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west bank: murati vivi
by mich Tuesday November 04, 2003 at 06:23 PM mail: mnori69@yahoo.com 

west bank - murati vivi

Tubas, distretto della West Bank, tra Jenin e Nablus.

Ieri ho trovato appeso ad un albero dietro casa un volantino delle milizie israeliane che annunciava che stavano costruendoci il muro intorno; di levare quindi le nostre capre ed i nostri stracci da oltre la linea solcata con una trincea, lungo un nuovo confine che ci leva meta' della terra gia' poco generosamente concessaci: vivro'e crescero' i miei figli in quella che sta per essere traformata nella piu' grande prigione del mondo.

Una prigione a cielo aperto, dove le ora d'aria saranno 24 al giorno; ci si potra' muovere da una cella all'altra, ma solo di giorno e se ai carcerieri non prudono le dita. Addirittura il cibo te lo potrai produrre da solo (se la tua terra non e' aldila' del muro): ti sara'concesso di irrigare il grano con le lacrime e pascolare le capre sullo zerbino, se le guardie non te l'hanno incendiato. Altrimenti potrai comprare cio' che vuoi a prezzi assurdi dai tuoi carcerieri, che fanno affari col resto del mondo spacciando sui tuoi bisogni - siamo pur sempre nel libero mercato.
Potrai persino lavarti con l'acqua che ti viene concessa (per cui comunque devi pagare), ma ricorda che non puoi scavare pozzi o mettere tubi senza il loro permesso.

Potrai mandare lettere e messaggi ai parenti che vivono nella vallata accanto, ma che purtoppo non potrai piu' incontrare, per colpa di quei 60 coloni che hanno deciso di cementare l'unico bosco della zona per costruirci le loro case (http://www.arij.org/paleye/abughnam/pictures.htm); per farli restare fuori dal muro gli esperti ingegnieri hanno creato mirabili curve in cemento, che puoi ammirare dalle finestre di tre lati della tua casa.
Inoltre i carcerieri non cercheranno di impedirti di suicidarti, anzi, basta che tu lo faccia nella tua cella, mentre loro fanno milioni con i pompelmi irrigati proprio sotto il tuo balcone. Ognuno a casa propria, come ai vecchi tempi; vecchi vecchi tempi.
Ma ci sono case piu' proprie di altre.

Qualcuno ci aveva detto che questo muro era intollerabile, una follia che non sarebbe mai stata realizzata; qualcun'altro aveva addirittura parlato di crimine contro l'umanita'; altri ricordavano altre carceri etniche a cielo aperto e spergiuravano sul 'mai piu''. Altri ancora pensavano fosse solo troppo costoso. Nessuno ci aveva comunque informato che il muro sarebbe stato costruito dentro le nostre terre, attraverso i nostri campi ed in mezzo alle nostre case (http://www.stopthewall.org).

Parlando di case, al cugino di Hatif il muro passera' in salotto, e perdera' cosi' un bagno ed una camera, oltre a dover spostare il tappeto buono; al genero di Jafar il muro dividera' la casa di un figlio ed i campi di orzo. Per fortuna esiste internet, cosi' resteranno comunque in contatto. A Yamina toglieranno via la terra delle sue aiuole ed il profumo dei suoi fiori; restera' col grigio nauseabondo del loro muro. Anche il cimitero dei nonni sara' oltre il muro; loro saranno piu' liberi di noi, ma non ci saranno fiori a festeggiare.
Ai beduini il muro togliera' tutto quello che gli era rimasto. Per fortuna era gia' poco e cosparso di mine, e non avranno molto di che lamentarsi.

Destino della sorte, coloro che sostengono questo muro giustamente giorirono alla caduta di quello berlinese e altrettanto giustamente piansero al crollo delle torri gemelle - l'unico rancore che hanno e' riguardo ai quattrini che avrebbero potuto risparmiare se avessero riciclato i materiali di quei misfatti.

Questa terra santa e maledetta di muri ne ha gia' visti tanti, e nessuno ha mai resistito al vento della Storia.

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