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Nassiriya-non siamo in Iraq per il petrolio
by cybergobbo-FW Sunday November 16, 2003 at 10:41 PM mail:  

colpendo i carabinieri si è voluto mandare, indirettamente, un messaggio all'Eni


FERRARA, LA GUERRA E IL PETROLIO. Contro «le reazioni faziose e i toni belluini» attribuiti a chi, dopo la strage di Nassiriya, ribadisce che le truppe italiane non avrebbero dovuto essere lì e che dovrebbero immediatamente rientrare, Giuliano Ferrara sosteneva ieri sul Foglio che, fra l'altro, «non siamo in Iraq per il petrolio o per gli appalti...». Ma, sfortunatamente per lui, proprio ieri, Il Sole-24 Ore pubblicava una corrispondenza da New York di Claudio Gatti, nella quale si afferma che colpendo i carabinieri si è voluto mandare, indirettamente, un messaggio all'Eni. «Da tempo l'azienda petrolifera italiana ha gli occhi sui campi petroliferi di Nassiriya. All'Eni quel giacimento da 300mila barili al giorno e con riserve tra i 2 e i 2,6 miliardi di barili interessa dai tempi del regime di Saddam». E a giugno i dirigenti dell'Eni sono andati a Baghdad per definire i dettagli dell'operazione con l'amministrazione provvisoria Usa-irachena. «Per i nemici della pacificazione dell'Iraq, riuscire a tener fuori dal paese tecnici e aziende straniere è addirittura più importante che cacciare le truppe occupanti», sostiene un ex-funzionario della Cia. Conclusione: «Ecco quindi l'interesse degli attentatori a trasformare Nassiriya in un inferno in cui sarebbe troppo rischioso avventurarsi».
http://www.liberazione.it/giornale/031114/LB12D699.asp


Borsa, utili boom nei primi 9 mesi
L'Eni guida la classifica (+27%) delle prime 89
[14/11/2003 20:15]

(ANSA) - ROMA, 14 NOV - E' boom degli utili per le prime 89 societa' quotate a Piazza Affari, con Eni, Tim ed Enel che svettano in classifica. Secondo un'indagine realizzata da Milano Finanza, i profitti sono cresciuti dell'80% nei primi nove mesi del 2003, nonostante la congiuntura economica ancora difficile. L'utile delle prime 10 e' cresciuto del 98,7%. A guidare la classifica e' l'Eni, con un risultato di poco superiore ai 4 miliardi di euro, +27% rispetto all'anno passato.

ANSA
http://nius.studenti.it/nius/topnews/new.php?id=38530


Quale ruolo per le imprese italiane?
I settori interessati alla ricostruzione saranno tre: quello energetico, quello delle costruzioni e quello delle telecomunicazioni. Quest’ultimo sarà probabilmente riservato ad aziende americane, mentre nei primi due potrebbero rientrare anche delle imprese italiane. Del processo di riassetto energetico potrebbero beneficiare Eni, Enel e Snam, mentre alla ricostruzione, in senso stretto, potrebbero essere interessate Impregilo e Buzzi. Ma si fanno anche i nomi di Merloni, Finmeccanica, Edison e Technip, solo per rimanere ai big dell’industria nostrana. Intanto Confindustria si sta attrezzando: “Esiste una lista d’imprese che hanno manifestato interesse e disponibilità a partecipare al processo di riabilitazione e ricostruzione dell’Iraq” ha spiegato Laura Travaglini del Nucleo Internazionalizzazione “ma non possiamo renderla nota”.
http://www.sgrtv.it/link/numeroiraq/Barbetti_Luciana/imprese.htm
http://www.axia.org/promemoria/rassegna_stampa/Ottobre%202003/rassegna_stampa1021.htm

Eni Conquista Parte Del Petrolio Iracheno
18:54 12/6/2003
La divisione refinery e marketing del gruppo Eni si è aggiudicata una parte del petrolio iracheno, nel corso della prima asta dalla fine della guerra, asta condotta dalla società pubblica irachena Somo, al fine di smaltire l’accumulo di stoccaggi dovuto al conflitto. Eni ed altri gruppi petroliferi hanno così vinto la gara per acquisire barili di petrolio rimasti invenduti in Iraq. In particolare, gli operatori del settore sostengono che la società del cane a sei zampe si sia aggiudicata 1 milione di barili.
http://www.cobraf.com/abbonati/trading/trading.asp?type=npa&id=12931#12931

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Roma, 30 mag. - (Adnkronos) - L'Eni e' ''molto interessata'' alla possibilita' di entrare in Iraq, secondo paese al mondo per importanza di riserve petrolifere. Al momento, pero', il quadro complessivo non e' ancora sufficientemente chiaro e il gruppo, per ora, preferisce ''seguire giorno per giorno il divenire, pronto a cogliere quelle occasioni che ci consentano poi di lavorare con gli irakeni''. Lo ha detto il numero uno del gruppo, Vittorio Mincato, all'assemblea annuale, rispondendo alla domanda degli azionisti sull'interesse della societa' per il petrolio iracheno.
(Notiziario speciale per la Presidenza del Consiglio)
http://www.adnkronos.com/news/prod/bolletti/storia/2003/maggio/mitmag5.htm

