Anticipo la risposta che i due ricercatori hanno mandato al Messaggero Veneto a proposito delle dichiarazioni della Edison sulle turbogas.
--------------------------------------------
--------------------------------------------
Spettabile Messaggero Veneto:
in riferimento all'articolo apparso venerdì scorso a Pagina 11 (Udine),
nel quale siamo stati pesantemente screditati da persone a noi
sconosciute senza essere stati da Voi interpellati, intendiamo
esercitare il diritto di replica e ci auguriamo che episodi così
sgradevoli non si ripetano mai più sulle pagine del Vostro giornale.
Chiediamo pertanto la pubblicazione integrale della lettera qui
allegata, in modo da ristabilire la verità dei fatti e riparare a questa
caduta di stile.
Restiamo in attesa di un Vs. gentile riscontro.
Cordiali saluti
Nicola Armaroli e Claudio Po
Pur con una certa riluttanza interveniamo nel dibattito sulla stampa udinese relativo ai nostri articoli sulle centrali turbogas. Riteniamo necessarie delle precisazioni, poiché sono state dette alcune inesattezze da parte del Dott. Potì e del Dott. Nalin di Caffaro ed Edison. Noi non entriamo nel merito del progetto Torviscosa, che non conosciamo e non è nostro compito valutare. Nei nostri articoli noi riportiamo, al meglio delle conoscenze tecnico scientifiche correnti, quanto ad oggi noto sulla produzione di inquinanti da parte delle centrali turbogas, e sulle esternalità sanitarie dei sistemi energetici. I principali risultati delle nostre indagini, riportati su due pubblicazioni scientifiche e non su interviste estemporanee ai giornali, si possono riassumere nei seguenti punti: 1) Le centrali turbogas sono il meglio che la tecnologia termoelettrica possa oggi offrire in termini di contenimento dell’inquinamento atmosferico ed efficienza di produzione elettrica. Sono certamente preferibili alle centrali ad olio e a carbone. 2) La combustione del gas naturale causa la produzione di polveri fini ed ultrafini (PM2.5, PM0.1) principalmente di natura secondaria, quindi non rilevabili ai camini di un impianto. 3) La legislazione vigente richiede la valutazione del PTS filtrabile (particolato ultragrossolano) misurato ai camini. Per le ragioni esposte al punto 2 questa misura risulta scarsamente significativa per la stima delle polveri prodotte da centrali a gas. 4) La misura della concentrazione di massa del particolato sta progressivamente perdendo significato con lo spostamento della taglia delle polveri verso dimensioni sempre minori. 5) Le conoscenze scientifiche acquisite nell’ultimo decennio sulla rilevanza sanitaria di PM2.5 e PM0.1 sta portando ad un progressivo adeguamento della legislazione europea. Questo a fronte di iter autorizzativi che per le turbogas, al momento, non contemplano neppure la stima del PM10. 6) Esistono regioni del mondo, abbiamo fatto l’esempio della California, nelle quali le autorizzazioni per la costruzione di centrali turbogas impongono un abbattimento degli inquinanti primari molto più consistente di quanto non previsto oggi in Italia. Questo approccio mira anche e soprattutto a prevenire la formazione di inquinanti secondari, tra cui le polveri.
Tutti questi punti (ed anche altri) sono sostenuti da una vasta ed aggiornata bibliografia. Noi infatti abbiamo effettuato una ricerca di letteratura ampia e complessa interrogando le principali Istituzioni che sovrintendono alla costruzione di centrali o al controllo del loro inquinamento (EPA, DOE, CEC, CARB, EEA, OMS, Commissione Europea, Consiglio D’Europa, ecc.). Non vi è nulla da inventare per conoscere questi problemi: è gia tutto scritto, basta conoscere la lingua inglese ed avere la curiosità di leggere e capire. Non abbiamo ragione di dubitare che tutte queste conoscenze siano state portate all’attenzione delle Amministrazioni pubbliche locali da parte di tutti gli Enti che hanno studiato ed autorizzato il progetto in questione. Ribadendo la nostra volontà di non voler entrare nel merito dei singoli progetti, desideriamo però sottolineare che chi vuole criticare il nostro lavoro, deve controbattere alle conclusioni sopra elencate con altrettanta documentazione, pubblicando i suoi risultati su riviste scientifiche e non sui quotidiani. Ci preme poi fare alcune precisazioni: a) Non sappiamo a quale titolo il dott. Potì si permetta di dire che la ricerca “non è del CNR”. Uno di noi è un ricercatore del CNR: si può verificare l’appartenenza ed il curriculum del Dott. Armaroli liberamente su Internet. Al momento non ci risultano indagini firmate da altri ricercatori italiani su questo tema. Ben vengano però nuovi contributi, da parte di altri colleghi, che contestino o confermino le nostre indagini: il libero e corretto dibattito scientifico è il sale della conoscenza e uno dei baluardi della nostra Civiltà. b) Le centrali californiane che abbiamo preso in esame sono di ultimissima generazione, e prevedono sia l’utilizzo di bruciatori ”dry low NOx” (come in Italia) sia abbattimenti nei fumi ai camini con sistemi catalitici (non previsti in Italia). Non a caso le quantità di ossidi di azoto emesse in centrali californiane sono 5-10 volte più basse di quanto non previsto nei progetti italiani. Consigliamo la lettura di questa interessante letteratura che propone anche il meccanismo dei pacchetti di compensazione. c) Invocare Arpa Emilia-Romagna per smentirci, denota mancanza di aggiornamento sull’evolversi degli avvenimenti. Dopo un dibattito serrato il Direttore Generale di Arpa Emilia Romagna ha ammesso che il nostro è un “buon lavoro” (Il Resto del Carlino, 4 Novembre). Possiamo fornire dettagli del dibattito. d) Anche il famoso “grossolano errore della virgola”, con il quale un consulente privato ha cercato di ridimensionare il nostro lavoro, è storia vecchia e superata che abbiamo da tempo discusso e confutato. Consigliamo la lettura del nostro ultimo articolo per comprendere nel dettaglio la questione.
Quanto all’inquietante ambiguità di un’esponente friulana di una nota associazione ambientalista nazionale, che si erge a paladino dell’ambiente e al contempo ci attacca in modo subdolo, preferiamo sorvolare.
In conclusione ci preme rendere noto che in queste settimane abbiamo avuto numerose attestazioni di stima e congratulazioni per la qualità del nostro lavoro da parte di numerosi colleghi in Italia e non solo. Questo per noi è motivo di grande soddisfazione ed evidenzia che è semplicemente grottesco cercare di dipingerci come “soli contro tutti”. Noi abbiamo fatto una cosa molto semplice: rendere note in Italia delle conoscenze che, altrove, nessuno si sogna neanche lontanamente di mettere in discussione. Speriamo che, giunti nel ventunesimo secolo, la diffusione della conoscenza in questo Paese non debba diventare occasione per le inutili polemiche di rito ma sia semplicemente un’opportunità di crescita, confronto e riflessione per tutti. Eravamo ben consapevoli che la pubblicazione dei nostri studi potesse creare discussioni accese. Era però doveroso arrivare sino in fondo, per il ruolo che ricopriamo con il nostro mestiere. Ce lo chiedevano i nostri unici referenti: la serietà e la correttezza professionale e i cittadini contribuenti che pagano il nostro stipendio di dipendenti pubblici. Altri padroni, noi non ne abbiamo.
Dott. Nicola Armaroli, Dott. Claudio Po
www.ecologiasociale.org
|