06-02-04 Terni h. 10.00 si salta il fosso???
L'antifascistissima "Brigata Germinal Cimarelli" che esalta l'eroicità e la grandiosità della lotta partigiana e la radicalissima "Resistenza Ultrà" del non un passo indietro, aprono la città e la piazza a quei NAZIMAOISTI e agli americanisti di tutto il mondo, unitevi.
MA CHE CAZZO STA ACCADENDO???
spiegatemi perche' il CAMPO ANTI IMPERIALISTA ''APRE'' AI FASCISTI ( RIPORTO LE DISCUSSIONI SULLA QUESTIONE)
spiegatemi perche' il CAMPO ANTI IMPERIALISTA ''APRE'' AI FASCISTI ( RIPORTO LE DISCUSSIONI SULLA QUESTIONE)
- il salto del fosso by nick Thursday October 02, 2003 at 09:53 PM mail:
Coloro i quali vengono da una lunga militanza a sinistra non sembrano disposti a saltare il fosso, navigando in mare aperto, preferendo restare ancorati alla comunita' dei comunisti che non c'e piu' (semmai fosse mai realmente esistita).
Da: d17@voceoperaia.it Data: Fri, 12 Sep 2003 13:38:01 +0200 Oggetto: [antiamericanisti] il bandolo della matassa
cari amici e compagni antiamericanisti
mi pare evidente che, dopo l'iniziale moderato entusiasmo e l'interesse all'idea di un movimento di resistenza all'impero americano (MRIA), il processo si sta arenando. Le defezioni dalla lista sono sintomatiche. Coloro i quali vengono da una lunga militanza a sinistra non sembrano disposti a saltare il fosso, navigando in mare aperto, preferendo restare ancorati alla comunita' dei comunisti che non c'e piu' (semmai fosse mai realmente esistita). Saltare il fosso.... per dove? per quale approdo? L'immagine e' che oltre il fosso ci sia l'ignoto, e l'ignoto porta con se' la paura di mostri e belve d'ogni tipo pronte a sbranarti. Belve, mostri, fascisti... L'ignoto evoca l'irrazionale, e davanti all'irrazionale, all'imponderabile, o si resta come paralizzati o ci si abbarbica alle vecchie certezze, all'illusione che tutto, prima o poi ritorni come prima. Sotto sotto in tanti c'e' la convinzione (o la speranza) che questo che passiamo sia solo un brutto incubo, un momentaccio, e che tutto, prima o poi, tornera' come prima. Per me questa tesi e' autoconsolatoria e quel che e' piu' grave fatalistica.
Noi eravamo partiti, invece, dalla consapevolezza che la storia ha subito un'accelerazione, che siamo tutti posti davanti ad una tendenza del sistema imperialistico (il capitalismo realmente esistente) a strutturarsi attorno agli USA come baluardo e sentinella del sistema medesimo. E che, secondo punto, dato che questa tendenza porta alla formazione di un Impero unico mondiale, essa apre le porte dell'inferno, di una lunga fase di conflitti e di guerre in cui l'Impero non puo' che attaccare allo scopo di riconfigurare pro domo sua l'ordine mondiale. Terzo punto: quest'offensiva imperialistica non solo demolisce cio' che trova davanti a se', crea di converso spazi enormi alla resistenza antimperiale, non solo nei paesi *canaglia*, ma anche qui, in Europa, in specie in Italia, poiche' una vasta porzione della popolazione detesta e contesta la spinta imperiale e imperialistica. Quarto punto: noi eravamo convenuti che occorresse dare voce a questa detestazione, per trasformarla in resistenza attiva.
Io resto convinto del'enormita' di questo spazio politico per un movimenti antiamericano. Tuttavia questo spazio non e' gia' dato, come un dono della storia, e' solo uno spazio incipiente, potenziale, possibile. Questo spazio per esserCi, deve essere fecondato, fecondato da un'avanguardia politica. In altri termini: e' la politica che crea il soggetto, e il soggetto conforma lo spazio, non viceversa. Se questo spazio non andremo ad occuparlo noi, altri lo faranno, e certamente populisti radicali, certamente di destra.
Invece di fare uno scatto di reni, di sbrigarci, i compagni trovano ripugnante solo l'idea che ci si metta a competere con le destre piu' radicali e populiste. Al fondo di questa repulsione c'e' un'idea falsa: per cui la sinistra ha un suo bacino di interlocuzione, un suo committente. Le destre altri che sono agli antipodi. Non e' cosi. Basta guardare allo sfondamento negli anni '20 e '30 del fascismo e del nazismo, non solo, genericamente, tra gli strati che la crisi capitalistica porta' alla rovina, ma nella stessa mitica classe operaia industriale. Marx e' stato seppellito da centocinquanta anni di retorica politicistica. Marx parlava di divisione in classi sociali, non che la societa' fosse divisa in due mondi, uno di sinistra e uno di destra. Tanto piu' che tra le classi e i ceti non esistono ne' muraglia sociali, ne' tantomeno ideologiche. Qualcosa, la recentissima avanzata in Francia del lepenismo dovrebbe insegnarci. E invece non ci insegna nulla. Neanche la barca di consensi ottenuti da Bossi, Fini e Berlusconi dentro la classe operaia italiana insegna niente. Niente, se non ci svegliamo dall'incantesimo dell'identitarismo comunitaristico di sinistra, non combineremo niente, e fra un decennio torneremo a prendere un sacco di legnate e a bere olio di ricino.
Per fondare un soggetto non e' per niente sufficiente scrivere documenti, per quanto essi siano incisivi ed inclusivi. Occorre un gruppo di uomini e donne decisi a marciare e a superare ogni ostacolo. dato che nulla ci vien dato a gratis, che la strada e' comunque in salita. Io non so quali mostri ci siano oltre il fosso, ma vedo con nettezza quelli che stanno al di qua, e che comunque tentano e tenteranno di sbranarci: E dati i rapporti di forza, e' difficile evitare di essere fatti a pezzi. Per cui voglio saltare il fosso, preferisco l'ignoto e le sue possibilita', alla morte sicura per asfissia del presente.
Comprendo i compagni che hanno paura di fare il salto. Ma egualmente sono convinto che il conservatorismo di questi compagni e' il principale ostacolo che noi abbiamo di fronte. Al di la' del fosso che c'e'? Ci sono giovani senza memoria, cittadini che non capiscono piu' il senso di sinistra e destra, che non hanno tuttavia perso il lume della ragione, che percepiscono i rischi tremendi che sono davanti all'umanita'. Io ritengo che dobbiamo, paolinamente, andare in questo mare magnum, che in questo luogo sterminato soltanto potra' ricostruirsi un soggetto rivoluzionario di massa. Non dobbiamo cessare di essere di *sinistra*, ma dobbiamo fuoriuscire dalla *sinistra* realmente esistente perche' essa non contiene piu' le forse della futura sovversione sociale, o le contiene solo in minima parte. Si tratta, lo so bene, di una rottura di paradigma, pari a quella che fece Mao quando abbandono' le citta' per andare tra i contadini poveri, e per questo fu irriso da stalinisti e trotskysti, talmudisticamente aggrappati alla centralita' della classe operaia urbana.
Che questa fuoriuscita possa attrarre soggettivita' diverse da noi, e' un fatto sommamente positivo, che dimostra, oltre alla forza calamitante delle nostre idee politiche, e dell'antiamericanismo, quanto falsi siano i luoghi comuni secondo cui, dall'altra parte, c'erano solo dei topi di fogna. Non e' cosi, non e' mai stato cosi. Tuttavia, il fatto che si siano avvicinati a noi, uomini con diverso retroterra, e' stato percepito da alcuni come il segno che noi staimo sbandando, che stiamo abdicando, che ci stiamo facendo contaminare. Stiamo diventando *impuri*. Altri esorcizzano questo straordinario evento, parlando di infiltrazioni, di pericolosi complotti. Quando uno schema si rivela sbagliato, allora, pur di difenderlo, si evocano i mostri. Tutto pur di adattare la realta' allo schema preconfezionato.
Siamo in un'impasse. Possiamo uscirne? Non lo so. Cerrto e' che senza una adeguata massa critica non possiamo tirare ancora le reti in barca, o andare a fondare poomposamente il Movimento (quale che debba essere il suo nome --mi pare che piu' che del nome abbiamo da risolvere il nodo preliminare se esista ancora la decisione di andare avanti).
