La giornata di lotta continua anche nella notte. Rientro ora dal picchetto e dal blocco stradale fuori della acciaieria, in viale Brin a Terni
NOTTURNO OPERAIO La giornata di lotta continua anche nella notte. Rientro ora dal picchetto e dal blocco stradale fuori della acciaieria, in viale Brin a Terni, il viale che porta in Valnerina, verso la cascata. Un centinaio di operai davanti ai cancelli principali, altri presidi ai cancelli verso il fiume Serra e verso Prisciano. Ormai il blocco delle merci in uscita è totale ed anche la produzione è bloccata. Infreddoliti, intorno a bidoni dove bruciano pallet di legno gli operai chiacchierano, scherzano, fanno il bilancio della giornata. Chi sta in strada, fuori dalla fabbrica a generalizzare la lotta -in un sistema di produzione snella e flessibile che si dice postfordista e che ha diffuso la produzione nel territorio decentrando la fabbrica da luogo di produzione e conflitto- ha compreso che il blocco delle strade, delle ferrovie, delle autostrade oggi è più centrale dello stop della catena o della produzione. Se le merci circolano incessantemente bloccare le arterie stradali e di comunicazione pone il conflitto ad un punto più alto. Lo avevano capito bene i noglobal con i blocchi dei treni durante l’infame guerra contro l’Iraq. Così stamattina è stata bloccata la strada di ingresso a Terni, nel pomeriggio il blocco si è esteso alla E45, stanotte davanti alla fabbrica non c’è più solo un presidio ma gli operai, facce giovani, qualche piercing e molti orecchini, insieme a qualche Cobas, ai compagni del KAT e della Brigata Germinal Cimarelli (partigiano comunista ucciso in combattimento dai nazifascisti) studenti universitari e antagonisti ternani hanno cominciato a bloccare la strada davanti all’entrata principale della fabbrica, in viale Brin. Quel viale che portava, decenni orsono, con un tram storico gli operai-contadini dai campi della Valnerina fin dentro la fabbrica dell’acciaio. Blocchi stradali di venti minuti, mezz’ora, nella notte, la fila si allunga ma il traffico non è intenso, poi si tolgono le sedie il picchetto si allarga e per qualche minuto riprende la circolazione. La polizia dopo il casino che ha fatto stamattina con l’investimento di un gruppo di operai per “portare in salvo” dall’assedio operaio i “padroni del vapore” non si fa veder in giro. I camionisti sembrano i più solidali, qualche automobilista mugugna, qualcuno torna indietro alla ricerca di strade secondarie, qualcuno scende e cerca le ragioni della protesta che coinvolge tutta la città. Si, perché nonostante l’ideologia postmoderne, abbracciata da un’inetta classe politicosindacale postcomunista, il cuore della produzione, dell’identità e della soggettività di Terni non si pone nell’immateriale, nell’aria fritta, ma nella produzione di acciaio, di lamierino magnetico, in quell’acciaieria che dal 1884, con mille contraddizioni e conflitti ha permesso ad un paesello come Terni di diventare città, di esprimere conflitti, resistenza e soggettività operaia e proletaria. La stessa identità rimossa da quel sindaco leggero tanto amico degli imprenditori (ha regalato la salute della città al padrone dell’inceneritore) che stamattina è stato pesantemente contestato per il suo paternalista buonsenso. Domani in un paese attraversato da uno sciopero dei sindacati di base e degli autorganizzate dei trasporti pubblici contro l’infame firma di un contratto indecente da parte dei sindacati concertativi (CGIL,CISL e UIL) ci sarà la dimostrazione che solo la lotta paga, che quel conflitto che tanti sindacalisti di professione, padroni e merde varie hanno cercato di rimuovere dalla storia solo il conflitto, la lotta dura e radicale dei lavoratori paga. E la lotta degli operai della Terni è la lotta di tutta la città per il suo futuro, contro il paternalismo concertativo, il buonsensosindacale che hanno portato alla situazione attuale i lavoratori si stanno riprendendo spazi, soggettività e lotte di giorno in giorno. Domani non ci sarà più l’incontro a Roma con Marzano e quindi la manifestazione sotto palazzo Chigi. Ma i lavoratori hanno già scelto una forma di lotta (di cui non scrivo ora per ovvi motivi) che farà parlare degli Acciai Speciali di Terni nella giornata di lotta generalizzata di domani. Solidale è la città, che alla Terni, al lavoro operaio deve la sua storia recente e quella futura. Il notturno operaio finisce con un bicchiere di vino rosso ed un saluto ai compagni. Il blocco continua ad oltranza fino alle nuove lotte previste per domani A suivre…
|