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Ferro, e il sindacato liquida in silenzio.
by Comitato di base Wednesday, Feb. 04, 2004 at 1:00 PM mail: Comitatodibase@email.it 

L'ultimo accordo siglato si è vanificato nel nulla. Intanto il sindacato liquida i lavoratori.

Nell'ultimo accordo tra Istituzioni (comune di Cannara e Bevagna, Regione dell'Umbria e Sviluppumbria), i Sindacati Confederali, la RSU, l'associazioni Industriali di Perugia e la delegazione dell'Azienda Ferro Italia, datato 20/01/2004, si conveniva di avviare entro una settimana incontri tra Azienda e Sviluppumbria al fine di verificare tempi, modalità e condizioni per favorire l'avvio di trattative concrete con imprenditori interessati.
Entro 15 giorni ci doveva essere la risposta sulla disponibilità a cedere l'attività a un imprenditore che in via prioritaria garantisse la permanenza del sito produttivo nel settore/comparto.
Nessuno sa niente, ma ci sono stati incontri febbrili e stamattina scopriamo che il Sindacato ha avuto un incontro ieri per parlare di una sola cosa, l'apertura delle pratiche per la messa in mobilità di altre 10 persone, e venerdì ratificheranno la cosa.
E del futuro del sito produttivo e dei lavoratori rimasti in cassa integrazione?
Evidentemente non è un tema caro ai Sindacati.

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Non c'è più niente da fare.....
by braccio Wednesday, Feb. 04, 2004 at 1:37 PM mail:  

La vostra è una vertenza che appartiene ad un passato in cui le scelte liberiste l'hanno fatto da padrone e sono state spacciate come intuizioni geniali dai leader della sinistra più autorevoli e dalla maggioranza dei sindacalisti.

oggi come oggi, ma già venti anni fa era così alla "Terni" non restava che raccomandarsi agli "Onorevoli" del luogo e farsi sovvenzionare dalle Parteciapzioni Statali.

Fior di politici e di sindacalisti, ma anche di imprenditori hano costruito le loro fortune o comunque vite agiate e senza problemi sulle disgrazie di lavoratori impiegati in settori che apparivano in sofferenza per gli ovvi motivi di crescita delle nazioni povere che offrivano condizioni più vantaggiose agli imprenditori, già negli anni Ottanta, disinteressandosi del futuro dei lavoratori e delle popolazioni amministrate.

Lo hanno fatto sia gli amministratori locali di sinistra che quelli di destra.

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