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Hamas e Sharon: alleati di ferro
by Tom Sunday April 18, 2004 at 01:24 PM mail:  

non ùsi vuole tanto cervello per capire che l'uno non può fare meno dell'altro... alcuni dati rinfrescati....

SHARON E YASSIN, DUE VOLTI DELLA STESSA MEDAGLIA?

di Massimo Mazzucco

Nelle ore immediatamente seguenti l’uccisione di Yassin non è certo facile per nessuno capire qualcosa di certo rispetto ai veri interessi che possono aver guidato questa azione omicida.

Ma mentre le brigate Al-Aqsa gridano vendetta ai quattro venti – e sicuramente non aspettiamoci la sfilata delle suore benedettine - potremmo almeno evitare di cadere nella banale retorica della “spirale di violenza inarrestabile” che probabilmente ci propineranno da oggi i media ufficiali in ogni salsa e condimento.

Perchè? Perchè la logica si oppone ad una semplificazione così elementare di contrapposizioni assolute, e per più di un motivo: prima di tutto, bisognerebbe domandarsi come mai ogni sacrosanta volta che Sharon stava per incontrare un qualunque dirigente palestinese...

... nell’ambito di un ipotetico discorso di pace, Hamas interveniva a togliergli le castagne dal fuoco con un attentato che lo costringeva regolarmente a cancellare tutto. Questo è accaduto almeno una ventina di volte – contate - dal giorno dell’elezione di Sharon a primo mìnistro, e l’ultima di queste si è verificata proprio la settimana scorsa, in un attentato che ha avuto meno risonanza del solito solo perchè avvenuto nella scia immediata di quello di Madrid. Ma che è costato comunque la vita ad una dozzina di israeliani, sufficienti ad impedire anche stavolta a Sharon di incontrare un leader palestinese che lo aspettava con il caffè già in tazzina.

Ma poi, soprattutto, due sono le domande a cui bisognerebbe dare una risposta valida, prima di escludere una concomitanza di interessi fra Sharon e Yassin (fino a ieri, ovviamente).

1: Perchè Sahron ha per ben due volte permesso ad Yassin di tornarsene a casa, dopo averlo arrestato e fatto condannare in ambedue i casi? La prima volta fu nell’85, quando in seguito Yassin fondava proprio il movimento di Hamas. E dopo averlo arrestato di nuovo nel 1989, e dopo avergli fatto appioppare un bell’ergastolo dal tribunale israeliano, lo ha fatto di nuovo liberare (nel ’97), permettendogli così di tornare a casa, accolto come un eroe mitologico da 15 mila palestinesi impazziti dalla gioia? Non avrà certo pensato che Yassin, una volta rientato, si sarebbe dedicato al giardinaggio, giusto?

2: La seconda domanda è ancora più ingombrante: perchè mai, visto che Hamas rivendicava ormai regolarmente tutti gli attentati di questa ultima intifada, Sharon si è accanito a far circondare Arafat, tenendolo a pane ed acqua per tre mesi, mentre Yassin restava libero di muoversi (in senso figurato, ovviamente), di coordinare ed agire come credeva, come se lui con la faccenda palestinese non c’entrasse niente? Se era lui il mandante di tutti quegli attentati – e lo dichiaravano pure tutti apertamente - perchè non tagliare a lui le comunicazioni?

(Trovatemi un solo giornalista che si sia mai posto questa banalissima domanda, e lo pago a peso d’oro).

E’ quindi ovvio che qualche interesse in comune Yassin e Sharon debbano averlo avuto. E diventa quindi d’obbligo pensare che l’accordo – dal passato già non particolarmente sereno - si deve essere incrinato ad un punto di non ritorno. O forse, semplicemente, Sharon ha deciso che è il momento di avviare la mossa finale, e si è liberato di un elemento che non gli serve più, scatenando nel frattrempo la furia di cui ha bisogno per poter entrare una volta per tutte in Palestina e prendersi tutto quello che ritiene suo dal giorno in cui è nato.

Comunque stiano le cose, di sicuro questo omicidio ha permesso a Yassin di fare un ultimo favore a Sharon anche da morto: questa svolta nell’escalation arriva infatti proprio a due giorni da un voto in parlamento in cui Sharon è riuscito a restare in groppa per la bellezza di un solo voto. Ma ora certo c’è l’intifada da fronteggiare, non vorrete mica discutere di un rimpasto proprio adesso!

