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lkjk Friday, May. 07, 2004 at 3:44 PM |
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vengono continuamente bistrattati dalla perenne guerra interna al movimento torinese ho letto il libro e non mi puzza di malafede, anzi non mi sembra che gli stessi squatter disdegnino il lavoro di imperato, quindi.... le critiche vengono sempre e solo da una voce -la stessa che infangava qualche mese fa qui su indy- e sempre rigorosamente anonima..
LO STATO UCCIDE
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la verita' 2
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qualcuno che conosce entrambe le parti Sunday, May. 09, 2004 at 6:19 PM |
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La verita' e' che chiunque qui puo' scrivere infondatezze su chiunque e su qualsiasi cosa, allora guardiamo cosa fanno gli squatters e cosa non fanno gli altri, pieni di odio per quelli che non gli assomigliano ne' ci tengono ad assomigliargli. Guardiamo quanto sul libro di Tobia si riferiscono fonti e qui si dicono cose tanto per dirle, ma i tre anarchici non vivevano forse negli squat? Puoi dire quel che vuoi, io li vedevo negli squat, dove nessuno diceva loro di non entrare, dato che prima ci vivevano, e poi ne stavano creando uno nuovo. La verita' e' che il pdf postato e' pieno di evidenti menzogne e inesattezze, nonche' ragionamenti da mente contorta resi avvincenti dalla facciata di un linguaggio ben articolato, con tanto di dotte citazioni (ne ha dette tante Malatesta, ognuna riferita a qualcosa di particolare e preciso, voi citate quella che vi conviene e per di piu’ decontestualizzata, scoperta dell’acqua calda: qualsiasi abc di psicologia insegna che l’oggettività, nella memoria delle cose, è un’opinione, perché la percezione degli eventi e’ caratterizzata dal rapporto affettivo che si ha con questi, quindi, come dire, tutti umani… Tobia non e’ un’alieno). La verita' e' che la strada presa da ulisse (che poi e’ piu' di uno) va' nella direzione della delegittimazione e disgregazione di ogni movimento. la verita' e' che operazioni critiche come questa son benvenute in assemblee e dibattiti, ma che divulgate in questa maniera giovano solo stato, potere e sbirri, gli unici veri nemici, delegittimando un documento che li sputtana. “si teorizza cio’ che si desidera”: sfiancare gli altri che odiano lo stato come voi, ma che usano metodi e interpretazioni del reale diversi dai vostri. Se ho approvato azioni di stampo insurrezionalista, benche' abbia un'altro modo di fare e agire, non posso approvare il modo e il perche’ di quest’ennesimo documento infamante.
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VOI SOLI CONTRO TUTTI
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Tobia Monday, May. 10, 2004 at 5:53 PM |
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Voi soli contro tutti (sempre più soli)
Cari figli di nessuno, Non starò a guardare il dito e non mi soffermerò più di tanto sulla vostra anonimità. Come la penso in proposito lo sapete già, come lo sanno coloro che hanno letto i vostri passati comunicati sul libro argentino e le mie relative risposte. Vedo che l’attività rivoluzionaria non vi assorbe totalmente al punto di dover rinunciare al vostro hobby preferito: lanciare merda sugli altri anarchici, gli squatter in particolare. E’ bello che sia così: anche voi – tanto tetri – in fondo avete diritto ad un sano divertimento. Io mi diverto di più a litigare con i rappresentanti del potere che con i compagni, ma ognuno ha i suoi gusti. Prima di addentrarmi nelle questioni da voi poste vorrei presentare le mie credenziali, non per voi (a cui nulla devo) ma per coloro che non mi conoscono e che - tramite Internet - si imbatteranno nelle vostre strampalate e menzognere elucubrazioni. Io ho 49 anni e ho avuto la fortuna di avvicinarmi all’anarchismo alla verde età di 14 anni e sono arrivato fino ad oggi conoscendo centinaia di anarchici (italiani e stranieri, di tutte le tendenze) con cui sono stato e continuo ad essere in relazione, i quali (anche non condividendo le mie posizioni politiche) non hanno mai nutrito dubbio alcuno sulla mia persona e sulla mia onorabilità. I compagni sanno che – oggi come in passato – possono sempre contare su di me. Quando la solidarietà poteva costare la galera, io non mi sono mai tirato indietro, anche se non condividevo politicamente le scelte di chi ricorreva al mio aiuto. Per quel che riguarda la mia modesta persona (visto che prima di leggere un libro bisogna vedere chi lo ha scritto e stare “con le orecchie tese per sentire che cosa frulla nella testa dello storico”) gli attestati di amicizia e di simpatia che continuano a giungermi dopo la pubblicazione del libro sono la riprova che la mia reputazione non potrà certo essere offuscata da un documento anonimo. Come è giusto che sia. Ho conosciuto, nella mia giovinezza, dei veri anarchici d’azione, oggi purtroppo scomparsi (Giovanni Mariga, Belgrado Pedrini, Giovanni Zava e Goliardo Fiaschi), con cui ho passato diverse serate nutrendomi dei loro racconti, scaldandomi al calore della loro grande umanità e del rispetto con cui si relazionavano con gli altri anarchici, anche con quelli diversi da loro. Questo per dire che non è sufficiente essere dei duri ma occorre avere dentro qualcosa di più, quello che gli spagnoli chiamano “sentido”. Io sono cresciuto in un'epoca in cui (a parte le polemiche che sono sempre esistite e credo siano connaturate all’anarchismo) si considerava il movimento anarchico un’unica grande comunità in cui tutti gli anarchici, a prescindere dalle differenze, si sedevano al medesimo tavolo per tagliare il pane dell’amicizia. Ed è proprio la frequentazione di uomini come quelli che ho citato prima che mi ha trasmesso questi valori. Questi compagni vivevano l’anarchismo come una passione comune e non certo - come fate voi – come una banda metropolitana in lotta, senza esclusione di colpi, per la supremazia sul territorio. Quando è giunto il primo attacco alla mia persona (la ormai stantia questione Caparròs che continuate a riproporre con scarsi risultati), contemporaneamente all’uscita delle “Scarpe dei suicidi”, mi ero illuso che si attaccava il libro argentino, che prestava il fianco a molte critiche, perché il mio era “inattaccabile” in quanto – per usare un termine di moda – politicamente corretto. Evidentemente non sono riuscito ad accontentare tutti. Visto il bassissimo livello delle vostre critiche, non dirò che mi dispiace. Se a qualcuno non è d’accordo con ciò che ho scritto è nel suo diritto esprimere un giudizio negativo, ma onestà vorrebbe che si affermassero cose vere e NON SPUDORATE FALSITA’. Voi avete la faccia tosta di accusare me di “fare i salti mortali, destreggiandomi fra contraddizioni, omissioni, falsificazioni, manipolazioni e menzogne”. E’ evidente che mi attribuite un comportamento consono alle vostre abitudini, non certo alle mie. Io sono aduso ad assumermi le mie responsabilità, sempre e a viso aperto. Prima di tutto, quanto ho espresso nella prefazione era rivolto ai lettori in generale e quel “nostra verità” non era riferito alle interpretazioni o alle analisi che inevitabilmente potevano essere diverse (e infatti nel libro viene fuori) ma alla montatura giudiziaria che è costata la vita a Sole e Baleno, sulla quale – credo – possiamo essere tutti d’accordo. L’accusa più grande che mi si muove (e che sta alla base del vostro insano livore) è quella di nutrire simpatia per gli squatter. E’ vero, non l’ho mai negato. Pur non considerandomi uno squatter ho dato il mio contributo a diverse loro iniziative e continuo a partecipare alle attività del Fenix!, che è composto per la gran parte da squatter. A voi fa imbestialire che Skizzo (il “tuttologo” come lo definite) abbia collaborato alla realizzazione del libro e che io lo ringrazi. Io e Skizzo ci conosciamo da trent’anni (perché anche lui è da diversi anni sulla breccia), a volte siamo andati d’accordo, a volte no, a volte ci siamo scazzati. Oggi facciamo delle cose insieme, a volte in piena sintonia, a volte con diversità di vedute. Ma anche nei periodi in cui le nostre strade erano separate non è mai venuto meno il rispetto reciproco. Io non mi sognerei mai (come purtroppo è accaduto) di spaccare la faccia ad un altro anarchico perché ha una concezione diversa dalla mia, qualsiasi essa sia. In ogni caso mi considero libero di collaborare e scrivere quel che mi pare, con chi mi pare (anche con degli anarcoinsurrezionalisti), senza doverne rendere conto a nessun figlio di nessuno. E’ ovvio che – essendo un individuo e non una macchina – nello stendere una “cronaca il più serena possibile” io abbia lasciato trasparire simpatie e preferenze. Ma un conto è aver simpatie e un conto è AFFERMARE COSE NON VERE. Cosa questa che io non ho fatto, nonostante le vostre affermazioni indimostrate. Io ho riportato nel libro tutte le iniziative, legali e illegali, italiane e straniere, portate avanti in quei giorni, senza tralasciarne alcuna. Ovviamente ci saranno state cose di cui non ero (e non sono tuttora) a conoscenza. Me ne dispiace, ma io ho lavorato più di un anno alla stesura del libro e ho cercato di raccogliere tutto il materiale possibile, di qualsiasi parte. NON HO DENIGRATO NESSUNO e ho espresso dei giudizi negativi solo in due occasioni: l’imbrattamento di affreschi e l’invio di bombe ad esponenti della sinistra istituzionale che avevano aiutato Sole Baleno e Silvano (cosa di cui parlerò più avanti). Fa proprio ridere che tra le mie presunte falsità vi sia quella che i tre arrestati non erano squatter. Il termine squatter prima dell’arresto dei tre non aveva nessuna particolare valenza politica. Significava solo “occupanti di case”, ed era usato dagli anarchici che si muovevano su quel terreno (anche su posizioni diverse) perché non gradivano la definizione di Centro sociale. Solo dopo la morte di Sole e Baleno (Silvano fortunatamente è ancora vivo e per quel che lo riguarda – se ne avrà la voglia – potrà rispondere di persona) El Paso ha cominciato a firmarsi “Nè centro, né sociale né squat”. Ed è proprio “Ultima fermata” che dà una definizione di squatter come precisa area politica, cosa che in seguito indurrà chi si riconosce in tale area a rivendicare il termine e chi no a rifiutarlo. Considerato che - prendendo in esame la realtà odierna – i posti che si definiscono squatter sono l’Asilo e il Barocchio, solo degli spudorati menzogneri possono avere la faccia tosta di affermare che i tre non si riconoscevano in tale definizione, visto che sia Sole che Baleno, che lo stesso Silvano non solo erano assidui frequentatori di entrambi i posti (l’Asilo viene perquisito e sgombrato proprio per questo motivo) ma hanno vissuto dei periodi all’Asilo occupato. I legami che li univano a queste case sono inoltre testimoniati ampiamente dalla corrispondenza che è intercorsa tra gli arrestati e gli attuali occupanti. Cosa farebbero oggi Sole e Baleno - vista la frattura in atto - non lo posso sapere, ma all’epoca si potevano correttamente definire squatter, in quanto occupanti di case e strettamente legati sia per relazioni personali che all’attività politica di quelli che ancora oggi si definiscono così. Io personalmente Baleno l’ho incontrato più di una volta al Barocchio (prova che nessuno gli impediva l’accesso) e all’Asilo – come ho detto – ci ha pure vissuto prima di andare alla Casa Occupata. Non è “imbarazzante” ma VERGOGNOSO che voi – per puro amor di polemica – tiriate fuori pubblicamente un soprannome denigrativo “Balengo” su un compagno morto, di cui io non solo non ne sono mai stato a conoscenza ma che, se – e ribadisco se - è stato coniato, può essere stato solamente per scherzo e non certo per disprezzo. E poi avete il coraggio di piangere lacrime da coccodrillo su quanto scrive Caparròs. L’attività portata avanti in favore di Edo, non solo nel ’98 ma già