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MUsulmani moderati e islamisti radicali
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cittadino democratico Tuesday November 25, 2003 at 10:27 AM |
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Il professor Yehuda Bauer rilascia al quotidiano "Die Welt" un'intervista nella quale si dilunga sulle differenze fra l'Islam moderato e sunnita e l'islamismo radicale di matrice wahhabita. Riguardo alla situazione italiana, questa stessa differenza caratterizza le posizioni sunnite dell'Associazione Musulmani Italiani (AMI), distinguendole da quelle wahhabite e radicali dell'Unione delle Comunità ed Organizazzioni islamiche in Italia (UCOII)
A colloquio con Yehuda Bauer
Yehuda Bauer (77) è professore emerito all'Università Ebraica di Gerusalemme. Lo storico lavora all'Istituto Internazionale per le Ricerche sull'Olocausto (International Institute for Holocaust Research) al memoriale Yad Vashem, di cui è stato direttore fino al 2000, ed è membro dell'Accademia Israeliana della Scienza. Recentemente il prof. Bauer ha concesso un'intervista al quotidiano tedesco «Die Welt». Ne riportiamo, con autorizzazione, il riassunto in italiano fatto dalla rivista «Chiamata di Mezzanotte».
Die Welt: Signor Bauer, dietro attacchi come quello recente di Giacarta Lei presume un'ideologia che definisce «islamismo radicale». Che cosa intende con tale progetto?
Yehuda Bauer: L'islamismo radicale è un movimento religioso che cerca il dominio mondiale e persegue un'ideologia di genocidio.
D. Quali differenze ci sono fra «islamismo», «fondamentalismo islamico» e «islamismo radicale»?
R. Il fondamentalismo è un'ideologia che si presenta in tutte le religioni: cristianesimo, giudaismo, buddismo, eccetera. Questo concetto fu coniato da un sacerdote inglese a metà del XIX secolo, il quale cercò di convincere i protestanti in America che bisognava interpretare le Scritture letteralmente e cercare di vivere secondo di esse. [...] Ancora oggi è questo il concetto corrente di fondamentalismo, tuttavia non solo nell'Islam. L'islamismo radicale è anche fondamentalista, ma questa non è la sua caratteristica principale. Si tratta di una religione che in realtà ha un aspetto politico, così come il nazionalsocialismo o il comunismo erano, o meglio sono, religioni politiche. Per questo affermo che l'islamismo è una mutazione dell'Islam, così come il cristianesimo radicale o il giudaismo ultraortodosso sono mutazioni delle altre rispettive confessioni di fede.
D. Ma non esiste il pericolo di generalizzare affrettatamente, in attentati come ad esempio quello di Giacarta, quindi di presupporre un'ideologia mentre invece erano solo dei singoli ad agire?
R. No. E' chiaro che si tratta della stessa organizzazione. Si può essere lontani migliaia di chilometri e accorgersi subito che si tratta delle stesse armi, degli stessi orientamenti e obiettivi. Che l'organizzazione si chiami Jemaah Islamiyah o in altro modo, è completamente ininfluente, poiché l'ideologia resta la stessa.
D. Come si combatte l'islamismo radicale?
R. La maggioranza dell'1,2 miliardi di musulmani nel mondo non ha tendenze radicali, poiché l'Islam è una grande religione universalista. Pertanto è possibile osteggiare l'islamismo radicale nel mondo. Tuttavia lo possono fare solo i musulmani, non noi. Ci sono milioni di loro che comprendono che l'islamismo radicale vuole cercare di convincerli, altrimenti cercherà di annientarli.
D. La prontezza a combattere presuppone tuttavia la consapevolezza del pericolo.
R. Si devono istituire alleanze con i musulmani non radicali. Essi rappresentano l'obiettivo più immediato dell'islamismo radicale. In secondo luogo, esso si dirige contro tutti gli stati islamici, e in terzo luogo contro il nazionalismo. E' un errore ritenere che l'Islam radicale sostenga il nazionalismo arabo.