Eni - L’italiana Eni, sesta compagnia mondiale dell’energia per capitalizzazione di Borsa, e’ una multinazionale integrata attiva nel settore del petrolio, del gas naturale, della produzione di energia elettrica e nella petrolchimica.
http://sole.ilsole24ore.com/radiocor/preconmin/Mag03Dos/LeSchede-bbr.htm

" L’Italia (forse la sua alleanza politica con gli Usa le salverà la sua fetta di barili) è presente con l’Agip assieme alla British Petroleum inglese nel giacimento di Halfaya (2 miliardi di barili) e come Eni con la Repsol spagnola a Nasirya (1,9 miliardi di barili). Il valore stimato del prodotto dei due giacimenti è di 78 miliardi di dollari."

http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,175955,00.html

Riserve di petrolio certe e probabili per 130 miliardi di barili, che mettono l'Iraq al terzo posto per importanza dopo quelle di Arabia Saudita e Russia. Una ricchezza dalla quale sono, per ora, escluse le grandi compagnie anglo-americane e che vede, invece, tra quelle meglio piazzate, la franco-belga Totalfinaelf. Ma, ovviamente, la guerra potrebbe cambiare questa situazione. L'Eni e' in tratattive, insieme alla spagnola Repsol, per il giacimento di Nassiriya.

http://www.ansa.it/speciali/specialbuilder/20030322151032511301.html


Nello stesso quadro rientra il petrolio iracheno, divenuto “una delle principali monete nella contrattazione dell'amministrazione USA per ottenere dai membri del Consiglio di sicurezza e dagli alleati occidentali l'adesione all'appello del presidente Bush per una dura azione internazionale contro Hussein”.

I termini sono quelli di un ricatto: i paesi che acconsentiranno ad una guerra contro l'Iraq (anche se Baghdad ha accettato gli ispettori) potranno avere dal governo filoamericano, in misura minore rispetto agli USA, contratti per lo sfruttamento del petrolio iracheno; quelli che si apporranno saranno esclusi.

Italia alleata di guerra con l'affare ENI

Sul sito http://www.boycottbush.net ci sono i prodotti distribuiti in Italia delle compagnie che hanno sostenuto la campagna elettorale di Bush, tra cui la Esso su cui è in corso una campagna internazionale. In più si parla di una concreta riduzione dei propri consumi petroliferi. Con l'aiuto fondamentale della giornalista Marinella Correggia, la redazione di Altreconomia pubblica un libro sulle ragioni economiche del conflitto Stati Uniti - Iraq. La compagnia petrolifera italiana ENI sta sfruttando la politica di guerra del governo italiano per spartirsi le risorse petrolifere irachene. L'Eni in quell'area è presente in tutti i Paesi che affacciano sul Mar Caspio. Un'eventuale presenza dell'Eni a Baghdad insieme alle supermajor (Exxon Mobil,Chevron Texano, Bp Amoco, Shell, TotalFinaElf), completerebbe dunque la mappa delle relazioni tessute dal gruppo Eni in questa parte del mondo. Gruppi organizzati promuovono per Venerdì 21 Marzo ore 15 sit-in all'Eni a Roma in P.le E. Mattei. Intanto Medici Senza Frontiere (MSF) mantiene a Baghdad un'equipe medica composta da 6 persone: un chirurgo, un anestesista, un medico esperto in medicina d'urgenza, due logisti e il capo-missione.


Fonti: AltrEconomia

Il Medio Oriente è la principale area per produzione di petrolio e per riserve di petrolio e di gas. In particolare, l'Arabia Saudita, che possiede oltre il 25% delle riserve petrolifere mondiali, si conferma nel 2002 il primo produttore mondiale di petrolio, con un'estrazione media giornaliera di circa 8,3 milioni di barili, mentre l'Iraq mantiene il rapporto più alto tra riserve e produzione con riserve petrolifere per 152 anni.
http://it.news.yahoo.com/030630/90/2ctga.html

"UNA CONDOTTA POCO RACCOMANDABILE".
PER AMNESTY INTERNATIONAL IL PROGETTO DELLA CONDOTTA BAKU-TBLISI-CEYHAN, IN CUI E' COINVOLTA ANCHE L'ENI, METTE A RISCHIO I DIRITTI UMANI
http://www.axnet.it/dossier/diritti/aggio.html

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l'eni e' sempre stata a nassirya
by saddam vendeva a tutti Friday April 30, 2004 at 09:56 AM mail:  

l'eni ha sempre estratto dalla zona di nassirya e ha sempre pagato in dollari. la notizia si trova con una ricerca sul sito di libération. l'iraq ha sempre concesso il petrolio praticamente a tutti mediante accordi e licenze di estrazione. dopo il 1991 non si poteva piu' comperare il petrolio in iraq, per lo meno non in dollari.

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