Schedati 250 anarchici. Proposte modifiche al Codice
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anarcotico Tuesday, Dec. 30, 2003 at 2:38 AM
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Castelli accusatori demenziali che identificano chi parla di "cancro marxista" con Europposizione, anarchici leninisti del centro Krupskaja, insurrezionalisti superodotati e dappertutto.
Fallito il tentativo di criminalizzare l'antagonismo anarchico con il caso dell'acqua sabotata i 'poteri oscuri' ci riprovano su scala più vasta?
Tra allarmi sociali e l''all'armi' dei fascisti si apre l'ennesima voragine repressiva.
Pisanu convoca i capi degli apparati. Poi consulto con Berlusconi: spunta l´idea di modifiche al codice Controffensiva al Viminale "Conosciamo tutti i nomi" L´Ulivo accusa per il mancato intervento di Pisanu. Rimpallo fra Pera e Giovanardi Pronta una lista di 250 persone, l´intera area del nuovo terrorismo CLAUDIA FUSANI
ROMA - Una lista di circa 250 nominativi, intercettazioni telefoniche, pedinamenti, informative. Ieri mattina, sul tavolo del ministro dell´Interno Beppe Pisanu, i capi della polizia, dei carabinieri e del Servizio per la sicurezza interno (Sisde) hanno riversato tutto quello che sanno sulla galassia anarco-insurrezionalista italiana ed europea, soprattutto spagnoli e greci, che sta attaccando con i pacchi bomba i rappresentanti delle istituzioni europee. Informazioni recenti, di prima mano, sufficienti per dare alle indagini quella svolta che è nell´aria da un paio di mesi ma ancora non riesce a concretizzarsi. L´antiterrorismo ha per le mani molti indizi ma ancora nessuna prova. E gli inquirenti combattono con il codice e la procedura penale che non consente di applicare il reato associativo alle formazioni anarchiche che agiscono al di fuori di strutture organizzate e preferiscono «gruppi di affinità» che vivono solo nel momento dell´attentato o dell´azione dimostrativa. In poche parole, ci sono tanti "sospetti" ma possono essere arrestati solo se colti in flagranza di reato. Questo handicap può essere risolto con modifiche legislative. Anche di questo si è parlato a lungo ieri mattina nel vertice al Viminale. La riunione è proseguita nel pomeriggio a palazzo Chigi con il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta. Il ministro, infatti, era già stato informato dei due plichi esplosivi alla Bce e ad Europol e, insieme a Letta, ha voluto riferire al premier Berlusconi che era collegato in video conferenza. Pisanu ha interrotto le ferie per essere presente ad una riunione tecnica necessaria e urgente, considerato l´allarme provocato in tutta Europa dai pacchi bomba. Ieri doveva anche riferire alle Camere, come richiesto dall´opposizione, sulle contromisure che il governo sta prendendo per affrontare un nemico, come la galassia anarcoinsurrezionalista, di cui si sa poco o nulla. Pisanu però, dopo un primo okay, ha preferito rinviare la relazione in aula a dopo le vacanze, l´8 di gennaio. L´esito non é affatto piaciuto al centro sinistra, che accusa il governo di sottovalutare l´emergenza. In realtà Pisanu non minimizza e ha così chiaro il rischio «sia sotto il profilo terroristico ed eversivo, sia per l´ordine e la sicurezza pubblica», che già l´11 novembre, proprio a Montecitorio, aveva fatto una lunga relazione al Parlamento in cui parlava della «minaccia grave e attuale» rappresentata dai gruppi anarco-insurrezionalisti che, disse, «potrebbero approfittare della crisi attuale delle Brigate Rosse per assumere l´egemonia del terrorismo italiano». In quella informativa urgente Pisanu spiegò che «rispetto alle Brigate Rosse, gli anarco-insurrezionalisti sono più diffusi nel territorio nazionale e hanno una militanza decisamente più numerosa. Godono di vaste zone di supporto e complicità e vantano forti legami internazionali in Spagna, Grecia, Svizzera, Francia e Germania». Non solo: «Dispongono anche di un variegato armamentario politico-ideologico che consente loro di rispondere a domande molteplici di protesta estrema e di violenza e di progettare e attuare crimini di ogni genere». Parole dure e un´analisi chiara che anticipavano quello che sta accadendo in questi giorni. In quella stessa occasione Pisanu indicò anche come «l´Europa allargata» fosse diventata un obiettivo delle formazioni anarchiche che nel frattempo si sono intrecciate con quelle di matrice marxista-leninista. Una sigla per tutte: il nuovo cartello di «Europposizione». Insomma, Pisanu ha da tempo ben chiaro cosa si sta muovendo in quell´area «dell´illegalità politica diffusa» e se ha disdetto la sua presenza nell´aula del Senato lo ha fatto forse anche per questioni legate alla riservatezza di cui hanno bisogno in questo momento gli investigatori. L´opposizione però ha protestato, anche perché proprio in tarda mattinata il ministro per i Rapporti con il parlamento Carlo Giovanardi aveva confermato la disponibilità del ministro ad andare in aula ma al tempo stesso aveva denunciato la mancanza di una richiesta ufficiale da parte della presidenza del Senato (Palazzo Madama ha poi precisato: disponibili per il ministro ma per la riapertura dei lavori, a gennaio). Per Gavino Angius e Willer Bordon, capigruppo dei Ds e della Margherita, l´assenza del governo equivale a un tentativo di «minimizzare l´accaduto». Per il leader dei Verdi Alfonso Pecoraro Scanio, se l´assenza di Pisanu in aula è dovuta a questioni formali come la mancanza di una convocazione ufficiale, «la responsabilità è del presidente del Senato Marcello Pera che ha imbavagliato il governo per timore che si parlasse troppo di Prodi».
