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ASSEMBLEA METROPOLITANA
by taxi driver Tuesday January 20, 2004 at 09:55 PM mail:  

riflessioni, e info... Quando ci rivediamo? abbiamo gli spazi, abbiamo anche le piazze, abbiamo anche l'imbarazzo della scelta...?

"Aprendiò el arte de dar a luz las ideas que el hombre lleva en su interior, a través del examen y del diàlogo" Socrates, 470-399 a.c.


Diverse persone attendono riconferma dell’incontro dell’assemblea Metropolitana. In diversi ritengono necessario un altro tipo di dialogo e confronto, un altro “luogo”, un respiro aperto e un’espressione. I molteplici avvenimenti accaduti nel mondo, a Milano e in Italia non ci hanno lasciato indifferenti. Dalle proteste agli scioperi legittimi, e chiamati selvaggi, di lavoratori, mamme e studenti, sino agli arresti di Roma e alle intimidazioni verso le diverse realtà..dal nord al sud, dall’est all’ovest.. la guerra permanente, gli sgomberi, il lavoro precario, la mancanza di case e diritti in generale…insomma, di carne al fuoco ne abbiamo. Ci saranno iniziative per i diritti dei migranti (il 31/1), sull’antiproibizionismo (a febbraio), ci sarà un processo per i fatti di Genova a Marzo, c’è stato il social forum e intanto riecheggia da tempo l’ombra di un vecchia e nuova destra che tenta di allargarsi sempre di più; questo e troppo altro ancora, non ci lasciano senza parole. E qualcosa inevitabilmente andava momentaneamente posticipato.

Ma ora forse è il caso di riorganizzare un incontro, a seguito del percorso che c’è stato, e perché no, magari riformulandone un altro alla stregua di ciò che sta accadendo e che ci riguarda tutti.
Sono necessari dei cambiamenti, serve agire, servono ulteriori confronti, le singole realtà già dotate di strumenti assembleari elaborano al loro interno delle dinamiche, a volte delle direttive di pensiero e azioni, ma oltre a questo penso sia opportuno connettere energie anche attraverso un urlo più corale, con una rete più sinergica, più efficace. Qualcuno ci ha pensato e questa assemblea può esserlo. E i nostri spazi necessitano di vivere, con altre garanzie, necessitano di crescere, vogliono essere vissuti, e devono essere tutelati. Da noi per primi.
Questo è possibile solo se ci svestiamo dei nostri individualismi collettivi, che a volte non sono connettivi.

Ognuno ha il proprio percorso, ma i percorsi a volte si devono incrociare e costruire, con lungimiranza possibilmente, e strategia d’azione. Il contesto attorno ed entro il quale ci vediamo dentro, non può lasciarci sospesi o intrappolati nelle nostre aree o micro tane. Il mondo gira, tutto si muove, e noi non siamo immobili, ma dovremmo farci sentire di più, senza dare per scontato nulla. Dobbiamo saper parlare alle varie diversità, così come l’assemblea metropolitana ha saputo fare nei suoi tre incontri. Ma dopo tre appuntamenti non si tirano le somme, e neanche si può far cadere qualcosa che ha costruito dei processi ( relativamnte a tre incontri). Per volare bisogna fare un lancio, o prendere una rincorsa, o aprire le ali. E’ sempre un rischio, ma cosa non è un rischio?

Ho riletto e ripescato nelle varie pagine di indymedia, i contributi scritti dai diversi soggetti e /o realtà che hanno promosso/partecipato gli incontri metropolitani, e ve li riporto Non nella loro interezza (per leggerli interi potete ritrovarli sulla pagine di riferimento) ma attraverso stralci che secondo me possono dare l’idea di quanto si è fatto, e quanto ancora si deve fare. In molti hanno sentito la necessità di quell’ambito. Anche se non tutti si sono espressi attraverso internet o nelle assemblee. Ho cercato di riprendere gli aspetti secondo me migliori o che più mi hanno fatto riflettere, nel bene e nel male. E che mi fanno pensare…che questo appuntamento dovrebbe proseguire.

Per questo dico Non ci si ferma dopo il terzo incontro. O secondo voi si? Rileggete certi passaggi e la quantità/qualità di alcuni contenuti in combinazione ad altri contenuti, che non sono scritti ma che esistono e, sappiamo, vanno affrontati. Anche, e non solo, nell’assemblea metropolitana. Inoltre esistono dei progetti collaterali che hanno costruito qualcosa che andrebbe trasmesso all’assemblea metropolitana, alla società, e continuato; dalla mappatura al tcm e forse altro. Se anche solo non ci fosse l’intenzione di continuare questo esperimento, ripeto secondo me interessante per tutti, sarebbe almeno carino e corretto dirselo in un incontro serio durante il quale ci si potrebbe parlare in modo chiaro, magari con qualche aggiornamento o magari ridefinendo certe linee di confronto, partecipazione, azione (soprattutto nel rispetto e nei confronti di chi si è sbattuto più di altri e che magari ha spinto più di altri, e per chi era solo in stand by- perché stava cercando di capire o-perché era impossibilitato ad esserci, ma c’era…). Non fermiamoci. L’esigenza di un altro ambito che vada al di là dei nostri piccoli grandi luoghi è stata sentita subito da molti e diversi, il primo incontro infatti contava un centinaio di persone, e, questa esigenza non credo si sia esaurita; anzi, credo, che per ciò che sta accadendo nel mondo oltre che nella metropoli, si sia potenziata.