Che dite, sempre e soltanto coincidenze?

Massimo Mazzucco
http://www.luogocomune.net/lc/modules/news/article.php?storyid=108


Hamas è una creazione del Mossad

Secondo Zeev Sternell, storico all'Università Ebraica di Gerusalemme, "Israele ha ritenuto che fosse opportuno e astuto spingere gli islamici contro l'organizzazione per la liberazione dalla Palestina (OLP)". Grazie al Mossad, "l'istituzione israeliana per l'Intelligence e le operazioni speciali", è stato consentito ad Hamas di rinforzare la sua presenza nei territori occupati. Nel frattempo il movimento di Arafat per la liberazione della Palestina, Fatah, così come la sinistra palestinese sono stati sottoposti alla più brutale forma di repressione e intimidazione.

Secondo Zeev Sternell, storico all'Università Ebraica di Gerusalemme, "Israele ha ritenuto che fosse opportuno e astuto spingere gli islamici contro l'organizzazione per la liberazione dalla Palestina (OLP)".

http://www.triburibelli.net/sito//modules/MyAnnonces/index.php?pa=viewannonces&lid=3463

Sharon's Terror Child
How the Likud Bloc Mid-wifed the Birth of Hamas
By RAY HANANIA

Hamas is considered one of Israel's greatest threats, but the Islamic terrorist organization found its beginnings in the misguided Israeli effort to encourage the rise of a religious alternative that would undermine the popularity of the Palestine Liberation Organization and Yasir Arafat.

The strategy resulted in the birth of Hamas which rose from these Islamic roots. Israeli Prime Minister Ariel Sharon was a member of the government when the policy was developed in the late 1970s.

Although Sharon and his Likud (formerly Herut Party) government colleagues could not anticipate that the Islamic leaders they backed would eventually evolve into Hamas and suicde bombings, the two have benefited from each other's extremism over the years.
http://www.counterpunch.org/hanania01182003.html

Israeli Roots of Hamas Are Being Exposed
by Dean Andromidas
Speaking in Jerusalem Dec. 20, U.S. Ambassador to Israel Daniel Kurtzer made the connection between the growth of the Islamic fundamentalist groups Hamas and Islamic Jihad, and Israel's promotion of the Islamic movement as a counter to the Palestinian nationalist movement. Kurtzer's comments come very close to EIR's own presentation of the evidence of Israel's instrumental role in establishing Hamas, and its ongoing control of that organization.
http://www.larouchepub.com/other/2002/2902isr_hamas.html

Analysis: Hamas history tied to Israel
By Richard Sale
UPI Terrorism Correspondent
Published 6/18/2002 8:13 PM


In the wake of a suicide bomb attack Tuesday on a crowded Jerusalem city bus that killed 19 people and wounded at least 70 more, the Islamic Resistance Movement, Hamas, took credit for the blast.

Israeli officials called it the deadliest attack in Jerusalem in six years.

Israeli Prime Minister Ariel Sharon immediately vowed to fight "Palestinian terror" and summoned his cabinet to decide on a military response to the organization that Sharon had once described as "the deadliest terrorist group that we have ever had to face."

Active in Gaza and the West Bank, Hamas wants to liberate all of Palestine and establish a radical Islamic state in place of Israel. It is has gained notoriety with its assassinations, car bombs and other acts of terrorism.

But Sharon left something out.

Israel and Hamas may currently be locked in deadly combat, but, according to several current and former U.S. intelligence officials, beginning in the late 1970s, Tel Aviv gave direct and indirect financial aid to Hamas over a period of years.
http://www.upi.com/print.cfm?StoryID=18062002-051845-8272r



ISRAEL CREATED HAMAS

Driven by domestic political pressures, Sharon is coming to Washington armed with a 100-page dossier supposedly proving, beyond the shadow of a doubt, that Arafat personally ordered and planned the suicide bombings. His "proof" comes, we are told, from "captured documents" supposedly taken out of Arafat's offices, left lying around by fleeing PLO personnel. Uh huh. Very convincing, but, as the Los Angeles Times had the temerity to report,

"U.S. officials say they plan to remind Sharon of Israel's attempt to foster an alternative to the nationalist Palestine Liberation Organization by encouraging Palestinians in the 1970s to turn to their religion. One result was the growth of Hamas, one of three extremist groups behind the recent spate of suicide bombings in Israel."