La Repubblica del 30/12/2003
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In un documento del pool della procura di Milano la "foto" con nomi e sigle Il dossier Antiterrorismo "Anarchici in crescita" Almeno 250 attivisti, raddoppiati in due anni In ascesa il gruppo chiamato Euroopposizione Dai temi ecologici all´attacco alle istituzioni CLAUDIA FUSANI
ROMA - L´ultima "fotografia" è arrivata all´Antiterrorismo e alla procura di Roma nella prima metà di dicembre. Un´informativa di oltre cento pagine, esclusi gli allegati con elenchi di nomi e copia delle rivendicazioni, che cerca di definire i contorni della galassia anarco-insurrezionalista. E´ stata elaborata dai magistrati e dagli investigatori del pool antiterrorismo della procura di Milano che in questi ultimi due anni ha raccolto dati, nomi e seguito le evoluzioni della nebulosa anarchica. Quanti sono - Nell´ultimo anno l´Antiterrorismo è riuscito ad individuare «almeno 250 attivisti», una cifra più che raddoppiata in pochi mesi visto che a fine 2001 erano poco più di un centinaio i simpatizzati dell´A cerchiata censiti in Italia. E´ il dato più preoccupante dell´informativa che aggiunge come la crescita numerica sia dovuta soprattutto «all´adesione alle tematiche anarchiche da parte dell´ala più dura, radicale ed arrabbiata dei Movimenti e dell´antagonismo sociale». Nell´ultimo anno è stato chiaro anche il salto di qualità delle azioni anarchiche, dal punto di vista del numero, della tipologia degli ordigni, sempre più sofisticati e potenti, e per la scelta degli obiettivi. Negli anni novanta le formazioni avevano soprattutto finalità ambientaliste, colpivano i cantieri dell´alta velocità, i tralicci dell´Enel e dei telefoni. Dal 2001 l´impennata di attentati e la diversificazione degli obiettivi: polizia, carabinieri, istituzioni politiche e religiose, il carcere, le cosiddette strutture del «capitale» e, da ultimo, anche il progetto di Europa allargata. Il presidente della Ue Romano Prodi è senza dubbio il bersaglio più "alto" individuato e colpito in questi anni. Dove sono - Le due centrali sembrano essere in Lazio e in Sardegna. Ma sono nove le regioni dove i gruppi anarchici sembrano essere più attivi: Lombardia, Piemonte, Trentino, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Sicilia. Le due pagine di rivendicazione recapitate martedì 23 dicembre alla redazione di "Repubblica" di Bologna che certificano la nascita del nuovo cartello Fai (federazione anarchica informale che raccoglie ma non ingloba altre quattro sigle già note, Si, Cinque C, Cooperativa fuoco e affini e Brigata XX Luglio), potrebbe cambiare di nuovo la prospettiva e radicare in Emilia Romagna la più nuova ed evoluta centrale anarchica. I collegamenti internazionali - Sono forti e consolidati con la Spagna e la Grecia. Plichi esplosivi sono stati inviati da Milano contemporaneamente a Roma e a Barcellona dove sono detenuti gli anarchici italiani Lavazza, Barcia e Pontolillo. Altri ordigni sono esplosi in Italia in nome per conto di Nikolaos Maziotis, un anarchico greco detenuto dal 1998. Collegamenti anche con gruppi dei paesi del nord Europa. La struttura - Sulla base di informazioni dell´Ucigos, l´antiterrorismo del Viminale, il ministro dell´Interno Beppe Pisanu ha spiegato che «il movimento anarchico ha abbandonato il vecchio modello organizzativo di tipo verticistico e ha dato vita ad unità autonome di base autogestite, definite anche gruppi di affinità, che nascono in relazione ad alcune situazioni e si mobilitano per la conflittualità permanente, l´autogestione e l´attacco». I piccoli gruppi, «strutture minimali» a volte anche solo due persone, praticano attacchi «immediati e distruttivi». E´ una struttura snella che si aggrega ogni volta che deve colpire e poi si scioglie. Difficile, quasi impossibile, proprio per questo, applicare il reato associativo ai gruppi di sospettati. Le sigle - Molti degli oltre settanta attentati dal 1998 ad oggi non sono mai stati rivendicati. Alcuni, invece, portano firme che si ripetono come Solidarietà internazionale, Le Cinque C e la Cooperativa fuochi e affini. L´Antiterrorismo sta valutando l´evoluzione del gruppo Europposizione, un cartello di sigle di matrice anarchica ma anche marxista-leninista che nasce dai movimenti antagonisti ed ha come nemico proprio il «blocco imperialista europeo». E´ un fatto, e anche una novità, che i tre attentati contro il presidente Prodi, siano stati rivendicati da un nuovo cartello di vecchie sigle, la Federazione anarchica informale
claudia fusani strikes again. ha fatto più terrorismo lei che qualsiasi cellula di terrorismo di qualsiasi tipo. ferrara in confronto è una persona corretta. bah.