Possiamo quantomeno trovare il bandolo della matassa. Io avevo inoltrato in lista quella che chiamai *carta di Navigazione*, una specie di Piattaforma politica possibile del Movimento che vogliamo costruire. Non ci sono state obiezioni. Non ci sono state critiche. Vi faccio a tutti una proposta: chi e' daccordo con quella *carta di navigazione* ci metta sotto la sua firma. Contiamoci, vediamo se quella puo' essere la nostra comune base POLITICA. Poi penseremo all'incontro pensato per la fine di Ottobre.
Moreno Pasquinelli*
*portavoce del Campo Antimperialista
* militante di Potere Operaio nel 1970-71 * breve periodo ne Il manifesto nel 1972 * dal 1973 al 1976 membro della sezione italiana della Quarta Internazionale * espulso per ultrasinistrismo fonda con altri giovani il Gruppo Bolscevico Leninista * Dal 1980 al 1989 dirigente del Gruppo Operaio Rivoluzionario (Voce operaia) * Confluisce in Democrazia Proletaria per esserne cacciato quando DP entra nel PRC * Rifiuta l'entrismo nel PRC e con altri riprende il percoso di Voce operaia * E' tra i fondatori, nel 1997, del Campo Antimperialista (i cui primi passi furono fatti nel 1990)
antifascismo? no! "cervelli in pappa" by il gatto di céline Wednesday September 24, 2003 at 10:26 PM mail:
Un manipolo di paranoici apolitici e anticomunisti sfegatati": l'epiteto non e' mio, lo confesso, certe raffinatezze puo' elaborarle solo il signor Mor. Pasquinelli pseudo-leader del Campo antimperialista.
La raffinatezza in questione e' stata lanciata su un'e-mail nella lista anti-americanista in cui il nostro si lamenta del paranoicismo della sinistra che cazzeggia su liste come "Movimento@ecn.org". Di seguito a questa trovata letteraria da fine esteta sismino srotola un discorso che non fa' na' piega:
" Seguite attentamente il ragionamento: siccome una certa destra radicale difende la resistenza palestinese e irachena, allora... allora noi promotori saremmo collusi coi fascisti. Siccome certi fascisti sarebbero antiamericani, l'antiamericanismo e' fascista. E' lo stesso ragiomaneto politicamente corretto dei liberali filo-USA. Gli stessi chi ci accusano di antisemitismo in quanto antisionisti. L'impressione che ho io e' che questi *compagni* sono allo sbando, hanno il cervello in pappa, sono vittime di una inguaribile paranoia. Vedono fascisti dappertutto. Vedono il nemico non nel sistema imperialista e nella sua articolazione bipolare italiana, ma... in qualche gruppetto di fascisti che, pensate, dirigerebbe dall'esterno un gruppo di compagni, noi, che ci saremmo fatti abbindolare e strumentalizzare. Addirittura il movimento antiamericanista sarebbe nient'altro che una manovra fascista!!"
Ora bisogna essere davvero in malafede nel fare questo fine ragionamento dimenticando di aggiungere che il signore in questione e' anche l'autore di pezzo di ragguardevole spessore politico che si intitola "saltare il fosso". In questo scritto si annuncia -nella linea "ne' destra ne' sinistra"-che fascisti o non fascisti l'importante e' essere antiamericanisti: fronte largo con cani e porci-(massimo rispetto agli animali di cui il nome malamente abuso)- purche' antiamericano.
Lasciamo stare la questione non irrilevante del fatto che le varie versioni dell'appello per la manifestazione del 6 dicembre, a favore della resistenza irakena,contiene a seconda del target -di dove viene postata-alcuni nomi e non altri...Come mai? Ma veniamo al dunque :all'appello aderiscono il "profesor" Claudio Mutti, Il signor comunitarista Maurizio Neri, un'altro signore amico di Freda tal Walter Catalano E poi ci vogliamo scordare del dialogo fitto fitto in vista della definizione non solo dell'appello, ma dell'intera strategia del movimento antiamericanista intrattenuta dal signore Moreno Pasquinelli e company con personaggi del calibro di Miguel Martinez (ex-acropoli),Enrico Galoppini, Leonardo Mazzei, la sig.ra Alessandra Colla-amministratore "apolitico(sic!)di Orion (moglie del Camerata Murelli -Orion/ edizioni Barbarossa). E la partecipazione all'ultimo campo antimperialista di Ugo Tassinari per sdoganare con "fascisterie" le malefatte di alcuni "camerati" per ricondurre il tutto all'alleanza atlantica tra la CIA e i camerati "infami" venduti al soldo della strategia della tensione del nemico americano (ovviamente inclusa la strage di bologna)?
E della benevolenza rispetto al nuovo corso di Moreno Pasquinelli (campo antimperialista) da parte di Ugo Gaudenzi direttore di Rinascita (per comodita' la definiamo rivista di stampo nazionalbolscevica che ha adottato l'illuminante slogan razzista xenofobo "Bloccare l'Immigrazione - Arrestare i Negrieri"),di militanti del Fronte nazionale sociale.. che dire? Davvero il signor MP e il Campo pensano d'aver fatto cosi' breccia e cosi' centro d'aver convertito i signori nominati lassu' e quelli che restano nell'ombra?
E noi, qui a sinistra avremmo il "cervello in pappa", perche' soprattutto non ci piacciono i "Camerati" i deliri dei Costanzo Preve e peggio il doverci a trovare a condividere quel "minimo comun denominatore": l'antiamericanismo: che fa da base al cartello elettorale nero patrocinato da Le Pen e dal Movimento Sociale Fiamma Tricolore di Rauti per le elezioni europee del 2004?
E ancora facciamoci altre domande interessanti come mai il compagno cileno Prieto-ospite al Campo di Assisi dell'anno scorso-sotto minaccia di arresto e' stato fatto girare per 2 ore in macchina a vuoto ad Assisi invece di essere accompagnato (qui come logica davvero vorrebbe) lontano, o ad un'imbarco aereo? E che ci vogliamo anche scordare della comagna tedesca della Raf che la polizia si e' bevuta a Giano dell'umbria ? Coincidenze,si! fatali coincidenze o al massimo "paranoie disfattiste di una sinistra col cervello in ciccia!"
Altre volte sono state fatte domande precise che non hanno mai ricevuto risposta: Come si finanzia il Campo Antimperialista? Come riesce ad ottenere i visti d'ingresso per compagni che con boria deficiente i notiziari del campo definiscono "terroristi"(e' l'ironia al caso veramente non s'intende)?
"Ops! vediamo fascisti dappertutto! oi! siamo gelosi che il Campo ha "fatto Centro":! Che pietosa cineseria! mio caro il ballerino dell'antagonismo del centro italia...
Ma torniamo all'antiamericanismo e vediamo chi sono i compagni ideali di viaggio per breve e sommarie,nonche' sintetiche citazioni:
È stupido, è ridicolo, è antifascista andare in sollucchero per le danze ombelicali di una mulatta o accorrere come babbei a ogni americanata che ci venga d'oltre oceano! (C. Ravasio, "Il Popolo d'Italia", 1928)
"Non basteranno mai tutti i dollari dell'America a comperare un secolo di storia italiana, a creare un genio come Dante o come Napoleone, un artista come Leonardo, una istituzione come la Chiesa romana. E se anche domani moltiplicandosi i fulmini del Padreterno distruggessero tutta l'America, che ne perderebbe l'umanità?" (da "Critica fascista", I gennaio 1931)
Adesione (scontata) al minimo comune denominatore caratterizzante la coalizione, ovvero l’antiamericanismo. (a proposito del cartello elettorale nero europee 2004 (Carlo Gariglio – Segr. Naz. MFL-movimento fascismo e liberta')
"Sull'utilizzo dell'antiamericanismo da parte delle destre, da Jean Thiriart a Franco Freda, da Alain De Benoist a Marcello Veneziani, ci sarebbe da scrivere più di un libro. Esso si ricollega storicamente al rancore nazifascista contro i vincitori della Seconda guerra mondiale, alla propaganda contro i complotti "giudaico-plutocratici" per il controllo del mondo, all'avversione razzista verso gli aspetti multietnici della società americana.