D. Quali scopi hanno ancora gli islamisti radicali?
R. A seguito dell'abolizione degli Stati arabi esistenti, vogliono raggiungere soprattutto l'obiettivo di sterminare tutti gli ebrei. Questo proposito è scritto nero su bianco e viene ad esempio diffuso su Internet. Naturalmente, questa ideologia si dirige principalmente contro l'America e l'Occidente. Alcune settimane fa, una di queste persone ha dichiarato in Internet che bisognerebbe uccidere almeno quattro milioni di americani, aggiungendo che due di essi dovrebbero essere bambini.
D. Il mondo occidentale non ha ancora riconosciuto sufficientemente questo pericolo?
R. Ritengo che l'Occidente non lo comprenda. Gli USA tentano di risolverlo con le armi, ma non funziona così. Non si può lottare contro un'ideologia solo con mezzi militari. Bisogna opporvi un'altra ideologia. Anche il mondo occidentale è responsabile di questa mutazione.
D. In che misura?
R. Perché l'imperialismo occidentale ha annullato la possibilità di uno sviluppo che porti a una società capitalistica e democratica basata sull'individualismo, identificandosi con l'autocrazia e l'establishment religioso conservativo, a proprio favore, ovviamente. Ci dev'essere una campagna economica organizzata a grande livello, che si rivolga ai consumatori, non ai governi corrotti, per rivolgersi alla temibile miseria e disperazione.
D. Chi può dare l'avvio a un simile progetto? Gli USA?
R. L'avvio può essere dato da una mente accademica: musulmani e altre personalità dall'influenza politica, i famosi «Think-Tank», in grado di influenzare i governi. Il problema dev'essere discusso con molto pragmatismo, non con l'idealismo, in modo che si comprenda il tremendo pericolo che ci minaccia, da combattere con mezzi intelligenti, ad esempio con l'istruzione e l'ideologia. I musulmani dovrebbero farlo da soli, nel loro stesso interesse. ...
D. Quando e dove è nato l'islamismo radicale?
R. Intorno al 1950, soprattutto tramite un ideologo denominato Sajjid Qutb. Questi fu impiccato nel 1966 dal regime di Abdel Nasser, poiché si opponeva al nazionalismo arabo. Diciassette anni prima della conquista della Cisgiordania, Qutb aveva scritto un opuscolo dalle tendenze radicali e inneggianti al genocidio degli ebrei.
D. L'islamismo radicale è quindi di origine egiziana?
R. Ovviamente. La maggior parte degli ideologi sono egiziani, come ad esempio il vice di Osama bin Laden, un pediatra di nome Ajman al-Sawahiri, l'ideologo di Al Qaeda.
D. Quale ruolo gioca l'Arabia Saudita?
R. Si tratta di una dittatura fondamentalista, basata su un'ideologia radicale e puristica dell'Islam risalente al XVIII secolo, il wahhabismo. [...] Ma i cinquemila membri della famiglia reale non conducono un'esistenza propriamente puritana. La corruzione e gli abusi hanno fatto sì che l'unica alternativa a questa dittatura siano gli islamisti. Ecco perché l'Occidente si trova in una posizione scomoda, visto che quest'alternativa non è davvero la migliore.
D. La rete degli islamisti radicali è realmente così estesa a livello mondiale?
R. Sì, persino in America. Dei 18 milioni di musulmani in Europa, solo una piccola minoranza ha tendenze radicali islamiche, ma è sufficiente. Non bisogna ignorare i fenomeni marginali.
(Chiamata di Mezzanotte, ottobre 2003)
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Le balle del fascio Martinez
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Zio Frankie Tuesday November 25, 2003 at 09:26 PM |
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Immagine: bandiera della folle ideologia del gruppo martineziano Al Awda Italia. Alleanza rosso-verde-bruna fondata sull'antisemitismo e sull'odio per l'America
Adesso il fascio Martinez non si chiama più Francesca Russo, Lucio Tancredi o Franco Morelli; si chiama Yuri! Ecco l'ultimo nick del nazitravestito sudamericano. La fantasia non gli manca, come non gli manca la vocazione a ficcarsi in guai enormi e alleanze strampalate!