I responsabili di come vanno certe cose siamo anche noi, non dimentichiamolo. In ultimo, riguardo a un ultimo intervento che ho letto in rete.. dico solo, che ognuno, si deve assumere le proprie responsabilità e se si vuole andare avanti è meglio non iniziare una riflessione scritta, e divulgata via web, partendo dagli aspetti più “facilmente”…criticabili….o potenzialmente/facilmente attaccabili…(se si vuole collaborare e costruire insieme).
Il “silenzio” si può essere generato per moltissimi motivi- vari: ciò che accade (nel resto del mondo), la necessità di pensare, la necessità di dover fare altro (lavorare, avere una vita privata, degli affetti o delle grane da risolvere), il Desiderio di fare altro e perché no…la necessità di capire con chi ci si sta confrontando. Visto che non siamo più bambini obbligati ad andare all’asilo. E’ troppo facile dare un'unica risoluzione a ciò che si mostra in apparenza…
E pensare, e scrivere, e dare per scontato, o constatare, o rilevare, come i dati istat (??) (con una presunta certezza- o con una certa presunzione), che quel “presunto”…“silenzio generale”….(tra metà dicembre e il 10 gennaio) fosse sinonimo di un appuntamento “rimasto nel vuoto”.. francamente, secondo me è da presuntuosi. E fa male. E vuol dire non vedere una certa realtà. Tratteggiare in un certo modo, la –teoria- di un appuntamento.. é.. come dire… è un po’ come mordersi la coda. Basta con l’autolesionismo.
Solo una riflessione a chi “acerbamente” ha scritto con tanta certezza via web prima del confronto assembleare, dando per scontato molto: il clima progettuale lo costruite anche voi con le vostre parole in rete; lo sapete vero? Le responsabilità di una conferma o di un report sono da distribuirsi equamente fra tutti.

Di fronte ai dati che si presume di “constatare”, bisogna porsi sempre altri dubbi o domande, perché potrebbero esserci altri dati.. che vi sono sfuggiti, per vari motivi, e che non avete constatato quindi. Se “nessuno si è preso la responsabilità nè di proporsi come luogo "ospite" dell'assemblea, nè di rimarcare l'appuntamento”, come dite voi, forse ci sono altri motivi oltre a quelli che evidentemente non avete contemplato o pensato, o constatato. Forse, altri motivi, che vi sono sfuggiti, riguardano anche voi, visto che più o meglio di altri gestite il canale di comunicazione “indymedia”, dalla colonna centrale o redazionale al resto. E anche di questo si potrebbe discuterne non via web ma in un’assemblea, metropolitana. Per migliorarsi chiaramente. Non per sadomasochismo.

Oltre a questo, ci sarebbero “due” aspetti ..che vi “indicano” “decisamente” “il momento in cui si trova” .. l’assemblea…Beato chi crede di sapere più di altri…-“So solo che non so nulla” disse Socrate.- “registrate” ”anche poca partecipazione in termini di interventi e proposte”.. via web…. questo però non significa che al di fuori del web altre persone non si siano confrontate o non abbiano discusso o pensato o agito. Altri registrano invece che niente è rimasto nel vuoto, e sarebbe meglio fare meno critiche a fondo perduto, che fanno perdere fantasia e tempo…ed è meglio, forse, constatare e registrare meno e pensare di più, a tutto, e alle conseguenze di certi toni/parole/azioni, verso noi stessi e nella società, che non è il web. Usiamo un po’più di intelligenza; credo che non ci manchi e andrebbe a nostro favore.
A volte il silenzio (che nulla toglie all’azione, tanto più se è ricerca) -che urla, e la riflessione - che fa capire, e la paziente attesa di un appuntamento già fissato, sono sintomi di maturità.
E quando serve, silenzio, riflessione, comprensione e attesa, sono meglio di mille dati, constatazioni e ricette di super io - regalati via web 5 giorni prima dell’appuntamento. Abbiamo degli obiettivi: questi vanno rilevati, compresi, proposti e raggiunti. Il meglio possibile. Realisti, ma con entusiamo e un bel po’ di fantasia.
Fissiamo l’incontro pubblicamente, questa è la proposta.

Alcune tracce di Memoria di quanto trascorso.… energie, risorse, pensiero, voglia di costruire, futuro.
Ps. Grazie a chi si è sbattuto parecchio anche per gli altri. S.

