Il vicepremier: ''Punito uso personale se si oltrepassa limite fissato, per ogni sostanza stupefacente, da tabella''
Il vicepremier Gianfranco Fini
(foto Infophoto)
Il vicepremier: ''Punito uso personale se si oltrepassa limite fissato, per ogni sostanza stupefacente, da tabella'' Il vicepremier Gianfranco Fini (foto Infophoto)
Roma, 13 nov. (Adnkronos) - Il governo ha varato il disegno di legge sulla droga. Il Consiglio dei ministri, riunito stamane a palazzo Chigi, ha infatti approvato all'unanimita' la relazione presentata dal vicepremier Gianfranco Fini. ''Prevenzione, repressione e recupero'' sono i tre termini indicati dal vicepresidente del Consiglio per sintetizzare il sistema delle nuove sanzioni penali e amministrative. ''Lo Stato -spiega Fini- non resta indifferente rispetto alla diffusione della droga e manifesta il suo giudizio negativo gia' nei confronti del semplice uso, anche se da questo -puntualizza- non derivano direttamente conseguenze penali, come invece e' stato impropriamente detto nelle settimane passate''. Infatti, ''le conseguenze sono differenti, sulla base della quantita' e della qualita' delle sostanze stupefacenti, ma anche delle circostanze oggettive''. La punizione della detenzione di droga viene reintrodotta, cancellando contemporaneamente anche i 'confini' una volta segnati dalla cosiddetta modica quantita' o dalla dose media giornaliera. La soglia ''viene ora stabilita in modo assolutamente oggettivo da una tabella -chiarisce Fini- che prescinde dalle condizioni soggettive, reali o presunte, del tossicodipendente. Oltre quel limite, ad esempio 500 mg. per la cocaina, scattano le sanzioni penali, da 1 a 6 anni di reclusione nei casi meno gravi, fino ad arrivare al massimo di 20 anni di carcere. ''Oltre il limite che la tabella indica per ogni sostanza stupefacente -spiega ancora Fini- vi e' una presunzione di pericolosita', anche nella detenzione. Se la droga detenuta oltrepassa quel limite, operano sanzioni penali; se e' al di sotto di quel limite, operano le sanzioni amministrative''. Che vanno dalla sospensione di patente, porto d'armi, passaporto, permesso di soggiorno al fermo amministrativo del ciclomotore, secondo quanto disporra' il prefetto. In caso di recidiva, previsti anche l'obbligo periodico di firma, il divieto di guida, l'obbligo di non allontanarsi dal comune di residenza. L'esigenza di una riforma parte da quelli che il vicepremier definisce ''i problemi della legislazione attuale'' che sintetizza in cinque punti: ''incertezza sul piano delle sanzioni, mancanza di organicita' fra le sanzioni amministrative e le sanzioni penali, ostacoli concreti al recupero effettivo, rapporti difficili fra i Sert e le comunita', mancanza di coordinamento fra le istituzioni centrali e regionali''. Le tabelle vengono cosi' ridotte a due: una con l'elenco degli stupefacenti, l'altra con i medicinali che contengono sostanze stupefacenti o psicotrope, suddivisa in cinque sezioni. ''La prima tabella -sottolinea Fini- elimina ogni fuorviante distinzione fra droghe leggere e droghe pesanti. La 'leggerezza' di alcune droghe semplicemente non esiste: lo 'spinello' e in generale i derivati della cannabis, che dieci anni fa aveva un principio attivo che non superava l'1,5%, oggi viene reperito anche al 15% se non oltre e in questo modo moltiplica i suoi effetti devastanti e progressivamente irreversibili sulla psiche e sul fisico''. Quanto al recupero del tossicodipendente, ''viene favorito gia' dal momento in cui nei suoi confronti viene disposta la custodia cautelare in carcere, che puo' essere evitata andando agli arresti domiciliari e iniziando, a determinate condizioni, un programma terapeutico''. Stabilito anche ''un nuovo sistema di rapporti fra gli enti pubblici e le strutture private che gestiscono le attivita' di recupero''. Prevista l'istituzione di albi regionali, dove devono iscriversi le strutture private di recupero che ne abbiano i requisiti, abilitate cosi' a stipulare convenzioni sia con le Regioni che con il ministero della Giustizia, per la sospensione dell'esecuzione della pena; comunita' che potranno anche certificare la dipendenza da droga e predisporre il piano terapeutico. ''Questo ddl si colloca al di fuori della contrapposizione fra proibizionisti e antiproibizionisti'', conclude Fini, che spiega: ''L'antiproibizionismo aggrava il dramma della droga, favorendone la piu' ampia diffusione. Il proibizionismo in se' non risolve nulla, dal momento che la questione droga non puo' ridursi a un problema di diritto penale''. Quella che il governo propone, assicura il vicepremier, ''e' una via diversa che, senza trascurare il richiamo alla responsabilita', dando un giudizio negativo anche sul semplice uso di droga, investe sulla prevenzione e spinge con forza verso il recupero, nella consapevolezza -avverte Fini- che la legge dello Stato e' un tassello importante ma non e' la bacchetta magica''.
|