Ouch! The last time I mentioned Israel's past sponsorship of Hamas, we received at least half a dozen letters saying, essentially, "how dare you even imply such a thing!" Well then, here we have it out of the mouths of our own officials – and so, I ask you, is the government of the United States run by anti-Semites? Or by Americans who have decided, for once, to put America first? We report. You decide.
http://www.antiwar.com/justin/j050602.html

vedete anche
http://www.comedonchisciotte.net/modules.php?name=News&file=categories&op=newindex&catid=5

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qualche risposta
by informazione Sunday April 18, 2004 at 02:41 PM mail:  

"Perchè? Perchè la logica si oppone ad una semplificazione così elementare di contrapposizioni assolute, e per più di un motivo: prima di tutto, bisognerebbe domandarsi come mai ogni sacrosanta volta che Sharon stava per incontrare un qualunque dirigente palestinese...
... nell’ambito di un ipotetico discorso di pace, Hamas interveniva a togliergli le castagne dal fuoco con un attentato che lo costringeva regolarmente a cancellare tutto."

perche' hamas e' contraria a qualunque forma di negoziazione tra palestinesi e israeliani, semplice.
a dimostrazione di cio' si possono andare a riguardare le coincidenze tra momenti culminanti negli accordi (dell'epoca di oslo) e i puntuali attentati per far saltare questi accordi (all'epoca non c'era sharon ma rabin). la puntualita' con cui hamas commette attentati in prossimita' di incontri tra sharon e dirigenti palestinesi e' la stessa di quando hamas commetteva attentati in prossimita' di importanti accordi, apposta per farli saltare. la logica e' la stessa.

"1: Perchè Sahron ha per ben due volte permesso ad Yassin di tornarsene a casa, dopo averlo arrestato e fatto condannare in ambedue i casi? La prima volta fu nell’85, quando in seguito Yassin fondava proprio il movimento di Hamas. E dopo averlo arrestato di nuovo nel 1989, e dopo avergli fatto appioppare un bell’ergastolo dal tribunale israeliano, lo ha fatto di nuovo liberare (nel ’97), permettendogli così di tornare a casa, accolto come un eroe mitologico da 15 mila palestinesi impazziti dalla gioia? Non avrà certo pensato che Yassin, una volta rientato, si sarebbe dedicato al giardinaggio, giusto? "

e qui si vede l'ignoranza storica di tale massimo mazzucco:
nel 97 lo sceicco e' stato rilasciato (non c'era sharon all'epoca, quindi anche chi non conosce la storia nota la contraddizione tra date e la volonta' di asserire l'ipotesi dell'alleanza yassin-sharon)
su richiesta della giordania per uno scambio di prigionieri. 2 agenti del mossad in cambio di yassin e ovviamente il governo ha accettato. cosa c'entra la volonta' di favorire yassin?

"2: La seconda domanda è ancora più ingombrante: perchè mai, visto che Hamas rivendicava ormai regolarmente tutti gli attentati di questa ultima intifada, Sharon si è accanito a far circondare Arafat, tenendolo a pane ed acqua per tre mesi, mentre Yassin restava libero di muoversi (in senso figurato, ovviamente), di coordinare ed agire come credeva, come se lui con la faccenda palestinese non c’entrasse niente? Se era lui il mandante di tutti quegli attentati – e lo dichiaravano pure tutti apertamente - perchè non tagliare a lui le comunicazioni?"

perche' alcuni gruppi che hanno commesso gli ultimi attentati prima dell'operazione scudo di difesa, che ha avuto come prima mossa l'isolamento di arafat, facevano capo proprio ad arafat, come le brigate dei martiri di al aqsa, finanziate direttamente dall'anp, che sono parte di fatah, partito di arafat. arrestare arafat era semplice, bastava circondare la muqata, il suo quartier generale a ramallah. mentre arrestare yassin, che viveva in una regione, quella di gaza, piu' impenetrabile rispetto alla cisgiordania era difficilissimo e allo stato attuale delle cose metteva in pericolo la vita di tanti soldati israeliani. quindi era piu' semplice ucciderlo in questo modo e cosi' e' stato fatto.

