS teorico del "nazionalbolscevismo",
che voleva costruire un partito europeo armato per la liberazione e lunificazione
del continente, da Brest a Vladivostock]
Partendo dal consueto superamento dei concetti di destra e sinistra: "Il
fascista cattivo e nostalgico non mette paura a nessuno, anzi è utile
e funzionale al sistema. Quello che mette veramente paura è il rivoluzionario
(...) Questo non significa certo diventare di sinistra, perché questa
sinistra ci disgusta quanto la destra. Significa oltrepassare i limiti imposti
dalla cultura borghese e creare una nuova concezione della politica al fine
di "articolare un fronte nazionale, popolare, socialista."
Questi gruppi si dicono inoltre "antirazzisti" anche se poi (vedi
Rosso e Nero -comunitaristi) scrivono che "primaria emergenza storica attuale"
sarebbe "la rinascita nazionale, della difesa etnica e della identità
e tradizione Euro-Italica, contro una mondializzazione aggressiva ed imperante
su tutto l'occidente europeo, dove fenomeni come immigrazione e multirazzialità
conseguente, sono strumento di un unico progetto Capital-massonico planetario"
Sostengono tutti i movimenti antimperialisti e tutte le nazioni che si contrappongono
agli USA, dall'Iraq alla Serbia alla Corea del Nord e sognano un' Europa alleata
della Russia contro lAmerica, Mosca come terza Roma.In Italia tra le più
"vecchie" testate di riferimento per questa area vi sono la rivista
"Orion", fondata agli inizi degli anni '80 da Maurizio
Murelli( "Sinergie Europee") , "Aurora", mensile uscito
la prima volta nell'88, quale organo del "Movimento Antagonista - Sinistra
Nazionale", L' Associazione culturale Limes, Socialismo e Liberazione...Rinascista
Nazionale( di Ugo Gaudenzi gia' dirigente di "lotta di popolo" -nazimaoisti
-sigla nata per linfiltrazione a sinistra )
Il gruppo Orion-Edicioni Barbarossa-libreria fantasy al centro di Milano- La
bottega del fantastico- dopo un breve flirt con i leghisti - trae nuova linfa
dalla nascita dell'opposizione nazionalcomunista in Russia. "Noi pensiamo
- spiega Murelli (promotore di "sinergie europee)- che allinterno
dellevoluzione del pensiero comunista, che non è solo quello marxista,
ma che ha tradizioni diverse e antichissime, e allinterno di quella che
è stata la sintesi fascista di valori tradizionali e nazionali, ci siano
i presupposti per ricostruire unipotesi politica, economica e sociale".Aderiscono,con
funzioni e ruoli politici diversi all'area in questione personaggi come Claudio
Mutti , Carlo Terracciano, Marco Battarra..."Strizzano l'occhio" Marco
Tarchi e l'associazione "Carpe
Diem" di Arezzo, l'Uomo libero, Mario Consoli, il leader del Veneto
fronte Skinhead Piero Puschiavo...
[A Sinergie Europee si erano avvicinati anche quadri storici di altra provenienza,
dal fondatore di Terza Posizione, Gabriele
Adinolfi, a Rainaldo Graziani, fondatore di Meridiano Zero. ]
Murelli a ragione ha affermato affermare con orgoglio: "Tutti gli irriducibili,
sia che provengano da destra che da sinistra, che siano pagani o fondamentalisti
islamici, che siano cattolici vandeani o anarchici bestemmiatori di ogni dio,
transitano per Orion" .
Il professor Claudio Muttii ( autore tra l'altro di un testo dal titolo "Nazismo
e Islam", in cui vi sono messe in risalto le reciproche convergenze ed
esaltata la storia della 13ma Divisione SS, formata da musulmani della Bosnia-Erzegovina,
che combatterono a fianco dei cattolicissimi Ustascia croati, contro i partigiani
jugoslavi) e' la vera punta di diamante dell'area , lintellettuale e il
garante internazionale dello schieramento nazionalcomunista e della sua continuità
politica ed ideale.
