Per ETA, Aznar appoggiò Bush per avere il suo aiuto in Euskal Herria e ha ottenuto solo il male peggiore.
Considera in un comunicato consegnato ieri che la sua politica estera ha avuto un duro effetto boomerang" In un comunicato emesso ieri, ETA ha reiterato che non ha responsabilità alcuna negli attentati di Madrid e ha valutato che gli attentati sono relazionati con la politica estera di Aznar. Secondo la sua tesi, appoggiando l'invasione dell'Iraq cercava l'appoggio di Bush contro Euskal Herria, ma ha peggiorato solo la situazione.
GARA DONOSTIA Un comunicato di ETA arrivato ieri da GARA riafferma che non ha nessuna responsabilità negli attentati del passato giovedì a Madrid, e compie, contemporaneamente, una valutazione politica della situazione creata. In prima istanza, denuncia che i responsabili polizieschi erano coscienti da un primo momento che ETA non è l'autrice degli attentati. Dei dati che si sono andati apprendendo, l'organizzazione armata basca vede anche come versione più possibile degli stessi siano opera di "un gruppo di origine islamica", da quello che valuta che quella sarebbe una conseguenza diretta della politica estera del Governo di Aznar nel suo appoggio a Bush. La denuncia della manipolazione, tuttavia, non la cinge al PP, e ricorda la reazione del lehendakari, Juan José Ibarretxe, e dei partiti PNV, EA ed Aralar. Per ETA, gli atteggiamenti mostrati davanti a questa situazione hanno esposto ai chiara la posizione di ognuno rispetto al conflitto che vive Euskal Herria. Ed accusa il PNV di perseguire, come il PP, "la sparizione del progetto della sinistra indipendentista." L'organizzazione armata espone varie questioni che definirebbero quello che sta succedendo. Di partenza, ETA afferma che il conflitto di Euskal Herria non "è un problema interno della Spagna", da quello che sottolinea che la sua situazione non può venire da un "patto" di libera adesione con lo Stato spagnolo, come preteso da Ibarretxe. Capisce, contrariamente, che il conflitto ha "una dimensione internazionale" perchè è il diritto di autodeterminazione quello che si trova in fondo alla questione. "E quella sentenza, oltre che a Spagna e Francia spetta direttamente all'Europa e l'insieme della comunità internazionale". Per ETA, se la decisione viene da un accordo coi due stati nei quali si trova diviso Euskal Herria, Europa e la comunità internazionale dovranno appoggiarlo. L'organizzazione armata considera che il PP ha tirato fuori fuori delle sue frontiere il conflitto con Euskal Herria. "In cambio della subordinazione e collaborazione leale con Bush, tra i benefici che si aspettava Aznar si trova chiudere definitivamente col 'conflitto basco'. Per ottenere i consigli, il servizio e le risorse degli statunitensi, (Aznar), è stato un alleato di prima fila nella politica internazionale criminale di Bush", afferma. In questo contesto, interpreta che gli attentati dell' 11 di marzo avrebbero una lettura concreta: "Che la politica estera portata con l'obiettivo di internazionalizzare il problema che considera 'interno' rispetto ad Euskal Herria ha avuto un duro effetto boomerang". Per ETA, la cosa unica che ha fatto José María Aznar è creare problemi più gravi. Dopo questa lettura, questa organizzazione mostra la sua decisione di "continuare" a lottare come fino ad ora, ma, contemporaneamente, mostra la sua disposizione a cercare una soluzione. Capisce che in questi otto anni il "Governo fascista", a dispetto di contare su ogni tipo di misura e risorsa, non ha chiuso con la lotta per l'indipendenza ed il socialismo, né lo farà nel "futuro". "Aznar è fallito nella sua politica di oppressione contro Euskal Herria, e falliranno anche tutte le politiche che partano da lì." ETA considera che sono momenti importanti, nei quali, per avanzare "nel cammino della libertà di Euskal Herria", rinvigorire l'offerta politica della sinistra indipendentista è, al suo giudizio, la migliore garanzia. Ricorda in questo contesto che inel 1996, poco tempo prima che Aznar arrivasse alla Moncloa, gli diresse una collocazione sull'Alternativa Democratica, accompagnato da una tregua di una settimana. "Tutti questi anni ha respinto quell'opzione di soluzione", annota il comunicato, per aggiugere che, ora, "Aznar va via già, dopo un mandato arrogante". E risalta che lascia il carico con una crisi nella struttura dello Stato e "un'eredità di guerra a Spagna ed Europa." Di fronte ai futuri governante spagnoli, ETA desidera che abbiano maggiore giudizio, "affinché possiamo riuscire attraverso il dialogo una pace collocata sui diritti." Frasi "Il Governo del PP scommise con forza su internazionalizzare il conflitto che vive Euskal Herria. Tra i benefici che aspettava Aznar in cambio della sua fedele collaborazione e sottomissione agli Stati Uniti stava quello di finirla col 'conflitto basco" "Speriamo che chi governerà ora, in Spagna agisca con più senso, affinché otteniamo una pace sostenuta nei diritti, per mezzo del dialogo, per Euskal Herria" "Dopo l'intervento fuorigioco di Ibarretxe, quella di alcuni leader di PNV, EA ed Aralar fu di vergogna. Sono entrati di pieno nelle linee del pensiero unico del PP"
da http://www.gara.net
http://www.gara.net/orriak/P14032004/art74645.htm
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