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L'opposizione ha deluso sul decreto Urbani
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Zeus News Thursday April 29, 2004 at 02:07 PM |
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Dopo l'approvazione del decreto Urbani alla Camera, fioccano le polemiche a proposito dell'atteggiamento deludente e ingenuo tenuto dall'opposizione.
[ZEUS News - http://www.zeusnews.it - News, 27-04-2004]
L'approvazione da parte della Camera del decreto Urbani è stata accompagnata dalle critiche di commentatori autorevoli e riconosciuti della Rete italiana come Massimo Mantellini che non hanno nascosto la loro delusione per il comportamento tenuto in aula da parte dell'opposizione di centrosinistra. Infatti il decreto Urbani è stato approvato con 221 voti favorevoli, 12 contrari (Verdi e Partito della Rifondazione Comunista) e 175 astenuti (il resto del centrosinistra). In questo caso le polemiche si appuntano contro l'esponente dei Ds Piero Folena che per tutta la giornata ha menato vanto sugli organi di stampa dell'emendamento presentato insieme al deputato verde Bulgarelli, che ha visto andare sotto la maggioranza.
Grazie a numerose assenze che indebolivano la maggioranza, è stato cancellato il comma 7 dell'articolo 1, che prevedeva l'obbligo da parte degli Internet Provider di comunicare al Ministero degli Interni le violazioni sui propri server da parte di chi scarica musica e film. Indubbiamente è un buon miglioramento della legge, che elimina l'obbligo per i Provider di trasformarsi in gendarmi della Rete e rende più difficile l'opera di repressione.
Il problema è che le opposizioni hanno lasciato passare non solo la sanzione di 154 euro, purtroppo già prevista dalla legge 633 del 1941 (e successive modifiche) per chi "abusivamente utilizza supporti audiovisivi, fonografici, informatici" ma, peggio ancora, la sanzione penale da 3 mesi a 6 anni sostituendo la dicitura "a fini di lucro" con quella "per trarne profitto" che punisce anche chi condivide file per uso personale.
Inoltre sempre il decreto Urbani prevede una tassa di 0,36 euro per Gbyte sui supporti di memorizzazione digitale e una tassa del 3% sul prezzo di listino per masterizzatori e software di masterizzazione che verrà versata alla Siae (alla faccia della riduzione della pressione fiscale). Queste tasse erano state giustificate, in Commissione, dalla relatrice Gabriella Carlucci (Forza Italia)come un'alternativa alle sanzioni per l'uso personale. Invece ora ci sono le une e le altre.
Un altro auorevolissimo commentatore come Beppe Caravita, giornalista specializzato in Internet del Sole 24 Ore, ammette che l'opposizione si è fatta letteralmente "prendere in braccio" dalla maggioranza credendo alle promesse di eliminazione delle sanzioni per la cosidetta "pirateria domestica". Comunque, ingenuità o no, è un fatto che l'atteggiamento dell'opposizione parlamentare sia stato troppo morbido.
L'astensione deriva anche dal fatto che il decreto Urbani conteneva norme che con la pirateria on line non c'entravano per niente: dagli aiuti agli enti lirici in crisi, a quelli a Cinecittà, a quelli dello sport amatoriale. In sostanza, si tratta di interessi diffusi, che investono milioni di persone, come lo sport dilettantistico o i sindacati per i lavoratori dei treatri lirici, che l'opposizione ha temuto di sfidare mettendosi di traverso.
C'è da chiedersi che razza di Governo e Parlamento siano quelli che sfornano decreti minestrone, dove dentro c'è di tutto, mentre la Corte Costituzionale e tutti i Presidenti della Repubblica e delle Camere, da Pertini in avanti, sono stati critici verso questo uso disinvolto dei decreti legge.
Pesa comunque una sottovalutazione culturale da parte dell'opposizione dei problemi legati a una revisione delle categorie del diritto d'autore e dei problemi nuovi delle cosidette "libertà digitali" degli utenti della Rete, una sottovalutazione che investe anche le frange radicali della sinistra italiana.