"Mutti[Convertito allIslam, è l'animatore delle Edizioni
allInsegna del Veltro] continua a militare nei ranghi della area "rosso-bruna"
che da trentanni, sotto diverse formule e ipotesi organizzative, tenta
la ricomposizione degli opposti estremismi in una nuova sintesi, "un polo
analogo ... a quello che in Russia aggrega comunisti e nazionalisti contro il
governo filoamericano. In Italia dovrebbe trattarsi di un polo antagonista a
quellideologia liberaldemocratica e occidentalista che egemonizza sia
la destra sia la sinistra(...)Il suo contributo originale a Orion è laffermazione
della centralità della geopolitica: i frequenti viaggi allestero
sono funzionali alla "visione imperiale" ereditata da Thiriart. Lobiettivo
politico è sempre la liberazione dellEuropa. Nella fitta trama
di rapporti
internazionali (i "partigiani europei" dellarea franco-belga,
i nazionalisti celti dalla Scozia alla Galizia), Mutti - mettendo a frutto la
conoscenza delle lingue si riserva i contatti con lex impero sovietico
e i paesi islamici: lopposizione russa unita nel Fronte di Salvezza Nazionale;
il Movimento della Romania, erede della Guardia di Ferro; gli ayatollah iraniani.
"
[Profondo conoscitore del rumeno, dellungherese e dellarabo, autore
di decine di volumi, è il traduttore di Khomeini e di Gheddafi, ma anche
il "responsabile" del boom politico ed editoriale di Codreanu e della
Guardia di Ferro romena nellItalia degli anni 70.Guardia di Ferro
lume ispiratrice di Forza Nuova]
Tra memoria ed attualita'
1968-Tra la fine del '67 e i primi del '68, Stefano Delle Chiaie stringe nuovi
legami con gli amici di Junio Valerio Borghese, consolida quelli gia esistenti
con Giulio Caradonna, Luigi Turchi, e Pino Rauti, giornalista del "tempo"
di Roma. E' con lui, che nella primavera del 1968 organizza il viaggio in Grecia
per una quarantina di fedelissimi amici dei Colonnelli, tra i quali c'e' Mario
Merlino.
Ed e' al ritorno di questo viaggio che ha inizio la vasta operazione di infiltrazione
negli ambienti di sinista e di creazione di nuovi gruppi fascisti mascherati
sotto etichette che riecheggiano vagamente la terminologia marxista. Mario Merlino,
di chi abbiamo gia' raccontato la storia, e' un esempio macroscopico, ma e'
solo uno tra i tanti. Alcuni altri sono questi.
Serafino Di Luia. Assieme a un gruppo di fedelissimi viene incaricato di tenere
sotto controllo i fermenti eterodossi della base fascista che ha nella Facolta'
di Legge.Serafino Di Luia organizza il movimento Studentesco Operaio d'Avanguardia
e, piu' tardi, il gruppo Lotta di Popolo. I cosidetti Nazi-Maoisti si presentano
alle assemblee del Movimento Studentesco gridando slogan tipo "Hitler e
Mao uniti nella lotta" e "Viva la ditatura fascista del proletariato",
e provocando spesso gatuiti scontri con la polizia. Inoltre Lotta di Popolo
rilascia numerosi comunicati stampa che, mascherati da una fraseologia pseudorivoluzionaria,
danno un taglio nettamentamente qualunquistico e provocatorio alla critica svolta
dal Movimento Studentesco contro i sindacati e partiti revisionisti e condanano
l'aggressione israeliana in Medi Oriente in termini razzisti e antiebraici.
ttilio Stippoli, sulla falsariga di Mario Merlino fonda il sedicente movimento
anarchico Gruppo Primavera mettendo insieme una decina di studenti medi della
Giovine Italia. il gruppo, come del resto il XXII Marzo di Merlino- ha una vita
brevissima: dopo aver tentato inutilmente di prendere contatti con trotzkisti
di Iniziativa Operaia, si scioglie e i suoi aderenti tornano a militare nella
Giovine Italia.