all’epoca del suo primo arresto, da coloro che ancora oggi si definiscono squatter è la prova lampante di quanto (al di là di possibili scazzi temporanei) Baleno fosse pienamente accettato. Lo so che a voi – COME A TUTTI GLI AUTORITARI – piacerebbe che la storia fosse scritta (o riscritta) ad uso della propria fazione, ma io mi sono basato sui documenti e – all’epoca – non esisteva una frattura semantica così netta tra i termini squatter, anarchico, insurrezionalista e quindi ribadisco la correttezza delle mie definizioni, anche se non vi piacciono. Affermare, come fate voi, che Edo, una volta morto, “da veri sciacalli lo hanno nuovamente accolto, concedendogli l’onore del titolo “squatter” è non solo falso ma contraddetto anche da Baleno stesso che non solo è stato sostenuto dagli squatter ma ha scritto pure sul giornale Tuttosquat, come è documentato nel mio libro. E lo stesso vale per Sole e per Silvano. E ora non mi venite a dire che scrivevano pure sulla Lince, giornale insurrezionalista, perché sarebbe solo la riprova di quanto sto affermando, cioè che all’epoca non vi era una frattura tale che impedisse di essere entrambe le cose. Fare una “cronaca serena”, come ho tentato io, significa anche non addentrarsi negli scazzi e rovistare nella merda, ma badare alla sostanza delle cose. Non ho assolutamente manipolato l’episodio di Dario Fo. E’ vero, non ho parlato dello striscione, ma ho detto chiaramente che Dario Fo aveva “invitato i giovani dei posti occupati a rivolgersi a lui intervenendo al suo spettacolo in un teatro torinese” e che “la cosa non era andata in porto”, ho spiegato perché, ho dato sinteticamente conto delle motivazioni di chi non era d’accordo e ho dato i riferimenti bibliografici per chi voleva approfondire la cosa. Dov’è la manipolazione? Dovevo copiare parola per parola Ultima fermata? “Ecco il metodo truffaldino che viene utilizzato a piene mani da Imperato lungo tutto il suo libro: dovizie di particolari sulle performance degli squatter (con tanto di citazioni lusinghiere nei loro confronti), laddove è possibile attribuire loro quanto fatto da altri, poche righe se non il silenzio su tutto il resto (al limite, premurose citazioni denigratorie)”. Dove e quando ho attribuito agli squatter “cose fatte da altri”? DOVE SONO LE “PREMUROSE CITAZIONI DENIGRATORIE”? Potete dimostrare quanto dite o ci si deve fidare sempre e solo della vostra anonima parola? “saluta a voce alta le frattaglie in faccia ai giornalisti, ma ricorda a voce bassa chi in quei giorni rilasciò interviste”. Perché mai dovevo alzare la voce? Non ho nulla da rimproverare a Luchino perché si è fatto intervistare. Condivido pienamente la critica al sistema dei media e al supporto dato dai giornalisti all’inchiesta, ma questo non significa che non consideri libero qualsiasi anarchico di parlare – a proprio nome come ha fatto Luchino – con un giornalista, se gli va di farlo. Lo so che il vostro Comitato Centrale Anarchico Rivoluzionario ha deciso per tutti che chiunque parli ad un giornalista è automaticamente un infame, ma, siccome – essendo io anarchico – non ho mai uniformato il mio comportamento alle decisioni altrui (tanto meno e a maggior ragione a quelle di chi si definisce anarchico), non mi sono attenuto alle direttive. Per farvi piacere mi autoaccuso anch’io: tempo fa sono andato a Pianezza a presentare il libro, in sala era presente una corrispondente di Luna Nuova e mi sono lasciato intervistare. Così, nel caso vi fosse sfuggito (era nell’edizione della Val Chisone), vi fornisco un altro po’ di materiale per il vostro passatempo preferito. “menziona la sassaiola dei manifestanti del 4 aprile contro il Palazzo di Giustizia, ma non i noti pompieri squatter che cercarono di impedirla” Ecco il distillato del falso, come già scrissi riferendomi a Laudi. Di dare spazio alla creatività metropolitana davanti al palazzo di giustizia fu una decisione presa in assemblea, cosa che non ho scritto nel libro perché non mi andava di relazionare quello che ci eravamo detti, ma che voi mi costringete a rendere pubblico. Quindi gli squatter non potevano cercare di impedire di fare una cosa che avevano deciso insieme agli altri. Che QUALCUNO DAL CAMION INVITASSE I MANIFESTANTI A NON TIRARE PIETRE NON E’ MAI AVVENUTO, è una palla grande come una casa che Ultima fermata ha ricopiato dai giornali. Pur di buttare merda sugli squatter va bene tutto: disobbedienti, giornalisti… se volete, tra le carte di polizia non utilizzate nel libro posso trovare qualcosa che vi piacerà senz’altro. Ma questa è solo un’altra delle vostre SPUDORATE FALSITA’. Al peggio non c’è mai fine. “Lo storico “omette” infatti di ricordare la lettera di solidarietà che Pelissero inviò ad uno dei destinatari dei pacchi esplosivi, l’allora ministro Pisapia”. Di questa lettera sia io che l’autore ignoriamo l’esistenza. Del resto, su Silvano oramai è stato inventato di tutto e di più, da fascisti, leghisti, politicanti di sinistra, giornalisti, sbirri, magistrati... Mancavano solo dei grandissimi figli di nessuno. “cita stralci di documenti facendoli passare per integrali e li omette del tutto se troppo scomodi”. Dove come e quando? O anche in questo caso deve bastare la vostra parola? Io ho sempre messo puntini e parentesi quadre per fare capire quando la citazione non era integrale “[…]”. Potrà essermene sfuggita qualcuna, e non certo intenzionalmente, e sicuramente non perché “troppo scomoda”. Basti vedere la lettera su Internet di Arturo che compare nel testo solo per quel che riguarda gli aspetti giudiziari (che non avrebbe legato se riportata integralmente) ed è stata poi da me completata in nota, proprio per non censurare – nemmeno a fini stilistici - una critica (anche se da me non condivisa) fatta da un compagno latitante. L’unico comunicato da me omesso per scelta è un comunicato di El Paso in cui si accusavano dei compagni in galera di fare “inviti alla delazione”. Non l’ho inserito perché mi sembrava una polemica fuori luogo che era meglio lasciar cadere nel dimenticatoio. Non ho fatto frecciatine a El Paso, ma ho sempre pubblicato i loro interventi, anche se critici nei confronti degli squatter, senza mai denigrare nessuno. Ho solamente posto in evidenza la contraddizione tra quanto scrivevano sul volantino del 4 aprile e quanto poi successivamente affermato. Ma sono cose firmate da El Paso che, se ha qualcosa da ridire, penso che – come ha sempre fatto – lo farà apertamente, senza bisogno di ricorrere all’anonimato. “Arriva addirittura ad inventare un furto di documenti mai avvenuto in casa di compagni, facendo nome e cognome dell’inesistente “ladro”. Il furto da me inventato, con tanto di nome e cognome, è preceduto da un “probabilmente” che significa – per chi ha qualche, seppur vaga, dimestichezza con la lingua italiana – che si tratta di una mia ipotesi. Ora, siccome questo documento era stato spedito da Silvano ad un compagno di Cuneo ed è finito in una casa romana, dove non doveva essere; e siccome il presunto ladro – da me citato con nome e cognome – ha rivelato ai carabinieri dei ROS che Silvano Pelissero (si sa che il nome e cognome di Silvano sono gli unici che non vanno mai taciuti) glielo avrebbe dato di persona (cosa questa falsa), i casi sono due: o il documento è stato sottratto o è stato consegnato da qualcuno che viveva lì (anche se non me ne spiego la ragione). In questo caso spetta al padrone di casa parlare. Se l’ha consegnato lui di persona io mi scuso e faccio pubblica ammenda per quel mio “probabilmente sottratto per leggerlo o per conservarlo”, che non voleva essere un’accusa per l’autore del probabile gesto ma, all’inverso, un’attenuante per le gravi dichiarazioni da lui fatte su Silvano agli inquirenti. “la reazione ai cosiddetti pacchi-bomba. Lasciamo perdere che non si capacita del fatto che si possano inviare simili regali non solo a nemici dichiarati ma anche a gentili intermediari con le istituzioni”. E’ vero. Non riesco a capacitarmi di tanta imbecillità. C’è una situazione repressiva altissima. Due morti, un compagno in galera con accuse pesanti. Una canea mediatica e forcaiola. Siamo praticamente attorniati da nemici pronti a sbranarci, e qual’è la strategia giusta in una situazione del genere? Si sa, molti nemici, molto onore. C’è qualcuno che ci tende una mano, che cerca di ottenere delle agevolazioni per il compagno in galera. Si mostra amico. Magari lo fa perché ha un tornaconto politico o forse perché crede sinceramente nell’estraneità di Silvano alle accuse di Laudi. Comunque non ci è ostile e ci favorisce in qualche modo. E noi come gli rispondiamo? Va bene, ma stai al tuo posto che noi siamo una cosa e tu un’altra. No, troppo intelligente. Grazie, ma ci arrangiamo senza di te. No, troppo gentile. Vai a fare in culo tu e tutti i politici di questo mondo. No, troppo sottile. Gli inviamo a casa una bella bomba e non se ne parla più. Di questo passo la prossima volta ne mandiamo una alla vecchietta che va a messa (perché perpetua il potere della chiesa) allo strillone che vende i giornali al semaforo (poiché veicola le informazioni del potere) alla portinaia (perché apre la porta all’ingegnere del terzo piano e sicuramente ce l’ha con gli anarchici) all’operaio che fa lo straordinario (perché con la sua sottomissione ci costringe a vivere in questa società di merda) al compagno che critica le nostre scelte (perché non si capacita che solo noi siamo nel giusto e non facciamo mai errori). «A chi ci vorrebbe terroristi e clandestini rispondiamo che reagiremo apertamente ad ogni forma di violenza con l’azione diretta, pubblica e collettiva, come abbiamo sempre fatto» Questa è la frase finale del comunicato Fuori dallo spettacolo che ha fatto tanto imbestialire tutti i nemici degli squatter. A me non sembra così terribile come la si vuol a tutti i costi dipingere. “Terroristi e clandestini” è riferito a “chi ci vorrebbe”, quindi giornalisti sbirri e magistrati, ed è logico che in questo caso si usi il loro frasario. “Reagiremo apertamente ad ogni forma di violenza con l’azione diretta, pubblica e collettiva, come abbiamo sempre fatto” significa solo rivendicare una pratica, che è quella delle case occupate. Affermare il contrario significherebbe dare ragione a Laudi Marini e quanti sostengono che i posti occupati sono “covi terroristici”. Affermare una propria pratica non significa né denigrare né rifiutare altre pratiche che si sviluppano in diversi contesti. Non voglio scendere in sottili bizantinismi per stabilire cosa sia esattamente dissociazione. NON HO PAURA DELLA LOTTA ILLEGALE, MA NE HO MOLTA DELL’IDIOZIA E DEL FONDAMENTALISMO (che considera nemici tutti coloro che non si uniformano a determinate scelte). Se qualcuno non è d’accordo con la mia interpretazione e pensa che il comunicato in questione sia stata una dissociazione è libero di pensarla come vuole, proprio per questo l’ho riportato per intero. Il fatto che abbia girato solo nel movimento e non sia stato inviato su Internet e che quindi non sia stato pubblicato da nessun giornale (se non, in un secondo tempo, da giornali anarchici) vuol dire che è riuscito nel suo scopo: suscitare un dibattito interno sull’utilità o meno di simili pratiche e non certo per additare nessuno alla repressione. Infatti, il principale indagato è stato ancora, come sempre, Silvano. E nemmeno corrisponde a verità che solo “otto compagni non appartenenti a nessun spazio occupato” siano stati indagati, anche alcuni squatter furono pedinati dagli sbirri; due di loro fino in Grecia. Ma qui non è un problema di mezzi ma un problema di obiettivi folli. Un’azione esemplare anarchica deve essere chiara, tutti devono capire perché la si è fatta. Quando questo non avviene – a prescindere dalla distorsione dei media - è perché c’è stato un processo schizzofrenico che ha ribaltato la natura delle cose. E quindi bisogna interrogarsi e riflettere se qualcosa non ha funzionato nel processo