Pier Luigi Tolardo
www.zeusnews.it
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DL Urbani, dichiarazione di Folena
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da PI Thursday April 29, 2004 at 02:15 PM |
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Il deputato diessino racconta la sua versione di come sono andate le cose alla Camera quando è stato approvata la conversione del DL Urbani
28/04/04 - Lettere - Roma - Dopo l'approvazione (con modifiche) del Decreto Urbani, si è aperta nel mondo di Internet una diatriba sugli effetti del testo uscito dalla Camera. Da un lato i provider sottolineano la vittoria sul comma 7 dell'art.1 che li obbligava a segnalare alla magistratura o al Ministero degli Interni i dati degli utenti sospettati di scambiarsi materiale coperto da copyright. Dall'altra gli utenti "normali" che temono per gli effetti di un'altra modifica, quella che rende punibile lo scambio di contenuti digitali "per trarne profitto", espressione che in dottrina ricomprende non solo il fine di lucro (cioè la ricerca di un guadagno) ma anche il risparmio dei costi, consentendo, almeno in teoria, che un giudice condanni lo scambio a titolo gratuito e per uso personale di contenuti digitali tramite Internet. Non voglio entrare nella disquisizione giuridica, sulla quale il discorso sarebbe non solo lungo e complesso, ma non coglierebbe il dato politico della vicenda che è quella che mi interessa maggiormente. Voglio solo brevemente ricostruire quanto accaduto e trarne spunto per un'iniziativa per modificare il Decreto in Senato. Quando il Decreto Urbani è stato presentato, subito l'opposizione ha chiesto sostanziali modifiche al testo. In particolare i Ds hanno presentato una pregiudiziale di costituzionalità, poi ritirata a seguito delle promesse del governo di rivedere le norme contestate (promessa almeno in parte non mantenuta, come tante altre). Il successivo iter in Commissione cultura (di cui peraltro non faccio parte), tuttavia, non ha colto tutti gli aspetti critici del decreto ed è vero che l'opposizione s'è lasciata sfuggire la modifica sul "fine di lucro".
È stato un errore e su questo non ci piove. E tuttavia non vorrei si dimenticasse che l'opposizione si è battuta per la modifica tendente ad escludere dalla punibilità l'uso personale del materiale scaricato. Modifica che l'effetto perverso della dizione "trarne profitto" rischia di inficiare. Anzi, come è stato notato, se il giudice ritenesse che scambiarsi file, sia pure a titolo gratuito, vuol dire "trarre profitto" allora potrebbe addirittura condannare il malcapitato utente al carcere. Del resto si tratta di una situazione paradossale, visto che la discussione alla Camera è stata improntata sulla volontà di escludere l'uso personale dalla punibilità. E non vorrei neppure che si mettesse in sordina il malessere di settori della stessa maggioranza, malessere che indirettamente ha portato alla cancellazione del comma 7 dell'art.1.
Ora la palla passa al Senato (per fortuna abbiamo ancora un bicameralismo perfetto!). Qui l'opposizione dovrà battersi perché si torni alla originaria dizione "a fini di lucro". Dico di più, dovrà essere esplicitamente esclusa dalla punibilità, penale o amministrativa, "la cessione e lo scambio a titolo gratuito di materiale coperto da diritto d'autore tramite tecniche di condivisione di file". I senatori di opposizione, a quanto mi consta, si stanno preparando a questa battaglia. Spero che, nonostante la "svista" (grave, ma pur sempre svista) della Camera il popolo della Rete possa sostenere, con i mezzi che gli sono propri e che spesso hanno dimostrato grande efficacia, questo nostro impegno.
Pietro Folena deputato DS
http://punto-informatico.it/p.asp?i=47974
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Disobbedienza civile radicale
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PuntoInformatico Wednesday May 19, 2004 at 12:56 AM |
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Si è tenuta oggi l'azione di disobbedienza civile di Marco Cappato, Deputato europeo della Lista Bonino, in violazione del "Decreto Urbani" in materia di diffusione telematica abusiva di materiale audiovisivo.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione dell'azione, sono intervenuti Fabrizio Veutro, Avvocato esperto in materia informatica, ed Emmanuele Somma, Direttore di Linux Magazine, che hanno illustrato le disposizioni contenute nel Decreto e gli effetti negativi per la legittima diffusione delle opere d'ingegno in rete, nonché i rischi per le libertà individuali di tutti i cittadini.
Dal canto suo Marco Cappato ha sottolineato come la decretazione d'urgenza in una materia così delicata sia non solo del tutto ingiustificata, ma anche illegittima sotto il profilo della legislazione comunitaria, che infatti prevede la previa notifica all'Unione europea, conformemente alla direttiva 98//34.
Secondo Cappato, la generalizzata criminalizzazione di un comportamento tanto diffuso quale lo scaricamento di materiale digitale in rete non servirà all'industria per recuperare il ritardo accumulato nell'adeguamento del proprio modello di business, e rischia invece di pregiudicare lo sviluppo di una Rete libera e aperta, in particolare relativamente alla diffusione di contenuti autoprodotti e di opere distribuite con il consenso dell'autore.
In chiusura della conferenza stampa, Cappato si è collegato con un normale PC attraverso una connessione remota telefonica ad una rete di scambio Peer-to-Peer, ha ricercato il film "Blade runner" nella versione non distribuita in Italia e ha iniziato a scaricarlo, mostrando poi al pubblico presente i primi fotogrammi.
La polizia postale era presente sin dall'inizio con otto funzionari, che hanno dettagliatamente verbalizzato sia gli interventi degli oratori sia la descrizione di ogni fase dell'azione di disobbedienza civile. Quanto accadeva sullo schermo del computer era visibile alle persone presenti attraverso lo schermo di un televisore collegato al PC. Dopo pochi minuti, mentre era ancora in corso lo scaricamento del film, i funzionari della Polizia postale hanno provveduto ad identificare Marco Cappato, per poi lasciare la sede del Partito radicale.
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