Giornalisti e agenti dei Servizi non fanno che sfornare analisi parziali che individuano il pericolo nella direzione voluta e desiderata dai "poteri forti".
Volete mettere la pericolosità di una loggia massonica come quella della P2 che organiza le massime autorità dello Stato insieme a politici e giornalisti per imporre la sua linea politica con l'uso della forza con la pericolosità immediata e violenta di gruppi anarchici che non hanno alcun collegamento politico istituzionale di rilievo e non sono in grado di accedere, in alcun modo, ai centri nevralgici del potere?
Ebbene il minimo che ci si potesse aspettare in una democrazia è almeno l'impiego delle stesse energie per combattere gli uni e gli altri, anche se la pericolosità avrebbe consigliato più attenzione verso la massoneria deviata. Ma quando il presidente del consiglio e il ministro degli interni sono della P2, quando i maggiori anchormen della Tv pubblica e privata sono della P2, quando le massime autorità dello Stato e i maggiori leader della sinistra hanno fatto passare in silenzio, senza applicare l'articolo 18 della Costituzione italiana e l'articolo 272 del codice penale, nella loro inarrestabile ma resistibile marcia verso il potere, i piduisti, che cosa ci si può aspettare da questa democrazia lesa nelle sue fondamenta?
Allora, una analisi che pretende di essere obiettiva, deve ascrivere la responsabilità dell'uso della bande paramilitari di destra e di sinistra e delle stragi e assassinii perpretati da : Ordine Nuovo (Nero), la Rosa dei Venti, le Brigate Rosse e altri gruppi minori ma non meno violenti e sanguinari, al complesso di gruppi dirigenti, di destra e di sinistra, che hanno criminalizzato, con l'azione violenta di questi gruppi gli avversari interni ai loro partiti, ossia, i politici e i movimenti che si opponevano alla omologazione liberista della economia e della politica italiana, facendo passare l'idea che ci fosse un legame tra terroristi e fautori dell'alternativa al liberismo, eliminandoli, in qualche modo (Moro e Berlinguer) e prevalendo con tesi solo miglioriste e definite riformiste da parte di politici che si erano resi disponibili a questa omologazione che ci ha portati negli ultimi 20 anni al trionfo del pensiero unico liberista.
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