È l'antiamericanismo che ieri induceva i giovani neofascisti a scrivere sui muri "Né Lenin né Coca Cola" e che oggi vede i leghisti manifestare contro Mc Donalds.
Ma su questa strumentale utilizzazione dell'antiamericanismo che permette alle destre di indossare le sue maschere antagoniste senza mettere in discussione il capitalismo o di riferirsi alla lotta di classe, non è il caso di soffermarsi; mentre è forse il caso affrontare gli equivoci alimentati da certa sinistra europea."
L'umanità si divide in tre generi: uomini, donne e americani. (M. Veneziani, "Usa & costumi", 1985)
Vi è l'antiamericanismo di gruppi nazionalpopolari come il M.S. "Fiamma Tricolore" ed il Fronte Sociale Nazionale di A. Tilgher che in perfetta sintonia con Le Pen, ricollegandosi alle vecchie parole d'ordine contro i "liberatori", sono contro l'egemonismo Usa e la sudditanza italiana alle direttive di Washington, mentre vedono con estremo interesse il ruolo antagonista della Russia che si ritrova a fianco della Germania, facendo intravedere di nuovo la prospettiva di un blocco continentale Euro-Asiatico.
Altre "comunità politiche", quali quelle collegate alle omonime testate "Rinascita" e "Avanguardia" che prendono decisamente le parti dell'Iraq e delle "masse arabo-islamiche" (riecheggiando peraltro lo stesso linguaggio di alcuni settori antimperialisti [1]), non nascondendo nostalgia per le affinità tra nazionalismo arabo e nazismo e per i volontari mussulmani arruolati nelle SS; analogo, anche se con un linguaggio radical-sinistrese, lo schierarsi della galassia nazional-comunitarista che vi collega anche la resistenza alla globalizzazione, verniciando di rosso le teorie di Alain de Benoist.
"Sono molto preoccupato per la via che il governo Berlusconi sta intraprendendo, e che ci porta dritti verso l'americanizzazione della nostra società. Purtroppo è una tendenza molto forte, all'interno della casa delle Libertà. Se l'obiettivo di Berlusconi è quello di ridurci in schiavitù culturale (basta pensare alla spazzatura che trasmettono le varie Tv, 98% della quale proveniente dagli Usa) e costringere gli italiani a mangiare cibo per cani e curarsi con medicine per animali, come già avviene per milioni di poveri americani, beh, la strada è quella giusta. E poi, pensi a quello che è successo quest'estate. Centinaia di poveri anziani morti per il caldo. Soli e abbandonati. Secondo lei, non c'è da vergognarsi? E se uno si permette di richiamare i valori perduti della solidarietà e della famiglia, viene subito accusato di essere un fascista»." (Pino Rauti)
E perdinci! non obliamo i vari Murelli, Tarchi, Tilgher, Delle Chiaie, Freda..i Maurizio Neri, i Gaudenzi solo perche' sono stati neonazisti!!La gente cambia!
L'antimamericanismo e' l'antimperialismo degli sciocchi? o e' anche altro?Cosa? Diteci signori che avete "saltato il fosso"?
Per concludere(per adesso..):da "CONTRIBUTO PER LA COSTRUZIONE DEL MOVIMENTO ANTIAMERICANISTA" di G R. - coordinamento nazionale Slai COBAS /M. M. - COBAS Regione Lombardia:
Alcuni soggetti che sono iscritti nel gruppo di discussione hanno avuto a che fare, direttamente o indirettamente, con l'area di Orion. Orion nasce come luogo di raccolta di esponenti della destra radicale a cui successivamente si sono aggiunti personaggi pentiti della lotta armata degli anni settanta (vedere i numeri della rivista di alcuni anni fa). Uno dei più assidui collaboratori di Orion è, tra l'altro, Maurizio Murelli (forse anche tra i fondatori), notopicchiatore fascista negli anni settanta, condannato e incarcerato per violenzecontro militanti di sinistra e cosiddette forze dell'ordine. Egli faceva parte di un gruppo di fascisti (a meno che non si tratti di omonimia) che il 5 maggio 1972, a Monza, ha aggredito, sparando, me ed altri quattro compagni. Noi non avremmo mai pensato di doverci trovare, a nostra insaputa e nostro malgrado, in una situazione in cui, seppure in buona fede, si continua ad insistere sull'importanza e sulla necessità di dialettizzarsi con alcuni soggetti che hanno avuto a che fare, in vario modo, con la suddetta rivista e che sono a noi estranei culturalmente, teoricamente, politicamente e moralmente. Quest'area è sempre stata nemica dei movimenti rivoluzionari antimperialisti ed ha come elemento costitutivo la creazione di elementi di confusione e di equivoci tra i comunisti.Il fatto che si dichiarino antiamericanisti non significa automaticamente che debbano essere nostri alleati...almeno noi non ci fidiamo."
Ah!per la cronaca. Son comunista, nient'affatto incline alla paranoia,ma con gli occhi ben aperti.
By-By
Ps.il 6 dicembre non dimenticate di dipingere le celtiche sulle bandiere rosse-non sarebbe molto in tono con quella manifestazione.
Romanamente!
il gatto di céline
il 13 dicembre si svolge una manifestazione a sostegno della reistenza irachena.Questa manifestazione come dice il portavoce del campo antimperialista Moreno Pasquinelli e' aperta a tutti: "..proprio a tutti senza esclusione
il 13 dicembre si svolge una manifestazione a sostegno della reistenza irachena.Questa manifestazione come dice il portavoce del campo antimperialista Moreno Pasquinelli e' aperta a tutti:
"..proprio a tutti senza esclusione" (...) "Il fascismo e i fascisti sono oggi il nostro nemico principale?Assolutamente no. Mi pare davvero pleonastico dovere spiegare su una lista di antiamericanisti e antimperialisti chi sia oggi il nemico principale.(...)"Mai fare spallucce a fenomeni minotitari, poiche domani potrebbero non esserlo. Mi riferisco in particolare a due testate della destra radicale, il quotidiano Rinascita e Italicum. Quest'area, per chi non lo sapesse, si schiera contro l'imperialismo americano, considera Berlusconi il nemico principale, e l'Ulivo il male minore (nelle recenti elezioni friulane hanno votato per Illy!!)"
Ora cerchiamo di specificare meglio e circostanziare sia le provenienze che le varie collaborazioni dirette e indirette tra gli esponenti del Campo Antimperialista e i vari ambienti e personaggi dell' "Area"
Ripartiamo da questo estratto da un e-mail del portavoce del Campo:
"Non ci saranno fascisti alla nostra manifestazione. Non siamo in alcun sodalizio. Lo abbiamo spiegato e ripetuto in mille salse e sedi. E continueremo a ripeterlo con calma e razionalita'. Ci sono *fascisti* nella lunghissima lista delle adesioni? Che si facciano questi maledetti nomi invece di alzare la cortina fumogena e di far leva su passioni prepolitiche e irrazionali."
ci chiediamo sarà vero?
Intanto il Campo Antimperialista non fa' mistero (lo scrive sul notiziario di giugno 2003) di aver accettato l'adesione di "Socialismo e Liberazione" di Maurizio Neri, fuoriuscito dal Fronte Sociale Nazionale di Adriano Tilgher e Stefano Delle Chiaie, gia' della organizzazione nera "Costruiamo l'Azione"..
Dietro questo "Socialismo e Liberazione" (dove si pubblicano quasi esclusivamente interventi di Costanzo Preve) troviamo anche un'altro nome inquietante quello di Carlo Terracciano, "discepolo" di F.G.Freda, un tempo con Mario Tuti nella rivista "Quex", poi con Orion. Quest'ultima rivista (Orion) piu' le edizioni Barbarossa sono di Maurizio Murelli e ha come amministratrice la signora Alessandra Colla (coniugata Murelli con lo stesso Murelli che il 5 maggio 1972, a Monza, ha sparato a cinque compagni. ) che ha partecipato attivamente e pubblicamente alla lista antiamericanista fino ad un' incidente di percorso.
