Al termine delle votazioni sui singoli paragrafi, il voto sull'intero rapporto: 237 favorevoli, 24 contrari, 14 astenuti. L’aula di Strasburgo era gremita, tanto che i votanti sono stati 275. senza contare i banchi dei popolari euroepei - il Ppe - e della Uen, due gruppi che non hanno partecipato alla votazione.
Ci sono stati anche momenti di tensione a Strasburgo - specie tra il socialista Baron Crespo e l'azzurro Tajani - prima del voto, oggi, nell’aula dell’Europarlamento con cui è stata approvata a larga maggioranza la relazione della liberale danese Johanna Boogerd Quaak sul pluralismo dei media «in Europa e in Italia».
Nella relazione, su suggerimento del presidente dell'europarlamento Pat Cox, sono stati espunti i nomi propri: Silvio Berlusconi, Rupert Murdoch, ma anche ai giornalisti Enzo Biagi, Michele Santoro, Ferruccio De Bortoli e al comico Daniele Luttazzi che erano esplicitamente citati al paragrafo 60.
Ma la sostanza resta ed è un avvertimento al governo italiano, un monito. E infatti la reazione di Forza Italia è stata scomnposta. Per il coordinatore Sandro Bondi si è trattato di una «vergognosa canea antitaliana dei postcomunisti italiani». Per il capo della delegazione azzurra solo di «un esercizio di voto», senza valore né legale né politico. E oltretutto proveniente da «una minoranza, una fazione che rappresenta poco più di un terzo dei parlamentari».
Sarà ma i numeri dicono diversamente. Al termine delle votazioni sui singoli paragrafi, il voto sull'intero rapporto: 237 favorevoli, 24 contrari, 14 astenuti. L’aula di Strasburgo era gremita, tanto che i votanti sono stati 275. senza contare i banchi dei popolari euroepei - il Ppe - e della Uen, due gruppi che non hanno partecipato alla votazione.
Naturalmente soddisfatti i rappresentanti del centrosinistra italiano. Francesco Rutelli ha anche definito come «molto importante» che gli europarlamentari dell’Uds francese, appartenenti al Ppe, siano rimasti a votare a favore della risoluzione. Giudicando la posizione del presidente dell'Assemblea, Pat Cox, Rutelli come «il ruolo di arbitro in modo ineccepibile».
Paolo Serventi Longhi, segretario della Fnsi, il sindacato dei giornalisti italiani, lo definisce «un grande successo per tutti coloro che difendono in Europa e in Italia la libertà di espressione».
Il deputato dei Ds, Giuseppe Giulietti, di “Articolo21” vede inoltre nella decisione dei Popolari di astenersi dal voto «il via libera per una critica per la situazione dei media nel nostro paese con un riferimento al conflitto di interessi del presidente del Consiglio». «Tutta Europa -afferma Giulietti - dai liberali, ai socialisti, ai Verdi, ai Comunisti ha votato una risoluzione per la libertà dei media in Europa e contro il conflitto di interessi italiano affinchè non faccia scuola in Europa».«È una grande scelta di civiltà e a questo punto - sottolinea l'esponente dei Ds - sono più forti coloro che presenteranno i ricorsi in Europa e alla Corte Costituzionale, contro la legge Gasparri, quando sarà approvata perchè da oggi anche l'Europa sostiene che il conflitto di interessi e la legge Gasparri è fuori dal comune sentire di tanti moderati europei».
Digrigna i denti, anche se nera e non azzurra, l’eurodeputata Roberta Angelilli di An. Per lei quello che è successo in Aula non è altro che «un atto di disperazione, o meglio una forzatura al regolamento fatta dalla Presidenza che ha impedito alla minoranza il diritto di esprimere il proprio parere». E spiega: «Non abbiamo partecipato al voto, perchè questa relazione apparentemente si concentra sui media e sulla libertà d'informazione, ma in realtà è tutta dedicata al governo italiano e al suo presidente del Consiglio». A suo dire oltre che frutto di «una campagna anti-italiana contro Berlusconi», si tratta di «un tentativo autoritario di voler a tutti i costi infliggere una condanna puramente ideologica all'Italia».
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