-PER UN'ASSEMBLEA METROPOLITANA
Reload occupa in settembre, viene sgomberato dopo tre giorni ma rioccupa ancora in via Confalonieri. Attualmente è di nuovo a rischio sgombero. A marzo il collettivo Preokkupati in viale Monza a Milano e Teknocasa a San Giuliano occupano due stabili rilanciando la questione del diritto alla casa e del diritto agli spazi sociali. Dopo un mese esatto Teknocasa viene sgomberata e ogni forma di dialogo con l'amministrazione e' impossibile. In luglio e agosto, in giro per Milano, numerosi appartamenti sfitti sia di proprietà privata che di proprietà pubblica sono stati occupati da migranti e italiani. Sempre a luglio, in zona bovisasca, occupa Malamanera, giovani studenti e precari in cerca di casa ma non solo. Pochi giorni or sono casa LOCA ha occupato in viale Sarca e nel momento in cui scriviamo non sappiamo quanti giorni riuscirà a resistere alla minaccia di sgombero: potrebbe accadere che tra i primi che leggeranno queste righe e gli ultimi che le riceveranno passino solo pochi giorni ma più di uno sgombero! Se non vi bastano gli esempi accennati aggiungete la situazione di via Polidori e di via Adda e il quadro è completo. Spazi nuovi nascono per rispondere a diversi ma accomunabili bisogni e non è finita, altre occupazioni abitative e sociali sono in arrivo. Si tratta solo di qualcosa che riguarda la nostra città? Non esattamente? A Monza c'è una vertenza aperta e un gruppo che ha già conosciuto la disponibilità al dialogo delle amministrazioni locali in tempi assai recenti e nei territori della cintura metropolitana, da Abbiategrasso ad Arese passando per Laveno, il magentino e quant'altro la richiesta di spazi ad uso sociale e collettivo travalica ampiamente i cartelli che delimitano il territorio cittadino.
Dal basso si dice che questa metropoli non funziona. Dal basso si creano antidoti e anticorpi al malessere che queste nostre città generano costantemente. Dal basso si cercano soluzioni collettive ai problemi che dall'alto pochi individui creano e volutamente non risolvono. Le risposte? Non ci sono e quando ci sono parlano la lingua del controllo, della repressione, del chiudere e del vietare, del negare e del sottrarre.
Cosa sta succedendo nella metropoli? (…) Dopo anni di conflitto sulla dimensione globale dei problemi una generazione di soggetti varia e diversa reclama spazio politico nella metropoli e lo fa a partire dalla metropoli stessa. Qualcuno pensava forse che le migliaia di persone che da qui si sono mosse per andare a Genova, a Evian, a Firenze, a Cancun, a Roma, quei soggetti che hanno contestato i potenti della terra, la guerra, la privatizzazione delle risorse e l'illegittimità dei vertici tornassero ad un certo punto a casa senza dire nulla, senza che si aprissero gli occhi sulle storture e i disastri che i processi della globalizzazione hanno anche qui, nel quotidiano dei territori dove vivono? (…)
Siamo convinti che ci siano le potenzialità per ripensare ad una azione e ad un intervento politico e sociale incisivo e concreto sul terreno della metropoli. L'immobilismo e l'autoreferenzialità a cui da tempo siamo condannati hanno in noi la principale responsabilità. Le condizioni oggettive perché su questa metropoli si torni a produrre conflitto ci sono tutte, sono però sino ad oggi mancate quelle soggettive: siamo mancati noi. (…) Vorremmo creare un percorso che nasca dal basso ma che non abbia la paura di potersi eventualmente confrontare con tutti i livelli dell'agire politico, per darsi la possibilità di incidere e determinare i territori che attraversiamo tutti i giorni, per rigenerare le politiche sulla metropoli, sui giovani e sugli spazi sociali. Il nanismo non ci interessa e l'auto-emarginazione mascherata da virtù meno ancora. (…)
Cerchiamo di condividere efficacemente dei passaggi, definendo comunemente gli obbiettivi da raggiungere e le modalità per farlo, senza ventilare improbabili sintesi di percorsi generali su cui è bene che ognuno mantenga autonomia di vedute, pratiche, parole d'ordine. Ma quello che proponiamo è anche un attitudine mentale al confronto vero, alla diversità, alla rete. Per questo chiediamo a tutti i soggetti interessati a costruire questa ipotesi di contribuire rinunciando a veti incrociati, antiche rivalità o pregiudiziali precostituite che di fatto si sono dimostrate in passato sterili ostacoli alla riuscita di percorsi efficaci. Questo percorso vuole nascere per essere creativo, efficace e vincente e non semplice esercizio dialettico con cui dimostrare supremazia e/o egemonia. (...)
-politiche metropolitane: precarizzazione della vita e dei diritti, mancanza di politiche di welfare e tutela per i soggetti deboli, migranti, lavoratori precari, ecc.
-politiche giovanili: il vuoto delle amministrazioni locali, la mancanza di proposte/progetti per gli spazi e le opportunità di valorizzare autonomia, creatività e protagonismo giovanile, contestazione e blocco delle -politiche di controllo con particolare riferimento a scuole e università.
-politiche sugli spazi sociali: blocco di qualunque sgombero, diritto all' accesso alle utenze pubbliche (acqua, corrente elettrica, connettività) come terreno minimo da cui partire; attivazione di forme collettive di confronto e ricerca di soluzioni a medio-lungo termine per tutti gli spazi sociali senza metterne in discussione le modalità sostanziali e non formali di autogestione. Chiediamo a tutti i soggetti e le realtà interessate di segnalare la propria partecipazione al piu' presto. (...)

-5/11: Ass. Metropolitana scrive:
…. Elenco dei partecipant* sinora:
reload - reality hacking l.s.o.a. deposito bulk cascina autogestita torchiera senzacqua c.s.a. baraonda (segrate) ernesto e le formiche rosse (laveno) prc - federazione provinciale milanese associazione salah campo sportivo popolare occupato caracol casa l.o.c.a. c.s. leoncavallo confederazione cobas cub collettivo contro la precarizzazione t28 chainworkers pergolatribe prk251 circolo anarchico ponte della ghisolfa officina disobbediente(arese) folletto25603 (abbiategrasso) c.s.a paci paciana (bergamo) malamanera squat breccia 03 collettivo monzese (monza) disinformat (novara) s.g.a. (arese) sin cobas milano ambulatorio medico popolare t28 c.s.a. vittoria

