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rassegna stampa acciaierie terni 03/02 e 04/02
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rassegna stampa Wednesday, Feb. 04, 2004 at 4:38 PM |
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rassegna stampa 03/02
IL MANIFESTO La parola passa al governo Oggi il governo dovrà dire la sua sulla minaccia della Thyssen Krupp di chiudere il reparto acciai magnetici di Terni che comporterebbe la perdita di 900 lavoratori. All'incontro con l'esecutivo, sindacati e istituzioni arrivano con la determinazione di difendere il lavoro e la fabbrica e hanno dalla loro l'intera città umbra e la regione. Mentre continuano gli scioperi e il blocco delle merci alle portinerie, si moltiplicano le iniziative di solidarietà. Ieri a incontrare i lavoratori è arrivata la presidente della regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti. Insieme al vescovo di Terni, ai commercianti, a Gianni Morandi, anche l'allenatore del Perugia Serse Cosmi si è schierato con i siderurgici: «Sono al vostro fianco. So bene cosa vuol dire faticare per garantire un futuro per sé e per la propria famiglia». Domani arriverà a Terni anche il segretario dei Ds Piero Fassino, mentre la città si prepara allo sciopero generale di venerdì prossimo. Nello stesso giorno si fermeranno anche i dipendenti torinesi della Thyssen Krupp.
IL MESSAGGERO
Agli operai l’aiuto di tanta gente e quello della Provincia di Perugia
«Via siamo e vi saremo vicini anche concretamente, perché la vostra lotta costa», ha detto, tra le altre cose agli operai ternani Maria Rita Lorenzetti. «Sa com’è ha risposto con molta dignità un giovanotto coi baffi e il giubbetto con scritta Thyssen Krupp abbiamo i figli da mandare a scuola, il mutuo da pagare...». La Presidente della giunta regionale proporrà di devolvere il gettone di presenza dei consiglieri regionali alle Rsu dell’Ast. Ci sono intanto i quindicimila euro del premio San Valentino che, è stato già annunciato, andranno a sostenere la lotta degli operai. E ci saranno anche gli aiuti finanziari dell’Amministrazione provinciale di Perugia che si è dichiarata disponibile per sostenrere «le spese che i lavoratori ed i sindacati stanno sostenendo». Una solidarietà concreta che si esprime anche attraverso l’azione di chi porta agli operai delle portinerie pasticcini, pizza, bibite, damigianette di vino. Ognuno fa quel che può.
IL MESSAGGERO 2
La solidarietà di Serse Cosmi: “Sono con voi”
Anche Serse Cosmi ha voluto esprimere la sua solidarietà ai lavoratori dell'Ast in lotta contro l'ipotesi di chiusura del reparto magnetico. L'allenatore del Perugia ha scelto il proprio sito internet (http://www.sersecosmi.it) per manifestare il proprio interesse per i problemi dello stabilimento ternano. «Voglio esprimere tutta la mia solidarietà ai lavoratori della Thyssen Krupp di Terni, ai loro familiari e alla città - ha sottolineato il tecnico del Perugia - e sono al loro fianco nella lotta per la difesa del posto di lavoro perchè so bene cosa provano. Il fatto di essere oggi un privilegiato non mi ha fatto dimenticare cosa significa la fatica quotidiana per garantire dignità e futuro alla propria famiglia. Seguirò con attenzione tutta la vicenda e mi auguro che le autorità sappiano trovare al più presto una soluzione adeguata». Ieri sugli spalti dello stadio Curi, in occasione della gara con il Parma, i tifosi del Perugia avevano esposto uno striscione con la scritta «No allo smantellamento industriale umbro».
IL MESSAGGERO 3
RABBIA AST
La Lorenzetti tra gli operai: “Resistete”
TERNI «Insistete, la vostra incazzatura, passatemi il termine, è importante anche per noi, ci aiuta a sostenere le nostre ragioni, le ragioni dell’Umbria intera, al tavolo nazionale ed anche oltre. Questi devono trattare. Non possono pensare che noi paghiamo i loro errori». Maria Rita Lorenzetti, presidente della Regione, parla così agli operai del picchetto alla portineria del Serra, esortandoli aresistere. Non la portineria principale di viale Brin, quella dove vanno tutti, ma, appunto, quella vicino al torrente Serra, la più ”scorbutica” perché è quella che collega le acciaierie di Terni alla ferrovia. Appena scende dall’auto del presidente della Provincia di Terni, in mezzo agli operai in sciopero per difendere lo stabilimento del magnetico che la Thyssen Krupp vuol chiudere, tutti le si fanno intorno. «Insistete, dateci una mano, non fateli passare». Lei quasi si schermisce, le si arrossano gli occhi e cerca di nascondersi, di non farlo vedere, di mantenere l’àplomb di ”uomo duro”. Un rapido giro per tutte le portinerie bloccate dagli operai in lotta: viale Brin e via del Serra, poi a Prisciano. «Buonasera», dice lei agli operai. «Speriamo», rispondono loro. «A Palazzo Chigi dateci dentro» esortano, pensando all’incontro che ci sarà a Roma questa sera col Governo. «Faremo l’impossibile» dice lei e la voce le trema un poco. Sa che la battaglia difficile. Molto difficile.