Tentativi analoghi a quelli descritti avvengono, oltre che a Roma, anche a Milano,
Napoli, Palermo, Reggio Emilia e altre citta'. E' curiosa la "versione
rurale" di queste iniziative: a Cave, un paese a una sessantina di chilometri
da Roma, feudo elettorale di Giulio Caradonna e situato vicino ad Artena, dove
Junio Valerio Borghese ha un castello e una tenuta, viene costituita la locale
sezione del Fronte Nazionale. La propaganda svolta tra i contadini, molti dei
quali sono iscritti al PCI, avviene con la diffusione del libretto rosso di
Mao Tse Tung e con argomentazioni prese a prestito dai giornali dei gruppi marxisti-leninisti.
Promotore dell'iniziativa e' un certo Lipariti, intimo amico di Caradonna e
di borghese.
Domenico Pilolli (Ordine Nuovo) e Alfredo Sestili (Avanguardia Nazionale) entrano
nel Partito Comunista d'Italia marxista-leninista. Ambedue vengono scoperti
e allonanati come provocatori.
Pilolli e' molto amico della contessa F. moglie di un colonnello del ministero
degli interni, che diffonde a Roma il bollettini dell partito neonazista tedesco
NPD.
Alfredo Stestili, che ha partecipato al viaggio in Grecia con Mario Merlino,
ha proposto spesse volte ai vari militanti del PCd.I di compiere attentati dinamitardi.
Tre mesi dopo l'espulsione dal partito marxista-leninista, il 15 ottobre 1968
e' stato arrestato assieme ad altri quattro fedelissimi di Stefano Delle Chiaie
per detenzione di esplosivi e per aver organizzato attentati alla sezione comunista
del Quadraro e a un cinema dove si proiettava un film sui fratelli Cervi.
Marco Marchetti. Tornato dal vaggio in Grecia lascia Ordine Nuovo e entra nel
comitato di base del movimento studentesco del liceo Vivona. Scoperto e allontanato
rientra in Ordine Nuovo e partecipa alla ricostruzione di Avanguardia Nazionale.
L'elenco potrebbe continuare, in generale la tattica usata e' sempre la stessa:
una volta infiltrati i fascisti svolgono il doppio ruolo di informatori (a favore
dei loro stessi camerati che sono rimasti all'estenro, o della polizia, o di
agenzie di stampa di destra) e di provocatori, proponendo attentati e cercando
di causare scontri con la polizia.
Ma anche quando non c'e' infitrazione, i fascisti tentano in tutti i modi di
confondere le acque: basta pensare al gruppo di Stefano Delle chiaie che si
presenta alla manifestazione contro la visita di Nixon a Roma con i bracciali
delle guardie rosse.
4. Una richiesta di adesione al Campo Antimperialista
(...)
Veniamo al punto.
>Il Campo ha ricevuto una richiesta di adesione (la alleghiamo qui sotto)
da
>parte del gruppo Socialismo e Liberazione (frutto dello scioglimento della
>vecchia organizzazione Comunitarista UCN). In diverse occasioni questo
>gruppo e' stato bersaglio di vituperie da parte di alcuni a causa del fatto
>che certi suoi aderenti, molti anni addietro, hanno avuto una militanza
in
>formazioni fasciste. Ovviamente nessuno contesta la plausibilita' che chi
>in
>passato sia stato un nemico, possa non solo cambiare opinione, ma
>raggiungere il movimento rivoluzionario. I detrattori hanno rivolto
>un'altra
>accusa: secondo loro questo gruppo non ha realmente abbandonato
>l'imprinting
>di destra che alcuni suoi membri si portano appresso. A noi pare che la
>loro
>lettera, in quanto esprime un giudizio quanto mai netto del fascismo,
>considerato sin dalle origini un fenomeno antiproletario e imperialistico,
>chiarisca ogni dubbio. Oltre al rifiuto di ogni ³revisionismo storico²
>tendente a legittimare i fascisti ponendo i repubblichini sullo stesso
>piano
>dei partigiani, limpide sono le posizioni antirazziste e internazionaliste
>di SeL.