logico che ha portato a concepire quest’azione di rivolta e non accanirsi rabbiosamente con quanti non l’hanno condivisa e sostenuta. Io non mi dissocio ma nemmeno mi assocerò mai nel sostenere un’azione che ritengo inutile, dannosa e - soprattutto - eticamente sbagliata. Io non mi considero in guerra contro l’umanità intera e faccio precise distinzioni tra nemici, avversari, indifferenti. E anche fra i nemici esistono sostanziali differenze, dovute alle specifiche responsabilità di ognuno. Lo ribadisco ancora, accomunare al medesimo livello di nemico Laudi e Cavaliere è da dementi e non fa per nulla onore all’anarchismo. Ogni anarchico che compie un’azione pubblica, legale o meno, deve essere disposto ad accettare il giudizio degli altri: l’approvazione o la critica. Se così non fosse si formerebbe una sorta di comitato centrale che stabilisce cosa è giusto e cosa non lo è, che dovrebbe avere l’incondizionata approvazione degli altri, a cui tutti si dovrebbero supinamente inchinare. Se è questa la vostra concezione dell’anarchia ne faccio volentieri a meno. Voi vi sentite in diritto di criticare il mio libro e mi sta bene, a condizione che non dichiariate falsità. Io mi sento in diritto di dire che i pacchi-bomba inviati a Cavaliere e Pisapia sono stati degli errori, i cui esecutori ne devono rendere conto. Perché dovrei stare zitto? Solo perché la polizia li sta cercando? E questo li autorizza a compiere qualsiasi stronzata in nome dell’anarchia? Proprio perché non riconosco alcun limite tra legalità e illegalità, io mi sento in diritto – e dovere – di dire quello che penso su qualsiasi cosa, sia essa legale o illegale. Veniamo ad Ultima fermata. E’ vero, nella prefazione non si parla di “diritto alla critica”, espressione che è stata una mia sintetizzazione del medesimo concetto. Infatti si afferma testualmente: “Le analisi qui sviluppate non ci sembrano minimamente dettate da malanimo personale o da presunzione, quanto dalla convinzione che in prospettiva la rivolta non ha bisogno di ammirazione cieca e scevra da ogni critica, ma semmai da una continua ricerca degli errori commessi e dei limiti che emergono nel proprio agire”. Non mi sembra di aver fatto torto a nessuno dicendo che questa “ricerca degli errori commessi e dei limiti che emergono nel proprio agire” (da me definiti “diritto alla critica”) nascondesse invece un astio polemico. E’ quello che penso. Il fatto poi di non voler accettare – come invece mi vedo ora costretto adesso – di scendere nelle bassezze di una polemica biliosa che non conduce da nessuna parte era dovuto ad una mia idiosincrasia a incancrenire piaghe che dovrebbero invece cicatrizzarsi, non certo perché era più facile prendersela con le tute bianche, ma vedo che a voi piace sguazzare nel pus. E allora procediamo. Non ho avuto remore nei confronti dei disobbedienti perché li considero alleati alle istituzioni e quindi è inevitabile la rottura definitiva (se poi anche un noto esponente del circolo anarchico Ponte della Ghisolfa va a braccetto con loro non è colpa mia). Trovo divertente che siate proprio voi che non avete pudore alcuno nell’infangare i compagni (a suon di false affermazioni) a dover prendere le difese di anarchici, come è anche il caso del “collaboratore di Comunismo Libertario”, che sono da me criticati duramente per dei comportamenti precisi e da loro sottoscritti. Per questo motivi, e solo per questi, ho limitato le confutazioni a Ultima fermata alla critica all’analisi degli avvenimenti, analisi che non condividevo; non pretendo assolutamente che tutti siano d’accordo con me, ma questo è il mio modo di interpretare la realtà e penso che non devo chiedere il permesso a nessuno per poterlo esprimere. Non ho assolutamente voluto irridere nessuno quando imputavo agli anarcoinsurrezionalisti di “voler vedere la realtà solo con gli occhi dei propri desideri”. I desideri sono parte importante del pensiero (costituiscono l’utopia o, come si diceva un tempo, l’ideale). Ma un conto è l’utopia (il fine) è un conto è la realtà che abbiamo davanti e con cui ci si deve misurare. E, volenti o nolenti, di questa realtà fanno parte anche gli apparati repressivi che pescano nel torbido. A mio parere ignorarlo è non solo stupido, ma anche suicida sul piano strategico. Quindi evitate idioti giochetti dialettici tipo “noi desideriamo la rivolta mentre Imperato desidera i servizi segreti”. La realtà purtroppo - finché non avremo la forza di dare il giro a tutto - si muoverà sempre in antitesi ai nostri desideri. Sabotaggi non ce ne sono più stati, non da mesi ma da qualche anno a questa parte, proprio perché la montatura di Laudi ha seguito il suo corso: un monito ai ribelli su ciò che gli poteva capitare e un isolamento dalla gente proprio grazie all’innalzamento del livello operato dai servizi segreti. Questa è il mio pensiero, voi pensate ciò che vi pare. Liberi voi (o chi in sintonia con voi) di scrivere e pubblicare Ultima fermata, libero io di scrivere Le scarpe dei suicidi. A proposito, sempre per amore della verità, dove e quando io ho parlato di “gesta terroristiche”, se non riferendo parole d’altri (sbirri, giudici e giornalisti)? Ho ancora in memoria il libro, ho fatto una ricerca con “trova” e non è venuto fuori. Sulla nota relativa all’anarcoisurrezionalismo confesso che ci ho pensato a lungo se inserirla o meno (“tante scempiaggini in così poche righe”). Ho deciso alla fine di metterla proprio per il lettore non aduso a leggere la stampa anarchica e che di tale tendenza aveva solo le informazioni deformate dai media. Ho aggiunto una bibliografia proprio perché chi fosse interessato a saperne di più e direttamente avesse delle indicazioni. Quando dico “relativamente recente” ovviamente non mi riferisco all’idea insurrezionale malatestiana (in cui mi riconosco pienamente) ma a quanti oggi si autodefiniscono insurrezionalisti che - per libera scelta - si distinguono dagli altri con questo tipo di definizione. So benissimo che la teoria dell’insurrezione è parte integrante del patrimonio anarchico e non era certo mia intenzione negarlo in quelle poche righe. Ma l’insurrezione – come la intendo io - è un fenomeno determinato dalla volontà di grandi masse di persone che rovesciano il corso della storia e non può essere determinata dall’azione di pochi, anche se generosi, ribelli. Questo non significa che io non giustifichi e non comprenda l’azione di rivolta compiuta anche da un singolo individuo, ma credo che nella fase attuale sia più dispendiosa (in termini di repressione, carcere, annientamento dei compagni) che redditizia al raggiungimento del fine (l’utopia). Per questo ho usato il termine “conveniente”. Ormai siamo quasi alla fine, beviamo fino in fondo l’amaro calice. Turiamoci il naso e andiamo avanti. “se si pensa che Imperato fa anch’egli largo uso dei risultati delle intercettazioni poliziesche, a cui aggiunge i suoi esilaranti commenti (imperdibile la perla contenuta a pagina 180, dove un supposto progetto di strage di turisti viene confutato attraverso la distinzione fra «baule» e «cassa»)”. Sull’uso delle intercettazioni poliziesche non capisco cosa ci sia di tanto riprovevole. Le hanno usate per condannare Silvano, le hanno lette in aula, le hanno passate ai giornalisti che ci hanno ricamato stronzate, perché non dovrei usarle io per ributtargli addosso la loro merda? La questione relativa alle casse e ai bauli mi era stata fatta notare da Silvano e voleva solo evidenziare come le trascrizioni potevano essere state manipolate a piacimento dagli inquirenti. Non vedo cosa ci sia di così “esilirante”. “se si pensa che Imperato non si fa scrupoli nel pubblicare il messaggio di addio di Soledad, che doveva essere distrutto dietro sua esplicita richiesta...” Come ho spiegato già nel libro tale messaggio non l’ho pubblicato io ma i giornali argentini, che l’avevano saputo dai genitori di Sole, e ed è stato poi ripreso dai giornali italiani. A questo punto – non essendoci ormai più nulla da preservare – per quale motivo non dovevo citarlo? Non mi sembra che il messaggio tolga nulla a Sole. Chi l’ha avuto in mano ha rispettato la sua volontà. Se non l’ha fatto la famiglia non è certo colpa mia. Evidentemente l’unica mia colpa reale è quella di non aver parlato male degli squatter e di non aver sposato le tesi di Ultima fermata. Per questo posso essere accusato di ogni bassezza e di ogni ignominia. “Se poi si pensa che Imperato è uno di quelli che hanno collaborato con Caparrós, l’avvoltoio argentino che ha mercificato la vita di Soledad Rosas, trovando «sostanzialmente corretto» il suo libro e «bacchettone moralista» chi lo ha criticato”. Non voglio tediarvi ripetendo quanto già vi dissi, ma soprattutto non voglio tediare chi al di fuori di noi ci leggerà, ripetendo cose già dette. Rimando a quanto già precedentemente affermato. Cari figli di nessuno, Non ho altro da dirvi se non che mi fate una profonda pena, e non perché siete in disaccordo con me. Questo, come diceva Nettlau, non è che un “incidente secondario”. E’ il livore che vi agita, il sonno che perdete nello sparare merda a destra a manca, quel tempo sprecato a scrivere stupidaggini e falsità che potreste meglio utilizzare in quella pratica della rivolta che tanto esaltate, è questo che mi deprime. Non sono tanto le convinzioni o le analisi diverse che ci separano quanto questa vostra sicurezza di essere sempre nel giusto, in modo assoluto, senza cercare mai di comprendere minimamente le ragioni degli altri, questo voler decretare per tutti gli anarchici ciò che è giusto e ciò che sbagliato, questo pretendere di elaborare codici di comportamento a cui tutti si dovrebbero uniformare, pena i vostri anatemi. Questa tristezza infinita che vi accompagna e che non vi fa comprendere la bellezza del “mondo nuovo che portiamo nei nostri cuori”, a prescindere dalle scelte. Mi sembrate dei poveri frustrati che avendo la possibilità di godere pienamente l’avventura con una donna stupenda (l’anarchia) si limitano a guardarla dal buco della serratura e a masturbarsi. Voi siete soltanto un concentrato di fiele e, come disse Malatesta, con l’odio non si rinnovella il mondo. Penso che il vostro sfrenato integralismo vi abbia fatto scivolare in un giacobinismo autoritario di tipo necaeviano, di cui l’anarchismo si era sbarazzato già all’epoca di Bakunin. “[…] Indiscutibilmente avete commesso molte sciocchezze e turpitudini che possono veramente danneggiare la causa stessa e portarla alla rovina. […] Come bambini […] avete afferrato il sistema gesuitico e [credendo] di trovarvi tutta la vostra forza, il vostro successo e la vostra salvezza, avete dimenticato l’essenza stessa e lo scopo della Società: liberare il popolo non soltanto dal governo, ma anche da voi stessi. Avendo adottato questo sistema, ne siete stati corrotti e avete disonorato la Società davanti al mondo con una serie di inganni palesi e di impenetrabili sciocchezze […] e tutta una serie di spudorati imbrogli. Tutto questo dimostra l’assenza totale di ragione, di sapere e di conoscenza degli uomini, dei rapporti e delle cose. E’ dunque impossibile, almeno per ora, fidarsi del vostro giudizio […] (Michail Bakunin a Sergej Necaev, 2/6/1870)”. Non vi serbo rancore. Tobia
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anarchici
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aaa Monday, May. 10, 2004 at 11:37 PM |
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figli di nessuno.. penso che appellarvi come figli di puttana sarebbe offensivo per quest'ultime.. penso che voi "duri e puri" (!) avedo tanto tempo per spalare merda e falsita' su altri, di anarchia non ne siete e non fate un cazzo... e anche utilizzndo un linguaggio forbito rivelate quanto deboli e ignoranti siano le vs illazioni.. senza coglioni e coraggio... non fate paura a nessuno e soprattuto non vi caga nessuno.. quattro gatti siete e così rimarrete.. gelosi? bramosi di potere?