-Chainworkers alla assemblea metropolitana
Precarietà sociale (...) Informazione e processo informazionale (…) Sui territori:
E’ necessario secondo noi investire in una meticolosa opera di approfondimento e ripensamento i territori che attraversiamo. Il contesto è quello della metropoli, qua vi risiedono le contraddizioni e se vi sono qua si devono trovare le soluzioni, di carattere progettuale_ urbanistico ma non solo. Le risorse necessarie, sia dal punto di vista degli spazi e delle utenze, sia da quelle monetarie su cui impostare politiche di Welfare dal basso sia quelle necessarie, non agli ammortizzatori del lavoro flessibile, alla realizzazione di proposte a contrasto e diminuzione della ricattabilità presente nella precarizzazione, ebbene queste risorse si devono trovare inizialmente all’interno di questo ambito. La collaborazione delle esperienze e dei saperi rimane fondamentale come risulta chiaro. La conclusione e la proposta: Il percorso del mayday anche se incerto e discontinuo ha evidenziato tutta una serie di potenzialità. Ma il suo limite maggiore non si è trovato nell’inesperienza dei soggetti o in qualche altra responsabilità ( che sicuramente ci sono stati) bensì nella limitatezza della sua prospettiva, e nella debolezza della rete che la sorreggeva. Ma questa è tattica, siamo convinti anche che sia possibile formulare una proposta complessiva spendibile, efficace e trasversale, determinante sul lavoro ma non limitata ad esso. ..Proposta che aggredisca la precarietà, nella vita _lavoro_ e nei territori che nella propria concretezza e formulazione risulti affascinante (…) coscienti di non essere più in grado di sviluppare un’azione efficace senza che si vengano ad istaurare confronti collaborazioni e reti più ampie e trasversali. Ogni azione che non sarà supportata da una proposta seria ed articolata, ed una strategia politica ed una comunicativa per renderla valida, interpretata da una vasta gamma di soggetti non uguali ma comunque interagenti diventerà carne da macello per la stampa, e debole segnale per le genti.


6/11 alaxsa Bg su assemblea metropolitana:
piccolo intervento sull'assemblea metropolitana --scriverò per 5 minuti poi stacco la corrente :))
un piccolo intervento sull'assemblea metropolitana di ieri sera:
-nn sono di milano [premessa]
Più che dall'alta partecipazione sono stato piacevolmente sorpeso dall'atteggiamento dimostrato da praticamente tutt* i partecipanti. erano anni che guardando a milano nn si sentivano posizioni e nn si coglievano atteggiamenti così "concilianti" _che nn è il termine più opportuno_
troppe volte ho visto assemblee con magari centinaia di persone tenute in scacco da qualche "prima donna", sulla base di scazzi magari decennali. quindi primo dato positivo, per me, l'aver superrato questo atteggiamento di partenza. L'analisi che è stata fatta [nn dirò da chi] sul fatto che in questi anni nn siamo riusciti nemmeno a rispondere come un fronte comune agli attacchi agli spazi sociali è credo centrale, ma aggiungerei, per rimarcare quanto scritto sopra, che più hce nn essere riusciti a farlo, non abbiamo voluto farlo. Questo passo credo sia una crescita e un miglioramento assolutamente necessario.

7/11 m46_novara scrive: Sull'ASSEMBLEA METROPOLITANA di mercoledì 5 novembre
Riflessioni 1 giorno dopo
Sono un compagno di Novara che ha partecipato (senza intervenire) all'assemblea di ieri sera. La mia attività è passata attraverso il CSA Cavalcavia ed il progetto di Disinformat, l'intervento è solo personale. Non so quanto conta (e magari mi sbaglio) però ho pensato ieri di essere nel posto giusto...
#Prima di tutto bisogna secondo me chiarirsi il concetto di "assemblea metropolitana", per capire i contorni di questo possibile progetto politico:
_Occorre identificare che cosa significhi assemblea *METROPOLITANA*, e quindi quale sia il luogo politico di questo tentativo. Massimo apprezzamento in questo senso all'intervento del compagno del Torchiera, che metteva in luce come la metropoli sia in sostanza, al di là dell'aspetto territoriale, l'insieme di relazioni che su questo territorio funzionano.
Faccio l'esempio di Novara, città fuori dai confini della metropoli in senso stretto (anche i riferimenti "geografici" emersi dall'assemblea non si spingevano al di là del Ticino): per ciò che riguarda un simile luogo, si attenua (senza sparire) l'intreccio di immediate connessioni economiche e produttive con il centro metropolitano, che possiamo ritrovare nell'immediato hinterland milanese. Novara è però una città che sperimenta comunque una sorta di deriva esistenziale verso Milano, che coinvolge soprattutto i giovani della città: Milano è la metropoli nel senso affascinante del termine, dove si trovano occasioni e stili di vita non esistenti in provincia; dove si và all'università (che in pratica a Novara è sempre esistita in modo molto limitato); dove si trovano i luoghi di divertimento; e così via. I compagni novaresi tra i venti e i venticinque anni per buona parte sono impegnati proprio a Milano nel loro agire politico.
Questo non significa svuotare il termine metropoli di tutti gli altri possibili (e più specifici) significati: penso per esempio ai discorsi emersi sull'ecologia, sui trasporti, sulle forme di lavoro precario dislocate nell'area dell'hinterland, ecc. Credo che però il senso più importante di un'assemblea metropolitana sia proprio l'assumere le relazioni fra gli attori come elemento unificante