Ma perché invece di continuare a postare idiozie su indy questo Martinez Ball non pensa invece a trovarsi un buon avvocato che lo difenda dall'accusa di concorso nella strage dei Carabinieri?
Già.
Pensa che aver racolto in Italia fondi per il terrorista saddamita Awni Al Kalemji sia un'accusa da ridere?
Il suo precedente avvocato di Martinez (che è poi anche l'avvocato dei boss dei "fratelli musulmani" Baha Ghrewati), cioè Carlo Corbucci, tramite il quale l'addestratore sudamericano ha presentato una denuncia prontamente archiviata contro il giornalista Dimitri Buffa, sta messo anche lui non meglio del fascio Pasquinelli e del suo cliente. Come riferisce Magdi Allam sul Corsera, Corbucci, che guarda caso è sia un socio fondatore dell'Ucoii, sia un aderente al Campo naziantiimperialista "lo scorso mese ha dato alle stampe un libro dal titolo «Il terrorismo islamico in Italia, Realtà e finzione». Vi si teorizza IL SODALIZIO FRA GLI ISLAMICI E I NO GLOBAL".
http://amislam.com/scheidt.htm
Hanno tutti la stesa vocazione, gli amici di fasciomartinezballo e nazipasquinazzo: continuare con la strampalata alleanza rosso-verde-bruna.
Il conflitto fra musulmani moderati di confessione sunnita (come l'AMI) e integralisti dei "fratelli musulmani" di confessione wahhabita (come l'Ucoii) vede schierati su fronti opposti i musulmani non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Martinez si è inventato che questa contrapposizione (non limitata affatto all'Italia) sarebbe invece dovuta a presunte "rivalità sull'8 per mille" fra le due principali organizzazioni islamiche italiane.
Per smentire una cialtroneria del genere è sufficiente far rilevare come, per bocca del suo segretario Shaykh Abdul Hadi Palazzi, l'AMI ha pubblicamente rinunciato all'8 per mille, e si è dichiarata risolutamente contraria all'estensione di questo beneficio alle organizzazioni islamiche.
Lo si può leggere sia su "Sette", supplemento settimanle del Corsera http://amislam.com/corriere.htm
che su "La Padania"
° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °
SETTE Settimanale del CORRIERE DELLA SERA N. 29 - 2002 - pp. 54-55 POLEMICHE: L'IRPEF E I FEDELI DI ALLAH DI Sara Gandolfi L'OTTO PER MILLE ALL'ISLAM RISCHIA DI AIUTARE I TERRORISTI. PAROLA DI MUSULMANO Anzi, del segretario generale dell'Associazione musulmani italiani. Che ha scritto al «Corriere» per denunciare il pericolo. E che ora spiega a «Sette» perché sulla «legge per le libertà religiose» (in discussione al Parlamento) ha ragione Bossi. Umberto Bossi non è più il solo ad alzare la voce contro il disegno di legge per le Libertà religiose, in esame alla Commissione Affari costituzionali della Camera. Il Senatur, che vede come fumo negli occhi la possibilità di concedere l'8 per mille anche ai musulmani, ha trovato un improbabile alleato di ferro nell'Associazione musulmani italiani (3.000 iscritti effettivi, requisito indispensabile la nazionalità italiana, e 3.000 simpatizzanti, stranieri) e nel suo segretario generale. Di più, il professor Shaykh Abdul Hadi Palazzi, italiano di lontane origini siriane con una laurea in Scienze islamiche dell'Università del Cairo, ha denunciato in un'intervista a Libero che «lo Stato italiano ha addirittura cercato di spingerci a trovare un dialogo con i fondamentalisti in Italia». Precisando nelle «Lettere al Corriere» che «se fosse approvato l'attuale disegno di legge, a essere messi sullo stesso piano giuridico delle altre fedi sarebbero non i fedeli musulmani, ma solo i capi dei "fratelli musulmani" in Italia, emissari della Rabitah saudita, un'organizzazione che gli Usa considerano dedita al sostegno finanziario dei gruppi di terroristi».