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insurrezionalisti?
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l@peste Tuesday, May. 11, 2004 at 10:28 AM |
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dato che vi lamentate che qualcuno di dissocia dalle azioni insurrezionaliste,(nel particolar caso pure deficienti, visti gli obiettivi di quei pacchi, come gia’ spiegato da Tobia)*. dato che voi siete i veri anarchici poiche' insurrezionalisti, ma dico, con tutte le cose che avreste da far saltare, e diciamocelo pure, gli obiettivi non mancavano e non mancherebbero, possibile che siate capaci solo a far saltare le palle agli squatter? complimenti... che scena penosa....
*…”noi non lottiamo per metterci al posto degli sfruttatori,e degli oppressori di oggi, e non lottiamo neppure per il trionfo di una vana astrazione,… noi vogliamo la libertà e il benessere degli uomini, di tutti gli uomini senza eccezione… noi vogliamo il trionfo della liberta’ e dell’amore…. Ma per questo dovremmo noi rinunciare all’impiego di mezzi violenti? Niente affatto. Poiche’ le fatalita’ sociali attuali e l’ostinata resistenza alla borghesia, costringono gli oppressi a ricorrere all’ultimo espediente della forza fisica, non retrocediamo dinnanzi alla dura necessita’ e prepariamoci ad usarne vittoriosamente. Ma non facciamo vittime inutili,m neppure tra i nemici. Lo scopo stesso per cui lottiamo ci costringe ad essere buoni e umani anche nel furore della battaglia, anzi non si capisce come potremmo voler lottare, per uno scopo qual’e’ il nostro, se buoni ed umani non fossimo. E non dimentichiamo che una rivoluzione liberatrice non puo’ uscire dal massacro e dal terrore, che furono e saranno sempre generatori di tirannia”….. (Errico Malatesta)
nel perfetto stile della vostra pratica di far parlare i morti, citate Malatesta forse per rendervi avvincenti e credibili o per far vedere che avete studiato, evidentemente non a fondo il suo pensiero, ma aveva del gran buon senso Malatesta.
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a un ciabattino
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alcuni figli di... Tuesday, May. 11, 2004 at 11:22 PM |
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Gentile Tobia Imperato, abbiamo letto con qualche interesse la tua lunga risposta alle nostre critiche di “bassissimo livello”. Ne siamo rimasti toccati. Che un anarchico buono come te, dal cuore d’oro, corretto, leale, solidale, pronto a tagliare il pane dell’amicizia con ogni anarchico, abbia avuto la cortesia di dedicare un po’ del suo tempo a noi lividi, tetri, falsi, penosi, poveri frustrati, autoritari giacobini (ma contro cui non serbi rancore, per carità!), ci ha commosso fino alle lacrime. Messe però da parte queste ridicole caricature con cui ti sei e ci hai descritto, il paladino del Bene vituperato dai signori del Male, vogliamo passare ai fatti? Tu hai scritto un libro e, come tu stesso dici, “ogni anarchico che compie un’azione pubblica, legale o meno, deve essere disposto ad accettare il giudizio degli altri: l’approvazione o la critica”. Quindi, non puoi pretendere di ricevere solo elogi, non trovi? Motivo per cui è inutile che (ci) presenti il tuo curriculum vitae, sbandierando la tua onorabilità di servizio, la tua reputazione intonsa e simili baggianate. Se hai scritto cazzate, lo hai fatto a prescindere da quanti anni hai e da chi hai frequentato nel corso della tua lunga carriera. Se noi abbiamo scitto cazzate, le abbiamo scritte a prescindere dai nostri nomi e cognomi. Ed è anche inutile che ripeti, con un ritornello ossessivo perché è tutto quello che ti viene in mente, che sei libero di pensarla diversamente da noi… e chi l’ha mai messo in dubbio? Ci sembra che con il tuo libro abbia avuto modo di dire tutto ciò che volevi in merito. Per cui risparmiati la tua melodrammatica evocazione di Comitati Centrali che vorrebbero mettere il bavaglio alla libertà tua o di qualcun altro. Hai detto la tua, noi diciamo la nostra. Del resto tu stesso affermi che ne abbiamo il “diritto” (ma sei proprio fissato con ‘sto cazzo di diritto). Purché non diciamo falsità. Siamo d’accordo. Noi pensiamo che tutti siano liberi di criticare, anzi, la critica andrebbe sollecitata ed estesa. Purché non si dicano falsità. Ora la questione è: chi fra noi dice falsità? Non ti abbiamo mai “accusato” di avere simpatia per gli squatter. Che razza di accusa sarebbe, ognuno frequenta chi gli pare. Abbiamo solo fatto notare che chi scrive un libro di “storia” dando risalto ad una sola parte in causa poi non dovrebbe pretendere di aver fatto una cronaca serena dei fatti, di aver detto la “nostra verità”. Capirai che quando una parte ti dà consigli, chiarimenti, suggerimenti, revisiona il tuo testo, trova il titolo, cura la veste grafica, raccoglie i soldi…insomma, come minimo il risultato finale penderà in suo favore. Nulla di male, purché sia detto chiaramente. Altrimenti non puoi dolertene se ti diciamo che quella che hai scritto è proprio “la storia scritta ad uso della propria fazione”: la tua storia, la tua fazione. Non abbiamo mai affermato che Baleno non conosceva gli squatter o non aveva mai messo piede nei loro spazi. Abbiamo detto che più volte gli è stato impedito l’ingresso in alcuni di quei spazi e che non era affatto amato e stimato. Il che, a dispetto dei tuoi salti mortali, è vero. Se per scrivere il tuo libro ti fossi preso la briga di parlare anche con altri compagni che lo conoscevano, oltre che con i tuoi poco coraggiosi amici che preferiscono omettere certe imbarazzanti verità, lo avresti saputo. Ma non l’hai fatto. E non è forse vero che hai attribuito agli squatter la contestazione a Dario Fo? Ma gli squatter non l’hanno contestato affatto. Abbiamo già scritto come sono andate realmente le cose, è inutile ripeterle. Ti facciamo solo notare che il piccolo stralcio del testo delle reali autrici della contestazione da te citato era preceduto da queste parole, che hai preferito tagliare: “Nel pomeriggio voi avete preso un accordo con Dario Fo che consisteva nella possibilità di lanciare un messaggio a fine spettacolo con lo striscione, evidentemente a patto di stare zitti e buoni durante lo spettacolo, qualunque cosa lui avesse detto. Di tale accordo noi non ne sapevamo niente, comunque anche ne fossimo stati a conoscenza, non ci avremmo preso parte…”. Quindi, gli squatter se ne sono stati buoni e zitti con il signor Premio Nobel. E’ qualcun altro che non ha accettato la beatificazione di Calabresi. Tu lo sapevi, ma cosa hai scritto? Chi è il manipolatore? Abbiamo riso di cuore di fronte a quello che definisci “distillato del falso”. Gli squatter pompieri? Ma quando mai! Ora, gentile Tobia Imperato, noi non abbiamo affermato che gli appelli provenivano dal camion. Decine, anzi, centinaia di compagni li hanno sentiti con le loro orecchie. Uno squatter si è pure preso una sassata in testa. E hai il coraggio di dire che ciò non è mai avvenuto? Ma non ti vergogni? Veniamo alla lettera di Silvano in solidarietà con Pisapia. Ennesima invenzione di noi grandissimi figli di nessuno, dato che sia tu sia l’autore ne ignorate l’esistenza. Peccato per entrambi che quella lettera sia stata pubblicata da un quotidiano a tiratura nazionale. E quando diciamo pubblicata non intendiamo che qualche giornalista ha riportato la versione di Pisapia. No, quel quotidiano ha riprodotto la lettera manoscritta di Silvano con la sua calligrafia bene in evidenza. E tu, che hai letto tanti giornali dell’epoca, non l’hai vista? Già, certo, dimenticavamo, sono stati i servizi segreti…Tu sei un anarchico buono, solidale, corretto, mica avresti omesso un simile documento, vero? E che dire poi della TUA invenzione del furto di documenti in casa di un compagno? La tua spiegazione ci ha lasciati a bocca aperta. Ti trovi di fronte a un enigma cui non sai rispondere, e cosa fai? Ipotizzi, probabilmente, che quella lettera sia stata rubata e fai nome e cognome del ladro. Se non è così, affermi, “spetta al padrone di casa parlare”. No, esimio signor storico, non spetta affatto a lui parlare. SPETTAVA A TE VERIFICARE COME SONO ANDATE LE COSE PRIMA DI LANCIARE PUBBLICAMENTE UNA SIMILE ACCUSA. L’hai forse fatto? Ti sei informato? Macché! Meglio ipotizzare, e nel frattempo mettere alla berlina qualcuno che è già malvisto… è questo il tuo “sentido” anarchico? E’ poi inutile che ci spieghi la tua contrarietà ai pacchi-bomba. Non è su questo che verteva la nostra critica. In una situazione di aperto conflitto, alcuni politici si sono fatti avanti per tranquilizzare gli animi. Alcuni anarchici hanno fatto loro sapere di farsi i cazzi propri. Evidentemente a questi anarchici piace il conflitto, non la pacificazione – e lo hanno dimostrato a modo loro, che può essere più o meno condivisibile da un altro anarchico. Ma che è tuttavia comprensibile. Ma anche qui si tratta di pareri discordanti, passiamo oltre. Qualcuno ti ha mai negato la libertà di esprimerti contro i pacchi-bomba? No. E allora, perché ci affliggi con la solita solfa sui tuoi diritti da noi calpestati di dire ciò che pensi? Chiunque può dire quel che vuole. Ma se lo dice all’indomani di un’azione, facendo un bel comunicato con quel po’po’ di sfoggio di distinguo, non deve stupirsi se poi viene criticato per aver fatto il paraculo. Per amore della verità, non siamo riusciti a trovare nel tuo libro la definizione “gesta terroriste”: chiediamo venia. In compenso abbiamo trovato “terrorismo anarchico”, “ecoterrorismo”, “terroristi”... Ma abbiamo capito cosa intendi quando dici “se non riferendo parole d’altri”. Il fatto è che di solito, quando ci si riferisce a parole altrui, si usano le virgolette. Altrimenti si generano confusioni. Ci domandi dove sono le premurose citazioni denigratorie. Basta leggere la nota 308, dove sottolinei la “singolare identità di vedute” fra Ultima fermata e la Procura di Torino notata da un giornalista. Riportarla, lo capiamo bene, fa parte delle schermaglie polemiche. Ma sottolinearla, è davvero denigratorio. Ci sembra che tu abbia qualche problema con i cosiddetti “anarcoinsurrezionalisti”. Nel