Il camerata nazionalbolscevico Murelli fra l'altro promotore di "Sinergie Europee" ( e del convegno italiano di EuroNat: la rete nazi-fascista europea) oltre ad aver "casualmente" pubblicato interventi di Miguel Martinez-Kelebek su Orion, e' noto per intrattenere un'antica "collaborazione" con Claudio Mutti. Claudio Mutti fa parte della schiera dei sostenitori e promotori della Manifestazione che pero' "casualmente" non appare nella lista ufficiale dei firmatari. Quest'ultimo Professore in nero ha sempre "casualmente" avuto l'onore di pubblicare attraverso la sua casa editrice "all'insegna del veltro" degli scritti di Enrico Galoppini [Fascismo e Islam] ( firmatario, attivissimo nella costruzione del manifesto antiamericanista e della manifestazione del 13 dic. oltre che "casuale "collaboratore sia di "Rinascita Nazionale" che di "Diorama Leterario" di Marco Tarchi-De Benoistiano della prima ora) e Tiberio Graziani (firmatario dell'appello). Tiberio Graziani è molto attivo oltralpe, editore di "Avatar edizioni" lo ritroviamo anche nella post-fazione del libro"Les Croisés de l'Oncle Sam" di Tahir de la Nive oltre che come traduttore di "Omaggio a Drieu La Rochelle". Sempre inseguendo questa intricata rete di "casualita'" lo troviamo collaboratore insieme a Claudio Mutti su un sito tedesco "Eiserne Krone" dove sempre casualmente tra un opera di J.Evola e l'altra troviamo l'appello God Smash America primo manifesto fatto a Febbraio 2003. Sempre in questo sito (Eiserne Krone) troviamo come autore Martin A. Schwarz (Robert Schwarzbauer), che pure lui sempre "casualmente" ha a che fare con Willi Langthaler del AIK (Antiimperialistischen Koordination)- Austria naturalmente anche lui firmatario dell'appello. Rimandendo all' estero troviamo Serge Thion, negazionista francese, però quando alcuni firmatari fanno notare che la sua presenza ed alcune altre non sembrano essere gradite la risposta da parte degli organizzatori e' netta e difensiva "No all'antifascismo reale" che come incipit ha: "Ma se non facciamo una manifestazione assieme con Thion con chi vogliamo farla", naturalmente non e' un caso che lo stesso Serge Thion venga citato ed invitato ad iniziative di Forza Nuova come anche dal camerata A.B. Mariantoni.
Torniamo in Italia e troviamo tra alcuni firmatari un intreccio a scatole cinesi tra collaboratori/editori di "Rinascita Nazionale", "Italia Sociale" e "Italicum": iniziamo da qui: tra gli "ospiti-relatori" dell'ultimo campo antimperialista, sempre perche' il caso ci mette lo zampino, troviamo Maria Lina Veca (Marilina Veca) che e' collaboratrice" esterna" di "Italiasociale" ( il cui direttore responsabile e' Ugo Gaudenzi) insieme a Claudio Mutti, Carlo Terracciano e dove troviamo anche il Generale Amos Spiazzi. Naturalmente il sig. Ugo Gaudenzi (che e' anche direttore e coordinatore nazionale di Rinascita Nazionale) non appare nella lista dei firmatari però e' accorso a difendere a spada tratta la manifestazione del 6 Dicembre anche con velate minaccie:"Questa volta non ci pugnaleranno alle spalle, questi vari Magdi Allam, Fulvio Grimaldi e loro mentori. Lo dovranno fare a loro rischio e pericolo" come scrive su Rinascita. Sempre casualmente Luigi Tedeschi (firmatario dell'appello) che e' direttore di "Italicum" la quale rivista vanta la collaborazione oltre che di Enrico Galoppini, anche di Giorgio Vitali (firmatario dell'appello) e che per uno strano caso della sorte e' tra i fondatori di "Rinascita Nazionale " a cui collabora anche Gabriele Adinolfi (tra i fondatori di Terza Posizione). Continuando ad aprire le scatole cinesi il caso vuole che Luigi Tedeschi scriva prefazioni a libri di Rutilio Sermonti, personaggio di ex ordine nuovo, editi, come sempre, dalla casa editrice di Claudio Mutti (All'Insegna del Veltro). Altro firmatario dell'appello è Biagio Cacciola (ex-capogruppo consiliare del Gruppo misto a Frosinone, ex-Msi-FTF, ed esponente del Fronte nazionale -nonche' ex del gruppo univ.-La Caravella") che datosi al socialismo tricolore ha , ma sempre assai casualmente, goduto dell'appoggio di Ugo Gaudenzi alle elezioni 2002 a Frosinone("Gaudenzi lancia Abbate e Cacciola" -titola il messaggero).
Bisogna dire che questo gruppo di firmatari paiono veramente amici di lunga data.
Continuando tra gli altri firmatari troviamo Walter Catalano che collabora a varie riviste tra cui «Diorama Letterario» insieme a Giancarlo Paciello (anche lui firmatario) il quale fa parte della redazione di Koiné-rivista che ha "saltato il fosso" e del comitato editoriale della CRT. Un altro firmatario molto e' Alessandro Lattanzi webmaster del sito "Aurora". Altro conoscente di Marco Tarchi (Diorama Letteraro) e firmatario è: Alessandro Bedini ex esponente del Msi.
Un altro firmatario e' Antonello Cresti di Firenze , nel suo curriculum scritto e pubblicato in rete di suo pugno scrive: "Parallelamente la mia collaborazione viene richiesta per lavori di analisi socio-politica, in maniera trasversale, da sinistra ("Comunitarismo" , "Voce Operaia" (mente politica del campo autoscioltasi nel maggio 2001 per dare vita ad un "terzo polo" nel movimento ndr) (http://www.voceoperaia.it/)" "Il Bolscevico", "COM", "Rosso XXI") a destra ("L’Officina" e "Italicum"). Insieme a Walter Catalano (voce recitante) e il gruppo di Cresti i "Nihil Project" hanno chiuso il 6 Settembre, per scelta militante, alle ore 21,30 la "rassegna antimperialista di Assisi".
Continua l'elenco dei "firmatari" :
Alberto Ostidich: Scrive per le edizioni AR di Freda, collabora con Italicum. Tra i suoi illuminanti saggi troviamo "Sulla Democrazia"(edizioni Ar) in cui si puo' leggere: "E' quindi l'inferire a pretendere di essere come il superiore, per invidia verso di lui. Risentimento questo, che la mitologia ci ricorda essere insito nell'uomo, con la scalata all'Olimpo dei Titani o con la ribellione di Lucifero.[......] Il primato della quantità sulla qualità è dunque assai opinabile". Fautore da sempre di "Una Sinistra aristocratica e popolare, nazionale e sociale(...)che avrà bisogno di richiamarsi non solo a Sorel, Corridoni o Berto Ricci, ma anche a Gramsci e a Proudhon, e così definirsi élitaria e d'avanguardia" si definisce uno che "vuole andare oltre la destra e la sinistra... Ostidich propone una trasversalità ampia ed assoluta, una Sinistra nazionale...
Franco Cardini illustre storico , docente all'Università di Firenze e medioevalista di prestigio mondiale ed ex consigliere Rai,"uomo che viene dagli studi sul tradizionalismo religioso" e' "uno che pubblicava da Akropolis e Camunia" . Cardini è presidente dell'associazione Identità Europea e ha redatto numerosi contributi per le terze pagine dei quotidiani "Il Giornale" e "Avvenire"(fece epoca la sua difesa del movimento Vandeano su "Avvenire" qualche anno fa. ) Si definisce "intellettuale disorganico" ":ex-aderente a Giovane Europa :"un reazionario di razza e di rango".
Eduardo Zarelli e Arianna Editrice: direttore della casa editrice Arianna, collaboratore della rivista virtuale di geofilosofia Est/Ovest di ispirazione neoconservatrice, spiritualista. comunitarista, nonche' curatore del libro di Friedrich Georg Jünger, La perfezione della tecnica, Roma, Settimo Sigillo, 2000. La casa editrice Arianna si distingue per aver pubblicato in Italia i libri di Alain De Benoist, come si può notare è consigliata dallo stesso De Benoist tra i suoi link preferiti.
