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[Milano] Gli abitanti di San Siro: case Aler, abusivi all’assalto
by dal corriere Tuesday March 16, 2004 at 11:44 AM mail:  

Gli abitanti di San Siro: case Aler, abusivi all’assalto.

Il comitato del quartiere San Siro denuncia il moltiplicarsi di occupazioni abusive nelle case Aler. In due lettere inviate alle istituzioni cittadine (al prefetto Bruno Ferrante, al questore Paolo Scarpis, all’assessore alla Sicurezza, Guido Manca, e non solo) gli abitanti chiedono un intervento delle autorità per arginare il fenomeno. «Nel periodo natalizio - si legge nel documento - c’è stato un vero e proprio assalto: sono stati occupati anche gli alloggi appena ristrutturati ed in corso di assegnazione». Gli abitanti vanno all’attacco: «Il quartiere San Siro è dimenticato, le istituzioni non rispondono ai nostri appelli e la microcriminalità cresce». Di qui la richiesta di sgomberi: «Sulle 473 occupazioni dei primi dieci mesi del 2003 - sottolinea il comitato - sono stati sgomberati 84 alloggi, contro i 469 sgomberi del 2002». Nel mirino dei residenti anche «il nuovo regolamento per gli accessi all’edilizia pubblica che, prospettando la possibilità di sanatoria, ha intensificato la corsa all’abusivismo».






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affitti rincarati
by sole rosso Tuesday March 16, 2004 at 12:01 PM mail:  