>E' giusto a queste condizioni accettare questo gruppo nel campo? Noi
>riteniamo di si.
>Questa convinzione discende dalla consapevolezza che la ³sinistra²
e¹
>oramai
>una deviante convenzione semantica nel cui nome vengono compiute le
>peggiori
>nefandezze. Gran parte della sinistra tradizionale e¹ infatti da tempo
una
>³destra reale², approdata al liberismo e all¹imperialismo.
Non abbiamo
>alcun
>vincolo di solidarieta¹ con chi ha bombardato la Iugoslavia e l¹Afganistan,
>con chi tesse le lodi delle ³democrazie² israeliana e americana,
con chi si
>e¹ augurato la vittoria dell¹aggressione USA all¹Iraq, con
chi ha costruito
>i lager per gli immigrati, con chi infine vuole rimuovere l¹Ar. 18.
>Viviamo un periodo di profondi rimescolamenti sociali e politici, non c¹e¹
>solo il passaggio da sinistra a destra ma, per fortuna anche il processo
>inverso. Uno dei punti di forza del movimento contro la guerra e¹ che
ha
>saputo accogliere e mettere in moto soggetti spesso anche molto lontani
>dalle tradizioni della sinistra,
>Ci pareva doveroso, dato che amiamo la trasparenza e crediamo al confronto
>delle idee, comunicare queste cose al piu' vasto movimento antimperialista
>e
>antagonista di cui facciamo parte. Pronti come sempre non solo al dialogo
>ma
>pure a cambiare opinione nel caso le critiche siano oculate, razionali e
>convincenti. Siamo un soggetto indipendente, ma sappiamo che questa
>indipendenza ha un limite: il rispetto, pur critico, delle altrui posizioni
>nonche¹ delle regole che il movimento si e¹ dato in decenni di
lotte.
>
>
>Lettera di Socialismo e Liberazione al Campo Antimperialista
>
>
>Roma 18 aprile 2003
>
>
>
>Cari compagni,
>
>vi inviamo questa nostra lettera per chiedere ufficialmente la nostra
>adesione al Campo.
>
>La decisione di fare questo passo proviene dalla constatazione politica
>maturata in questi anni che il Campo è l¹unica struttura che
si sia dato un
>programma coerentemente rivoluzionario, anticapitalista ed
>antiimperialista,
>perseguito sia nella teoria che nella prassi.
>
>Come aggregazione di libere individualita¹ che hanno svolto un percorso
>politico impegnativo e che ha comportato una seria ed attenta autocritica,
>abbiamo partecipato alle ultime tre edizioni del Campo, condividendone
>impostazioni e finalità ed oggi pensiamo sia venuto il momento di
chiedere
>un adesione ufficiale.
>Fondamentale, per noi, è la costruzione di un vasto ed articolato
Fronte
>antimperialista internazionale che, interpretando al meglio le lotte dei
>popoli oppressi, sappia creare quelle condizioni necessarie per
>l¹abbattimento del capitalismo e la costruzione del socialismo.
>Apprezziamo particolarmente, in questo senso, l¹opera svolta in questi
anni
>dal Campo sia sul piano teorico, con prese di posizione anche coraggiose
>sia
>attraverso l¹intervento fattivo in seno al campo comunista nel suo
>complesso, che hanno sicuramente incoraggiato, chi come noi ritiene
>centrale
>la tematica antimperialista.
>
>Le lotte di solidarietà con il popolo palestinese, con la resistenza
>irachena, con il popolo basco e la rivoluzione bolivariana, con gli
>sfruttati e gli oppressi di tutta la terra, ci trovano in piena sintonia,
>nel segno di un¹urgente ripresa della lotta di classe sul piano interno
ed
>internazionale, che non può non coincidere con le lotte delle masse
>sfruttate e proletarie in Italia come nel resto del mondo.
>
>Non usiamo nasconderci dietro un dito e sappiamo benissimo che l¹ostacolo
>maggiore per la nostra piena e completa adesione al Campo è rappresentata
>dalla militanza politica in formazioni di destra radicale di alcuni di noi
>che è comunque terminata molti anni orsono .