Stefano Fabei docente a Perugia ha pubblicato diversi libri su un argomento in Italia poco conosciuto non soltanto al grande pubblico ma anche a molti storici di professione. Si tratta della storia dei rapporti che, a partire dal primo dopoguerra, intercorsero tra i movimenti di liberazione del Terzo Mondo, islamici ed indù in particolare, il fascismo ed il nazionalsocialismo: fenomeno scarsamente o per niente indagato tanto dagli storici della decolonizzazione quanto da quelli dei «fascismi».Ad esempio: La politica maghrebina del Terzo Reich edito da Claudio Mutti (Edizioni all'Insegna del Veltro)
Adolfo Morganti responsabile diocesano del GRIS (Gruppo Ricerca e Informazione sulle sette) di Rimini, dell'associazione Culturale "Il Cerchio" oltre che essere il Coordinatore nazionale dell'Ass. "Identità Europea", ovviamente collabora attivamente con Franco Cardini sia a Identità Europea che nell'organizzazione di molti convegni. Morganti ha anche una passione musicale e nel 1980 entra a far parte della " La Compagnia dell'Anello" come percussionista. Con Identità Europea organizza tutti gli anni l' "Università d'estate"evento al quale prendono parte esponenti delle diverse anime della destra radicale, oltre che simpatizzanti di AN e della Lega Nord. Ha partecipato inoltre come relatore all' evento culturale organizzato da Alleanza Nazionale a Strasburgo "Europa e Islam" ovviamente in compagnia di Franco Cardini.
Luca Tadolini presidente del Centro Studi Italia, associazione culturale che promuove lo studio storico, politico e sociale della Destra politica italiana ed internazionale, dei concetti di Tradizione, Patria e Nazione. Svolge l'analisi e la revisione degli eventi storici, politici e sociali, moderni e contemporanei, che hanno interessato l'Italia senza escludere rapporti e prospettive internazionali. Cura inoltre la ricerca della storia della Repubblica Sociale Italiana in collegamento con l'Istituto Storico della R.S.I. con sede in Terranuova Bracciolini (AR). Oltre a questo l'avv. Tadolini è il Responsabile del Dipartimento Culturale di Alleanza Nazionale di Reggio Emilia. Ha pubblicato per l'Edzioni all'Insegna del Veltro (CLaudio Mutti) il libro " I franchi tiratori di Mussolini" "...La documentazione raccolta da Tadolini smonta largamente la mitologia resistenzialistica partigiana, ed evidenzia il ruolo, principalmente etico-politico (ma in alcuni casi anche militare, come a Firenze) dell'altra resistenza non organizzata contro gli invasori anglo-americana.."
Nicola Ferrarese attivista fin dal '77 nel MSI di Almirante , due arresti e due proscioglimenti; fino al 2001 è stato segretario federale del M.S. Fiamma Tricolore di Piacenza periodo in cui si è contraddistinto per le azioni prese contro la costruzione di un campo nomadi a Piacenza. Dopo aver lasciato la Fiamma Tricolore si ricandida per l'elezioni comunali nella lista "Blocco civico sicurezza Fronte d'azione" e si dedica all' Associazione La Lupa e alla Comunita' Militante di Piacenza, il 25 Maggio di quest'anno viene indagato per l'incendio alla sede di Rifondazione Comunista a Piacenza.
Luca Palmerini di Europa Avanguardia l'anno passato a Roma ha organizzato con Azione Giovani e Associazione Lorien un seminario nazionale sulla musica alternativa dal 1965 al 2002 dove si ritrovano diverse personalità dal gruppo Gesta Bellica a Enzo Cipriano a capo della casa edistrice Settimo Sigillo e della Libreria Europa che come lui definisce:" punti di riferimento per tutto l’ambiente "di destra" italiano".
Mario Porrini e Maurizio Messina entrambe collaborano sia con Centro Italicum che con il quotidiano Rinascita Nazionale
L'avvocato Lorenzo Borré di Roma è stato il difensore di due personaggi storici delle SS: l'ex ufficiale nazista Erich Priebke e di Michael Misha Seifert, ex SS del campo di Bolzano
Il professore Alberto B. Mariantoni, attualmente collaboratore "internazionale" di Rinascita Nazionale, è riconosciuto come personaggio di rilievo nella destra italiana, fu rinviato a giudizio per il tentato golpe Borghese e ora intrattiene una sua sezione nel sito Nuoviorizzontieuropei dove vengono proposti articoli del camerata professore e giornalista. Quest'estate ha svolto un ruolo di rilievo per la costruzione del cartello elettorale 2004 promosso dalla Fiamma Tricolore.
Ora la rete di "presenze casuali nere" che vi sono in questa manifestazione e nella lista antiamericanisti e' cosi' intricata che non e' facile sbrogliarla speriamo di aver reso il tutto piu' semplice e comprensibile.
I nomi riportati sono inseriti nell'elenco completo dei firmatari dell'appello al 22 Novembre 2003
- antifa - strategia del camaleonte by nick Tuesday October 14, 2003 at 03:29 PM mail:
Che cosa si denuncia rispetto alla marcia del 6 dicembre?
Che cosa si denuncia rispetto alla marcia del 13 dicembre? Non certo qualche storiella d'infiltrazione. Chiariamolo subito.Questa vicenda e' l'esemplificazione, la fatidica punta dell'iceberg, di un progetto politico organico che mira ad una "rivoluzione antropologica del paese" di stampo neo-conservatore e neopopulista. Alla crisi complessiva della società italiana si risponde con un'offensiva di destra che mira a schiacciare il conflitto sociale su "ideologie" reazionarie, interne al quadro di riferimento della conservazione borghese.Sarebbe un grave errore, un'illusione pericolosa pensare che si tratti di un'operazione "stracciona" portata avanti da un manipolo di sbandati; non comprendere invece che essa e' interna ad un'offensiva generale di carattere antiproletario, culturalmente oscurantista tesa a spazzare via qualsiasi base e terreno sociale per ogni antagonismo libertario, per l'antimperialismo comunista, per la creazione del "tessuto nervoso" di una umanità internazionalizzata e solidale
Bisogna riconoscere la forza di attrazione che tali "operazioni", condotte da "rottami della storia" e da una "sinistra confusa" dal dopo '89, possono esercitare, quando le spinte alla lotta delle fasce meno garantite, piu' precarie e piu' precarizzate della societa' faticano a trovare un proprio terreno autonomo di espressione.Queste operazioni,tra sceneggiate trasformistiche di ogni genere, interpretano strumentalmente il disagio, il malessere, le preoccupazioni e l’insicurezza crescenti di quote importanti della popolazione.Il "Comunitarismo", il superamento della dicotomia fascismo/antifascismo, l'antiamericanismo come collante e cemento ideologico nazionalitario rappresentano alcuni dei tanti tasselli con cui si vuole portare avanti una strisciante campagna di revisionismo storico/sociale/culturale, di preventiva neutralizzazione di qualsiasi possibile sbocco progressivo, solidale e libertario del crescente malessere sociale.
Il 6 dicembre 2003, questa manifestazione " a sostegno del popolo iracheno che resiste", che senza troppi distinguo vuole unire attorno al proprio programma "culture, sensibilità e concezioni politiche e filosofiche assai diverse" ivi comprese quelle di presunti-ex neonazisti, rappresentera il banco di prova per un progetto piu' ampio di "rivoluzione antropologica " in senso reazionario della coscienza storica e della sensibilita' politica del paese.La riuscita di questa ammucchiata rosso-bruna inoltre rappresenterebbe un segnale positivo per tutti quelli che aspirano a mettere tra i ferri vecchi l'internazionalismo proletario a favore "dell'Inter-Nazionalismo": del sostegno alla moltiplicazione delle frontiere, delle nazioni, che a detta dei "promotori" minerebbero la solidita' dell'imperialismo americano.[Non e' un caso che lo stesso portavoce del Campo Antimperialista in piu' di qualche suo intervento scrive" inter-nazionalismo", col trattino come i "Comunitaristi"]
Il "nazifascismo" purtroppo rimane una categoria politica moderna soprattutto nel suo aspetto di "puro attivismo" indifferente ai contenuti si rivela capace di estrema flessibilita' e mobilita' ideologica e politica anche sul terreno dell'avversario. Storicamente il "nazifascismo" inglobava dentro di sé tutto ed il contrario di tutto monarchici e repubblicani, capitalisti e anticapitalisti, modernisti e tradizionalisti, cattolici e anticlericali, rivoluzionari e reazionari tutti integrati nella "superiore sintesi" dello statalismo nazionalista (oggi "antiamericanismo"?) e pretendeva di operare al di fuori della dicotomia destra/sinistra.Nel 1919 Mussolini stesso diede al suo movimento una verniciata di rosso.Con il programma di Piazza San Sepolcro imbarco ex-anarchici, ex-socialisti, ex-massimalisti.Non fu' solo propaganda , ma capacita' di coniugare in forme sia pure contraddittorie inedite e paradossali autoritarismo e democrazia diretta, liberalismo e statalismo, mercato e socializzazione.Dopo venne la dittatura.
