Cosa si cela veramente dietro la paventata rivoluzione del digitale terrestre? Quali le connessioni tra i nuovi canali digitali e rete 4?
le risposte...
In questi giorni stiamo subendo un vero e proprio bombardamento mediatico per indurci ad acquistare un “set top box”, ovvero il decoder per ricevere la tv digitale terrestre. Ma che vantaggi porta agli italiani la nuova tecnologia? In linea di principio il digitale terrestre consentirà di ricevere in qualità migliore i canali televisivi, interagire con i programmi e gustarsi nuove reti televisive. Ma dato che siamo in Italia i dubbi cominciano a sorgere subito. Innanzitutto con il digitale terrestre non è più possibile guardare due programmi diversi su due apparecchi televisivi distinti, non è possibile (almeno ad oggi) vedere il televideo, ha il problema di avere la linea telefonica occupata (e probabilmente anche a pagamento) per interagire con i programmi e, non ultimo, i nuovi canali messi a disposizione dell’utenza non aggiungono nulla di nuovo o di diverso a chi possiede già , per esempio una parabola senza nessun contratto. Qualche nuovo canale, a dirla tutta, esiste. Si tratta di “Sportitalia” e “PrimaTv”, due reti a programmazione sportiva che sono sorte dal nulla negli ultimi mesi. Tali reti sono di proprietà di Angelo Codignoni, in passato manager della Fininvest e tra i fondatori di Forza Italia e Tarek Ben Ammar, ex membro del consiglio d’amministrazione Mediaset e lontana conoscenza del panorama giuridico italiano. Nel processo “All Iberian” a carico di Berlusconi e Craxi, Tarek aveva cercato di discolpare i due da una storia di finanziamenti in nero. E dato che siamo in Italia la vicenda comincia a puzzare ancora di più. E’ un caso che questi due “uomini d’affari” si siano gettati proprio ora e proprio nel mondo digitale terrestre? Una difficile coincidenza. Il 30 aprile l’autorità di garanzia nelle comunicazioni dovrà accertare che almeno il 50% del territorio sia coperto dal segnale digitale terrestre, che i canali offrano delle novità rispetto a prime e che i decoder siano in vendita a prezzi “accessibili” (nota d’autore: si è mai vista una legge che deve accertare “prezzi accessibili”? cosa significa accessibile?). Ad oggi il segnale copre (secondo dati mediaset) il 51,7% del territorio, i nuovi canali sono pronti anche se addirittura i numeri verdi di informazioni non sanno cosa potranno trasmettere e i decoder sono in vendita a circa 250 euro. Che presumibilmente non sarebbe una cifra “accessibile” se non fosse per un bonus statale sull’acquisto di un decoder interattivo pari a 150 euro. Gasparri & company hanno infatti stanziato la cifra di 92 milioni di euro a titolo di agevolazioni per lo sviluppo della tecnologia DT. Entro il 30 aprile, se tutti i parametri saranno rispettati, Rete 4 sarà salvata dal trasferimento sul satellite (che doveva avvenire, per ordine della Corte Costituzionale, entro l’ 01/01/04) sulla base del decreto-salvarete. E potrà continuare ad occupare le frequenze analogiche che, per una sentenza risalente al 1994, spetterebbero all’emittente Europa 7. Il governo quindi, senza accertare quanti saranno realmente i cittadini che utilizzeranno il digitale terrestre (ma si parla di cifre bassissime), si limita a controllare che il decoder sia in vendita e in colpo solo piazza altre due reti di proprietà di Berlusconi, salva, con immensi guadagni, rete 4 dallo spostamento sul satellite, e “sperpera” in un progetto ancora allo stadio embrionale, 92 milioni di euro. E tutto non certo a vantaggio dei cittadini ma di un solo cittadino. Per la felicità, forse, di qualche italico sportivo, che sborserà 100 euro per godersi 24 ore di sport al giorno, inconsapevole di aver così contribuito ad ingrassare le tasche di un Presidente del Consiglio che legifera a vantaggio di se stesso, proprietario dell’etere italiano.
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