>
>Abbiamo più volte chiarito con tutti i mezzi a nostra disposizione
questo
>problema, che nonostante riguardi un numero limitato di due o tre persone,
>ha sempre rappresentato per noi un handicap di partenza.
>
>Siamo contenti di questa opportunità per chiarire alcuni punti, speriamo
in
>via definitiva e senza concedere nulla a possibili confusioni .
>
>Molto sinteticamente, i pochi (visto che alla nostra Rivista ormai
>collaborano molti compagni che hanno avuto esperienze politiche di sinistra
>oppure nessuna esperienza politica), che hanno militato nella destra
>radicale, hanno dato un taglio netto al loro passato sulla base della
>semplice constatazione del carattere reazionario e filocapitalista di
>quell¹area .
>Da questo punto di partenza si è sviluppata l¹analisi della
>contrapposizione
>capitale/ lavoro come fattore discriminante tra l¹adesione a un¹ideologia
>³interclassista² e capitalista come il fascismo e la scelta marxista.
>Di qui si è innestata la ricerca di un percorso che tenesse conto
del
>fattore della lotta di classe e della validità dell¹analisi
marxiana dei
>modi di produzione capitalistici, coniugando questo filone con la lotta
>internazionale dei popoli oppressi, in questo coadiuvati sicuramente
>dall¹apporto di molte persone incontrate durante questo cammino culturale
e
>politico, tra i quali sicuramente dobbiamo citare Costanzo Preve, al quale
>siamo debitori di una visione filosofica che attualizza il pensiero
>comunista in modo, secondo noi, esemplare.
>In questa elaborazione pensiamo che la resistenza comunitaria popolare sia
>sicuramente un tassello nella variegata e tutt'ora endemica resistenza
>globale all'ordine imperialistico. Ma siamo altrettanto convinti che essa
è
>destinata ad essere fenomeno localistico e controproducente se non si
>accompagna ad autentiche visioni sociali di liberazione internazionale e
di
>classe.
>La guerra alla Yugoslavia e all'Iraq hanno dimostrato che, o il piano dello
>scontro è internazionale e contempla due campi a confronto (ovvero
un campo
>ostile a quello imperialistico americano), o lo scontro non sussiste.
>Per dirla con Mao (pur non essendo noi "maoisti"), "la lotta
di liberazione
>nazionale è in'ultima analisi lotta di classe".
>
>In questo contesto potrebbero trovare espressione anche molte istanze tese
>all'autodeterminazione di diverse "nazioni senza stato".
>Istanze che avrebbero un effetto dirompente anche sulle politiche coloniali
>degli obsoleti stati-nazione: ma in un quadro costruttivo, in una
>prospettiva di ridefinizione di un vasto campo antimperialista; non
>ovviamente nel quadro di una strategia americana per la disintegrazione
dei
>propri possibili antagonisti sul piano capitalistico: come il regionalismo
>federalistico liberista, tanto per capirci.
>E' nostra convinzione, infatti, che il problema della liberazione sociale
>dai rapporti di produzione capitalistici non deve lasciare sullo sfondo,
>irrisolto, quello della liberazione nazionale dal dominio imperialistico.
>Quest¹ultimo, si badi bene, assume valenze differenti, ma non prive
di
>decisive connessioni, per i paesi «non centrali» del sistema
geopolitico
>occidentale/capitalistico, da un lato, e per quelli più direttamente
>dominati da quest¹ultimo (e in particolare dal paese «centrale»
del sistema
>cioè gli Stati Uniti d¹America) dall¹altro.