Questa "strategia del camaeleonte" oggi viene ripresa da una "destra anomala"(che puo' proclamarsi "antifascista" perche', per parafrasare uno delle sue muse ispiratrici J.Evola,"il fascismo storico lo guarda da destra" ) per tentare di fondare un "terzo polo" antiamericano "Inter-Nazionalista", un movimento che superata la dicotomia fascismo/antifascismo sia in grado di rimettere in gioco tutto quello che la storia e la resistenza partigiana hanno combattuto in questo paese.Oggi, come ieri, fascismo e antifascismo non sono solo due etichette ideologiche fuorimoda, ma indicano due modi diammetralmente opposti di valutare in quale direzione deve concretamente andare la societa'.
I lor signori "trasversali", appurato che i lavoratori salariati (e i pensionati, quelli "non d’oro"), rappresentati da corrotte oligarchie partitico-sindacali , non hanno al momento alcuna autonomia, né d’azione né tanto meno di pensiero, che sono una massa spaurita, vociante e pronta "alla piazza", sempre eterodiretta, concludono che tra i loro "compiti di fase" c'e il "preparare un nuovo militante aperto a nuove prospettive": Quali?: alla consapevolezza che "l'opporsi strategicamente all'impero americano" comporta che "tutto mi va bene in questo momento, compreso Attila Re degli Unni", e anche e soprattutto le alleanze con chiunque:neonazisti compresi.("l’esigenza primaria, di lungo periodo, è la lotta contro l’imperialismo USA, con tutti quelli che ci stanno"; non "limitata ai seguaci politici della propria linea politica ")
Contro il capitalismo, fuori da destra e sinistra:
La tesi di questi "ex di destra e sinistra" è che la cultura e l’ideologia del "popolo di sinistra" sono oggi fra i principali ostacoli alla ricostruzione di una iniziativa storica anticapitalistica.E che quella "sinistra" che ama definirsi comunista o anticapitalistica e' poco piu' di una "deviazione semantica" perche' non e' capace di comprendere il valore positivo,in senso antiamericano (benche' tattico-transitorio ), di forze filocapitalistiche che si battono per creare almeno in Europa nuovi centri imperialistici (almeno uno) in antagonismo con gli USA. ("le rotture rivoluzionarie avvengono in particolari punti (in genere paesi) in cui si disgrega il blocco dominante in seguito allo scontro tra i dominanti.").
Le considerazioni di questa "sinistra" partono da un'assunto "bibblico" e da un'ossessione monistica:
"NOI ABBIAMO CHIAMATO A RACCOLTA TUTTI COLORO CHE CONSIDERANO GLI USA IL PRINCIPALE NEMICO DA BATTERE"
Poi il resto viene da se: lo trovate sulla lista antiamericanisti:
"-"e' sbagliato voler porre alla base di un'alleanza antimperialista la discriminante di classe, che puo' impegnare solo i marxisti."
"Il fascismo e i fascisti sono oggi il nostro nemico principale? Assolutamente no. Mi pare davvero pleonastico dovere spiegare su una lista di antiamericanisti e antimperialisti chi sia oggi il nemico principale.(...)
"I fascisti sono tutti schiacciati sulle posizioni di ForzaNuova? Assolutamente no. C'e' in quest'area un grande fermento, una accesa discussione non solo politica, ma teorica. Dobbiamo seguire con attenzione la discussione non solo politica, ma teorica. Dobbiamo seguire con attenzione questa discussione? O ci pisciamo sopra? Penso dobbiamo seguirla.Anzitutto per non essere colti impreparati (come e' successo ai compagni francesi, che davanti al demonio Le Pen, hanno finito per votare in massa... il diavolo Chirac!!).
Mai fare spallucce a fenomeni minotitari, poiche domani potrebbero non esserlo. Mi riferisco in particolare a due testate della destra radicale, il quotidiano Rinascita e Italicum. Quest'area, per chi non lo sapesse, si schiera contro l'imperialismo americano, considera Berlusconi il nemico principale, e l'Ulivo il male minore (nelle recenti elezioni friulane hanno votato per Illy!!).
Mi chiedo: possono singoli intellettuali o cittadini che vengono dal percorso della destra radicale, che se ne stanno separando, far parte di questa lista di discussione? Io dico di si. Una lista di discussione e' una tribuna di confronto, perche' mai dovremmo cacciare chi si porta appresso il suo imprinting?
Voltare le spalle ai circoncisi, andare dai pagani, per me significa voltare le spalle al vecchio movimento operaio, alla vecchia sinistra, ormai diventati parte integrante del sistema. Significa che occorre andare oltre i confini di di questa sinistra marcia, non per approdare a destra (sic! sic!), ma per andare tra le nuove generazioni, tra quelli che sono eslusi dal circo orfei della rappresentanza sistemica e della societa' dello spettacolo.NOI ABBIAMO CHIAMATO A RACCOLTA TUTTI COLORO CHE CONSIDERANO GLI USA IL PRINCIPALE NEMICO DA BATTERE".Ognuno ha ovviamente l'insindacabile facolta' di tirarsi indietro o di minacciare di farlo. Non puo' pero' far finta di non capire che noi volevamo raggruppare, su basi individuali, il piu' ampio numero di cittadini, di uomini e donne, a prescindere dalla loro fede politica, dai loro percorsi, dalle loro simpatie filosofiche.
Possono individui con idee diverse, con simpatie politiche diverse, con orientamenti filofosici e culturali diversi, raggrupparsi per avviare un'impresa tanto ardua, battere l'impero imperialista americano? Noi riteniamo che si, possono farlo, a patto che venga trovato col Manifesto(per la costruzione del movimento di resisenza all'impero americano-ndr)un punto di sintesi unitario adeguato. A patto che comprendano che gli USA saranno battuti in una battaglia di portata storica, di lungo periodo, da un'alleanza internazionale che sara' composita, plurale, persino conflittuale. Noi vogliamo essere un elemento fecondante di questa alleanza internazionale, consapevoli che operiamo in un paese imperialistico (non in Nepal o in Venezuela), in cui l'americanismo e' ampiamente egemone. Che l'americanismo che qui dobbiamo contrastare non si manifesta con l'invasione militare, ma con quella ideologica, culturale, politica, di cui la classe dominante locale, le istituzioni e i suoi ceti politici, sono cinghie di trasmissione.
Questa conclusione, in verita', e' solo un punto di partenza, ma un punto di partenza che qualifica e delimita la nostra impresa. Nessuno, ne' a sinistra, ne' al centro ne' a destra, ha colto che gli USA sono il principale nemico, nessuno oltre noi sta facendo appello a costruire un MOVIMENTO di Resistenza. In altre parole: per adesso siamo soli e dobbiamo anzitutto raggiungere una massa critica, non qualche decina, ma alcune migliaia di sostenitori.Dove andiamo a pescare questi sostenitori? Come possiamo attivarli? Con quali strumenti e modalita'? Miguel ( Martinez-kelebek-ndr), Alessandra (Colla amministratrice di orion libri-moglie di Maurizio Murelli-ndr) e altri hanno posto domande pertinenti. Rispondo che e' ancora presto per rispondere a queste domande.(...Il vero problema e' se consideriamo la sinistra reale l'habitat, la culla dal quale sorgera' un nuovo movimento rivoluzionario. Io penso di no, penso che questa sinistra e' ormai irreparabilmente affetta dal virus dell'americanismo.)(...) Affermo che non ci sara'continuita' tra questa sinistra e quella rivoluzionaria del domani, ma anzitutto rottura. Non ci sara' un'evoluzione, ma una discontinuita'. L'americanismo non e' solo Veltroni, Rutelli o Bassolino (che benedice lascuola per Veline): sono le street parade dei disobbedienti ai cortei, sono i punk a bestia, sono le ONG, sono i centri sociali che funzionano come vettori della cultura del ghetto tipicamente americanista, sono i giovani antagonisti che si ubriacano di musica e cultura a stelle e striscie, sono i black bloc, portatori di modeli di conflitto da americana societa' dello spettacolo.....