"(Trovatemi un solo giornalista che si sia mai posto questa banalissima domanda, e lo pago a peso d’oro)."

chi mai si porrebbe delle domande cosi' idiote? giusto tu

"E’ quindi ovvio che qualche interesse in comune Yassin e Sharon debbano averlo avuto."

perche' dimostri l'alleanza sharon yassin con fatti (anche confutati sopra) risalenti a prima dell'elezione di sharon (2001) e con azioni messe in atto da altri governi (Tra cui alcuni guidati dai laburisti)?


per quanto riguarda gli altri articoli sull'appoggio di israele ad hamas contro l'olp questo e' vero, ma e' sbagliato dire che israele appoggiava hamas
infatti israele ha finito di appoggiare hamas proprio quando e' nata e ha iniziato a commettere i primi attentati, con la prima intifada del 1997.
infatti appoggiava l'organizzazione precedente ad hamas che era il braccio palestinese dei fratelli musulmani. infatti prima di diventare hamas si occupava soltanto della costruzione di scuole e di ospedali, e ad israele faceva comodo che qualcuno si curasse della salute dei palestinesi (per evitare il piu' possibile rivolte) e si opponeva all'olp
per questo era "appoggiata" da israele, ma questo sodalizio si e' rotto nel momento in cui l'alleanza dei fratelli musulmani ha mostrato il suo vero volto, quello omicida, diventando hamas.
quindi israele ha iniziato a combattere contro hamas nello stesso momento in cui e' nata (ha preso il nuovo nome).

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i fratelli musulmani
by qualcheinformazioneinpiù Monday April 19, 2004 at 02:56 AM mail:  

"...infatti prima di diventare hamas si occupava soltanto della costruzione di scuole e di ospedali,..."