TERNINEWS.IT
ThyssenKrupp non sembra voler cambiare idea riguardo alla chiusura del reparto magnetico
ThyssenKrupp non sembra voler cambiare idea riguardo alla chiusura del reparto magnetico delle acciaierie di Terni (Ast), che da' lavoro a 500 dipendenti e coinvolge quasi 1.000 persone, considerando l'indotto. E lunedi' prossimo, il consiglio di sorveglianza del colosso siderurgico tedesco, che si riunisce a Essen, nel cuore industriale del bacino della Ruhr, dovrebbe prendere ufficialmente la decisione di chiudere i battenti dell'impianto. Lo ha confermato oggi all'Ansa il portavoce di ThyssenKrupp Electrical Steel, il gruppo tedesco che controlla l'impianto produttivo della regione umbra. ''Ogni decisione definitiva verra' presa lunedi' dal consiglio di sorveglianza'', ha spiegato Erwin Schneider, ''e sarebbe prematuro rilasciare gia' adesso commenti al riguardo''. Tuttavia, alla domanda relativa al grado di probabilita' della chiusura del reparto magnetico, Schneider ha risposto che ''sembra molto elevata, almeno a giudicare da cio' che sta accadendo in questi giorni a Terni''. La decisione di ThyssenKrupp, ha spiegato ancora Schneider, verra' presa sulla base di uno studio messo a punto da una nota societa' di consulenza, che sottolinea la ''difficile situazione di mercato'' dell'acciaio magnetico e l'opportunita' di concentrare e razionalizzare gli insediamenti produttivi del gruppo, attualmente presente in Francia, a Gelsenkirchen (Germania) e, appunto, a Terni. Sul fronte politico, Schneider non ha negato che il governo italiano si sia fatto vivo con la casamadre tedesca, ribadendo tuttavia che ''il governo puo' diventare veramente attivo solo dopo che una decisione verra' presa''. Decisione che, comunque, terra' conto degli argomenti giunti da Roma. In ogni caso, ha sottolineato Schneider, ThyssenKrupp non ricorrera' a licenziamenti e cerchera' di trovare ''soluzioni socialmente accettabili''. Oggi alle 19, intanto, si terra' sulla vicenda un incontro tra sindacati, enti locali e governo a Palazzo Chigi
ARTICOLO 21 LIBERI DI
La vicenda Ast di Terni arriva alla Ue Questa sera atteso un presidio davanti a Palazzo Chigi Venerdì lo sciopero generale cittadino
Un ordine del giorno relativo ai rapporti tra territori e imprese multinazionali con particolare riferimento al caso dell'Ast di Terni. Lo presenterà il sindaco di Terni, Paolo Raffaelli, al Consiglio nazionale dei Comuni italiani, che si riunirà il 17 febbraio a Bruxelles. Alla riunione straordinaria dell' organismo, dedicata alle politiche di sviluppo delle aree urbane, parteciperà - si legge in una nota del Comune di Terni - il presidente della Commissione europea, Romano Prodi. (segue) - nella foto il presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti in un incontro con i lavoratori
Raffaelli ha concordato stamani con la presidenza nazionale dell' Anci una proposta che punta a definire una politica di concertazione permanente tra la Commissione europea e i Comuni dell' Unione. Questo - prosegue il comunicato dell'amministrazione comunale ternana - al fine di definire "un quadro concordato di politiche territoriali per la promozione dello sviluppo anche per prevenire ed evitare di fronteggiare emergenze come quella che in queste ora ha portato all' annuncio del disimpegno della multinazionale tedesca Thyssen Krupp dal reparto di produzione dell' acciaio magnetico di Terni". "La nostra proposta - ha spiegato il sindaco - parte dal presupposto che gran parte delle politiche per la promozione dello sviluppo, la competitività territoriale, gli incentivi di cui si avvalgono le multinazionali, sono supportate da fondi strutturali comunitari e da misure che sono in capo a Regioni e Comuni. Deve esserci una reciprocità tra l' impegno dei territori e quello delle imprese, e ciò non può prescindere dalla definizione di un sistema di relazioni e responsabilità che impegni insieme le città, le Regioni e l' Europa. Oggi è la vicenda di Terni che assurge al ruolo di banco di prova nazionale ed europeo sotto questo angolo di visuale - sostiene ancora Raffaelli - ma se si accetta la logica dell' assenza di reciprocità e del disimpegno unilaterale delle multinazionali anche dai punti alti dello sviluppo, la stessa emergenza del magnetico ternano può