- Professore, in che modo le sono state fatte queste «pressioni»?
«Tutte le volte che parlavamo con interlocutori istituzionali ci veniva detto: "Oltre alla vostra richiesta di intesa ne esiste un'altra presentata dall'Unione delle comunità e delle organizzazioni islamiche; e il governo italiano non può prendere in considerazione due richieste da due organizzazioni distinte come rappresentanti della medesima comunità"».
- E perché non riuscite a presentarvi come un unico interlocutore?
«Per differenze di vedute radicali. Noi pensiamo che sia necessaria l'intesa per favorire l'integrazione e l'educazione religiosa dei musulmani, soprattutto di quelli di seconda generazione che nascono in Italia da genitori musulmani. Invece l'organizzazione con cui ci chiedono di trovare un accordo è la sigla sotto la quale agisce in Italia l'associazione dei Fratelli musulmani, basata su principi teologici e ideologici completamente distanti dai nostri. Un'organizzazione che in Italia si chiama Ucoii e in Medio Oriente si chiama Hamas, sono due filiali locali della stessa rete che legittima ideologicamente il terrorismo».
- E ha rapporti con Al Qaeda?
« Sì, nel senso che Al Qaeda nasce da uno scisma della struttura dei Fratelli musulmani. Scisma non dottrinale, ma per una questione metodologica. Mentre i Fratelli musulmani ritengono che il terrorismo sia un'opzione lecita ma non l'unica, Al Qaeda considera il terrorismo come l'arma più efficace. Da questo punto le due organizzazioni divergono, ma comunque mantengono stretti rapporti. Il Dipartimento di Stato americano ha rivelato che il principale centro di finanziamento in Europa di Al Qaeda era la banca dei Fratelli musulmani a Lugano, la stessa attraverso cui transitavano i fondi dell'Ucoii. Non solo, le pubblicazioni dell'Ucoii esaltano i terroristi di Hamas e li chiamano martiri. Per noi l'intesa con lo Stato italiano deve servire a proteggere i musulmani proprio da questo genere di propaganda estremista, la propaganda di un partito politico che abusa del nome della religione islamica per diffondere contenuti contrari ai veri principi dell'Islam».
- Perché secondo lei il governo non percepisce questa differenza fra le due anime dell'Islam in Italia?
«Uno dei motivi è che si guarda più alla consistenza delle strutture che alla consistenza numerica. Noi siamo un'organizzazione che si basa sul contributo volontario di iscritti e simpatizzanti, non abbiamo alcuna organizzazione estera, né alcuno Stato, né alcuna ambasciata che finanzia le nostre attitità. I Fratelli musulmani sono invece un network internazionale, guidato da militanti di professione. In Italia non sono più di qualche centinaio, però controllano la maggior parte delle moschee. L'obiezione del governo riguarda la mancanza di un interlocutore unico. Ma questo significa non capire il problema in prospettiva.
- Cioè?
«Il rischio è che i rappresentanti ufficiali dell'Islam in Italia e in Occidente siano le stesse organizzazioni che nella maggior parte dei Paesi arabi sono fuorilegge perché considerate estremiste».
- Ha ragione chi sostiene che l'otto per mille agli islamici servirà a finanziare il terrorismo?
«Se dovesse passare il criterio di rappresentanza attuale, cioè se l'interlocutore dello Stato dovesse essere questo Consiglio islamico... be', è fuori di dubbio che in questo Consiglio i rappresentanti delle organizzazioni perlomeno ideologicamente fiancheggiatrici del terrorismo hanno la maggioranza assoluta. Non dimentichiamo che il vicepresidente di questo Consiglio, Hamza Piccardo, è andato in tv, da Giuliano Ferrara e Gad Lerner, a dire che rivendica le azioni di Hamas e considera i terroristi suicidi come martiri dell'Islam...».