caso in cui non te ne sia ancora accorto, sono ben pochi coloro che si autodefiniscono tali. La maggior parte viene definita in tal modo. Dai giornalisti, dai poliziotti, da altri anarchici. Da te, ad esempio. Quando mai nei libri di NN qualcuno degli autori si è autodefinito così? Quando mai noi nel nostro scritto ci siamo definiti così? Curioso vedere come tu da un lato te la prendi con la logica delle bande e delle fazioni, dall’altro ci sguazzi a piene mani. Per come la intendi tu, l‘insurrezione è un fenomeno determinato dalla volontà di grandi masse e non può essere determinata dall’azione di pochi ribelli. Quindi, finché non saremo in tanti, niente insurrezione. Sì, è un parere assai diffuso. Ma come faccia tu a riconoscerti pienamente in Malatesta, è un mistero! Era proprio Malatesta a sostenere che l’insurrezione è fatta dai pochi e accettata dai molti. Non lo sapevi? Lo vedi, come la storia del movimento anarchico a volte sia poco conveniente? Esilarante è che pensi di confutare un ipotetico progetto di strage fra turisti con la distinzione fra cassa e baule. Ma come, un anarchico così buono, così attento all’aspetto etico dell’anarchismo, non ha nulla da ridire sulla mostruosità di un simile progetto? Ma ti pare che un anarchico potrebbe mai pensare di fare una cosa simile? A quanto pare sì. Basta che non sbagli i termini che usa… Ma se dice baule, anziché cassa… Che geniale confutazione! Davvero convincente, sì, sì, hai fatto cascare il castello di menzogne dei Ros con questo colpo. Egregio Tobia Imperato, il sentimento di profonda pena fra noi è reciproco. Inventi l’esistenza di epoche felici in cui gli anarchici vivevano tutti come fratelli (ma quando mai!), ti preoccupi per il tuo buon nome, vanti una correttezza che non possiedi affatto. Ti ritieni al di sopra di tutto e tutti al punto che, se qualcuno osa criticarti, ti indigni e ti stracci le vesti urlando che è solo l’astio a guidare la sua penna. Sei talmente paranoico da pensare che siamo gli stessi autori del testo “Pettegolezzi e anarchia”, ossessionati della tua persona, bramosi di guadagnare l’egemonia territoriale in favore della nostra banda metropolitana... ma ti senti bene? Non ci sembra, davvero. Noi non abbiamo scritto quel testo, che pur condividiamo. Per scrivere ciò che pensiamo del tuo libro ci abbiamo messo al massimo qualche ora, dopo la pena di averlo letto. Non viviamo a Torino, non viviamo in una metropoli, non abbiamo nessuna banda, non ci interessa alcuna egemonia. Detto fra noi, non ce ne frega nulla né di te né degli squatter. Ma se ci imbattiamo in qualcosa che non ci piace, lo diciamo. Ma poi, scusa, davvero “l’egemonia culturale della filosofia squatter” è talmente debole da vacillare per così poco? Strana metafora la tua – quella di guardare dal buco della serratura e masturbarsi –, da parte di chi ha collaborato con Caparros e ha trovato “sostanzialmente corretto” un libro che si dilunga morbosamente sulla vita sessuale di Soledad. Evidentemente, anche questo fa parte del tuo “sentido”. Tientelo tutto. Infine, un’ultima parola sull’anonimato. Laciamo stare i pezzenti che accusano gli autori di “Chiacchiere e anarchia” di essere anonimi vigliacchi, ben sapendo che i suoi autori hanno distribuito quel testo fuori dal Fenix prima ancora che tu rispondessi. Ma per quel che ci riguarda, correttezza vuole NON che le “critiche fra compagni” vadano sempre firmate con nome e cognome (cosa per altro smentita mille volte dalla storia del movimento anarchico), ma casomai che se chi viene criticato desidera guardare in faccia il suo critico, quest’ultimo non si sottragga. Quindi, Tobia Imperato, se vuoi sapere chi siamo non hai che da dirlo. Ti accontenteremo prima di quanto tu possa pensare.
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AI VENDITORI DI SUOLE
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Tobia Wednesday, May. 12, 2004 at 5:43 PM |
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Cari figli di nessuno Vedo che la mia risposta ha colto nel segno, poiché nel vostro ultimo scritto non solo tirate qualche remo in barca ma tentate pure di portare qualche prova (anche se traballante) a sostegno delle vostre menzogne. E’ vero che non vi serbo rancore, ma ciò non significa che non sia indignato per il vostro comportamento e quindi abbia usato un tono duro, come meritava un intervento quale il vostro. Non mi aspetto solo elogi, anzi ero sino ad oggi persino stupito di non aver ricevuto critiche, ma un conto è la critica che dovrebbe essere basata sulla disamina dei fatti, è un conto sono gli insulti gratuiti. Voi mi avete accusato di mentire, dando per scontato che eventuali errori, che avrebbero potuto esserci nel libro, fossero dovuti a falsità e malafede, che se un documento non era citato fosse dovuto ad una mia precisa scelta (non vi è nemmeno passato per la testa l’ipotesi che io non potessi essere a conoscenza di tutto nei minimi particolari) o per censura dei miei editori, gli squatter. Molti compagni di Torino e dintorni (e non solo di area squatter) erano a conoscenza del fatto che stessi scrivendo il libro. Se erano depositari di verità di cui temevano che i miei amici squatter mi avrebbero taciuto l’esistenza, perché non si sono fatti avanti? Nessuno, a parte Skizzo e Silvano, ha letto il manoscritto prima della pubblicazione ma io non avrei avuto alcun problema di darlo in visione anche ad altri. Sono pienamente disposto oggi a rettificare degli errori, e lo sarei stato anche prima. Non ho avuto alcuna censura, né alcun condizionamento da chi ha trovato i soldi per la pubblicazione, che si è fidato di me senza nulla pretendere. Gli interventi di Silvano sono valsi solo a correggere alcuni errori relativi a episodi che lo riguardavano, quelli di Skizzo (oltre l’ortografia) si sono limitati a segnalare dei passi che non erano chiari: a volte gli ho dato ragione, a volte no e in questo caso il testo è rimasto come prima. In ogni caso io, visto che apponevo la mia firma, ho sempre deciso in piena autonomia cosa scrivere, e me ne assumo ogni responsabilità. Per quanto riguarda il curriculum sono d’accordo con voi. Un’intera esistenza senza macchia può essere infangata anche da una sola azione indegna. Io non chiedo nessuno sconto e se ho parlato di me è stato solo perché voi avete insinuato (questo è il metodo gesuitico) dei dubbi sulla mia persona. Appurato il fatto che siamo tutti d’accordo sul fatto che ognuno è libero di dire ciò che sente (ho evitato di dire diritto visto che non vi piace) a condizione di non mentire, risponderò ancora una volta ai vostri quesiti. E’ inutile che continuiate ad insistere su quel “nostra verità”. Ve l’ho detto e ve lo ripeto: non era riferito né alle analisi né alle iniziative, ma alla montatura giudiziaria da me svelata e che – almeno finora – non ha riscosso critiche nemmeno da parte vostra. Non ho mai inteso parlare a nome di tutti gli anarchici, ma penso che tutti gli anarchici possano concordare con me almeno sulla manovra repressiva. Se ci sarà un’altra edizione – visto che il libro è quasi esaurito – mi impegno a precisare meglio questo punto. Sull’episodio di Dario Fo non ho attribuito agli squatter proprio nulla. Ho detto che c’era stato un invito ma la cosa non era andata in porto proprio perché qualcuno non aveva accettato la “beatificazione di Calabresi”. Nemmeno io, prima di vedere lo spettacolo in TV, avrei immaginato le cazzate che il Nobel sparava sulla bontà di Calabresi. Mi ha letteralmente disgustato e confesso che – se fossi stato presente - avrei fischiato anch’io, ma evidentemente chi si era accordato con lui non poteva essere a conoscenza del testo dello spettacolo. E quindi del tutto pretestuoso che voi insistiate con le accuse di manipolazione. Ho già spiegato chiaramente che nel libro volevo evitare di entrare nelle polemiche e ho rimandato alla lettura di Ultima fermata chi voleva addentrarsi su quel terreno. Avrei potuto anche evitare di parlare di Ultima fermata, ma non sarebbe stato corretto. In quel caso mi avreste accusato di aver censurato un testo basilare, come mi avete già accusato di aver rifiutato il confronto sulle tesi denigratorie ivi contenute. Parlandone ho dovuto per forza dire cosa non mi convinceva in quel testo, ma non mi sembra di aver insultato gli estensori né di averli accusati di “fare i salti mortali, destreggiandosi fra contraddizioni, omissioni, falsificazioni, manipolazioni e menzogne”. C’è modo e modo di criticare. Su gli squatter pompieri del 4 aprile ribadisco che le vostre sono menzogne allo stato puro. Ero presente all’assemblea del giorno precedente il corteo, in cui si decise che il corteo doveva arrivare senza incidenti fino al palazzo di giustizia, poi da lì in avanti ognuno era libero di fare quel che voleva. Voi affermate il contrario ma è sempre e solo la vostra anonima parola. Dite apertamente chi ha fatto il pompiere tanto da meritarsi un sasso (non vi smentite mai, io in un caso del genere mi sarei limitato a mandarlo a fare in culo). Se anche ciò fosse successo si tratterebbe comunque di un comportamento individuale di cui ne dovrebbe rispondere al limite l’interessato e non certo gli squatter in quanto tali. O forse da voi vige la responsabilità collettiva? Ribadisco che questa lettera a Pisapia io non l’ho mai vista né mai sentita nominare. Se esiste realmente dite qual’è questo quotidiano a tiratura nazionale che l’ha pubblicata (addirittura anastaticamente) che andrò a cercarla e allora ne riparleremo. Anche la questione del furto è del tutto pretestuosa. Silvano spedisce una lettera a un compagno di Cuneo che la pubblica senza firma su un giornale. Com’è che questa lettera viene trovata nella casa romana della fidanzata di un indagato nell’inchiesta Marini? Perché si trova lì dopo che costui si è recato in vacanza a Cuneo? Perché costui dichiara ai ROS che Silvano gliela avrebbe data da consegnare ad altri se non è vero? Come potevo informarmi con precisione su cos’era realmente accaduto se il destinatario della lettera era latitante? Essendo una cosa già pubblicata non avrebbe avuto senso