-7/11 blicero scrive:
…(..) buttero' anche io due riflessioni che sono frutto di un po' di
chiacchere, di quello che ho visto e di quello su cui ho ragionato in
questi pochi giorni io queste riflessini le mettero' sul newswire perche' se il nw
funzionasse veramente da tampone e cordata propositiva tra mercoledi' e
la prossima puntata dell'assemblea gia' avremmo vinto :)))))
Penso che anche se i numeri non fanno la qualita' vano interpretati
Penso che il senso della partecipazione massiccia e di alcuni interventi
spontanei fosse molto chiaro

- 7/11 reload scrive:
Il testo che e' stato preparato in vista dell'intervento di reload all'ass. metropolitana.
Analisi, Il nostro scenario prende spunto da un'analisi sull'ambiente metropolitano,
inteso come spazio di produzione culturale ed economico. A milano noi operiamo il nostro agire politico. Qui e non altrove e' identificabile un orizzonte politico che poggia sul concetto di "societa' informazionale"[*]. Infatti siamo calati in un contesto in cui l'informazione e' un mezzo di produzione, una metodologia di guadagno, un valore di per se stesso.
(…)Conseguenze: Nasce allora la consapevolezza che la lotta e', _oggi_ a _milano_, una lotta che passa fortemente anche per la gestione del flusso di dati che quotidianamente ci scorre davanti. (..)…Conclusioni (…) Crediamo che gli spazi occupati/liberati a milano non possano non passare anche per una liberazione degli spazi di comunicazione (immateriali ma concreti): (…) Nel 21esimo secolo abbiamo non soltanto la necessita' di rivendicare i diritti inalienabili dell'uomo quali il diritto all'acqua ed al cibo, ma un diritto che e' proprio del tempo in cui viviamo: il diritto di comunicare. Ovvero Il diritto di metterci in relazione con i cittadini dell'intero pianeta al di la' dei confini imposti dalle banche, dalla societa' dello spettacolo e dal fondamentalismo guerrafondaio. Esigiamo che la rete sia un luogo pubblico, nel suo uso e nel suo accesso, vogliamo spazio libero entro cui sviluppare le nostre esigenze (...) Ne deriva che la sopravvivenza degli spazi a milano passa anche per la loro capacita' di diventare nodi intercomunicativi di una rete metropolitana e per la loro funzione di irradiamento e concentrazione di informazioni sul territorio. Per questo motivo la loro agibilita' logistica deve essere garantita fino alla loro piena funzionalita' (rete, luce, acqua).

mappatura spazi sociali
10/11 Franz scrive:
a seguito della proposta fatta, durante l'assemblea metropolitana, di fare una mappatura/censimento degli spazi sociali e delle loro diverse situazioni (proprietà-utenze-rischio sgomberi ecc.) giusto per precisare
l'idea del censimento/mappatura non riguardava solo le utenze (luce, connettività, acqua ecc.) ma anche lo stato dei rapporti con le proprietà
e più in generale lo "stato delle cose" relativamente agli spazi sociali nelle città (rapporti con soggetti istuzionali, comitati di quartiere ecc.) per cui una mappa più narrativa (da raccontare) che quantitativa (da compilare) userei lo spazio che si è aperto nella features centrale eventualmente solo per scambiarci idee ma credo sia meglio fare il lavoro di mappatura (e parlare di come farlo) in un'occasione più diretta (cioè vedendosi)
.. posto qualsiasi, se nessuno ha idee migliori il bulk (via niccolini 34) se no accetto qualunque alternativa

12/11 franz scrive: definitivo
allora, innanzi tutto: come avrete letto nell'home page di indy-lombardia, la riunione è definitivamente fissata per giovedì alle 18.30 al bulk e non alla sera come detto inizialmente
il motivo mi pare evidente: con lo sgombero di reload e la proposta di un incontro a tutte le realtà metropolitane per giovedì sera non era proprio il caso di fare sovrapposizioni ci sono già state un pò di mail e un pò di messaggi con disponibilità e proposte per il lavoro di mappatura porterò tutto alla riunione
preciso, laddove ancora non sia stato sufficientemente chiaro, che stiamo parlando di un lavoro per mappare gli spazi attualmente occupati/autogestiti/sociali dell'area metropolitana al fine di individuare meglio i bi-sogni su cui lavorare