° ° ° ° ° ° ° ° ° ° ° °
La Padania martedì 23 luglio 2002 http://www.lapadania.com/2002/luglio/23/23072002p06a2.htm
L’INTERVISTA / Shaykh Abdul Palazzi: gli interlocutori dello Stato emanazione di ambienti ambigui
«IO, ISLAMICO, NON VOGLIO L’8 PER MILLE»
Il leader dei musulmani denuncia i troppi rischi del fondamentalismo di Dimitri Buffa
L’otto per mille ai musulmani in Italia? «Non se ne parla nemmeno», dice a la Padania Shaykh Abdul Hadi Palazzi, segretario dell’Associazione musulmani italiani, un’organizzazione dell’islam sunnita in ottimi rapporti con i cristiani e gli ebrei e che riconosce lo Stato d’Israele. «Troppi pericoli di finanziare organizzazioni di fanatici e di terroristi - dice - Non è questo il momento».
- Lei ha recentemente sostenuto che la Lega Nord ha ragione a volersi opporre alla ratifica di quel disegno di legge per le Libertà religiose attualmente all’esame alla Commissione Affari costituzionali della Camera. Insomma, lei è contrario ad una proposta di legge che estenderebbe ai musulmani i benefici dell’otto per mille. Non è un paradosso?
«Potrebbe apparire paradossale qualora si ignorino i termini esatti della questione. In linea di principio, dal momento che in Italia fra conversioni, acquisizioni di cittadinanza e nuove nascite abbiamo ormai un numero di italiani di religione islamica pari a circa quarantamila unità, è normale che anche questi cittadini al pari di quanti aderiscano ad altre confessioni minoritarie possano contribuire con la loro quota dell’otto per mille a finanziare le loro istituzioni religiose».
- Dove nasce allora la sua obiezione?
«Nasce in primo luogo dal modo in cui il principio della rappresentanza democratica, fatto valere per le altre minoranze religiose, ma ignorato nel caso dell’Islam. Coloro che rappresentano presso lo Stato la confessione valdese o evangelica, sono stati eletti dai membri delle rispettive confessioni; il Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche è stato democraticamente eletto dagli ebrei italiani, non nominato dall’Ambasciatore d’Israele. Nel caso del cosiddetto “Consiglio islamico” invece, la rappresentanza democratica non esiste. La scelta dei membri del Consiglio è stata arbitrariamente demandata al dottor Mario Scialoja, un personaggio che rappresenta gli interessi del regime saudita in Italia, che non è mai stato eletto dai musulmani italiani, e con le rappresentanze islamiche democraticamente elette e presenti in Italia da oltre vent’anni non ha mai avuto alcun rapporto. A noi musulmani italiani, cittadini di uno Stato democratico, viene praticamente imposto di farci rappresentare presso lo Stato di cui siamo cittadini dall’emissario di uno stato straniero, tra l’altro del più barbarico, antidemocratico e tirannico fra i regimi dittatoriali che esistono nel mondo d’oggi. Per interloquire con il nostro Stato dovremmo passare attraverso il portaborse di un regime in cui esiste la schiavitù, in cui non vi è né un parlamento né una magistratura indipendente, in cui l’unica legge è quella dell’arbitrio di famiglia reale dedita a perversioni e depravazioni. Questo ci sembra del tutto inaccettabile».
- Il problema è dunque dato dal fatto che questo Consiglio non rappresenta i musulmani italiani, ma interessi stranieri?