E' chiaro che questo movimento avra' poche ma chiarissime discriminanti, perche' vuole essere unitario e inclusivo. Le discriminanti sono analitiche (perche' gli USA sono il nemico principale), e propositive: come battere l'imperialismo americano. Su tutto il resto chi aderisse a questo Movimento, si tiene il suo libro preferito nello zaino, si terra' le sue idee su tutto il resto. Non a caso la bozza ha posto tre sole discriminanti universalistiche generali: liberta', uguaglianza e fratellanza.A chi ci rivolgeremo per ottenere una massa critica? Alla classe operaia? Agli intellettuali? Al ceto medio proletarizzato? Al lumpenproletariat? Alla borghesia illuminata? Ai comunisti che rimpiangono l'URSS che non c'e' piu' come principale baluardo antiamericano? Ai fascisti che ancora suonano la musichetta nostalgica della Repubblica di Salo'? Ai tifosi della lazio che inneggiano ad Arkan? O a quelli della Fiorentina che esposero le bandiere della pace? Ai vegetariani che odiano Mac Donald's? Alla sinistra o alla destra?Un Movimento di resistenza si rivolge a tutti, proprio tutti. Senza esclusione. "
Giudicate voi...
"I fascisti e noi" Moreno Pasquinelli 16.07.2003
"Note sul deserto e noi" Moreno Pasquinelli 13.07.2003
"Il bandolo della matassa" Moreno Pasquinelli 12.09.2003
"Le mille miglia " Mauro Pasquinelli 07.11.2003
- antifa - Strane riconciliazioni e ....antifascisteria by nick Thursday October 02, 2003 at 10:19 PM mail:
È possibile, nell’Italia di oggi, prospettare una unità d’azione tra le persone, i gruppi, i circoli e i movimenti che, al di là delle loro divergenze di orientamento politico, hanno in comune il rifiuto dell’occidentalismo e dell’egemonia atlantica?
STRANE RICONCILIAZIONI E… ANTIFASCISTERIA (“Rinascita”, 3 ottobre 2003) Claudio Mutti “Il ventesimo secolo non finirà senza assistere a strane riconciliazioni” Pierre Drieu La Rochelle Il 27 dicembre 1942, mentre a Stalingrado infuria la battaglia che segnerà l’inizio della sconfitta dell’Asse, Drieu La Rochelle annota nel suo Diario: “Morirò con gioia selvaggia all’idea che Stalin sarà il padrone del mondo. Finalmente un padrone. È bene che gli uomini abbiano un padrone il quale faccia loro sentire l’onnipotenza feroce di Dio, l’inesorabile voce della legge”. Un mese più tardi, in data 24 febbraio 1943, Drieu auspica: “Ah, che muoiano pure tutti questi borghesi, se lo meritano. Stalin li sgozzerà tutti e dopo di loro sgozzerà gli ebrei… forse. Eliminati i fascisti, i democratici resteranno soli di fronte ai comunisti: pregusto l’idea di questo tête-à-tête. Esulterò nella tomba”. Il 3 marzo si augura la vittoria dei Russi, piuttosto che quella degli americani: “I russi hanno una forma, mentre gli americani non ne hanno. Sono una razza, un popolo; gli americani sono un’accolita di ibridi”. Quanto al marxismo, secondo Drieu si tratta di una malattia passeggera che non compromette la fondamentale sanità dell’organismo russo. L’autocrazia sovietica rimane dunque la sola alternativa all’individualismo e alla democrazia, prodotti della décadence occidentale: “Scompariranno così tutte le assurdità del Rinascimento, della Riforma, della Rivoluzione americana e francese. Si torna all’Asia: ne abbiamo bisogno” (25 aprile 1943). E ancora: “Il mio odio per la democrazia mi fa desiderare il trionfo del comunismo. In mancanza del fascismo (…) solo il comunismo può mettere veramente l’uomo con le spalle al muro, costringendolo ad ammettere di nuovo, come non avveniva più dal Medioevo, che ha dei padroni. Stalin, più che Hitler, è l’espressione della legge suprema” (2 settembre 1943). Considerazioni di questo genere si fanno più frequenti nel corso del 1944, finché, il 20 febbraio 1945, Drieu esprime la fiducia che i Russi possano “spiritualizzare il materialismo” (1). Prospettive analoghe a quelle espresse da Drieu in questi brani del Diario si trovano nella lunga lettera che alcuni mesi dopo, il 22 agosto 1945, il capo dell’Unione Fascista Russa Konstantin Rodzaevskij scrive dall’esilio “al Capo dei popoli, Presidente del Consiglio dei Commissari del Popolo dell’URSS, Generalissimo dell’Armata Rossa, Iosif Vissarionovic Stalin”. Il capo fascista dichiara: “Vorremmo portare sotto i vessilli staliniani, sotto gli ieri odiati e domani adorati vessilli dell’Armata Rossa, sotto i vessilli della Nuova Russia e della rivoluzione, ciò che resta della nostra organizzazione in tutti i paesi del mondo: in Asia, in Europa, nell’America del Nord e in quella del Sud, in Australia, affinché l’ex Unione fascista russa affluisca nell’alveo della riconciliazione con la Patria e il beneamato Governo di milioni di russi ancora disseminati all’estero. (…) Senza rifiutare le mie idee, tanto più che esse in parte coincidono con le idee guida dello Stato sovietico, ma rifiutando decisamente i vent’anni della mia esistenza antisovietica, consegno me stesso, i miei amici, i miei camerati, la mia organizzazione nelle mani di coloro ai quali il popolo sovietico ha affidato i suoi destini storici in questi infuocati anni cruciali. La morte senza la Patria, la vita senza la Patria oppure il lavoro contro la Patria sono un inferno. Vogliamo morire per ordine della Patria o fare in qualsiasi luogo per la Patria un qualsiasi lavoro. (…) Gloria alla Russia!” (2) Prima che nel fascismo russo, già in seno ad altri movimenti analoghi si era manifestata la tendenza a riconoscere ed apprezzare positivamente una certa affinità tra nazionalsocialismo e sovietismo, tendenza che culminò all’epoca del Patto di non aggressione tedesco-sovietico, allorché i partiti comunisti ricevettero da Mosca l’ordine di cessare ogni attività ostile al Terzo Reich e nel campo nazionalsocialista e fascista molti intravidero la possibilità che si costituisse un fronte comune degli Stati proletari contro le plutocrazie occidentali. Emblematico il caso dell’Ungheria: nell’agosto del 1939, nel corso di una manifestazione crocefrecciata, accanto ai ritratti di Szálasi si videro a Budapest quelli di Hitler e di Stalin; e nell’ottobre del 1944 il governo delle Camicie Verdi comprenderà anche un ministro di origini comuniste evoluto in senso nazionalbolscevico, Ferenc Kassai-Schallmayer. Anche in Italia, e già diversi anni prima, erano emersi orientamenti simili. Ancora prima che nel 1933 il governo fascista siglasse con quello di Stalin il patto di amicizia (Mussolini aveva firmato nel 1924 l’accordo sul ristabilimento dei rapporti diplomatici e consolari tra Italia e URSS), gli esponenti del corporativismo integrale “ritenevano che l’antitesi fra Roma e Mosca non esistesse e che anzi il fascismo dovesse assorbire l’esperienza sovietica attraverso il corporativismo” (3). Bruno Spampanato, ad esempio, sosteneva che la vera e irriducibile antitesi non era quella che opponeva Roma a Mosca, ma quella che contrapponeva Roma e Mosca alle democrazie plutocratiche dell’Occidente, anche se era fuori discussione che “lo Stato fascista già si avvicina alle conclusioni alle quali dovrà ineluttabilmente arrivare Mosca” (4). E fu sempre nel corso degli anni Trenta che Nicola Bombacci, già fondatore del Partito Comunista d’Italia, poté legalmente fondare e dirigere un paio di riviste: “L’italo-russa”, che propugnava l’amicizia con l’URSS, e “La Verità”, il cui titolo costituiva la traduzione pura e semplice di quello dell’organo