riproporsi domani in mille altri siti europei e per tutti i segmenti delle produzioni". oggi Sono numerose organizzazioni sindacali, istituzioni e forze politiche, sono intervenuti sulla vicenda dell' Ast. L' Anci Umbria, l' associazione dei comuni, è solidale con i lavoratori dell' Ast, con la città di Terni, e sostiene l' appello lanciato dal sindaco di Perugia, Renato Locchi, che ha invitato tutte le istituzioni dell' Umbria, a partecipare con gonfaloni e fasce tricolori allo sciopero generale di venerdì prossimo. Il sindaco di Todi, Catiuscia Marini, ha confermato la sua adesione e partecipazione allo sciopero. "Molti operai e lavoratori di Todi - ha detto - si sono recati pendolari alle Acciaierie di Terni e in diverse imprese dell' indotto: c' è un legame forte tra Todi e la rete delle imprese ternane, a cominciare proprio dall' Ast". La Rsu della Provincia di Terni esprime la solidarietà dei dipendenti provinciali ai lavoratori dell' Ast "in lotta non solo per la salvaguardia di posti di lavoro, ma anche per conservare professionalità e competenze che hanno da sempre contraddistinto Terni e che devono costituire elemento di sviluppo per il futuro dell' intera collettività ternana". Piena adesione del gruppo Ds alla Provincia di Perugia, alla manifestazione di venerdì prossimo a Terni. "Il problema dell' Ast - ha detto Donatello Tinti - non è una questione ternana, ma riguarda l' intera Umbria, oggi più che mai c' è bisogno di una forte mobilitazione e solidarietà da parte di tutti gli umbri. Dobbiamo stare vicini ai lavoratori, alle famiglie". La Uil federazione poteri locali "mobilita la categoria a sostegno della lotta intrapresa dai lavoratori e dai sindacati garantendo la presenza di una propria delegaione a tutte le manifestazioni a partire dallo sciopero di venerdì". Anche rappresentanti della politica nazionale sono intervenuti questa mattina stigmatizzando la gravità della situazione; "Come sindaco di una grande città - afferma il sindaco di Roma Walter Veltroni - so bene quanto complicati e dolorosi siano i problemi sociali che affliggono i cittadini, in modo particolare quelli più esposti e specialmente in questi tempi di difficoltà economiche e finanziarie così pesanti per il Paese. Immagino dunque che cosa possa significare per una comunità come quella ternana la perdita di una realtà produttiva così rilevante, che è fonte non solo di lavoro e di reddito per gli abitanti, ma anche fattore di certezza e di identità, di speranza per il futuro". Per questi motivi, Veltroni si dichiara "vicino ai lavoratori ed alle loro famiglie", e raccoglie l' invito del vescovo di Terni, Vincenzo Paglia, a sostegno delle iniziative che il sindaco e la giunta comunale ternana assumeranno "per evitare un colpo così drammatico per la città, la regione e l' intero paese". Duro il giudizio di Antonio di Pietro: "Ecco il bel risultato che la politica di Berlusconi ha prodotto e continua a produrre nel Paese". "Ogni giorno - ribadisce il leader dell' Italia dei valori - un crack annunciato e un' azienda che chiude. La politica economica del Cavaliere ha prodotto finora solo incertezze, nuova povertà e disoccupazione reale. Noi di Idv crediamo che la chiusura degli impianti Tyssen Krupp sarebbe un gravissimo errore che porterebbe ad una depauperazione delle risorse per il territorio ternano, per la regione e per il Paese, ma soprattutto - conclude Di Pietro - causerebbe una situazione insostenibile per le 900 famiglie dei lavoratori dell' azienda interessati alla chiusura". Domani a Terni arriva Piero Fassino. Il segretario dei Ds incontrerà alle 11,30, nel palazzo comunale, i rappresentanti delle istituzioni umbre e dei sindacati, per poi recarsi, alle 12,30, davanti ai cancelli dell' Ast, dove gli operai sono impegnati nei presidi contro la chiusura del magnetico. Alle 13, al cancello principale in viale Brin, la manifestazione pubblica con il segretario Ds, presenti anche i consiglieri regionali umbri del suo partito. Una nota della direzione nazionale diessina annuncia infine la presenza a Terni del responsabile economico dei Ds, Pierluigi Bersani, alla manifestazione di venerdì prossimo in occasione dello sciopero generale cittadino. Intanto questa sera davanti a Palazzo Chigi è previsto un presidio dei lavoratori.