-14/11 Franz scrive: S’è tenuto ieri, giovedì 13 novembre, presso il Deposito Bulk, il primo incontro del gruppo di lavoro, proposto nell’assemblea metropolitana, “mappatura/censimento degli spazi sociali autogestiti” .. Questo lavoro ha un obiettivo iniziale molto semplice: censire le condizioni delle realtà occupate o autogestite per individuare i terreni possibili sui quali impostare lotte/conflitti/vertenze collettive. …”lavoro di inchiesta su noi stessi, con delle parti più “quantificabili” e schematizzabili e delle altre più “qualitative”.…..”Dopo un po’ di discussione abbiamo deciso di procedere in questo modo: per ora, ipotizziamo un lavoro che metta insieme dei dati informativi sugli spazi; in parallelo, sviluppiamo la discussione su cosa potrebbe essere un lavoro di inchiesta su noi stessi e i nostri luoghi. Le persone che si sono viste in questa prima riunione erano molto interessate… …Abbiamo iniziato quindi ad elaborare una scaletta di quelli che potrebbero essere, a nostro parere, i dati importanti e utili da raccogliere. ….L’obbiettivo, ovviamente, è che sia la discussione dell’assemblea metropolitana a dire se la bozza su cui stiamo lavorando può andare o meno.
-Doc mappatura..:
La mappatura si articola su tre livelli, potenzialmente indipendenti, ma che (ci tengo a sottolineare) tutti rappresentano un passaggio di inchiesta, intesa nei termini dell'autoriflessione e del conflitto:
A.il primo livello vuole essere una ricognizione delle condizioni logistico-oggettive in cui stanno le varie realtà; gli obiettivi di questo livello sono molteplici e possono essere riassunti in:
-la possibilità di vertenze collettive una volta individuati i bisogni dei singoli;
-il momento politico che ha una ricostruzione della propria condizione oggettive per la realtà stessa (per es. il riflettere rispondendo alla domanda sulla proprietà del posto o su cosa è costato in termini di contrattazione ecc...oppure sulle forme di autoreddito );
-individuare e rendere pubbliche le forme e i modi dell'auto-organizzazione per chi non ha esperienza (riporto semplicemente la necessità espressa da alcuni compagni all' ultima assemblea metropolitana).
B.il secondo livello rappresenta un approfondimento delle dinamiche reali interne degli spazi, nei termini delle relazioni che si creano non solo all'interno del centro ma anche fra il centro e la metropoli in tutte le sue sfaccettature, per esempio strutture con cui si collabora, o solo si entra in relazione; luoghi in cui ci si confronta ecc... Questo tipo di mappatura non può ovviamente avere una "griglia", ma si espleta attraverso i racconti dei soggetti coinvolti. Anche in questo caso, la ricostruzione del vissuto e delle pratiche è un momento non solo di descrizione di ciò che si vive, ma di riflessione politica.
C.il terzo livello rappresenta il tentativo di una ricostruzione storiografica delle realtà antagoniste
Mentre il livello superiore ci permette di ricostruire i flussi all'interno della metropoli, questo livello cerca di afferrare le dinamiche di lungo periodo degli spazi sociali. Per fare questo vorremmo cercare di mappare le realtà che oggi non ci sono più, vedere cosa ora c'è al loro posto. Gli obiettvi si collocano ovviamente su un terreno vertenziale di rivendicazione, ma anche sulla necessità di una riflessione sulle dinamiche escludenti della metropoli che la mappatura del prima e del dopo dovrebbe permetterci di effettuare


-10/1/04 reload scrive: riflessioni sulla prossima assemblea metropolitana
Durante l'ultima incontro di Reload si è parlato dell'assemblea metropilitana,
in un tentativo di analizzare come porsi di fronte ad alcuni dati che abbiamo
constatato. Ci siamo chiesti quale potrà essere il clima progettuale che potrebbe animare la prossima assemblea Metropolitana, contemporaneamente alla rilevazione di un silenzio generale per l'appuntamento previsto -in teoria -per il 15 gennaio. Qusto invito ci pare infatti rimasto nel vuoto, considerando il fatto che, a pochi giorni dall'assemblea, ancora nessuno si è preso la resonsabilità nè di proporsi come luogo "ospite" dell'assemblea, nè di rimarcare l'appuntamento. Oltre a questi due aspetti, che indicano decisamente il momento in cui ci si trova, registriamo anche una poca partecipazione in termini di interventi e proposte tra l'ultima assemblea e quella prevista per il 15 (è un segnale la mancanza di un report su indy circa gli argomenti discussi durante l'ultima assemblea). La prima conclusione cui ci sentiamo di essere giunti è sicuramente la necessità di uno slittamento dell'assemblea metropolitana, sia per evidente problemi di tempo, sia per consentire, prima del prossimo appuntamento, lo svolgimento degli incontri metropolitani e trans metropolitani dei gruppi di lavoro, previste nella prossima settimana: domenica 11 TCM (tessuto Connettivo Metropolitano)....







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Tristi considerazioni
by un partecipant* metropolitan* Wednesday January 21, 2004 at 12:14 AM mail:  

L'Assemblea Metropolitana è stata un tentativo generosissimo (dei soliti generosissimi noti) per mettere in rete realtà che tra loro non parlano da tempi immemorabili.
Il tentativo sembra fallito.
Fino ad oggi è emerso tutto il peggio possibile ed immaginabile: tatticismo, attendismo, menefreghismo, autoreferenzialità, interesse cieco per il proprio orticello...
Sembra che su questa metropoli nessuno abbia più nulla da dire e da fare.
E quei pochi che ancora ci tentano sono lasciati soli.
Anche gli interessanti discorsi sulla casa sono stati lasciati cadere.
Tra poco sarà un anno dalla morte di Dax.
Vogliamo arrivare divisi anche a quella data?
Ma che ci dice la testa?

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risposte un po' veloci a riflessioni interessanti
by blicero Wednesday January 21, 2004 at 03:03 PM mail:  

risposte un po' veloci
nel mezzo delle cose da fare per oggi per preparare il seminario di autoformazione di tcm.

finalmente un po' di discussione, devo dire. dalla prima assemblea metropolitana si e' continuamente cercato di far si' che oltre al momento assembleare la discussione continuasse qui su indy, in un luogo in cui tutt* potevano scrivere e leggere senza timore.
finalmente ricomincia ad accadere

purtroppo la presunzione e' un difetto che affligge molti di noi (non noi reloadiani, ma noi in generale esseri umani) e io piu' di tutt* sono abbastanza noto per la mia arroganza (che ci devo fare ?) pero' mi sembra un po' inclemente il giudizio che dai sul post di reload.