L'obiettivo
principale dei canali televisivi ed editoriali
del Cavaliere è quello di spingerci verso
un nichilistico disimpegno personale, facendo
di noi meri consumatori. La Belusconia, Inc.,
è uno strumento di controllo sociale che
bombarda il pubblico con trasmissioni idiote.
Una vera fogna spirituale. La RAI segue le stesse
tracce, ma solo perché deve assoggettarsi
all'assai improbabile legge dell'"audience",
degli indici di ascolto. Ora poi, con il controllo
in Viale Mazzini da parte del centrodestra, i
vari Santoro - ovvio - vengono complimentati fuori.
Alterando le memorie individuali e collettive,
Mediaset & Co. rendono incerta la storia,
e la "falsano". Così, davanti
ai nostri occhi, prende forma l'esempio del primo
stato totalitario realmente riuscito: attraverso
messaggi e oracoli dal carattere ridicolo, banale.
I personaggi in trasmissioni futili e triviali,
dei quali noi pensiamo che siano tutti scemi,
probabilmente non lo sono. È la televisione,
o questo tipo di televisione, a farli apparire
tali. Non è un caso che proprio quegli
individui che non hanno nulla da perdere, bruttini
e di non troppo sviluppato cerebro, siano diventati
i mattatori del piccolo schermo.
Cultura? Nada. La letteratura (la vera letteratura)
è messa al bando e sopravvive solo nelle
zone contaminate. E al cinema vengono mostrati
film italiani con attori che non lo sono, che
non hanno nessun talento, ma che sono stati in
qualche modo valorizzati dall'elettrodomestico
mefistofelico (magari grazie a uno di quegli sceneggiati
che sembrano essere girati con una banale videocamera).
Perché non mandano in onda qualche buon
film anziché i tanti talk shows e altri
programmi veniali? Perché la meta è
la "cretinizzazione del popolo", come
diceva Goebbels (ma lui si riferiva alla radio).
In questa società dei media, la star politico-televisiva
è innalzata a garante del principio di
realtà. Presto avremo delle "starlette"
stipendiate dalla Berlusconia, Inc., apposta per
interpretare la parte della moglie dei dirigenti
e dei politici che altro non sono che giocattolini
(forse androidi) manipolati dalla burocrazia statale
e dal potere economico. Nello squallido zoo di
"personaggi pubblici", l'attricetta-simbolo,
la presunta garante della realtà, è
la più ipocrita di tutti. Porebbe dare
il suo corpo a una manciata di onesti operai,
studenti o disoccupati, e invece lo vende al miglior
offerente.
Naturalmente lo stesso Berlusconi è un
personaggio sintetico, creato da una agguerrita
squadra di sceneggiatori, e le sue massime devono
convincere i cittadini (senza che questi quasi
se ne accorgano) dell'ineluttabilità -
della "necessità" - di un totale
assoggettamento ai "telemedia".
Il
Berlusca lo ha capito: la tivù è
la pozione magica dell'etica capitalistica, simile
all'intruglio di un ciarlatano, al preparato prodigioso
di una scienza suprema, all'acqua santa distribuita
ai miracolati. È lo strumento principe
di manipolazione da parte del potere tecnocratico-dittatoriale:
una manipolazione che avviene attraverso la strutturazione
di personalità e di comportamenti che sono
distruttivi verso un atteggiamento "autentico"
nei confronti della vita.
Il televisore ci disumanizza; è una macchina
di neurosi. Cerca di spacciarsi per lo specchio
di ciascuno di noi, ma è l'artefice massimo
della nostra deformazione e del nostro fallimento.