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04/02/2004
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rassegna stampa Wednesday, Feb. 04, 2004 at 4:42 PM |
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IL MANIFESTO «Non chiuderete la nostra fabbrica» La rabbia dei siderurgici ternani sotto Palazzo Chigi. Il governo promette, il padrone tedesco vuole chiudere LORIS CAMPETTI ROMA «Buttamo lu tedescu ne lu fornu». Il coro si leva forte e chiaro dal corteo che risale via del Corso, obiettivo palazzo Chigi blindato dalle forze dell'ordine. Il governo deve sentire, il rappresentante della Thyssen Krupp deve sentire, e i parlamentari, e i sindacalisti che vanno a difendere il lavoro e la fabbrica di Terni: «L'acciaieria non si tocca/ la difenderemo con la lotta», perché «se chiude la fabbrica chiude la città». Un assaggio della rabbia dell'intera comunità ternana è calata su Roma, una delegazione di centinaia di operai dell'unica acciaieria che in Italia produce il magnetico. L'Italia è il paese europeo in cui il consumo di quest'acciaio è più alto, la Thyssen Krupp lo produce ma ha annunciato che il 9 febbraio avvierà le procedure per la chiusura del reparto con tanti saluti per i 900 operai che ci lavorano. Dicono i tedeschi che lo stabilimento ternano non è economico. Effettivamente per esserlo dovrebbe produrre mentre l'azienda lo lascia deperire, perché tanto ci sono gli stabilimenti tedeschi e francesi dello stesso gruppo per rispondere alla domanda italiana. E lo stato francese, che sarà pure sciovinista ma non fesso, ha il 20% della società e i padroni tedeschi devono fare attenzione prima di alzare la voce. Sono giovanissimi i ragazzi venuti a gridare sotto le finestre del governo. Tra ristrutturazioni e uscite anticipate per l'amianto la fabbrica si è ringiovanita. Molti sono precari, flessibili, chi a termine e chi in formazione lavoro. I meno giovani in molti casi sono operai monoreddito, fa impressione vedere un cinquantenne piangere. I meno giovani gridano slogan con la cadenza tipica di chi ha alle spalle una vita di lotta sindacale, i ragazzi sono più sbarazzini, trasgressivi, la curva sud della classe operaia ternana. Tutti sono diffidenti: sono contenti che i parlamentari di tutti i colori si schierino con loro, così come gli amministratori, persino il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta dice in trattativa che ha aperto un contensioso con il governo tedesco, Berlusconi ne ha parlato con il cancelliere Schroeder, anzi, gli telefonato anche poco fa, manda a dire l'esecutivo. Ma loro, gli operai, sono diffidenti: «Gli applausi dopo, caso mai». E dire che sono coccolati, questi lavoratori. Il sindaco di Roma è preoccupato per il loro futuro, quello di Terni oltre che preoccupato è piuttosto incazzato, come la presidente della regione. Al presidio operaio arriva anche Fausto Bertinotti, qualche parlamentare, il segretario della Fiom Gianni Rinaldini che promette dal megafono: «Non c'è trattativa con l'azienda, non ci sarà finché non sparisce la minaccia dei licenziamenti».
Letta incontra prima i rappresentanti istituzionali e quindi inizia il confronto con i sindacalisti, poi si riunisce con i dirigenti tedeschi, che prima dell'incontro ribadiscono: «Chiuderemo il magnetico». C'è un problema sociale che riguarda una intera comunità, che venerdì chiuderà i battenti per uno sciopero generale cittadino. C'è un problema nazionale che riguarda l'assenza di una politica industriale del governo. Mentre scriviamo l'incontro a palazzo Chigi continua, come continuano gli scioperi a Terni e il blocco delle merci in uscita alle portinerie.
