il quarto giorno di Atelier
SOSTIENE ATELIER N° 5..
Sostiene Atelier n° 5 che le forbici delle quali si è servito per entrare nelle celle frigorifere dell’ex macello comunale hanno avuto anche un’altra utilità: squarciare la rete che segnava il confine tra un quartiere intero e uno spazio [in teoria] pubblico [nella prassi] abbandonato, e quindi negato.
Sostiene Atelier n° 5 che la persistente negazione di un diritto, quello a usufruire degli spazi pubblici, abbia fatto emergere tra le/gli abitanti di Porta Mortara un interesse ad avviare un percorso di riqualificazione partecipata dell’area dell’ex macello, innescato dalla liberazione di Atelier. Ci siamo accorti di questa disponibilità durante gli incontri avvenuti: nelle strade del quartiere, in occasione dell’assemblea cittadina, nelle manifestazioni di sostegno concreto al nostro sforzo [grazie per i panini!], dalle visite incuriosite dei nostri nuovi vicini. Anche per questo vorremmo poter presentare il nostro progetto nel corso del consiglio di quartiere di questa sera, al quale parteciperemo.
Sostiene Atelier n° 5 che ci sia altro di cui rallegrarsi. Ieri era il 25 Aprile, cinquantanovesimo anniversario dalla Liberazione. Eravamo presenti ai festeggiamenti ufficiali, ma solo per ascoltare le parole di chi si fa reale interprete e portatore dei valori della Resistenza. Di sicuro non per strumentalizzare, come qualcuno ieri ha fatto, quei valori. Il 25 Aprile 1945, l’Italia si è liberata dall’occupazione del nazifascismo. Atelier non occupa, libera. Libera uno spazio che, in quanto vuoto ed inservibile ad uso sociale, era occupato: dalla polvere e dalle speculazioni.
Sostiene Atelier n° 5 che non tollererà che degrado e speculazioni tornino a invadere l’area dell’ex macello, anche qualora ci vedessimo costretti ad abbandonare questo stabile con uno sgombero. In ogni caso questa area deve essere destinata ad uso sociale, e quindi resa pubblica, accessibile e fruibile, a partire dal piccolo parco: sin da oggi ci stiamo impegnando per renderlo usufruibile.
Sostiene Atelier n° 5 che la nostra disponibilità al dialogo con l’amministrazione comunale non è in discussione: c’era quando un anno fa cercavamo di farci sentire nei sordi corridoi di Palazzo Cabrino, c’è anche ora. Sia il Sindaco, piuttosto, a prenderci finalmente in considerazione: si impegni pubblicamente a riceverci o a venirci a trovare per formulare proposte concrete. Sia ben chiaro, però, che non accetteremo condizioni pregiudizievoli per la realizzazione del progetto e la sua autonomia.
Sostiene Atelier n° 5 che non c’è mai da stare con le mani in mano. Domani presenteremo Atelier [ed in particolare ATEgLI€uRo e Studioteque] nella ex caserma Perrone [trooooppe caserme a Novara..per lo più vuote..], dove ora sorge l’Università. Qualcuno si riempie la bocca con espressioni del tipo “Novara città universitaria”, “Novara città dei giovani”: nella realtà dei fatti Novara è ben lontana dall’esserlo: mancano tutti i servizi minimi necessari. Dov’è la mensa? Dove sono gli alloggi? Come vengono garantiti diritto allo studio e alla mobilità? Dove sono la cultura e la socialità, se gli unici spettri che si aggirano per la città sono noia e carovita? Noi non lo sappiamo, però vogliamo dare il nostro [piccolo] contributo.
Dalla cella frigorifera dell’ex macello comunale,
Quartiere Porta Mortara, Noia-ra,
il quarto giorno di Atelier
ATELIER n°5
Largo Pasteur 4 [oltre il cancello sempre dritto..] autobus C,C/,1
Novara, profonda provincia dell’Impero
Info: 3291755060, atelier5@inventati.org
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