rassegna stampa su acciaierie di terni
ADNKRONOS
La notizia non ancora confermata ufficialmente Terni, chiudono le acciaierie: la citta' in rivolta Sindacati e istituzioni hanno dato il via ad una task force al fianco degli operai e dei comitati di fabbrica per evitare lo stop della produzione del magnetico
Terni, 29 gen. (Adnkronos) - Mobilitazione, iniziative di protesta, presidi, assemblee permanenti a Terni per scongiurare il rischio di chiusura del reparto magnetico Ast (Acciai speciali Terni) paventato dal gruppo tedesco della Thiessen Krupp. La notizia, non ancora confermata ufficialmente dalla proprieta', ha comunque creato un clima a pesante fra i 200 operai che lavorano nel reparto. Sindacati, istituzioni- in prima linea il sindaco, Paolo Raffaelli, e il presidente della provincia Andrea Cavicchioli- hanno dato vita ad una task force al fianco degli operai e dei comitati di fabbrica per evitare lo stop della produzione del magnetico. Dopo i blocchi stradali e i presidi sindacali di questa mattina, gli operai domani si recheranno a Roma, dove, presso il ministero dell'Industra e' in programma un incontro con le parti sociali. ''Valuteremo nelle prossime ore -ha precisato il sindaco Raffaelli- ulteriori iniziative compreso lo sciopero generale e per difendere il tessuto sociale ed economico della citta' e della regione da scelte gestionali che andrebbero a penalizzare tanti lavoratori e le loro famiglie''
GIORNALE.IT
Terni in rivolta per la chiusura delle acciaierie
Rivolta a Terni per la ventilata chiusura delle acciaierie. Blocchi stradali, un albergo asediato dai lavoratori, ore di tensione e una situazione che rischia di divenatre sempre più esplosiva. E’ quanto sta accademdo nella città umbra dopo l’annuncio dell'ipotesi di chiusura del reparto magnetico della Acciaierie, che interessa, indotto compreso, 900 persone comunicata dai dirigenti della Thyssen Krupp, proprietaria dell'impianto. Appena la notizia si è diffusa l'hotel dove si teneva l'incontro tra azienda e enti locali è stato circondato da decine di lavoratori. Impossibile uscire per la delegazione tedesca, guidata dal presidente del comitato esecutivo Tk Electrical Steel, Wolfang Trommer. Alcuni lavoratori sono anche entrati nella sala in cui si stava svolgendo l'incontro ed hanno pesantemente contestato la delegazione tedesca. Poi sono stati convinti ad uscire dai rappresentanti delle istituzioni locali e dai sindacalisti. Nel frattempo i manifestanti bloccavano tutte le vie di accesso e di uscita alla città. La delegazione è riuscita a lasciare l'albergo verso le 14 tra le proteste dei lavoratori. Contemporaneamente venivano rimossi i blocchi stradali. Ma la protesta è solo all'inizio. Domani la situazione sarà oggetto di un incontro con le parti sociali al ministero delle Attività produttive. L' Ast è uno dei principali produttori europei di acciai speciali costituito a seguito della ristrutturazione industriale e societaria del gruppo Ilva. Dal 1994 è un' azienda di Thyssen Krupp Stainless, il più grande fornitore mondiale di acciaio inossidabile piano.
29 Gen 2004
L'UNITA'
29.01.2004 Terni si mobilita: in pericolo 900 posti alle acciaierie di Angelo Faccinetto
Blocchi stradali, presidi, scioperi, assemblee. Un hotel preso d’assedio. E tanta tensione. Tanto che la delegazione tedesca giunta in Umbria per affrontare la questione ha potuto allontanarsi dall’albergo solo sotto scorta. I lavoratori dell’Ast, le acciaierie di Terni, hanno risposto così all’ipotesi di una prossima, definitiva, chiusura della linea di produzione del «magnetico» dello stabilimento, confermata ieri mattina nel corso di un incontro fra la Thyssen-Krupp, la società proprietaria, ed i rappresentanti di sindacati ed istituzioni. Anche se per l’ufficialità si dovrà con ogni probabilità attendere il 9 febbraio, quando ad Essen si riunirà il Comitato di sorveglianza che dovrà assumere le sue decisioni in ordine agli assetti produttivi del gruppo in Europa. Alcune centinaia di operai