IL MESSAGGERO
I sindacati a palazzo Chigi. Berlusconi chiama Schroeder e il presidente della Thyssen Krupp Terni, chiusura congelata fino al 23 Il 9 parte la trattativa. Energica protesta del governo italiano con Berlino
ROMA Un primo spiraglio si è aperto nella difficile vertenza delle acciaierie di Terni, sotto la minaccia di chiusura parziale. Il gruppo tedesco proprietario dello storico stabilimento, la Thyssen Krupp, ha accettato di congelare fino al 23 febbraio l’annunciato stop alla produzione di acciaio magnetico, quello che serve per i motori e i trasformatori elettrici. L’annuncio è stato dato dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, nell’incontro che si è svolto ieri sera a Palazzo Chigi tra il governo, le autorità istituzionali umbre e i sindacati. Poche ore prima erano arrivate dalla Germania notizie poco rassicuranti, perché la Thyssen aveva confermato l’intenzione di riunire lunedì prossimo il proprio consiglio di sorveglianza, chiamato a sanzionare il fermo produttivo di una parte essenziale degli impianti ternani, con il risultato di lasciare senza lavoro 900 operai. Dopo questa doccia fredda sulle speranze di ottenere almeno una dilazione, a Roma ci si è resi conto che bisognava tirare in ballo direttamente il governo di Berlino. Così, secondo quanto riferito da Letta, lo stesso Berlusconi ha alzato la cornetta del telefono rivolgendosi in prima persona al cancelliere Schroeder per prospettargli la gravità della situazione e sollecitare un intervento sulla multinazionale di Essen. Fatto il doveroso primo passo politico, il premier ha contattato per due volte telefonicamente anche il presidente del colosso siderurgico, Schultz, sollecitando come minimo il rinvio della decisione e facendo presente che un disimpegno del gruppo dall’Italia provocherebbe grossi danni. Contemporaneamente, però, è stata avviata un’azione ancora più energica. Convocato d’urgenza l’ambasciatore tedesco a Roma, gli è stata consegnata una nota di protesta ufficiale per le minacce della Thyssen e formali rimostranze le presentava pure il nostro ambasciatore a Berlino. Intanto il rappresentante a Bruxelles, Vattani, cercava la solidarietà del presidente della Commissione Ue, Prodi. Il pressing del nostro governo un risultato, sia pure provvisorio, lo ha ottenuto. Nei prossimi venti giorni si cercherà di chiarire le prospettive dello stabilimento a rischio e di appurare se la crisi ventilata dalla multinazionale è reale e se vi si può porre rimedio. Un negoziato tecnico cui parteciperanno i dirigenti della società germanica verrà aperto lunedì 9 al ministero delle Attività produttive. Le conclusioni poi saranno tratte spostando di nuovo il confronto a Palazzo Chigi. La Thyssen ha già promesso di non disimpegnarsi del tutto dall’Italia, ma evidentemente servono precise garanzie. Nella riunione di ieri il presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, i vertici degli enti locali e le delegazioni Cgil, Cisl, Uil e dei metalmeccanici hanno battuto soprattutto sul tasto dei pericoli per l’occupazione. Interrompere la produzione dell’acciaio magnetico significa mandare a casa 900 operai, tra i dipendenti Terni e quelli dell’indotto. Se poi, in un futuro più o meno vicino, la Thyssen decidesse di serrare anche i cancelli degli impianti che sfornano l’inox, sparirebbero altri 4.000 posti: un disastro per l’intera economia umbra che sarebbe difficilissimo riparare. Intanto i sindacati hanno accolto positivamente lo spiraglio, ma hanno avvertito che la battaglia sarà lunga.