>La liberazione nazionale (che ha in vista la costruzione di una nazione
>indipendente) è da noi concepita come passo per la liberazione sociale
, e
>non certo come volano per un rafforzamento delle classi dominanti
>nazionali,
>per cui, in definitiva, la posizione «nazionalitaria» progressiva
e
>libertaria si contrappone senza ambiguità ad ogni visione reazionaria
o
>borghese della questione nazionale, e ha per scopo la costruzione di un
>vero
>internazionalismo tra popoli liberi per la costruzione del socialismo
>Da queste considerazioni abbiamo, quindi, dedotto in modo chiaro , naturale
>e consequenziale quello che avevamo già abbozzato anni addietro,
e cioè il
>fatto che il fascismo sin dal suo affacciarsi sulla scena politica italiana
>sia stato un chiaro fenomeno nazionalista e social-imperialista, nato
>all¹interno delle esigenze della classe dominante italiana negli anni
>venti,
>come strumento ³emergenziale² per fare fronte alla crisi economica
del
>primo
>dopuguerra ed all¹insorgenza delle classi popolari come protagoniste
dopo
>la
>Rivoluzione bolscevica del 1917.
>In quest¹ottica si dispiega , infatti, in tutta la sua chiarezza, la
>precisa scelta ³interventista ³ di Mussolini che assume con questa
scelta
>la
>responsabilita¹ di interpretare la volonta¹ della neonata borghesia
>imprenditoriale italiana di esercitare un ruolo nel ridisegnamento degli
>assetti economici e militari in Europa.
>Ci teniamo a precisare, infatti, che queste conclusioni non sono state il
>frutto di un ³illuminazione sulla via di Damasco² ma di un serio
e meditato
>percorso di approfondimento ed analisi.
>
>In questo senso anche il fenomeno ³sansepolcrista² è da
noi ritenuto
>chiaramente un diversivo di tipo ³populista² che è stato
utilizzato lo
>spazio di un mattino, per irretire le masse popolari allora organizzate
in
>un forte Partito Socialista e che già nel 1920 si rivela essere un
>espediente teso a reprimere il movimento operaio, in particolare attraverso
>le squadre finanziate ed organizzate dagli agrari con la complicita¹
del
>potere monarchico che troveranno la sola opposizione armata degli Arditi
>del
>Popolo al ricordo dei quali abbiamo dedicato molti articoli e recensioni.
>Il sansepolcrismo, abbandonato subito dagli onesti sindacalisti
>rivoluzionari, uno per tutti De Ambris --che già nel 1920 ne denunciava
il
>carattere ³conservatore ed antiproletario²-- è la ³maschera
socialistoide²
>che il fascismo abbandona immediatamente, per proporsi già nel 1921-1922
>come Partito d¹ordine e di sicurezza per il potere borghese e la Monarchia
>sabauda.
>
>Il regime fascista del Ventennio, dal canto suo, ha coerentemente espresso
>la sua politica capitalista attraverso il corporativismo, vero e proprio
>tentativo di eliminare il conflitto di classe tra capitale e lavoro a
>favore
>del primo, e la repressione di ogni tentativo di organizzare la classe
>operaia con le leggi liberticide e la feroce persecuzione attuata nei
>confronti dei comunisti.
>Sul piano internazionale, ha perseguito una politica di espansione
>colonialista ed imperialista necessaria ai piani di espansione del
>capitalismo italiano (Eritrea, Libia Albania, Jugoslavia) e l¹alleanza
con
>il nazismo che ha portato l¹Italia ad intraprendere una guerra disastrosa
>in
>piena collaborazione con l¹aberrante ideologia razzista hitleriana,
in
>questo accentuando il nazionalismo espansionista prefascista sino al
>parossismo mitologico della Nazione, paravento degli interessi
>capitalistici
>della borghesia italiana.
>
>Dopo l¹8 settembre e lo sbandamento del Regime, la sudditanza militare
del
>fascismo al nazismo hitleriano diventa evidente con l¹invasione e
>l¹occupazione tedesca del paese, e il tentativo di verniciatura
>³socializzatrice² che il fascismo compie non attenua, di fatto,
il
>carattere
>conservatore e filocapitalista dello stesso, ma ne esalta, al contrario,
>l¹opportunismo politico.
