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Le no global «apripista» del corteo
by dal manifesto Monday October 06, 2003 at 12:34 PM mail:  

Armate di palloncini colorati fanno scudo alla piazza, ma appena lasciano il campo partono le cariche.


A chi lamentava che le donne nel movimento dei movimenti avessero poca visibilità, loro hanno risposto come era già successo durante la protesta per il Wto a Cancun: aprendo il corteo avanti gli uomini, in prima linea per i diritti di tutti. Donne che dalla stazione metro Laurentina, lungo tutto il percorso della manifestazione indetta dai no global hanno protestato pacificamente contro «la bozza di convenzione europea antidemocratica e vittima dei poteri forti, dove non è presente nessuna clausola sociale e si delinea un'Europa delle merci e non delle persone». Giovani e meno giovani che hanno cantato e ballato, urlato slogan e distribuito volantini coinvolgendo il fiume dei dimostranti con colore e allegria. Protagoniste indiscusse della mobilitazione, le donne erano presenti in tutti gli spezzoni dall'Arci a Rifondazione comunista, dall'Associazione degli inquilini al partito marxista-leninista, tra gli anarchici e tra gli ambientalisti, nei Cobas, con gli studenti e gli insegnanti, strette per mano nell'area disobbediente. Ma insieme al corteo avevano una responsabilità in più: garantire il successo della manifestazione e creare una zona «cuscinetto» contenendo possibili tensioni e azioni violente. Quindi arrivate in piazza Marconi, attrezzate con respingenti di polistirolo e palloncini colorati è spettato loro aprire le danze delle dimostrazioni di disobbedienza e tentare di sfondare la «zona rossa»; la barricata delle forze dell'ordine che proteggeva i venticinque leader europei blindati nel palazzo dei congressi dell'Eur.

«Queste sono le nostre uniche difese davanti la vostra prepotenza», gridava un'attivista dall'altoparlante mentre dirigeva i movimenti delle no global arrivate a poche centinaia di metri dal meeting. «Restate unite, compatte dietro le protezioni», e loro pazientemente unite e compatte spingevano con la gommapiuma l'esercito maschile in divisa blu. Per oltre mezz'ora il destino del corteo è restato nelle loro mani, anche perché sono riuscite addirittura a negoziare con le forze dell'ordine il «non intervento» nei confronti dei gruppetti antagonisti particolarmente «esagitati», che spinti dalla tensione volevano portare avanti un'azione dimostrativa contro la Banca Nazionale del Lavoro di piazza Marconi. Molte hanno preso di petto gli attivisti «uomini»: «Questo non è il momento, né il luogo adatto. Andate via e lasciate fare a noi oppure rovinerete tutto». Sempre loro nel servizio d'ordine hanno respinto ogni provocazione e tenuto a bada chi tentava di infiltrasi nel gruppo disobbediente.

Intanto urlavano: «Contro voi chiusi lì dentro non useremo nessuna arma, solo i nostri corpi», e indossando caschi con sopra palloncini colorati a forma di cuore spingevano da più lati, cercando di spostare le barricate, lanciando uova e palloncini di vernice rossa. Hanno avanzato per pochi metri, lentamente, mentre la folla dietro di loro era in agitazione e il corteo spezzato in due tronconi appariva disorientato.

«Contro l'Europa dei potenti ora e sempre donne disobbedienti». Doveva essere un'azione programmata la loro, assolutamente non-violenta e definita simbolica: «Chiediamo alle donne del corteo di unirsi a noi per esprimere la nostra disobbedienza civile alle regole che ci impongono dall'alto». Ma alla fine non è andata così. Un risultato politico deludente, almeno al femminile. Una visibilità politica di ricasco perché a conclusione della manifestazione, il loro compito di «apripista», com'era prevedibile, si è risolto nel trovarsi annullatetra due prove di forza tipicamente maschili.

Quello che è avvenuto in seguito ha sorpreso la piazza. Attimi surreali in cui la situazione è precipitata rapidamente. La polizia ha iniziato a circondare la folla, chiudendo le vie di fuga. Dall'altoparlante però continuavano a mantenere la calma: «Sta andando tutto bene. Ora giriamo il camion e ce ne andiamo». Così le donne si sono girate e se ne sono andate. Ma appena uscite di scena lo spazio tra la polizia e i manifestanti è stato colmato da una lunga carica. Manganelli e lacrimogeni hanno disperso i manifestanti. Gli scontri nel fuggi fuggi generale hanno lasciato una scia di arresti e feriti. La «testuggine» dei no global, ha resistito per poco all'azione della polizia e dei carabinieri. Quindi il film già visto con le immagini del G8 di Genova e del 17 marzo di Napoli che scorrevano sulla pellicola.

E le donne? Sono ripiegate lasciandosi alle spalle il ripetersi di uno schema tutto maschile, dove non ha vinto proprio nessuno.



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