IN DIECI ANNI AFFITTI RINCARATI DEL 200%, MENTRE I SALARI AUMENTATI SOLO DEL 6-7%

Non accenna a placarsi la spirale speculativa sui canoni delle case in affitto, che ormai ha ampiamente superato i livelli da strozzinaggio. Il Sunia, uno dei sindacati degli inquilini, ha denunciato che in lO anni gli affitti sulle case sono aumentati del 200%, mentre gli stipendi, nello stesso periodo, sono cresciuti di appena del 6-7%. Il risultato è che ormai le case in affitto hanno raggiunto prezzi proibitivi: per un monolocale alla periferia di Roma non viene chiesto meno di 580 euro.
Secondo una stima del Centro studi e ricerche in campo immobiliare (Cresme), nel 2002, l'affitto medio in Italia era di 400450 euro al mese. La realtà è invece ben più diversificata. Infatti in tale stima rientra anche quella parte del patrimonio abitativo che è di proprietà pubblica, il 19,7% del totale (poco più di un milione di famiglie), dove gli affitti sono al di sotto del prezzo di mercato e questo abbassa e di molto la media. Fuori da questa che ormai è divenuta una nicchia, dove diventa sempre più difficile entrare (su 131.712 richieste presentate, ne sono state soddisfatte solo 10.457 nei programmi di Edilizia residenziale pubblica), si entra in una giungla speculativa vergognosa. A Roma la media di 1.061 euro deriva da un canone di 748 euro per la periferia, 985 euro per il semicentro e 1.574 per il centro. A Milano, il valore al centro sale a 1.875 euro. A Firenze si va dai 1.207 del semicentro contro i 1.031 euro del centro di Firenze. Praticamente impossibile trovare appartamenti in affitto a prezzi sostenibili, a Bologna, dove il rincaro negli ultimi due anni è stato prossimo al 50%) e a Venezia dove i proprietari non concedono i loro "lussuosi" appartamenti al di sotto dei 1.000 euro.
Va un po' "meglio" a Bari e Torino, dove il canone medio è tra 500 e 600 euro. Ma, anche in questi casi, come si fa a definirli canoni ragionevoli dal momento che il solo affitto (a cui poi va aggiunto le spese di condominio e le bollette, ecc.) prosciuga il 60/ 80%, della busta paga di un operaio medio? Come può sopravvivere un pensionato se la sua pensione raggiunge a malapena i 500 euro? Del resto i dati parlano chiaro: se nel 1998, l'affitto mediamente (e sottolineiamo mediamente) incideva sul reddito del 18,9%, nel 2003 il capitolo casa si è mangiato ben il 30,2% della bustapaga.
Cosicché 1'80% degli affittuari a prescindere dalle necessità sono condannati a scegliere abitazioni piccole, malsane e sovente in provincia. In particolare il 21 % si orienta verso il monolocale, il 32% verso il bilocale e solo il 26% opta per un trilocale.
problema supera dunque di lunga la soglia di allarme e a di aggravarsi ulteriormente. Messa definitivamente in soffitta a legge sull'" equo canone", falliti miseramente i "patti in a", e liberalizzati definitivamente gli affitti con la legge Zagatti del '98, sono molti gli inquilini che alla scadenza naturale dei vecchi contratti si trovano davanti al ricatto di dover accettaposte di contratti da strozzi) che raddoppiano o triplicano vecchi canoni o avere la spada di Damocle dello sfratto. Prendere o lasciare. Per di più, la azione selvaggia del mercato"mattone", lievitato oltre misura, sta mettendo a dura prova anche quelle famiglie che la fidando durissimi sacrifici, vorrebbero comprarla: i prezzi di I sono iperbolici, pratica- I inavvicinabili se non si ha un consistente capitale iniziale. Di fronte a quella che è una vera e ropria emergenza abitativa nazionale il governo del neo~rlusconi ha pensato bene nella Finanziaria 2003 di dare un’ulteriore sforbiciata al "sostegno di locazione" che i Comuni davano alle fasce più deboli, detto "buono casa". Dai :9 milioni di euro stanziati ,i è passati ai 362 milioni nel 2000, ai 336 milioni l ai 249 del 2002 scesi a 2003.
Secondo quanto scrive il Sunia "famiglie che hanno presentato domanda ai comuni per il contributo al pagamento dell’affitto, rappresentano il 6,7% del totale delle famiglie in affitto". Secondo i dati Anci, su 73 Comuni ad alta tensione abitativa le domande presentate sono state 105 mila e di queste oltre 92 mila sono state dichiarate ammissibili ma solo 77 mila sono state soddisfatte, pari all'84% del totale. Non ci vuoI molto dunque a capire che già le cifre stanziate negli scorsi anni erano insufficienti a far fronte alle famiglie che avevano dimostrato di averne diritto. Il taglio ulteriore di oltre il 30% degli stanziamenti decisi negli ultimi due anni renderà impossibile agli Enti locali non solo allargare il numero dei beneficiari, ma toglierà il sussidio a moltissime famiglie.
Basta dire che a Roma dal picco delle 13.300 famiglie beneficiarie (nel 2000) si è arrivati quest'anno solo a 6.000.
Per non parlare del fatto, che proprio il governo con la famigerata "cartolarizzazione" del patrimonio abitativo degli enti pubblici (Inps, Inpdap, Forze Armate) sta mettendo sul lastrico migliaia di famiglie che non potendosi permettere di comprare l'appartamento in cui abitano (offertogli, ovviamente a prezzi di mercato) rischiano di essere sfrattati dai nuovi proprietari o di finire in pasto alla grande proprietà immobiliare non più vincolata ai vecchi canoni di affitto.
La casa deve essere un diritto fondamentale e costituzionalmente garantito per tutti e il governo e gli enti locali devono farsene carico per soddisfarlo, innanzitutto aumentando significativamente i finanziamenti destinati alla politica abitati va, e poi facendo leva su tutta una serie di misure che vanno dalla costruzione di nuove case popolari, alla ristrutturazione del patrimonio abitativo esistente, alla coercizione verso le banche, le società di assicurazioni e i grandi proprietari immobiliari ad affittare, come prima abitazione, le case di loro proprietà a fitti popolari, compreso il divieto di sfratto fino a che non sia offerta un'adeguata abitazione alternativa, specie per le coppie di anziani soli e le famiglie a basso reddito.

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