le riflessioni che porti avanti sono interessanti
e sicuramente un silenzio puo' avere un significato molto diverso da quello che e' presente nella proposta di riflessoine (in cui ovviamente non manca un minimo di provocazione). Certo che esistono momenti in cui bisogna rallentare e aspettare e dare altre priorita'. Certo altrettanto che forse e' anche stato un momento in cui riprendersi un po' tutt*

Pero' mi sembra un po' inclemente perche' non rileva lo scopo fondamentale di quella riflessione, e cioe' la voglia di far si' che il percorso dell'ass met o meglio di un confronto metropolitano che sappia articolare e mettere in relazione spazi e conflitti, uno spazio di relazione che tra l'altro abbiamo contribuito a creare parecchio, non muoi ma anzi riprenda piu' forte e piu' adeguato di prima ai desideri di tutt*. Mi sembra inclemente perche' ravvisa solo la parte provocatoria senza leggere (e forse qui un po' di malizia, dato che hai letto molto bene altri processi che stanno avvenendo in questa metropoli e che le tue riflessioni sono molto interessanti e attente) l'intento comunque costruttivo che sta dietro quella riflessione, ovviamente parziale e forse anche un poco partigiana :)

Come abbiamo scritto nella riflessione e come ho scritto ovunque mi sia capitato, l'ass met e' un occasione importantissima di relazione e di costruzione di rete, ma e' anche un ipotesi delicatissima e pericolosa, e perche' funzioni ci vuole attenzione e soprattutto voglia di scommetterci e di ammettere gli errori.
Tutto qui.
Il contenuto della riflessione era abbastanza semplice se riassunto all'osso e sfrondato da un po' di fuffa:
vogliamo che l'ass met continui. nessuno se l'e' accollata finora, capiamo chi puo' o quando si puo', capiamolo insieme. E' un problema il non protagonismo degli spazi periferici, almeno per noi. Capiamo insieme come ripartire insieme ad un rinnovato protagonismo degli spazi periferici. Ci sono stati degli intoppi metodologici fino ad ora che non sottraggono importanza al concetto e al tentativo della ass met. Proviamo insieme a ripartire e ricostruire.
Per di piu' in un momento in cui i movimenti sono un po' mozzarella, mentre i conflitti sociali crescono e incidono. Senza con questo creare una dicotomia in ambiti che in realta' sono totalmente permeabili tra loro.

Questo era il contenuto, che mi pare molto simile anche a quello che c'e' scritto nella tua riflessione.

Un solo appunto e vado a concludere che come il solito mi sono dilungato, ma che ci volete, il gusto della discussione :)

E' evidente che se non c'e' stato nulla qui non significa che non ci sia stato nulla. E' evidente perche' altre cose sono successe e sono cresciute, e perche' pure noi nella vita reale fuori dallo schermo siamo incasinati fino al collo con il lavoro da fare. E forse anche questo incide sui tempi di circolazione delle riflessioni. E forse anche tu pecchi un po' di presunzione pensando che sia circolata solo li' ma che non sia stata oggetto di discussione con i compagni, le sorelle, ecc ecc che si incontrano tutti i giorni in giro per la metropoli. o no ?

Decidiamo insieme quando rivederci e di cosa parlare. Che ognuno si appelli a un incontro metropolitano se ritiene che ci siano cose che lo necessitano e valgono. Come un ass met con lavoratori atm, attivisti cittadinanza. O come un incontro per parlare di come si muove la metropoli. O anche solo per vedersi e capire cosa pensiamo sia importante.

alla prossima




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d'accordo
by pesce palla Wednesday January 21, 2004 at 04:24 PM mail:  

l'assemblea va ripresa

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commento e auspici
by enomiX Wednesday January 21, 2004 at 05:14 PM mail:  

rapidamente...

la prima cosa che mi è venuta in mente leggedo il post è stata: "finalmente".

vere molte parti della tua analisi, ma soprattutto utile e positivo il fatto che qualcosa si muova.
sono daccordo, il documento uscito a nome di reload crew, era un poco presuntuoso e un poco deficitario in alcuni punti, ma questo perché l'obiettivo era di un certo tipo.

ci siamo sempre mossi con un pò di spregiudicatezza e abbiamo caratterizzato i nostri interventi evidenziando l'importanza metodologica di relazioni (vedi tessutto connettivo metropolitano) e la volontà di smuovere una realtà che ci sembrava poco viva nelle sue espressioni collettive.

l'ass. metropolitana è sembrata prima virare verso un coordinamento e poi è parsa passare in un piano decisamente basso nelle priorità delle varie realtà.

da qui il documento che è uscito, sul quale ti passo quasi tutte le critiche tranne quelle di assunzione di responsabilità.
se fosse mancata questa, credo non sarebbe partito il progetto tcm che vede insieme alcune realtà metropolitane e trans metropolitane.

abbiamo tentato, semplicemente, di immaginare un cambio di prospettiva: dall'ass. metropolitana sono usciti vari gruppi. ci siamo detti: proviamo, attraverso il lavoro di questi, a rilanciare l'ass. metropolitana: questo il succo del documento.

in ogni caso non è che mi interessi più di tanto difendere il documento reload, quanto invece cogliere molto di più gli aspetti dell'intervento, che rappresenta cmq un piccolo, ma interessante, risultato di quel documento un poco "presuntuoso" ;-)

le analisi sono corrette e condivisibili e soprattutto necessiterebbero di un confronto "dal vivo".

soprattuto mi piace cogliere qui un punto.