che, già nei giorni scorsi, preoccupati per la ventilata chiusura del loro reparto, avevano attivato una serie di iniziative di protesta, hanno bloccato in mattinata Via Eroi dell’Aria, una delle principali strade di accesso alla città, mentre nel pomeriggio, è toccato al raccordo Orte-Terni, all’imbocco della E-45. E le manifestazioni di ieri non sono che l’inizio. Un’assemblea di fabbrica, alla quale hanno partecipato circa 700 lavoratori, ha approvato un nutrito calendario di iniziative di lotta. Che dovrebbe culminare il 6 febbraio con uno sciopero generale cittadino. Oggi a Roma, davanti a Palazzo Chigi, mentre in fabbrica è stato proclamato uno sciopero ad oltranza, si terrà un presidio sindacale (un tavolo di confronto si terrà invece martedì alle 19). Il motivo è semplice. La vertenza dell’Ast è una questione nazionale. E, come tale, se ne deve occupare la presidenza del Consiglio, aprendo un apposito tavolo. L’esecutivo, però, finora - ricorda il segretario generale della Cgil ternana, Manlio Mariotti - «ha brillato per la sua assenza», nonostante a più riprese Fiom, Fim e Uilm nazionali lo abbiano chiamato in causa. Per ottenere l’incontro richiesto - si svolgerà oggi pomeriggio alle 14, al ministero delle Attività produttive - si è dovuto attendere che la situazione esplodesse. La produzione dell’acciaio magnetico (un lamierino di alta qualità utilizzato per la fabbricazione dei trasformatori) occupa, oggi a Terni, direttamente 470 lavoratori, altri 400 sono occupati nell’indotto. Una sua cessazione - sottolinea il segretario nazionale della Fiom, Riccardo Nencini - avrebbe quindi gravi conseguenze sia per l’occupazione che per le altre attività produttive del sito. Ma non è questa la sola preoccupazione del sindacato. L’apparato industriale del Paese - sostiene ancora Nencini - non può permettersi di subire altri colpi derivanti dalla perdita di produzioni di qualità. Come, appunto, quelle che caratterizzano lo stabilimento siderurgico ternano e che verrebbero concentrate nei siti produttivi del gruppo localizzati in Francia e in Germania. Anche per questo è stata interpellata la Fem, la federazione europea dei metalmeccanici. Obiettivo, far sì che assuma un’iniziativa diretta nei confronti della multinazionale. C’è poi il risvolto sociale. Il «magnetico» è un reparto relativamente giovane e - spiegano alla Cgil - impiega soprattutto giovani che per più di un anno hanno fatto i precari e poi, finalmente, hanno ottenuto l’assunzione. Un’assunzione sulla quale hanno fatto progetti per il futuro. Progetti che, con l’ipotesi di licenziamento, rischiano di saltare. Sulla «vertenza Terni» hanno preso posizione le confederazioni sindacali, partiti e le istituzioni. «Faremo di tutto perché questa fabbrica non venga chiusa» - dice il numero uno della Cgil, Guglielmo Epifani. «È una vergogna che il ministro Marzano non abbia incontrato sindacati, enti locali e regione - afferma il presidente dei senatori della Quercia, Gavino Angius, in un’interrogazione al presidente del Consiglio -. Il governo deve ora intervenire con urgenza per fermare la decisione di Thyssen Krupp». Nella vicenda sono intervenuti i vertici regionali, dalla presidente Maria Rita Lorenzetti all’assessore regionale allo Sviluppo economico, Ada Girolamini, al sindaco della città, Paolo Raffaelli.
RAINEWS 24
Terni. Chiudono le acciaierie, a rischio 900 posti
Terni, 29 gennaio 2004 Imponente protesta a Terni per l'ipotesi di chiusura del reparto magnetico della acciaierie, che interessa, indotto compreso, 900 persone. Oggi nella cittadina umbra ci sono stati blocchi stradali, un albergo assediato dai lavoratori, ore di tensione, e una situazione che rischia di diventare sempre più esplosiva.
Stamattina i dirigenti della Thyssen Krupp, proprietaria dell'impianto, hanno annunciato alle istituzioni locali l'intenzione di chiudere il reparto magnetico.
La situazione sarà oggetto di un incontro con le parti sociali, domani alle 14, al ministero delle Attività produttive.
LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO
Chiudono le acciaierie di Terni
La chiusura del polo ternano del magnetico annunciata dalla multinazionale tedesca TyssenKrupp. A rischio 900 posti di lavoro. Blocchi stradali e sciopero ad oltranza
TERNI - Una città bloccata dalla protesta operaia. Terni oggi ha vissuto un giornata convulsa e difficile. La Thiessen Krupp ha preannunciato la chiusura in via definitiva dello stabilimento per la produzione del magnetico che occupa circa 900 operai. Fonti sindacali della Fiom e della Fim di Terni hanno comunicato questa mattina la decisione della multinazionale ai lavoratori. Immediata la protesta. Blocchi alle strade di accesso alla città, manifestazioni e «rabbia al massimo livello» come l’hanno descritta gli stessi lavoratori che si vedono in procinto di essere licenziati. La multinazionale renderà ufficiali le proprie decisioni il prossimo 9 febbraio. Gli operai dal canto loro hanno proclamato lo sciopero a oltranza e annunciato una manifestazione domani a Roma davanti Palazzo Chigi per chiedere l’intervento immediato del governo. E la vertenza della Tyssen Krupp assumerà carattere nazionale per la gravità della situazione venutasi a creare a Terni, città storica nella produzione di acciaio sin da prima degli anni ’40. Infatti se la multinazionale tedesca andrà avanti con i programmi di chiusura del sito del magnetico, 900 lavoratori, 400 nell’indotto, resteranno senza posto con ripercussioni pesantissime per l’economia della città. La mobilitazione quindi, rispetto all’ufficializzazione delle decisioni della TyessenKrupp è la prima risposta a cui seguirà anche quella di un probabile sciopero generale cittadino. La Tyssen Krupp, nelle comunicazioni ai sindacati ha fatto comprendere che la chisura di Terni e di un piccolo stabilimento in India è necessaria per concentrare tutta la produzione in Germania e Francia dove esistono impianti, con costi generali inferiori. La Acciai speciali Terni (AST) nacque nel 1884, come industria dell’elettricità e dell’energia, trasformatasi poi in lavorazione dell’acciaio. Prima si produceva l’Inox e speciali poi nel 1994, a conclusione di un progetto di riassetto organizzativo della siderurgia pubblica, AST venne privatizzata con il controllo del gruppo tedesco TyssenKrupp. La produzione annua ammonta a un milione duecentomila tonnellate di acciaio, di cui 800mila inox e le rimanenti divise in acciai speciali al carbonio e magnetici, un lamierino di altissima qualità utilizzato nella fabbricazione dei trasformatori. Lo stabilimento ternano si estende su una superficie di un milione mezzo di mq. e copre tutto il ciclo produttivo dell’acciaio. Nel 1981, il 19 marzo, Giovanni Paolo II visitò Terni, incontrando gli operai delle acciaierie, pranzando con loro nella mensa aziendale. Il sindacato ha intanto interpellato anche la federazione europea metalmeccanici perchè assuma una iniziativa diretta nei confronti della multinazionale dello acciaio. Riccardo Nencini segretario nazionale della Fiom, in occasione della manifestazione unitaria del 20 gennaio a Terni, ha ribadito che la mobiltiazione è necessaria, anche in attesa del «9 febbraio, quando ad Essen si riunirà il comitato di sorveglianza della TyssenKrupp, che dovrà assumere le sue decisioni rispetto agli assetti produttivi del gruppo in Europa». Intanto, alcuni parlamentari umbri (da Enrico Micheli, al presidente della commissione Lavoro della Camera Benedetti Valentini di An) hanno sollecitato l’intervento del ministro dell’industria Antonio Marzano. Nella vicenda sono intervenuti i vertici regionali, dalla presidente Maria Rita Lorenzetti, l’assessore regionale allo sviluppo economico Ada Girolamini, i segretari dei partiti politici, i giovani comunisti che «restano accanto ai lavoratori in questo momento di lotta», al sindaco Paolo Raffaelli. A Terni la mobilitazione si sta già allargando con il coinvolgimento di altri settori dell’economia locale; la Confcommercio e la confesercenti, nell’esprimere piena solidarietà ai lavoratori del magnetico invitando alla mobiliazione tutti gli iscritti. «Conosciamo bene il problema - ha detto Leandro Porcacchia direttore della confcommercio di Terni -; molti di noi commercianti siamo figli dei licenziati della vecchia Terni. Purtroppo possiamo dire di conoscere questo gravissimo dramma e ci rendiamo disponibili ad iniziative di protesta congiunte».
TERNI NEWS
Ast: lavoratori sulla E45 e domani a Palazzo Chigi
La chiusura del polo ternano del magnetico annunciata dalla multinazionale tedesca TyssenKrupp che mettera' a rischio 900 posti di lavoro tra diretti ed indotto, ha provocato oltre ai blocchi stradali ancora in corso sulla Terni-Orte, anche uno sciopero ad oltranza e la decisione di spostare la protesta a Roma, sotto palazzo Chigi. Secondo il sindacato ternano, una decina di pullman con oltre 500 lavoratori, partiranno domattina da Terni per manifestare sotto palazzo Chigi e chiedere un autorevole intervento del Governo. La scorsa settimana, il Ministro Marzano aveva inviato nella citta' dell'ex acciaierie il direttore generale del ministero alla attivita' produttive Massimo Goti per un esame della situazione. La TyssenKrupp aveva fatto trapelare in piu' occasioni voci di chiusura del sito ternano, ma senza alcuna ufficializzazione che invece e' arrivato oggi ai sindacati. Gia' in quella fase, le forze politiche umbre, cittadine, provinciali e regionali, gli stessi parlamentari della regione, si erano mobilitati per sollecitare l'intervento nei confronti della multinazionale tedesca, da parte del Governo italiano.
17:41 - 29/01/2004
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