Buste esplosive alla Bce e all'Europol: da Bologna due lettere contro l'Europa.
A Bologna c’è qualcuno che minaccia l’Unione europea. Due giorni dopo l’attentato a Prodi due plichi esplosivi sono stati recapitati al presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet e al quartier generale dell’Europol, l’organismo anticrimine della Ue diretto dal tedesco Juergen Storbeck all’Aja. Per fortuna i sistemi di sicurezza europei non fanno acqua, così le buste esplosive sono state individuate in tempo dal personale di sicurezza e disinnescate. Le bombe erano del tutto simili a quelle spedite negli ultimi mesi in Italia a firma degli anarco-insurrezionalisti: contenevano polvere pirica, un filo elettrico, la solita pila a basso voltaggio per l’innesco e soprattutto il timbro di un ufficio postale di Bologna, come quella indirizzata al presidente della Commissione europea. La prima è arrivata poco dopo mezzogiorno nella sede centrale della Bce nella Kaiserstrasse a Francoforte. «Aveva un congegno - ha riferito il portavoce della polizia - che accreditava il sospetto di un dispositivo esplosivo o incendiario». Anche se gli investigatori tedeschi si mantengono ancora prudenti e solo questa mattina si avranno i risultati degli esami affidati agli artificieri dell’ufficio della polizia criminale dell’Assia. La seconda è invece arrivata nella sede del principale organo di cooperazione fra le forze di polizia europee per la lotta al terrorismo nel pomeriggio, poco dopo le quattro. Anche in questo caso gli addetti alla sicurezza se ne sono accorti prima che la busta finisse nelle mani di Storbeck e hanno subito chiamato i vigili del fuoco e la polizia dell’Aja che ora si occupa del caso.
Al momento nessuno ha rivendicato gli attentati che hanno provocato sconcerto nella comunità europea. Ma il Viminale che ieri mattina si è riunito per un vertice straordinario sulla situazione della sicurezza in Italia non ha dubbi: dietro i pacchi bomba c’è la vasta galassia degli anarco-insurrezionalisti. Un’area - sostiene Pisanu - che sembra acquisire sempre maggiore importanza nel panorama eversivo nazionale anche in relazione alla perdita di posizione delle Brigate Rosse. Il ministro già lo scorso novembre aveva portato l’attenzione sul fenomeno durante la relazione al Parlamento. Ieri, dopo gli ultimi sviluppi, si è deciso di estendere il «monitoraggio» delle possibili aree simpatizzanti o di supporto. Nel mirino sono soprattutto i centri sociali definiti adesso «non per forza contigui ma non estranei agli anarco-insurrezionalisti». In serata, voci non confermate, parlavano di tre persone identificate sospettate dell'attentato al presidente della Commissione Europea, anche se dalle perquisizioni ordinate subito dopo il pacco bomba non avrebbero dato elementi utili alle indagini. Non è escluso che, soprattutto in relazione con le polemiche sulla mancata attenzione agli avvertimenti ricevuti da Prodi nei giorni precedenti all’attentato, il ministero dell’Interno non decida qualche sostituzione ai vertici bolognesi dell’antiterrorismo.
Anche la procura di Bologna che è stata incaricata di indagare anche sugli attentati a Trichet e all’Europol (una volta che la polizia tedesca avrà comunicato ufficialmente i risultati della perizia) ritiene infatti che questi nuovi episodi siano la prova che la pista anarchico insurrezionalista ha radici proprio a Bologna e che si muova contro quelle che definiscono «le politiche di dominio dell'Unione Europea». Del resto nella rivendicazione arrivata martedì scorso alla redazione di un quotidiano nazionale per i due ordigni esplosi nei cassonetti sotto casa Prodi, la Fai, Federazione anarchica informale era stata chiara: l' obbiettivo della loro campagna è il «nuovo ordine europeo». Il documento era composto di tre parti. Nella seconda, scritta con normografo, indicava in Romano Prodi l' obiettivo delle pentole esplose nei cassonetti come avvertimento al presidente della Commissione e ai suoi «simili». Nella prima sezione della rivendicazione, intitolata «Operazione Santa Claus», si spiegava perché Prodi fosse un obiettivo. E diceva così: «Prosegue a grandi passi il consolidamento dell' Unione Europea che assomma le nefandezze delle scelte politiche, economiche, militari/repressive dei singoli stati». Mentre «si avvicina l' approvazione di una costituzione europea che legittima il riassetto delle politiche di dominio del vecchio continente si annuncia una campagna di lotta». Seguiva un elenco di obiettivi: le varie polizie, il sistema carcerario, burocrati e politici.
Romano Prodi non ha voluto rilasciare commenti sul pacco bomba a Jean-Claude Trichet. L'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Ue, Solana, ha espresso ieri una ferma condanna per i plichi esplosivi inviati al presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, e a Europol. «Esprimiamo la condanna più totale di questi atti» precisando che non si tratta di un commento formale, ma solo di quello che si può dire di fronte ad azioni di questo tipo. A Trichet, e come già fatto per il presidente della Commissione europea Romano Prodi, l'Alto rappresentante Ue ha fatto esprimere piena «solidarietà e condanna per i gruppi che perpetrano questo tipo di azioni».
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