dare in giro l’originale scritto a mano e quindi era più che logico ipotizzare che fosse stato “sottratto per leggerlo o conservarlo” (si sa che gli anarchici hanno la passione per la carta). Non la consideravo in sé un’azione grave ma una semplice cazzata; mentre le dichiarazioni rilasciate ai ROS sono queste sì azioni gravi. Se voi siete così ben informati da dire che la mia è un invenzione perché non lo avete mai fatto sapere almeno a Silvano? Mi sembra sia un suo diritto (oh!, mi è scappato) sapere come mai una sua cosa è finita in un’inchiesta romana. Visto che poi è stata usata da Laudi per incastrarlo. A quanto vedo tutte le mie denigrazioni si risolverebbero in una sottolineatura. Mi sembra un po’ poco. Ho sottolineato quel passo non con intenzioni denigratorie, ma solo per far risaltare che un certo tipo di analisi (quella, da voi ribadita, che i servizi segreti sono un falso problema) è funzionale alla repressione sbirresca e giudiziaria. L’ho posto in evidenza non per insultare ma per far riflettere sul fatto che se, come ho scritto nel libro, il potere gioca lo stesso gioco dei ribelli bisogna avere l’intelligenza almeno di chiedersi perché. Ribadisco che nel libro ho usato il termine terrorista (e similari) solo ed esclusivamente riferendomi ad espressioni altrui. Le virgolette le ho poste solo quando si trattava di citazioni testuali. Non pensavo di insultare nessuno dandogli dell’anarcoinsurrezionalista visto che gli stessi che cito in bibliografia lo usano ampiamente. Se NN non si riconosce in questa definizione (non ho avuto ancora il tempo di verificare) sono pronto a scusarmi, ma solo dopo loro esplicita richiesta. Nemmeno a voi anonimi mi sembra di aver dato simile definizione e ho parlato di insurrezionalismo solo per ciò che riguardava le cose di cui mi chiedevate ragione. Non mi sembra il caso né il luogo per addentrarci in una discussione sul pensiero malatestiano. Come io la penso sull’insurrezione l’ho già detto. Chi non è d’accordo è libero d’insorgere quando vuole; avrà sempre la mia solidarietà. Siete patetici con la storia dei bauli. Come avrà capito chiunque ha letto il libro, il dialogo sulla strage di turisti era uno sfogo di Silvano, e chi lo conosce sa che nei momenti di sconforto dice anche di peggio. Solo dei mentecatti sbirri e magistrati potevano dare credito ad affermazioni tanto assurde e paradossali. E, secondo voi, io avrei dovuto scendere al loro livello per confutare eticamente una cosa senza senso? Nel mio intervento precedente mi ero attenuto alle vostre indicazioni finali e non mi ero soffermato sull’anonimato, ma vedo questa volta ci tenete a sapere come la penso. Per lanciare accuse gravi, come fate voi, bisogna farle a viso aperto e firmandosi per nome. Unica deroga a questa regola è quella dovuta alla latitanza, ma solo nel caso in cui firmandosi si potrebbero dare indicazioni agli sbirri sul luogo dove ci si trova. Se così non fosse tutti (spacciandosi per anarchici) potrebbero infangare gli altri. E non basta nemmeno che gli interessati vengano messi a conoscenza dell’identità dei propri critici. Se le accuse sono pubbliche anche il pubblico ha diritto a conoscere l’identità degli accusatori. Un’ultima cosa. Sono felice che a voi non ve ne freghi nulla né di me né degli squatter ma non riesco a capire come mai con tutto quello che viene stampato, sia all’interno che all’esterno del movimento, che può incontrare la vostra riprovazione siate così solleciti ad intervenire solo quando ci sono in ballo gli squatter. Non mi sembra che nessuno abbia mai fatto comunicati contro Ultima fermata, e certo non è stato per paura del confronto. Ancora senza rancore. Tobia
PS Se avete bisogno di una risuolata, non ho alcun problema ad incontrarmi con voi. Mi potete trovare tutti i sabati al Balon.
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ma basta
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mk Thursday, May. 13, 2004 at 9:56 AM |
mail:
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trovo irritanti i comunicati degli anonimi trovo assurdo che tobia debba render loro conto queste sono piccole sconfitte interne che ci indeboliscono..piuttosto parlatene faccia a faccia al fenix, o al baloon oppure scrivete anche voi un libro con la vostra versione oppure endate a fare in culo..ecco sisi
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SOTTOLINEARE è DIABOLICO
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Dente Azzurro disgustato Friday, May. 14, 2004 at 2:37 AM |
mail:
cranioleggero@yahoo.it |
Banda di lugubri pagliacci, dopo tutti gli insulti e le menzogne che avete versato su Tobia, vi sentite soddisfatti? Proprio voi, professionisti della calunnia anonima (clamoroso l’infame Ultima Fermata) vi permettete di chiedere conto con pedanteria da ragionieri di questo e quel particolare insignificante e di quella “sottolineatura”, spacciandoli per gravi e deliberate bugie. Prorpio non meritereste risposta. Esistete soltanto nella misura in cui vi contrapponete a qualcuno. Autoritari schifosi, camuffati da anarchici, miserabili intriganti, affittuari nullafacenti e mantenuti, ora fate finta, moltiplicando i comunicati, di essere in tanti e persino diversi, ma a chi la volete raccontare! Siete quattro fanatici, che non si sopportano neanche fra di loro. E per dissimulare tutto il senso di impotenza e di morte che irradiate cercate, come al solito, di intorbidare le acque affibbiando agli altri le vostre doti. Sfido chiunque a trovare del “fiele” nel libro di Tobia, proprio quel fiele che , invece, gronda dai vostri ripugnanti comunicati anonimi, gonfi di insulti, calunnie, di nomi di gente che vorreste castigare senza avere i coglioni di farlo e di intimidazioni. Vi auguro di risprofondare nella merda autoritaria marxista-leninista-maoista che vi ha generato. Soprattutto mi auguro che il movimento anarchico non debba soffrire ulteriormente la vergogna della vostra invadentissima e degradante presenza. Borghesucci annoiati, biliosi e logorroici, tornate a dedicarvi alla lotta di classe. Si baccaglia bene e magari riuscite a tirare su un gregge di gregari che vadano a picchiare per conto vostro gli squatter, che continuano a non cagarvi. Il peccato mortale di Tobia è di aver raccontato le cose come stanno, che per voi è intollerabile. E soprattutto, imperdonabilissimo, di essere vicino col suo sentire agli squatter. Per quel che riguarda le pesanti calunnie che vi siete permessi di riversare su Silvano Pelissero, penso che con questa ennesima porcata lasciate un conto aperto con ogni anarchico, che potrà venirvene a chiedere soddisfazione nei modi che preferirà, così come tutti gli anarchici e non, e sono tanti, che sono stati infamati da voi.
Dente Azzurro disgustato
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a luchino (se di lui si tratta)
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ahahah Friday, May. 14, 2004 at 10:16 AM |
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luchino, ma tu sei proprio quel luchino? sei quello che ha esibito le frattaglie di carne ai giornalisti per poi concedersi a loro per farsi intervistare? sei qel luchino che é andato dall'assessore Leo insieme allo skizzo afinché lui mettesse una "buona parola " per i vostri posti okkupati... naturalmente a scapito degli altri? e che gli aveva chiesto di non fare parola a nessuno di quell'incontro ma poi é rimasto fregato perché lui ne ha parlato , e come, sui giornali? ahhhaaahhhhaahhahahahahaaahaaahaahahahahhhaahhhhh!! sei proprio tu?... a proposito di conigli! ahahahahahahahahahah ma sai che eri bellissimo davanti alle Nuove quando facevi lo scudo umano e ti sei preso la pietra sulla cucuzza?
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a Dente A...vvelenato
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... Friday, May. 14, 2004 at 2:16 PM |
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caro S. è proprio vero che ognuno parla di quello che è e di ciò a cui aspira. Parli di greggi da aggregare e di bande da reclutare per picchiare gente che qualcun altro non ha il coraggio di picchiare. Ma fatti capace: non tutti hanno le tue ambizioni. Va bè che chi ti sostiene è gente degna di te, come quello che mi precede... ma tant'è, a ciascuno il suo
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per ahahahah
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no Saturday, May. 15, 2004 at 10:42 AM |
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no, non è quel luchino li', quel luchino che dici tu non e' mai esistito negli squat, stai dicendo altre palle, la versione vera e' di nuovo un'altra, purtroppo per voi di questa cosa i particolari li conoscono in molti. ma siete per caso degli sbirri, dei giornalisti o dei giudici?, no, dico, se non lo siete siete sulla buona strada per diventarlo, arruolatevi nell'arma o iscrivetevi a giurisprudenza che andrete forte.
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AVETE GUARDATO MALE LA TELEVISIONE
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STALIN Monday, May. 17, 2004 at 1:22 AM |
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Non vi basta la cascata di insulti di insulti e di menzoogne su Tobia. Adesso cercate di gettare fango anche su Luchino e con quali travolgenti argomenti! Tra l’altro, non mi sembra che si sia mai preso nessuna pietra in testa. AVETE GUARDATO MALE LA TELEVISIONE. Strano, però, stavolta avete infamato poco Schizzo. Forza, datevi da fare! Anche se siete comnpletamente privi di spirito, io mi diverto da morire.
Vostro aff..issimo STALIN
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GLI INNOMINABILI CHE VOMITANO CALUNNIE
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Alessandro Manzoni Monday, May. 17, 2004 at 1:01 PM |
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Ma come!? Triturate il cazzo a mezzo mondo, soprattutto nelle case occupate, propagandando la vostra santa-insurrezione e poi avete paura di essere chiamati per nome…Ma andatevi a nascondere. Dimenticavo, nascosti lo siete già, almeno quando vomitate calunnie contro gli anarchici.