IL MESSAGGERO 2
La mediazione di Palazzo Chigi nella difficile trattativa. Riunione fiume nella notte col sottosegretario Letta
Acciaierie, due settimane per trattare
Berlusconi telefona a Schroeder e al capo della Tk: dai tedeschi una disponibilità
ROMA - Sembrava dovesse essere un incontro che si sarebbe chiuso in poche decine di minuti di discussione. Invece no. La faccenda si è complicata. La Thyssen Krupp è parsa subito determinata ad andare avanti per la sua strada, e chiudere lo stabilimento del magnetico di Terni, anche se in tarda serata, nel momento più buio del confronto, è arrivata dalla Germania almeno una disponibilità a far slittare di due settimane il termine ultimo fissato. C’è stata tutta un’attività frenetica, ieri, con epicentro Palazzo Chigi e il punto di riferimento nel sottosegretario alla presidenza Gianni Letta. Ieri mattina un ”pour parler” con Antonio Tajani e Franco Asciutti, il primo deputato europeo, il secondo senatore eletto in Umbria. «Abbiamo attivato gli ambasciatori - ha riferito Tajani - anche quello presso l’Unione europea. Poi Letta ha riferito che Berlusconi si interessa della cosa». E in effetti Silvio Berlusconi ieri sera ha parlato con il premier tedesco Schroeder, chiedendo l’intervento del Cancelliere sui vertici della Thyssen Krupp. E Berlusconi gli ha ricordato che a suo tempo la stessa cosa fece, a parti invertite, il cancelliere Khol, che appoggiava evidentemente la Krupp, allora da sola, quando c’erano cordate concorrenti per acquistare le acciaierie ternane. E Schroeder avrebbe parlato con il numero uno della Thyssen Krupp, Schultz, il quale avrebbe a sua volta interloquito con Midelmann. Conclusione: niente da fare. La Thyssen Krupp è decisa ad andare avanti per la sua strada. Al massimo potrebbe acconsentire a confrontare i propri dati, quelli che decreterebbero la fine dello stabilimento ternano del magnetico, con quelli in mano agli italiani, ai ternani nella fattispecie. E’ su questi temi che si è incentrato il discorso. Nel senso che il sottosegretario Letta ha riferito tutti questi passaggi. Poi è toccato alla delegazione umbra e ternana (con la presidente della Regione Lorenzetti, il vicepresidente Monelli, il sindaco Raffaelli, il presidente della Provincia Cavicchioli), ai rappresentanti del sindacato dire la loro: spiegare che la preoccupazione riguarda non solo il magnetico e gli ottocento posti di lavoro ad esso collegati, ma anche il resto del polo siderurgico ternano. E in un malaugurato caso del genere i posti da mettere in ballo si conterebbero non in centinaia, ma in migliaia, e si dovrebbe parlare di un colpo terribile all’economia ternana e di tutta l’Umbria. Poi la riunione è stata sospesa per un vertice ristretto tra il sottosegretario Letta e i rappresentanti della Thyssen Krupp Giovanni Bertoni, il presidente del comitato esecutivo dell’Acciai Speciali Terni, e Wolfang Trommer, il numero uno della Tkes, la società dell’acciaio magnetico. C’è stato quindi un nuovo tentativo di Berlusconi, che ha telefonato prima a Schroeder e poi allo stesso Schultz. La nuova conclusione è stata che Letta è potuto tornare alla riunione plenaria annunciando che la Thyssen Krupp avrebbe dato una disponibilità a spostare le decisioni dal previsto 9 febbraio al 23 febbraio. Nel frattempo si metterebbero in piedi tavoli per cercare una trattativa tra governo, istituzioni, sindacati e azienda tedesca, mentre si chiede di sospendere le agitazioni programmate. E qui è ripartita la riunione-fiume, proseguita fino a tarda notte.
TERNINEWS.IT
"Non esiste alcuna giustificazione produttiva ne' tecnica perche' il gruppo Thyssen Krupp chiuda il reparto magnetico"
Non esiste alcuna giustificazione produttiva ne' tecnica perche' il gruppo Thyssen Krupp chiuda il reparto magnetico delle acciaierie di Terni". Lo ha detto il segretario dei democratici di sinistra Piero Fassino, nella residenza municipale di Terni in un incontro con il presidente della giunta regionale dell'Umbria Maria Rita Lorenzetti, il sindaco di Terni Paolo Raffaelli, il presidente della provincia, Andrea Cavicchioli e i rappresentanti sindacali, prima di incontrare gli operai delle acciaierie che continuano nella protesta dinanzi ai cancelli di Viale Brin. "Dobbiamo impiegare questi 15 giorni di tempo ottenuti ieri a Roma - ha detto Fassino - per acquisire una soluzione che garantisca il proseguimento della attivita' produttiva del gruppo Thjssen Krupp in Italia e in particolare la produzione del magnetico a Terni. Una produzione che se smantellata metterebbe in pericolo l'intero sistema siderurgico italiano". Il segretario dei Ds ha garantito il massimo impegno del primo partito d'opposizione accanto ai lavoratori in lotta. "In questo momento - ha concluso Fassino - e' necessario mantere il massimo sforzo, l'opposizione fara' il suo dovere, ma il governo continui a fare il suo".
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