Dopo Genova niente appare incredibile, ma questo accanimento militare e giudiziario verso un gruppo ultras (che non c’è più per propria scelta) ci fa tornare a respirare lo stesso fetido clima. Le Bal hanno le loro idee e le loro icone, che si possono condividere o meno, ma oggi di fronte a tali intimidazioni repressive ogni differenza va accantonata e la solidarietà attiva deve diventare un dovere ineludibile e non sterile opzione da frazionismo gruppettaro.
SIAMO TUTTI DELINQUENTI ASSOCIATI
Brutta bestia il potere! Ogni volta che esso si sente minacciato nella sua essenza di comando, nel suo essere sistema di ricchezza per pochi e di sfruttamento per molti, inizia il becero gioco dello scaricabarile. Nel caso del calcio l’ultima ruota del carro facilmente criminalizzabile è quella del mondo ultras. Un mondo che, stritolato tra le necessità economiche del calcio moderno e gli imperativi repressivi della tolleranza zero, sta subendo negli ultimi mesi un processo di Alquaedizzazione semplicemente barbarico. La necessità della figura del mostro da combattere è irrinunciabile per il governo globale oggi in voga. Come rinunciare alla figura di Bin Laden per legittimare le guerre? Come poter fare a meno dell’integralismo islamico per giustificare la torsione iper-repressiva delle società occidentali? Come, molto più in piccolo, coprire gli sporchi giochi del capitale italiano, padrone unico del sistema calcio, se non mettendo alla gogna la violenza ultras? Come, rimanendo nel nostro microcosmo, far accettare le indiscriminate e virulente pratiche di piazza della celere (la stessa del G8 di Genova) senza inventarsi teoremi accusatori propri della criminalità organizzata? Ed è così che questa estate in piena bufera per le false fideiussioni e le iscrizioni “chiacchierate” si è speculato sulla morte di un ragazzo di venti anni (vittima delle cariche indiscriminate ad Avellino) per spostare le attenzioni dalle magagne dei poteri forti all’”emergenza”: violenza nello sport. Ed è così che nel bel mezzo del tifone elusione fiscale e decreto governativo salva/calcio, come per incanto, viene ad offuscare il tutto la surreale notte del derby romano. Una notte criptica in cui succede tutto ed il contrario di tutto, cariche, contro/cariche, falò, pompieri, false notizie irrefrenabili, l’emotività degli spalti che vince sui tutori dell’ordine pubblico, una notte paradossale che gli opinion leaders concludono con le solite lapidarie sentenze: eliminare l’anomalia ultras, fare come l’Inghilterra, non essere schiavi di questi teppisti. Ed è così che a pochi giorni da una partita considerata a rischio per motivi politici (Livorno/Verona) la questura di Livorno emula i “ragazzi” da occupazione di G.W. Bush e con tanto di elicottero e di militarizzazione del territorio circostante irrompe nella sede del Collettivo Politico 1921 con la scusa di scovare i “segreti” delle Brigate Autonome Livornesi, volontariamente sciolte per contrastare l’ingiustizia dei provvedimenti DASPO subiti, sequestrando computer ed altro materiale “ritenuto interessante” a conferma del fantasioso reato di associazione (disciolta) a delinquere finalizzata a violenze verso la “pacifica” celere. Dopo Genova niente appare incredibile, ma questo accanimento militare e giudiziario verso un gruppo ultras (che non c’è più per propria scelta) ci fa tornare a respirare lo stesso fetido clima. Le Bal hanno le loro idee e le loro icone, che si possono condividere o meno, ma oggi di fronte a tali intimidazioni repressive ogni differenza va accantonata e la solidarietà attiva deve diventare un dovere ineludibile e non sterile opzione da frazionismo gruppettaro. A maggior ragione per noi che abbiamo conosciuto direttamente il loro impegno nel dar vita a quella anomala esperienza comune (che tanto fastidio dà a celere e dintorni) chiamata Resistenza Ultras. Detto questo non resta che chiudere con lo striscione esposto domenica allo stadio Liberati nelle due curve: ABUSI, TRUFFE, DEBITI SPALMATI, LA COSCIENZA PER I VOSTRI REATI SI LAVA CON I NOSTRI ARRESTATI e gridare ai nostri guardiani in assetto speciale e ai loro “fantasiosi” comandanti: SIAMO TUTTI DELINQUENTI ASSOCIATI. Resistenza Ultras Terni
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