Alessandro Manzoni
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Storia dell’Anarchismo Infame
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rory Monday, May. 17, 2004 at 3:12 PM |
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Su! Coraggio, rassegnatevi. Fate schifo. L’unica “azione” che riuscite a fare consiste nel buttare la vostra merda sugli altri anarchici, in questo caso sugli squatter, cercando di screditarli con menzogne a pioggia. Bel modo di fare i politicanti! Tutto ciò cosa ha da spartire con l’anarchia?! Mentite persino sulle tradizioni anarchiche, volete rifarvi una storia dell’anarchia a vostro uso e consumo, una “Storia dell’Anarchismo Infame”, in cui potreste pretendere un bel capitolo tutto per voi. Poi scrivete che gli altri sono una parrocchia. Le vostre sono fra le peggiori manifestazioni del settarismo più degradato. Tante congratulazioni agli anonimi calunniatori. Che faccia…
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A.S.I.N.I.
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Uno spettatore Monday, May. 17, 2004 at 4:09 PM |
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Viste le mai abbastanza apprezzate repliche delle vostre spettacolari performances anonime -bellissimi e originali i titoli (Veleno, Culmine della Calunnia, I miserabili, Pidocchi e Piattole, Intimidazione, I Rancorosi, Livore, Menzogna, Rosicare, Linciaggio, Inferiorità, Il Raglio, Cronache di poveri bugiardi, Frustrazione), tutti nobili aspetti dell’animo umano che voi, così bene, ci rappresentate - vorrei darvi una mano, pare che ne abbiate tanto bisogno. Vi ho trovato una sigla che potete utilizzare per distinguervi. Non esigo alcun diritto d’autore. La vostra sigla è: Anonima Scribacchini Insurrezionalisti Nazionale Infamatori. ASINI.
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a Tobia
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ulisse Tuesday, May. 18, 2004 at 10:38 AM |
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Ciabattino, le tue giustificazioni alle manipolazioni a cui sei ricorso per poter scrivere l’opera che renderà immortale la tua ipocrisia sono penose. La lettera di cui parlavamo è apparsa sulla Repubblica del 5 agosto 1998, a pagina 4. Rileggendola dopo sei anni, abbiamo però scoperto di aver confuso un politico dei Verdi con uno di Rifondazione; e non si tratta di una lettera di solidarietà, noooo, ma “solo” di ringraziamento, stima, amicizia nei confronti di tutti i politici che “hanno ancora la capacità di far valere la ragione” (come Manconi, ad esempio, oppure come Pisapia di cui Silvano chiede l’indirizzo per potergli scrivere direttamente). Tu la conoscevi questa lettera, avendo citato in altre parti quello stesso giornale, ma l’hai taciuta. Così è più facile denigrare e calunniare chi all’epoca, dopo averla letta, ha preferito rompere i rapporti con Silvano. Non essenso noi dei ciabattini, correggiamo immediatamente i nostri errori. Diffonderemo una versione “riveduta e corretta” del nostro testo. Ti abbiamo detto quanto avevamo da dirti. Ti lasciamo l’ultima parola, in compagnia dei tuoi tifosi e dei loro ululati da stadio. In effetti, siete fatti l’uno per gli altri.
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libertari o insurrezionalisti?
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la corte suprema Tuesday, May. 18, 2004 at 5:18 PM |
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ulisse & c, della pratica dell'anarchia evidentemente sapete poco nulla, avete sbagliato area, cosi' pronti a puntare il dito, non e' che soffrite di manie paranoiche? e che dire, con questo atteggiamento nei confronti di un compagno provato dalle galere e dal peggio dello stato, quale utopia sperate di praticare? ma si, ma si, se ne vedono tanti di presuntuosi in giro, senza dover affrontare temi libertari che evidentemente non potete comprendere. ma lo sapete cosa e' un delatore? e' uno che vi manda in galera. tutto il resto e' lubrificante per le vostre seghe mentali. fatti, non pugnette
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a un commerciante di suole
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Tobia Tuesday, May. 18, 2004 at 6:47 PM |
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Cari venditori di suole, Ora che avete finalmente svelato il rebus di questa famosa lettera, vi rivelate ancora una volta per quello che siete: degli spudorati mentitori. Lasciamo perdere che abbiate – nella foga polemica – confuso il destinatario da voi promosso sul campo “l’allora ministro Pisapia” (non mi risulta che sia mai stato ministro) con il consigliere regionale Pasquale Cavaliere, ma voi definite addirittura tale missiva “lettera di solidarietà che Pelissero inviò ad uno dei destinatari dei pacchi esplosivi”, una lettera di solidarietà scritta PRIMA ANCORA che fosse inviato il pacco-bomba. Nella pagina di Repubblica da voi citata, la riproduzione della lettera non porta data (perché vi sono solo i due fogli finali e uno ricoperto parzialmente dall’altro) ma si può leggere in chiusura: “Spero di rivederla o di risentirla presto. Lunedì 27 luglio sarò nella cella bunker delle Vallette alle 11 circa”. Ora, come faceva Silvano ad inviare - in data precedente il 27 luglio - una lettera di solidarietà per un pacco-bomba arrivato a destinazione il 4 agosto? Infatti, in tale lettera non si fa cenno alcuno ai pacchi-bomba. Chi è – tra noi – il manipolatore? Siete liberi di non crederci, ma questo documento era sfuggito alla mia attenzione perché non ho dato eccessiva importanza alle illustrazioni che contornavano gli articoli (altrimenti avrei subito svelato il vostro errore), ma anche adesso che – grazie alla vostra solerzia – ne ho preso visione non lo citerei ugualmente nel libro, primo perché non ho inserito tutta la corrispondenza di Silvano e secondo perché non aggiunge né toglie nulla alla vicenda. Sfido chiunque a dimostrare il contrario. Che Silvano in quella lettera abbia ringraziato Cavaliere Manconi o altri (tra l’altro l’accenno a Pisapia è riferito affinché si interessi della sorte di un altro detenuto) per quanto hanno fatto per lui è una cosa che riguarda solo Silvano. Mi sembra che non sia un “delitto” di cui debba rendere conto a qualcuno. Anch’io al suo posto avrei fatto lo stesso. Sono abituato ad avere con la gente – soprattutto con chi mi aiuta - dei rapporti cordiali, anche se non sono anarchici. Nel periodo in cui al Balon c’era una mobilitazione per la sopravvivenza del mercato ebbi alcuni incontri con consiglieri comunali di RC, non scrissi loro alcuna lettera ma non ho problemi a ringraziarli per il loro interessamento. Non esiste (se non nei vostri folli deliri) una trincea dove da una parte stanno gli anarchici e dall’altra la restante umanità. Io non ho problemi ha confrontarmi con chi non la pensa come me, basta che non vi siano fraintendimenti, cioè che sia chiaro che io sono una cosa e chi ha idee diverse dalle mie un’altra, ben distinta e separata. Io non cerco il dialogo con le istituzioni perché penso che non vi sia nulla da salvare ma non considero un nemico chi – anche dall’interno delle istituzioni - dà una mano a degli anarchici in galera. Nella storia del nostro movimento non è la prima volta che dei politici di sinistra si sono interessati alla sorte di anarchici detenuti (mi viene in mente, l’allora deputato, Sandro Pertini che si diede da fare per la liberazione di Giuseppe Mariani, uno degli attentatori del Diana) ma è la prima volta che sono stati ringraziati con una missiva esplosiva. Nel vostro intervento precedente dite che non è questo (se era giusto o meno inviare i pacchi a Pisapia e Cavaliere) il contenzioso tra noi, ma allora perché usate una lettera antecedente ai fatti per accusare Silvano d’infamia? Dei rapporti di amicizia, anche se conflittuali, tra Silvano e Cavaliere io nel libro non ne ho fatto mistero e ho riportato persino la lettera che inviò ai Verdi in occasione della morte del consigliere. Anche Sole e Baleno, durante la detenzione, accettarono di incontrarsi con i politici in questione. Chi siete voi per stabilire chi un anarchico in prigione deve o non deve ringraziare per l’interessamento alla sua persona? Anime tanto sensibili da soffrire per Sole (oggetto di speculazione da parte di Caparròs) ma che non hanno problemi ad infangare Silvano, che ha tenuto lo stesso comportamento dei suoi coimputati. Penso che, a questo punto, anche la questione della lettera possa essere archiviata insieme a tutte le altre vostre menzogne. Vorrei ancora aggiungere alcune cose su Luchino ingiustamente accusato da un vostro tifoso (ahahaha). Da quanto afferma costui (le altre “centinaia” non si sono pronunciati) sarebbe stato proprio Luchino il pompiere del 4 aprile. Il giorno del corteo Luchino si era assunto, come deciso in assemblea, l’ingrato compito di intrattenere i rapporti con gli sbirri, per mediare di volta in volta, come avviene in tutti cortei, a maggior ragione quando il clima è teso. Giunti davanti alle Nuove (un isolato prima del tribunale) dal corteo iniziarono le ostilità, lanci di sassi e uova contro gli sbirri, proprio mentre Luchino stava ancora parlamentando, tanto da costringerlo a farsi scudo con le mani (nessun sasso l’ha colpito). Tutto qui. Nessuno ha fatto il pompiere e chi afferma il contrario MENTE SENZA RITEGNO. Se questo anticipo d’ostilità (visto che il punto X era il tribunale e non le Nuove) era dovuto a “impazienza rivoluzionaria” poco male, nessuno se ne è mai lamentato. Ma se, come viene fuori dalle vostre allusioni e da quelle del vostro compare (ahahaha), l’obiettivo non erano gli sbirri ma Luchino (che è da tempo sulla vostra lista nera) l’unica immagine che mi viene in mente è quella degli stalinisti che obbligavano gli anarchici (in Spagna come nella resistenza) non solo a combattere al fronte contro i fascisti ma anche nelle retrovie contro chi li colpiva vigliaccamente alle spalle. Ma – si sa – il vostro obiettivo principale sono sempre e solo gli squatter, con ogni mezzo necessario. Sempre senza rancore, ma molto annoiato di dover perdere ancora tempo a confutare cazzate. Tobia
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SISTEMI AUTORITARI
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fernanda Wednesday, May. 19, 2004 at 7:46 AM |
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Vi rivelate per quello che siete: Autoritari, infiltrati fra gli anarchici. State svelando i vostri sistemi! Marx, Lenin e Stalin sarebbero commossi se potessero vedervi calunniare nell'ombra, con tanta passione. Sareste i loro discepoli ideali.