del PCUS, “Pravda”. Dopo che Nicola Bombacci ebbe terminata sul lungolago di Dongo, al grido di “Viva il socialismo!”, la sua carriera esemplare di nazionalbolscevico, a coltivare le migliori potenzialità della sinistra si provarono alcuni intellettuali di provenienza fascista: la continuità che in molti casi vi fu tra una precedente militanza fascista e un successivo impegno nel PCI o nella CGIL è ben documentata dal racconto autobiografico di Ruggero Zangrandi e dallo studio di Pietro Neglie sui “fratelli in camicia nera” (5). Al comunismo occidentale, che, “incapace di sottrarsi davvero a una concezione individualistica della vita”, rimane “intrinsecamente legato alla metafisica borghese e resta ancora al livello illuministico della carta dei diritti” (6), il teorico del corporativismo integrale, Ugo Spirito, contrappose fin dal 1961 l’ideale comunitario esemplificato in quegli anni dalla rivoluzione maoista. Anche Curzio Malaparte, che già aveva indicato in Mussolini “un restauratore dell’autorità, della fede, del dogma, dell’eroismo, contro lo spirito critico, scettico, razionalista e illuminista dell’Occidente”, nel 1956 si recò in Cina, proprio mentre in Italia la “razza marxista nata dalla decadenza del capitalismo” andava in crisi e si convertiva in massa al progressismo democratico. M. Antonietta Macciocchi attesta che lo scrittore “si innamorò dei cinesi, di tutti i cinesi, dall’uomo di Pechino vecchio di mezzo milione di anni, fino a Mao Zedong che intervistò. Ma io – ricorda la Macciocchi – non potevo pubblicarne i reportages abbaglianti (saranno raccolti nel volume Io, in Russia e in Cina), perché gli intellettuali comunisti (compreso, ahimé, Calvino) avevano inviato una protesta a Togliatti contro la collaborazione alla proba stampa del PCI del ‘fascista Malaparte’” (7). Quello di recuperare i fascisti o, come minimo, di tenere aperto il dialogo con loro, era per Palmiro Togliatti un progetto di antica data. Primo firmatario di quell’appello con cui il Partito Comunista nel 1936 aveva esortato i “fascisti della vecchia guardia” e i “giovani fascisti” a “prendere il manganello contro i capitalisti che ci hanno divisi” (8), il segretario comunista seguì con “rispettosa attenzione” (9) il tentativo del “Pensiero Nazionale”, intrapreso da Stanis Ruinas al fine di realizzare una convergenza tra il PCI e i “fascisti di sinistra”, e incaricò di coltivare i contatti Gian Carlo Pajetta ed Enrico Berlinguer (10). Quest’ultimo, che nel 1950 era capo della FGCI, “esaltava ‘il patriottismo sincero dei giovani neofascisti’ e auspicava un patto d’unione con loro contro l’imperialismo americano” (11). Il giornale dei giovani comunisti, “Pattuglia” (diretto da Ugo Pecchioli), pubblicò numerosi interventi di ex combattenti della RSI e patrocinò in tutta Italia una serie di manifestazioni congiunte contro il Patto Atlantico. * È possibile, nell’Italia di oggi, prospettare una unità d’azione tra le persone, i gruppi, i circoli e i movimenti che, al di là delle loro divergenze di orientamento politico, hanno in comune il rifiuto dell’occidentalismo e dell’egemonia atlantica? In più di mezzo secolo, il sistema ha neutralizzato le potenziali opposizioni, facendo ricorso agli strumenti dell’antifascismo e dell’anticomunismo al fine di accentuare e rinfocolare i contrasti che hanno sempre diviso tra loro i suoi antagonisti. Anche nelle ultime settimane, in corrispondenza di progetti miranti a rilanciare sulle piazze un movimento di opposizione all’imperialismo statunitense e al governo collaborazionista di Roma, il sistema ha trovato immediatamente i sabotatori che si sono messi al suo servizio, stavolta nel nome dell’antifascismo. Spaventati dall’idea che possa prendere corpo un movimento antimperialista che non discrimini i suoi aderenti sulla base della loro provenienza politica e della loro appartenenza ideologica, i bigotti e le beghine di quella che è stata definita “la religione dell’antifascismo” hanno gridato allo scandalo e hanno lanciato l’allarme contro le infiltrazioni fasciste. L’Italia, si sa, è un paese conformista; e il pregiudizio antifascista, spiegabile con la necrosi mentale da cui sono affetti molti italiani, è tra tutti i tabù prepolitici uno dei più duri a morire. Gli idolatri che nel terzo millennio rendono culto a questo mostro sacro dimostrano, se ce ne fosse bisogno, che aveva perfettamente ragione il buon Amedeo Bordiga, allorché diceva che la peggiore eredità del fascismo è, per l’appunto, l’antifascismo. Che spesso si manifesta in vere e proprie forme di antifasc-isteria. (1) Per una più ampia rassegna di tali brani del Diario di Drieu, cfr. C. Mutti, Un solo stendardo rosso, in: AA. VV., Omaggio a Drieu La Rochelle, Edizioni all’insegna del Veltro, Parma 1996, pp. 67-83. (2) K. Rodzaevskij, Lettera a Stalin, in: Sergej Kulesov – Vittorio Strada, Il fascismo russo, Marsilio, Venezia 1998, pp. 238-239. (3) Rosaria Quartararo, Roma e Mosca. L’immagine dell’Urss nella stampa fascista (1925-1935), “Storia contemporanea”, XXVII, 3, giugno 1996, p. 471. (4) Bruno Spampanato, Popolo e regime, Bologna 1932, p. 86. Cfr. anche Roma e Mosca o la vecchia Europa?, “Critica fascista”, 15 novembre 1931. (5) R. Zangrandi, Il lungo viaggio attraverso il fascismo, Feltrinelli, Milano 1962; P. Neglie, Fratelli in camicia nera. Comunisti e fascisti dal corporativismo alla CGIL (1928-1948), Il Mulino, Bologna 1996. (6) U. Spirito, Il comunismo cinese, “Rassegna italiana di sociologia”, 1, 1961; poi in Comunismo russo e comunismo cinese, Sansoni, Firenze 1962, pp. 57-58. Scriveva tra l’altro Spirito, reduce da un viaggio nella Repubblica Popolare Cinese: “Il marxismo è, infatti, una dottrina storicistica di carattere occidentale ben determinata che va dal giudaismo al cristianesimo, dall’illuminismo all’hegelismo, e si concentra nell’analisi della struttura economica di un industrialismo e di un capitalismo che trasformano la società europea. Nulla di tutto questo può avere un effettivo significato per il cinese. (…) Del resto, la rivoluzione comunista cinese solo indirettamente può collegarsi con il marxismo originario e anche con quello russo. (…) Rivoluzione nazionalistica e e rivoluzione contadina, quindi, fuori di ogni schema e di ogni logica marxistica. (…) È la tradizione cinese di sempre, che continua ad esprimersi fuori di ogni legame diretto col marxismo” (op. cit., pp. 87-88). Non dovrebbe dunque sembrare del tutto peregrino il tentativo di conciliazione che noi stessi a suo tempo facemmo tra i termini “maoismo” e “tradizione” (Maoismo e tradizione, “Quaderni del Veltro”, Bologna, settembre 1973). (7) M. A. Macciocchi, Chi ha paura dell’ombra di Malaparte?, “Corriere della sera”, 19 luglio 1987. (8) AA. VV., Per la salvezza dell’Italia riconciliazione del popolo italiano!, “Lo Stato Operaio”, X, 8, agosto 1936; rist. in “I Quaderni di Storia Verità”, 1, s. d. (9) Giano Accade, Da Salò al Pci, “Area”, dicembre 1998. (10) Per una ricostruzione del rapporto tra il gruppo di Stanis Ruinas e i dirigenti del PCI, si veda: Paolo Buchignani, Fascisti rossi. Da Salò al PCI, la storia sconosciuta di una migrazione politica. 1943-53, Mondatori, Milano 1998. (11) Antonio Socci, Berlinguer voleva allearsi col Msi, “L’Indipendente”, 5 gennaio 1994.
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