3 occupazioni
E tre. Nel giro di pochi giorni è salito a tre il numero ...
E tre. Nel giro di pochi giorni è salito a tre il numero delle occupazioni abusive: gli «hacker buoni» nel negozio di via Confalonieri, all’Isola; i nomadi rumeni di via Barzaghi nella ex fabbrica abbandonata di via Polidoro da Caravaggio e, ieri sera, i ragazzi dell’associazione Ya Basta, e non solo quelli, nella palazzina di viale Sarca 183 di proprietà dell’Isu (Istituto per il diritto allo studio universitario). «È una occupazione mirata - spiega Francesco dello Ya Basta - nella casa di chi dovrebbe permettere ai 200 mila universitari presenti in città di studiare assegnando loro borse di studio, alloggi, pasti e libri. E invece non lo fanno». Così, alle 18, i nuovi inquilini della Casa Loca (Laboratorio per l’autogestione di case occupate) avevano già affisso slogan e striscioni. Studenti, creativi, nomadi, senzatetto. «Siamo pendolari della vita - continua Francesco - in una Milano senza spazi pubblici. Ci trattano come cittadini senza diritto, quindi abbiamo deciso di vivere la città, aprendo questo spazio a tutti, con laboratori artistici, con l’arte di strada. Ma sarà anche una sorta di free-shop, aperto per liberare la comunicazione dai vincoli del potere imposti dal mercato». In serata, molti dei giovani hanno volantinato nel quartiere per farsi conoscere, per vedere la reazione delle persone. Con un programma che prevede, tra le altre cose, un dibattito nel pomeriggio sulla «licenza di copiare e sulla libera circolazione dei saperi», con interventi di studenti della Bicocca. Ma anche una festa improvvisata con aperitivo e concerto jazz degli Outsider. Si replica domani. Sul fronte cronaca, invece, gli abitanti della zona di via Espinasse stanno preparando volantini di protesta che invitano la cittadinanza a ribloccare viale Certosa lunedì pomeriggio. Parola d’ordine: non vogliamo i nomadi a casa nostra. Mentre gli hacker di via Confalonieri, in odore di sgombero, sono in pieno «due giorni no-stop» nei quali si presentano ufficialmente ai cittadini, aprendo gratuitamente la loro radio via internet, la televisione di strada e un call-center al quale accedere per esporre le problematiche sugli spazi del Comune. «Noi vogliamo trattare con l’amministrazione comunale - spiega Lavinia, tra le atttiviste del gruppo -. Siamo anche disposti a lasciare se l’assessore Giancarlo Pagliarini ci riceve in un incontro pubblico. Siamo anche disposti a pagare l’affitto».
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