piuttosto forzato


Gennaio 1998

I Fratelli musulmani, fra repressione e violenza


A.G.
Saranno ben presto settant'anni da quando, nel marzo 1928, un insegnante egiziano chiamato Hassan al-Banna, di stanza a Ismailiyya, sulle rive del canale di Suez, fondò un'organizzazione destinata a un luminoso avvenire, i Fratelli musulmani. Nel giro di qualche anno questa associazione che rifiuta di definirsi partito politico si sviluppò con una rapidità fulminante: le sue sezioni passarono da 4 nel 1929 a 2.000 nel 1948. Nel 1946, il milione di aderenti che essa affermava di avere ne facevano la forza più potente in Egitto.
L'associazione si strutturava attorno alla figura di una Guida generale, un capo carismatico al quale gli aderenti devono totale obbedienza, il quale si valeva dei consigli di un ufficio generale per l'orientamento e di un'assemblea generale consultiva di un centinaio di membri.
Le idee di Hassan al-Banna confluirono nella corrente riformista musulmana rappresentata da Jamal ad-Din al-Afghani e dai suoi discepoli, l'egiziano Muhammad Abdu (1949-1905) e Rascid Rida (1965-1935). Questa corrente era caratterizzata da un ritorno alle fonti, il Corano e la Sunna gli atti del profeta Maometto e dei suoi compagni. Contrapponendosi ad una tradizione mummificata e alle innumerevoli chiose dei testi sacri, i suoi esponenti sostengono la necessità di sbarazzare questi testi dal velo dei vari Commenti per rileggerli e formulare sentenze giuridiche che siano sì fedeli allo spirito dei testi ma anche nuove, adeguate cioè al cambiare del mondo. Come già aveva fatto l'imam Sciafii il fondatore di una delle quattro "scuole" riconosciute dell'islam sunnita il quale, dopo un viaggio che lo aveva portato a Bagdad e al Cairo, aveva accettato di modificare la sua giurisprudenza. "Ad una domanda sul perché di tali modifiche, quando invece l'islam è unico, egli rispose che la realtà di Bagdad era diversa da quella del Cairo e che le leggi valide in quella città non lo erano necessariamente in questa. In altre parole, egli si riconosceva una verità di fatto: se la lettera del Corano e della Sunna è infatti unica, le sue concrete applicazioni sono molteplici. Essere fedeli alla lettera presuppone quindi un'opera di adattamento (1)." Siamo molti lontani da un atteggiamento conservatore o tradizionalista.
Bisogna essere contemporaneamente "fondamentalisti" e "modernisti", rispondere alle sfide del mondo contemporaneo e della dominazione coloniale , senza rinunciare alla propria cultura e ai propri valori. Bisogna dunque opporsi al movimento di laicizzazione che ha preso piede in Egitto e, per questo, "non esiste un'organizzazione valida della società senza islam, cioé senza tribunali, senza scuole, senza un organo di governo esecutivo musulmano che applichi realmente i dettami della Legge di Dio (2)" In un primo momento, i Fratelli musulmano appoggiarono gli "Ufficiali Liberi" che destituirono re Faruk il 23 luglio 1952.
Ma ben presto ingaggiarono una prova di forza col nuovo uomo forte, il colonello Gamal Abdel Nasser. L'Associazione fu sciolta e decine di migliaia di militanti arrestati, torturati e inviati al patibolo. Una seconda ondata di repressione si abbatte su di loro verso la metà degli anni sessanta quando molti dirigenti del movimento, fra cui Said Qutb, vennero impiccati.
Dopo la sconfitta del giugno 1967 e la morte di Nasser, la morsa della repressione si allenta. Il presidente Anuar as-Sadat utilizzerà i Fratelli musulmani nella sua lotta contro la sinistra nasseriana e i marxisti, ma l'associazione non sarà mai legalizzata.
Nonostante le loro periodiche condanne della violenza, dopo il 1994 i Fratelli musulmani tornano a subire le pressioni del potere. Sul piano sociale, svolgono un'intensa attività nei confronti dei più poveri, ma non rimettono in causa l'ordine stabilito, pur predicando la necessità di ridurre le ineguaglianze. Come altre organizzazioni estremiste hanno sostenuto la legge agraria, entrata in vigore nello scorso mese di ottobre, che permette ai proprietari di fissare, in modo arbitrario, gli affitti richiesti ai contadini.
Fu durante gli anni sessanta che nelle prigioni egiziane nacque e crebbe una generazione radicale, che verrà influenzata dal pensiero e dagli scritti di Said Qutb. Secondo quest'ultimo, che solo tardivamente aveva aderito all'associazione dei Fratelli musulmani, bisogna rompere non solo con l'Occidente un'idea che Hassan al-Banna non ha mai sostenuto ma anche con la barbarie della società post-coloniale, "una società non islamica". Questa tesi e la persistenza di un potere antidemocatico, giustificano agli occhi di alcuni militanti l'uso della violenza che Said Qutb non ha mai raccomandato. I militanti radicali, dopo aver rotto i rapporti con i loro compagni più anziani da loro accusati di quietismo, diventeranno l'avanguardia di due formazioni, al-Gamaa al-Islamiya e al-Jihad.
Ma l'eredità di Hassan al-Banna valica i confini dell'Egitto. I Fratelli, che già avevano combattuto in Palestina negli anni 30, sciameranno nel mondo arabo. Essi saranno all'origine della creazione di Hamas a Gaza e le loro sezioni diventeranno particolarmente influenti in Giordania e nello Yemen. Con l'appoggio dell'esercito essi si sono poi impadroniti del potere in Sudan nel 1989.




note:


(1) Cfr. Tariq Ramadan, Hassan al-Banna, la pensée d'un siècle, che verrà pubblicato dalle Edizioni Bayard nella primavera del 1988.

(2) Olivier Carré, Gérard Michaud, Les Frères Musulmans (1928-1982), Gallimard, collezione "Archives", Parigi 1983.
(Traduzione di P. R.)



http://www.ilmanifesto.it/MondeDiplo/LeMonde-archivio/Gennaio-1998/9801lm13.01.html

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hai ragione
by hai ragione Monday April 19, 2004 at 03:03 AM mail:  

hai detto bene nel titolo del primo articolo: Sharon e Yassin.

da sterminare entrambi.

brindiamo al secondo di yassin giustiziato ieri.

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vai cosi'
by uomo di latta Monday April 19, 2004 at 10:20 AM mail:  

http://italy.indymedia.org/news/2004/04/528352_comment.php#528523

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