«Non solo. C’è qualcosa di molto più grave. La Rabitah (Lega mondiale musulmana), organizzazione saudita rappresentata in Italia da Scialoja, è proprio lo strumento con cui il regime saudita ha diffuso nel mondo l’estremismo antidemocratico e totalitario della setta dei Wahhabiti, Il Dipartimento di Stato Usa parla apertamente di connessioni finanziarie fra i differenti rami della Rabitah e Al Qaeda. La filiale albanese dell’organizzazione “umanitaria” Islamic Relief (dipendente dalla Rabitah) era diretta da Muhammad al-Zawahiri, fratello di Ayman al-Zawahiri, braccio destro di Osama Bin Laden. La World Association of Muslim Youth, sezione giovanile della Rabitah, è stata per anni diretta da Abdullah ed Omar Bin Laden, fratelli di Osama, anche loro legati ad Al Qaeda. Nel momento in cui si parla di “lotta globale al terrorismo”, dare spazio e fondi alla Rabitah ci sembra davvero inconcepibile. Oltretutto, la Rabitah è una struttura verticistica di funzionari; non ha iscritti. Per poter costituire il cosiddetto Consiglio islamico, Scialoja è stato costretto a riempirlo con i rappresentanti della setta dei “fratelli musulmani”, un’organizzazione integralista che in Italia agisce sotto il nome Ucoii, ma che in Medio Oriente usa invece il nome Hamas. Mentre i membri del ramo mediorientale della setta praticano il terrorismo suicida, i suoi emissari in Italia lo legittimano da un punto di vista pseudo-religioso. Il Presidente dell’Ucoii, Mohammad Nour Dachan, ha alle spalle un passato da militante di un’organizzazione terrorista in Siria, paese di cui è originario, mentre il segretario dell’Ucoii, Roberto Piccardo, pubblica in italiano letteratura di sostegno ideologico al terrorismo suicida, ed ha apertamente espresso questa stessa posizione come ospite del programma televisivo di Giuliano Ferrara e Gad Lerner. Che si intenda finanziare personaggi di questo genere coi fondi dell’otto per mille ci sembra davvero una follia».
- Allora ha ragione la Lega Nord?
«Se la Lega Nord fosse in grado di indurre gli altri partner della maggioranza a riflettere su questo punto, la cosa sarebbe senz’altro proficua. Ne trarrebbero giovamento tutti i cittadini italiani, e ancor più quei musulmani moderati che con l’ideologia del terrorismo non si identificano affatto, ma che anzi la condannano senza riserve».
- Parlando di ideologie dell’estremismo, ritiene plausibile che dietro il recente assalto vandalico al cimitero ebraico del Verano agiscano personaggi riconducibili all’integralismo islamico?
«Innanzitutto, vorrei cogliere l’occasione per esprimere alla comunità ebraica la solidarietà dei musulmani italiani per questa vile profanazione. Ovviamente non ho elementi per poter additare possibili responsabili. Ho anche sentito parlare di una pista relativa a conflitti fra gruppi che controllano il mercato delle lapidi cimiteriali. Mi sentirei di escludere che si tratti dell’azione di organizzazioni terroristiche quali Hamas, Al Qaeda o simili. Questi gruppi si basano sulla logica dello scontro frontale, vogliono seminare il panico e causare morti; prendersela con le lapidi di un cimitero mi sembra più consono alla stile di gruppi antisemiti dell’estremismo di sinistra o di destra. È però noto che in alcuni casi elementi italiani provenienti da ambiti estremisti antisemiti si siano convertiti all’Islam in quanto attratti dall’estremismo di Hamas, o da quello khomeinista, e simili. Che esaltati di questo genere possano dedicarsi ad azioni vandaliche mi pare tutto sommato plausibile».
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Martinez è cotto a puntino: portatelo in tavola!
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antifascista militante Wednesday November 26, 2003 at 04:12 AM |
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Ancora - per l'ennesima volta il copia e incolla naziantiimperialista del fascio Martinez che insiste su calunnie che interessano solo a lui e che comunque - ad evitare querele - ha accortamente pubblicato sotto falso nome e all'estero.
Con tutti i guai che ha, l'imbecille insiste su scazzi che è già stato pregato di portare fuori da indy.
E si rivela proprio demente.
Un rutto umano mini-escrementizio.
Merdina inconsistente.
L'ex addestratore di bande sudamericane pensi piuttosto al fatto che assieme a Pasquinelli e ai suoi compagni di merende è denunciato dal vice presidente del gruppo di Forza Italia nel Senato della Repubblica come complice della raccolta di fondi a favore dei terroristi che hanno assassinato a tradimento 19 eroici carabinieri, e che ciononostante continua temerariamente - il messicano - a risiedere in territorio italiano.
Pure se ai Carabinieri comincia a stare un tantino indigesto.