vero che come dici "silenzio, riflessione, comprensione e attesa, sono meglio di mille dati, constatazioni e ricette di super io - regalati via web 5 giorni prima dell’appuntamento", ma è anche vero che tu stesso hai usato questo mezzo per esprimere la tua analisi e altrettanto vero che indymedia e la sua colonna centrale in cui la prima feature è proprio dedicat all'ass. metropolitana, era stata indicata come il "luogo migliore" per condividere riflessioni e spunti.

quindi, "Fissiamo l’incontro pubblicamente, questa è la proposta". questa la proposta? consenso

"è una questione di qualità o una formalità"?
:-)
enomiX

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al partecipant metrpolitan
by taxi driver Wednesday January 21, 2004 at 05:34 PM mail:  

Non sono d’accordo con …“il tentativo sembra fallito”. È fallito ciò che si vuole ritenere tale, ma tra il dire e il fare, c’è ancora e sempre molto spazio. Di azione, pensiero, vitalità, sensibilità, intelligenza. Siamo persone non macchine. L’apparenza ha sempre ingannato, tanto che, esiste un antico proverbio…..conosciuto da tutti e mai dimenticato. Ogni progetto, può “sembrare” un fallimento, e certo lo può essere o diventare se si ha una visione negativa e pessimista delle cose. O se lo si vuol far diventare tale.
Posso comprendere la tua tristezza o le tue tristi considerazioni, ma prova a spostare l’attenzione su ciò che è possibile fare.. e che puoi fare anche tu, oltre alle tristi considerazioni.

Non sono d’accordo neanche su:
…”Fino ad oggi è emerso tutto il peggio possibile ed immaginabile: tatticismo, attendismo, menefreghismo, autoreferenzialità, interesse cieco per il proprio orticello... Sembra che su questa metropoli nessuno abbia più nulla da dire e da fare.
E quei pochi che ancora ci tentano sono lasciati soli”

Forse, non hai visto cos’è veramente il peggio….e tra l’altro penso che il peggio è molto di ciò che ci circonda, non- noi o ciò che facciamo. Ti ricordo che stiamo parlando di noi. E molto dipende da noi. E dalle capacità che mettiamo in campo. E da quello che (ci) diciamo. Non affossarti in negativismi che ti tengono solo ferm*…. non ha senso piangersi addosso. Ha senso essere consapevoli, ma senza rimanere ancorati a vittimismi o pessimismi così catastrofici. Citi Dax, immagino che tutti siano ancora addolorati e incazzati per questa vicenda, e nel contempo parli di “divisioni”…citi qualcosa che sinceramente mi sembra fuori luogo e secondo me sei anche fuori strada. Divisioni su Dax…che dici? Sembra, sempre in “apparenza”, che tu voglia creare un po’ di confusione o scompiglio, o divisione, occhio. Ci vuole il buon senso. Penso che te lo direbbero anche Dax, Carlo, Fausto, Iaio o luca o tanti altri.

Dai delle affermazioni un po’ eccessive, che rischiano di lasciarti ferm* solo su tristi considerazioni. Pensi ne valga la pena? Pensi che abbiamo bisogno di questo?? Non credi sia meglio piagnucolare di meno per confrontarsi di più, e per agire… lasciando perdere tempi “immemorabili” (ma di cui si ha memoria) da “orticello”…? Come dici tu. Un po’ di storia e storielle le conosciamo quasi tutti, quindi, pur mantenendo i piedi a terra penso sia meglio, mettere da parte gli “interessi ciechi”, noi ci vediamo benissimo…e se invece i tuoi sono rancori, pensaci bene, perché rischi solo di alimentare ciò che proprio non serve a nessuno. E che magari non corrisponde alla realtà. Vai oltre, prova a cambiare punto di vista. Guardati indietro e poi guarda ancora a vanti, ma non fermarti alla fermata tristezza.

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"come una...
by goccia di sole..." Thursday January 22, 2004 at 04:47 PM mail:  


nn perdiamoci, scazziamo piuttosto
ma nn perdiamoci
dov'e' il gruppo mappattura?
la questione a me pare chiara: ad ognuno il suo.

antifascismo, autoinchiesta, autoformazione, antiproibizionismo sono cose ben diverse tra loro,
spesso fanno parte anche di aree diverse.
il richiamo nn puo' essere all'unita', al coordinamento
alla convergenza dei fuochi.

facciamo rete, dio can!

la memoria nn credo che ci manchi, e nemmeno la consapevolezza di cio' che puo' configurarsi come "il peggio"
ecco..ecco la differenza tra identita' e soggettivita':
la consapevolezza
l'dentita' e' un insieme di simboli nei quali ci riconosciamo, trovo che sia molto connotata dall'nterazione con la nostra vita inconscia, identita' quindi come necessita' (bi-sogno) di costruire immaginari (mitopoiesi), la soggettivita' invece e' il "Tracimare" della coscienza, che tutto puo' travolgere...

a ciscuno il suo, che ognuno lavori su quello che preferisce, in questa fase io non vedo altre urgenze se non quella di ricostruire un linguaggio col quale indendersi e comunicare col mondo, non vedo grandi scadenze.
l'insieme, l'unita' e' solo la contemplazione della differenza...
altrimenti continueremo ad essere gruppi di maschi, bianchi eterosessuali...ininfluenti

gruppo mappatura?

"...che vola oltre l'orizzonte, senza paura di essere libera"

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campo lungo
by sole Friday January 23, 2004 at 12:21 PM mail:  

...senza paura di essere liberi...

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