>La collaborazione con l¹occupante tedesco pone, inoltre, un¹ulteriore
>aggravante a carico del fascismo : quello di essersi dimostrato un regime
>che non ha esitato a mettere a repentaglio l¹indipendenza nazionale,
>rispristinata solo grazie alla lotta partigiana capace di unire la lotta
>per
>il Socialismo con quella per l¹indipendenza dall¹occupante in
chiave
>antiimperialista.
>
>La storia del neofascismo comincia, infatti, proprio a Salò, con
>l¹intervento dei servizi angloamericani e delle strutture parallele
della
>NATO, interessate al sorgere di un Partito, come il MSI, che fosse
>oggettivamente filoatlantico e filoborghese da utilizzare in funzione
>anticomunista, compito che ha svolto appieno sino alla sua trasformazione
>in
>Alleanza nazionale.
>Il MSI, al di là della sua contraddittoria ed ambigua propaganda
giovanile,
>ha sempre scelto il campo dell¹imperialismo filo-USA, sin dal voto
a favore
>dell¹ingresso nel Patto Atlantico nel 1952, e ha sempre svolto il duplice
>ruolo di irretire migliaia di giovani con visioni romantiche e sentimentali
>di un fascismo mai esistito nella realtà, e di indirizzarli in veste
di
>³truppa di complemento² contro partiti ed organizzazioni della
sinistra.
>Il giudizio sul neofascismo nel suo complesso, e nel suo dipanarsi nei 50
>anni dal dopoguerra ad oggi, non può che essere totalmente negativo
: la
>sua
>funzione è stata controrivoluzionaria e oggetto delle più
ignobili
>infiltrazioni di poteri forti e di trame pilotate da servizi segreti ed
>apparati della NATO .
>Oggi il neofascismo, tenta la riabilitazione come catalizzatore di estrema
>destra di istinti xenofobi ed antiislamici, ancora una volta incoraggiato
e
>sostenuto da partiti della destra istituzionale allo scopo di svolgere la
>medesima funzione svolta negli anni Settanta , stavolta in chiave
>antiaraba.
>Ieri per la DC, oggi al servizio di AN e la Lega.
>Quel che deve preoccupare oggi, non è tanto la consistenza del fenomeno
in
>termini aggregativi, ma il fatto che certe ³parole d¹ordine²
o strategie
>politiche di quell¹area siano solo l¹esasperazione estremistica
di pulsioni
>presenti in ampi strati reazionari del centrodestra .
>La lotta contro questi fenomeni deve avvenire, secondo noi, sul piano
>politico e culturale smascherandone il falso antimperialismo, che è
>assolutamente contraddittorio con le loro posizioni anti-immigrazione e
>antiislamiche, e un antiamericanismo parolaio che è seriamente inficiato
>dalla nostalgia di un ³imperialismo europeo² concorrente, in nulla
>anticapitalista e democratico, ma poggiante su ³comunità organiche²
dal
>sapore evoliano e medievale .
>Deve far riflettere molto i comunisti che giovani proletari si sentano
>attratti da queste tesi deliranti e che le formazioni di estrema destra
>peschino in un bacino tradizionalmente operaio e proletario nelle grandi
>città.
>Su questo noi crediamo che l¹intervento degli antiimperialisti ed
>anticapitalisti coerenti e non irretiti dalla sinistra imperiale e borghese
>può fare molto, perché solo con un approccio culturale e politico
credibile
>antiimperialista e di classe si possono strappare i proletari alle sirene
>dell¹estremismo di destra .
>
>Queste sono le nostre posizioni sull¹argomento, ed esse sono ormai
>³patrimonio genetico² di tutti quelli che animano ³Socialismo
e
>Liberazione²
>in una coerente e rivendicata collocazione anticapitalista,
>antimperialista,
>comunista e nazionalitaria .
>Siamo lieti con la richiesta di aderire al Campo, di aver potuto ancora
una
>volta spiegare le nostre posizioni, sperando di aver chiarito ogni dubbio
>residuo, , convinti come siamo di poter dare un valido e fattivo contributo
>allo sviluppo delle tesi e dei programmi del Campo stesso.
>
>Saluti antiimperialisti ai compagni del Campo.
>
>SOCIALISMO E LIBERAZIONE
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