Gli sceneggiati e i programmi di "entertainment"
della Berlusconia, Inc. (tutti dal bassissimo
Q.I.), hanno penetrato il nostro mondo sradicandone
qualsiasi sentimento e passione. I morti-viventi
che affollano il piccolo schermo ci sorridono
di continuo, ma il loro sorriso ha una freddezza
da oltretomba e - potete starne certi - ognuno
di loro se ne frega altamente di noi e del nostro
destino. Sono simulacri umani che sottostanno
alla legge dell'"audience". La scaletta
dei programmi, poi, è un vero caos organizzato.
Eserciti di scribacchini fanno sì che il
tutto funzioni più o meno all'unisono,
ma non c'è mai vita autentica. Dietro alle
battute sapide e ai non-pensieri, si innalza il
sistema elusivo e illusorio dei segnali e dei
codici elettronici che sempre più governano
(o dovrebbero governare) la nostra vita.
Daddovero: una fregatura incontrollabile e colossale.
I programmi berlusconeschi plasmano la nostra
vita, ci danno una visione illusoria della realtà,
falsificano i nostri ricordi e, soprattutto, ci
ordinano quali prodotti dobbiamo comprare...
Ovviamente, a Berlusconi non verrebbe mai in
mente che non tutti vedono il mondo nello stesso
modo, o, in un certo senso, che non tutti vedono
lo stesso mondo. Il lavaggio del cervello tele-mediale
(e tele-medianico) tende a renderci tutti uguali.
E confusi, perché soli. L'uomo-massa è
fatto in effetti di solitudine, fruitore solitario
a domicilio dell'informazione dettata dall'alto
e dei beni prodotti da altre solitudini.
Già nel 1954 lo scrittore, regista e situazionista
Guy Debord (recentemente deceduto) aveva formulato:
"Un avventuriero è colui che fa sì
che un'avventura accada."
Debord era un critico radicale della "Società
dello Spettacolo" (questo il titolo della
sua opera maggiore, del '67). Egli osservava che,
attraverso il divertimento permanente, la "società
dello spettacolo" rende i cittadini apatici,
o comunque li fa star buoni.
E
i persuasori occulti la fanno da padrona...
Molti obietteranno: "Perché parlare
sempre male della televisione? Essendo che la
vita è dura e ingiusta, fuggire dalla realtà
è più che lecito!"
Fuggire? Non si tratta affatto di una fuga, cari
miei, ma di una restrizione, di una contrazione
della vita fino a che questa diventa una tomba
umida e ammuffita, un luogo dove nulla accade:
la morte bianca.
Per colpa del bombardamento dei media berlusconiani
e dei loro affiliati, il mondo è "out
of joint", scardinato; via via diventa sempre
più "upside down", sottosopra,
con un rovesciamento completo di esperienze e
di percezioni. Pubblicazioni e programmi ad hoc
ci abituano sempre più a pensieri che sono
non-pensiero ("no-thought"), facendoci
precipitare verso baratri di irrazionalità.
Non c'è da stupirsi se presto la nostra
vita sarà caratterizzata da momenti di
violenza e crudeltà intrecciati alle forme
più estreme di pseudo-efficientismo tecnologico.
Ma evidentemente il Messia (il Berlusca, cioè)
e i suoi apologeti non hanno fatto i conti con
la solidarietà che lega tra loro gli esseri
umani, soprattutto i più umili. Saranno
questi (i senza-rolex, i senza-cellulari, quelli
che non si possono permettere di seguire le mode)
a insorgere contro la violenza del potere e l'assurdità
dei processi tecnologici. È inevitabile
che l'affievolimento del rapporto tra realtà
soggettiva e realtà oggettiva provochi
la creazione di realtà alternative, in
primo luogo - lo sottolineo - da parte di gruppi
marginali. Soltanto nuove realtà potranno
aiutarci a sopperire alla mancanza di riferimenti
stabili. A meno che non si voglia assumere un
Fede, uno Sgarbi o i protagonisti delle telenovelas
quali riferimenti stabili! Questi sono gli squallidi
miti che la Berlusconia, Inc., ha saputo sottilmente
innestarci nel tessuto cerebrale... La nostra
memoria è piena zeppa di falsi reperti
archeologici. Non se ne può più!
Dovremmo apporre dei filtri nel nostro sistema
culturale, fare entrare a casa nostra solo le
voci, le immagini e le notizie che ci sono realmente
necessarie, insomma chiudere i rubinetti e le
finestre per aver tempo di poter "rilavorare"
quel poco, o quel tanto, che abbiamo già
immagazzinato. Bisogna che recuperiamo i ricordi
personali cancellati dalla teleidiozia, e che
abbandoniamo l'allegra comitiva di questa gita
"virtuale" per intraprendere finalmente
un viaggio vero; il nostro viaggio.