Uno che firma documenti come: "L'attacco portato questa mattina a Nasiriya dai partigiani iracheni contro la base militare italiana conferma l'urgenza di mobilitarsi per porre fine all'occupazione militare dell'Iraq e da ragione a chi, come noi, si sta impegnando per il successo della prevista manifestazione nazionale del 13 dicembre [...]. Il Ministro della difesa Martino non e' una persona seria, se lo fosse si sarebbe gia' dimesso. Il Ministro e' il primo responsabile per questo massacro [...]. Questi morti sono sulla coscienza di Silvio Berlusconi e di tutto il Consiglio dei Ministri i quali, nel maggio scorso, calpestando la Costituzione italiana [...] decisero di dare manforte agli angloamericani ben sapendo che si sarebbe trattato di un'illegittima occupazione di tipo coloniale."
Voci di corridoio dicono che il 13 dicembre se la farà sotto dalla vigliaccheria e non verrà a Roma alla manifestazione pro-Saddam ...
Magari, visto che il suo aspetto fotosegnaletico è noto sia grazie ad indy che a kelebek, al suo arrivo nella Capitale c'è il rischio concreto che venga fermato dalle forze dell'ordine per accertamenti e portato in caserma per l'interrogatorio. Per spiegare la sua amicizia coi terroristi iracheni...
Est Opus della strizza?
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Ditelo al paramilitare messicano
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pizzashekal Wednesday November 26, 2003 at 04:23 AM |
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fasciomartinez.jpgzso1ji.jpg, image/jpeg, 97x100
Nella foto, l'immigrato messicano Miguel Guillermo Martinez Ball
Uno scekallaggio divertentissimo,
Per chi calunnia l'ordine venerando di Belet Uen.
Non è vendetta umana:
è il karma...
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Amici di Saddam in Italia
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lucio Wednesday November 26, 2003 at 04:58 AM |
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Ci sono stranieri residenti in Italia che di punto in bianco scompaiono per unirsi alle file della guerriglia che uccide i nostri soldati( dichiarazione della moglie dell'imam di Torino a Libero di oggi:"Nostri fedeli sono andati in Iraq a combattere"), ma la magistratura sembra non avere fretta nel "blindarli".Eppure a Torino, dove risiede il "profeta di sventure" Abdul Qadir Fadlallah, in passato sono stati aperti (e poi chiusi) numerosi fascicoli su richiesta delle forze dell'ordine.Lo stesso capitò tra il 2001 e il 2002 per i procedimenti legati alla figura di un altro sedicente imam di Torino,il macellaio Bouriki Bouchta,il cui nome era pure iscritto nel registro degli indagati in seguito a una denuncia. Non c'è troppa flemma da parte della magistratura? E' di oggi la richiesta (come riporta l'intervista di Libero in rassegna stampa) da parte del leader dell'Associazione musulmani italiani Shaykh Abdu Hadi Palazzi di vietare il campo antiimperialista del 13 dicembre e sciogliere per legge l'Ucoii, l'unione delle comunità e delle organizzazioni islamiche in Italia.
Prima che succeda qualche altra tragedia, non è il caso di darsi una mossa?
www.legnostorto.com/node.php?id=9932
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x Palazzi
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perplesso Thursday November 27, 2003 at 07:02 AM |
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Francamente risulta difficile capire le cose che scrivi alle 4 di mattina. Torniamo alla questione del sito che parla di te. Non puoi credere che una persona intelligente si possa accontentare di una risposta come questa - " E si rivela proprio demente. Un rutto umano mini-escrementizio. Merdina inconsistente." Eppure sarebbe interessante discuterne pacatamente e nel dettaglio perché il sito, se veritiero, offre uno spaccato assai curioso della nostra società. Ne vogliamo quindi parlare, senza pregiudizi?
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Martinez cialtrone!
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francesco russa Thursday November 27, 2003 at 05:29 PM |
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sarà pure mezzo frocio perché s'è innamorato di questo sceicco palazzi ballerino e non sa parlare d'altro
ma perché gli scazzi e i siti vostri non li portate fuori da indy?
perché non presentate un esposto ai carabinieri e vi incontrate in caserma?
magari con la scorta di emilio colombo...
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