Il 22 Novembre tutti sotto Rebibbia
PER MASSIMO, PER TUTTI I COMPAGNI, PER TUTTI I PROLETARI
SEQUESTRATI NELLE CARCERI DI STATO
MASSIMO LIBERO - IL 22 NOVEMBRE TUTTI SOTTO REBIBBIA PERCHE' LA LIBERTA' E' IL CRIMINE CHE CONTIENE TUTTI I CRIMINI
Il 22 Novembre tutti sotto Rebibbia
PER MASSIMO, PER TUTTI I COMPAGNI, PER TUTTI I PROLETARI SEQUESTRATI NELLE CARCERI DI STATO
La difficoltà estrema del processo di valorizzazione capitalistica, la crisi non ciclica, ma strutturale del Capitale, dovuta a sovrapproduzione e alla caduta tendenziale del saggio di profitto, ci mostrano senza infingimenti come questo modello sociale non sia nè l'ultimo nè il migliore possibile. La risposta, unica nella sostanza e storicamente determinata, per ogni contrapposto blocco imperialistico e per ogni subpotenza regionale alla crisi del Capitale e - pure nell'ancor rilevante deficit di autonomia autodeterminazione e autorealizzazione - alla oggettiva resistenza del proletariato agli ulteriori processi di scomposizione e precarizzazione in atto, si traduce nel rafforzamento dello Stato nelle sue funzioni di polizia - interna ed esterna -, nella necessità del controllo sociale capillare e nella repressione verso chi si ostina a perseguire un crimine chiamato
LIBERTA'
Lo Stato, tralasciato orpelli e belletti, si presenta apertamente come organo di oppressione di una classe da parte di un' altra; ogni spazio di mediazione, di concertazione di pratica social-riformista è oggettivamente schiacciata e impedita dalla dinamica stessa della crisi capitalistica. Pensare di rianimare politiche di collaborazione di classe (magari nella forma del bilancio partecipativo), appellarsi alla Costituzione e alla difesa dello Stato di diritto (borghese per antonomasia), chiamare alla difesa della democrazia (che è la forma storica in cui si esprime il dominio della borghesia) contro il "terrorismo" significa oggi ancora più che in passato, essere oggettivamente e soggettivamente, coscientemente complici dello sfruttamento capitalistico e nemici al pari di padroni, sbirri, magistrati ecc.ecc. di ogni percorso di liberazione sociale. A chi blatera, purtroppo impunemente di pacifismo (altra storica arma della borghesia nel disarmo pratico e teorico del proletariato) e di ripudio della "violenza", vista asetticamente ed astrattamente fuori dal movimento reale e dai rapporti di forza fra le classi, noi rispondiamo che la "violenza" è il terreno storico, lo strumento di azione che da sempre "utilizza" qualsiasi proletario. Sabotaggio e vandalismo. Non facciamo azioni simboliche; creiamo disordine, come sanno fare coerentemente gli operai in lotta che bloccano strade e ferrovie, sabotano materiali, ripetitori della televisione ecc. (os cangaceiros, Francia agosto 1985).
IL TERRENO DEL DIRITTO NON E' IL NOSTRO TERRENO!
Noi non conosciamo innocenti o colpevoli, distinzione che per l'appunto volentieri lasciamo a tutti i variopinti sgherri e lacchè dell'ordinamento capitalistico, ma soltanto compagni/e e proletari/e trattenuti a vario titolo come ostaggi nelle galere e verso cui rivendichiamo internità e solidarietà attiva e militante. A chi scopertamente o, in modo se possibile ancor più vigliacco (vedi alcune faccende romane) subdolamente propone e rilancia la via dell'abiura della dissociazione, del pentimento e dell'infamia facciamo presente che i traditori - da Giuda in poi - non hanno mai goduto di buona fama e, sopratutto, non hanno mai fatto una bella fine.
DISTRUGGERE LE CARCERI - TUTTI LIBERI/E
PER L'AZIONE DIRETTA
PER LA RIVOLUZIONE SOCIALE
ONORE A TUTTI I COMPAGNI CADUTI COMBATTENDO CONTRO LO STATO E IL CAPITALE
PRESIDIO, INTERVENTI E MUSICA, sabato 22/11 dalle ore 15:30 sotto Rebibbia a Roma
Comitato cittadino contro il carcere e la repressione sociale
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