in merito alla discussione in senato sulla legge 1514 sulla procreazione medicalmente assistita (PMA)
Il 24 e 25 settembre, in Senato, si è riaperta la discussione per l'approvazione di una legge sulla procreazione medicalmente assistita. Tralasciamo per esigenze di brevità i commenti sulla penosa zuffa scoppiata di fronte alla protesta trasversale di alcune parlamentari, e i commenti pecorecci dei maschi in aula. Vogliamo tornare, piuttosto, sui contenuti di questa legge oscurantista e sadica di cui non si è parlato ancora abbastanza. Una legge che impedisce la fecondazione eterologa, sancendo la sacralità del legame consanguineo tra genitori e figlio/a, che lega lo status di figlio/a al concetto inviolabile di "famiglia", impedendo a coppie omosessuali e ragazze madri di ricorrere alle tecniche di fecondazione in vitro. Una legge che impedisce il congelamento degli embrioni, e impone l'impianto contemporaneo di tre embrioni nell'utero materno, con ripercussioni violente sulla salute della madre, ma non solo. Vietando il congelamento e imponendo l'impianto una volta formato l'embrione, stabilisce implicitamente la fecondazione coercitiva per quelle donne che, a embrione formato, abbiano cambiato idea. Allo stesso modo, impedendo la soppressione di embrioni portatori di malattie genetiche o malformazioni, la legge obbliga la madre a essere fecondata anche nel caso che il/la futuro/a figlio/a sia portatore di malattie gravi, fatto salvo, una volta impiantato l'embrione, abortirlo in adempimento alla legge 194. Non occorre sottolineare quanto sadismo fisico e psicologico risieda in una legge che prevede la fecondazione ed il successivo aborto, in nome del "diritto dell'embrione". Inoltre tale diritto, che individua nell'embrione un soggetto giuridico potenzialmente in conflitto con la madre "ospitante", mina fortemente il principio della 194, e sancisce un'aberrazione concettuale secondo cui in un unico corpo, quello della madre, risiedono due persone giuridiche separate, i cui "diritti" possono non coincidere. Secondo questa legge, poi, la sterilità non è considerata malattia, e come tale non gode della copertura del servizio sanitario nazionale, fatto salvo uno stanziamento speciale di fondi. La legge che verrà approvata in parlamento, se immutata, risulta la più restrittiva e intollerante d'Europa. Le donne più abbienti potranno aggirarla recandosi all'estero,le altre o non potranno ricorrere alla fecondazione assistita, o, se vi ricorreranno, metteranno seriamente a repentaglio la loro integrità fisica e psicologica. Tutto questo a causa dei parlamentari della maggioranza che, in preda ai ricatti della Curia, hanno blindato qualsiasi discussione alla Camera ed in Commissione Sanità (e c'è da giurare che lo faranno anche in Senato) per coniare una legge macellaia e nazista. Dall'altra parte la sinistra illuminata ed il movimento borbottano a mala pena di fronte a provvedimenti che non mettono unicamente in gioco il principio dell'autodeterminazione delle donne, ma rivendicano valori quali la sopraffazione, il sopruso, l'imposizione dell'etica cattolica, la misoginia violenta e punitiva.
Invitiamo tutti e tutte a partecipare alle nostre assemblee del martedì (ore 21, c/o Spazio Anatagonista Newroz, via Garibaldi 72) per costruire una campagna di opposizione a questa legge ed ai principi che la presiedono.
Collettivo Peppinabausch S.A. Newroz, Pisa
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