Vostra Fernanda
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la corte suprema di tobia & c
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cortigiana Wednesday, May. 19, 2004 at 3:35 PM |
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Non esistono corti e cortigiani, ma amici legati da rapporti di stima, fiducia e rispetto per lo piu' diversi tra di loro. Le corti le state inventando voi, sembrate un branco di pazzi paranoici affetti da sospettosità acuta. Se fare delle cose da anarchici o con gli anarchici significa poi dover rendere conto a una giuria di nichilisti decerebrati, paranoici e ipercritici, che scrutano ogni tuo movimento e possibile errore, arrivando pure ad inventarselo, be'... se davvero fosse cosi', ma chi cazz ce lo farebbe fare di fare gli anarchici... e se quell'atteggiamento fosse il frutto della pratica anarchica, chi cazz desiderebbe l'anarchia? Ce l'avete coi giornalisti, per le menzogne che pubblicano, e per gli interessi che fanno ad alcuni, a discapito della verita', e poi voi, alla pari se non peggio di un giornalista di Torino Cronaca, pubblicate su un media indipendente (ch'e' uno strumento divulgativo di notizie...un serio sforzo di informazione-altra) le vostre supposizioni, buttandole li', come fossero cosa vera e assodata. Riguardo al definire la vostra una legittima critica... palle! lo dite pure voi: volevate fare le scarpe - che sono anni che ci provate - diffamando e tirando in ballo chiunque e qualsiasi cosa vi possa fare comodo, mentendo o colorando i fatti di significati solo vostri, senza neanche verificare a fondo la realta' delle cose, passando tranquillamente sulla testa di chiunque per raggiungere il vostro scopo (o forse siete un po' scemi e non avete saputo interpretare i fatti.. chi lo sa?). Ma quel'e' poi il vostro scopo? Denigrare Tobia, Luchino, Silvano, Skizzo e gli Squat. Solo quelli sono i toni delle vostre elucubrazioni. che pena - che squallore - che tristezza
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ultras squatters e affini
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pelè didù vavà Wednesday, May. 19, 2004 at 7:31 PM |
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e siamo noi che vi urliamo dalla nostra voce di ultras, un'unica voce vaffanculo. ma proprio questa parola così usata racchiudo un decennio di calunnie nei nostri confronti. ma si chi se ne frega, voi che attaccate gli squat e poi com porfilo andate a presentare le vostre iniziative guarda caso all'alcova una casa okkupata.. attaccate i centri sociali e poi da buoni compagni andate a mangiare a casa degli autonomia rinfoccillarvi di salsicce e bistecche e quanto altro....ù ventrella mettiti a dieta voi insurrezionalisti avete rotto il cazzo e il vostro è soltanto un mestire come un'altro un mestire di merda carabiniere!!!!!!!!!!!! sucate
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Dilettanti!
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Giuseppe Stalin Thursday, May. 20, 2004 at 1:54 AM |
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Figli di nessuno siete mediocri. Siete capaci solo di confondere un verde con un rifondarolo e agosto con luglio. E vi correggete pure. Ma andate a scuola da Tobia! Lui sì che è bravo, inventa un furto, fa nome e cognome del ladro e poi dice che la colpa è del derubato che è latitante. Da' il merito della contestazione a Fo ai suoi silenziosi e ossequiosi spettatri squatter. Infine, tace la lettera di Silvano perché lui non guarda la grafica dei giornali.. Siete solo dilettanti.
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ai figli di Stalin
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Polifemo Thursday, May. 20, 2004 at 8:14 AM |
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Adesso che vi siete firmati col vostro vero nome c’avete rotto i coglioni. Va bene. Tobia non ha spiegato come si doveva la storia di Dario Fo. Non l’hanno contestato gli squatter ma due amiche vostre. Quali sono invece le altre vostre iniziative per gli arrestati? Perché invece di criticare cosa fanno gli altri non ci raccontate cosa avete fatto voi? Dal libro di Tobia sembra che abbiano fatto tutto gli squatter, diteci una buona volta, oltre la contestazione a Fo che ce l’avete fatto a fette, che cosa avete fatto che Tobia non ci ha raccontato. Altrimenti chiudete quel cesso di bocca. Non solo non avete mai fatto un cazzo, ma sapete solo sparare merda sugli squatter e su Silvano che si è fatto quattro anni dentro e non ha mai fatto nomi d’altri. Però difendete un infame che fa nomi e cognomi di altri e che Tobia ha trattato troppo gentilmente dandogli dell’ipotetico ladro. Difendete pure i deliri delle tute bianche e dei loro amici del ponte della ghisolfa. Quando darete ragione a Laudi? Dichiarate di avere rotto i rapporti con Silvano per una lettera di ringraziamento a un consigliere e difendete a spada tratta uno che, interrogato dai ros, canta come un canarino. Vi vantate di tirare le pietre ai compagni invece che agli sbirri. Ma che cazzo di gente siete? Chi vi ha partorito? Come mai non vi hanno ancora spezzato le ossa? Gli squatter sono troppo buoni. A degli infami come voi non è sufficiente far rimangiare le loro falsità.
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senor Tobia
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ahahahahah Thursday, May. 20, 2004 at 11:27 AM |
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sicchè non hai mai ricevuto critiche al tuo schifoso libro e le aspettavi, vero, spudorato bugiardo ? perchè non parli di quelle che ti hanno fatto nei giri di presentazione che hai fattto? ah già, ma sicuramente si trattava di un complotto. dai, perchè non ci anticipi il calendario delle prossime presentazioni... c'è tanta gente che ti aspetta a braccia aperte (ovvio che l'invito è rivolto anche ai tuoi compari squatters) a presto
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pero'
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daidai Thursday, May. 20, 2004 at 11:31 AM |
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hahaha cazzo ridi? dovrebbe essere una minaccia la vostra? si perche' parli di "tanta gente"...e quante merde siete? tutti in divisa? senor tobia non badar di loro, ma guarda e passa e ti prego se fai altre presentazioni di comunicarlo, cosi' da poter permettere a tutti di conoscere i temibili figli di puttana
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Per Polifemo
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Giuseppe Stalin Thursday, May. 20, 2004 at 1:18 PM |
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Caro Polifemo, é passato tempo da quando venivi a scuola da me ma le cose non sono cambiate. Sei bravo, ma non all’altezza di Tobia il mio allievo preferito. Lui non ha ammesso di aver sbagliato, perché lo sputtai così con la storia di Fo? Ma non lo capisci che le merdate si rivendicano fino in fondo? Quante volte te l’ho insegnato? Per il resto vai alla grande. Dici che quelli hanno difeso un infame, le tute bianche, i loro amici del ponte. Vai Polifemo così si fa. Si calunnia, s calunnia, si calunnia che qualcosa resterà. Ma mi raccomando poi non correggerti. Mai correggersi quando si mente. Solo chi si sbaglia si corregge, chi mente non deve mai farlo. Bisogna fare finta di niente. Impara da Tobia che dice gli squatter non sapevano nulla di cosa avrebbe detto Fo, o che prima dice spettava al mai derubato smentire il furto e poi che é latitante, o che lui non guarda la grafica dei giornali solo per tacere quella lettera e poter dire che quelli là credono ai giornalisti. Lo ripeto, mai correggersi quando si mente. Perché corregersi sono cose che fanno solo i dilettenti, gente che ha solo poca memoria ed é capace di pensare che non si accusa di furti nessuno, nemmeno gli infami. Ma t rendi conto che razza di idealisti del cazzo che sono? Hai ragione bisognerebbe sprangarli. Contro gli avversari tutto è permesso, bisogna essere gesuiti! Come me, come Tobia, come te. Stammi bene.
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AI LAVORATORI DELLA MERDA
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Il pusher di Pantani Friday, May. 21, 2004 at 2:39 PM |
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La vostra fabbrica di merda (Merda & Affini) è esplosa. Una vera bomba! Così vi siete coperti di merda. La vostra merda. La valanga di escrementi ritorna al mittente. Cose che succedono ai merdosi. Morale, hai voluto la bici…
Il pusher di Pantani
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MENTIR, MENTIR, MENTIR. SEMPRE MENTIREEE...
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LUNA Friday, May. 21, 2004 at 3:48 PM |
mail:
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Agli anonimi diffamatori. Nel 1800 la canzone socialista diceva: “Rubar, rubar, rubar. Sempre rubareee…” Nel 2004 il vostro motto è invece: Mentir, mentir, mentir. Sempre mentireee… Con il nobile scopo di infangare altre persone. E la menzogna ben si sposa con l’anonimato. Un consiglio, compagni. Il dito che puntate per calunniare infilatevelo su per il culo.
(firmato) LUNA
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MENTIR, MENTIR, MENTIR. SEMPRE MENTIREEE...
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LUNA Friday, May. 21, 2004 at 3:51 PM |
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Agli anonimi diffamatori. Nel 1800 la canzone socialista diceva: “Rubar, rubar, rubar. Sempre rubareee…” Nel 2004 il vostro motto è invece: Mentir, mentir, mentir. Sempre mentireee… Con il nobile scopo di infangare altre persone. E la menzogna ben si sposa con l’anonimato. Un consiglio, compagni. Il dito che puntate per calunniare infilatevelo su per il culo.
(firmato) LUNA
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SULL'ANARCOMETRO
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un ascolatatore di Radio Black-Out Friday, May. 21, 2004 at 5:45 PM |
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SULL'ANARCOMETRO
Calma, compagni, durissimi e purissimi e per nulla levissimi. Per voi arriva l'Anarcometro! Che potrà quantificare il vrado eccelso eccelso di "diffamasi" e di infamasi" che riuscite a sviluppare. Dopo di che avrete la medaglia. Non vi scaldate troppo il piscio, compagni, con i vostri comunicati anonimi, ora che c'è l'Anarcometro. L'unico rischio è che anche l'Anarcometro non vi regga e che, questo sì, lo facciate saltare in aria.
un ascolatatore di Radio Black-Out
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agli spacciatori di suole ingiustamente calunniati
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Tobia Friday, May. 21, 2004 at 7:37 PM |
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Cari spacciatori di suole, Mi dispiace deludervi, ma quando affermo una cosa corrisponde al vero. Durante i miei giri di presentazione non ho ricevuto critiche al libro. A Genova (Embriaci) e a Firenze (MAF) un paio di esagitati/e mi hanno cagato il cazzo sul libro argentino rompendo i coglioni a tutti i presenti con cose che non c’entravano nulla con il tema della serata. Non hanno parlato del mio libro probabilmente perché non era ancora uscito il foglio d’ordini n. 2, cioè il vostro comunicato. A Milano (Malfattori) erano presenti alcuni anarchici su posizioni simili alle vostre. Ne è seguito un dibattito sereno: nessuno mi ha insultato e tanto meno accusato di mentire né di fare manipolazioni e non c’è stato alcun problema. Sono disposto a confrontarmi con chi non la pensa come me, a condizione che non vengano meno le regole del rispetto reciproco. A Palermo due persone presenti hanno sollevato la questione se i tre arrestati fossero o meno squatter e ne è nato un botta e risposta tra me e loro che ha conseguito il risultato di svuotare la sala (molto attenta durante la presentazione), segno evidente che – come si può leggere anche sull’ultimo numero di Sicilia Libertaria – queste questioni di lana caprina, oltre a voi, non interessano a nessuno. In tutti gli altri posti in cui sono andato non ho avuto problemi. Ho sospeso di fare giri di presentazioni perché accusavo un po’ di stanchezza, ma adesso – stimolato anche da voi – ho intenzione di ricominciare. Voi, naturalmente siete invitati. Portate con voi un numero di Novella 2000 così potrò riconoscervi subito. E’ stupefacente come tentate di rovesciare a vostro vantaggio le vostre sconfitte. Diffondete in rete un comunicato che non sta in piedi, contenente una sequela di accuse false. Con pazienza certosina ve lo smonto pezzo per pezzo dimostrando inconfutabilmente che mentite e voi cosa fate? Vi dichiarate disposti a rettificare un particolare insignificante e l’accampate come prova di grande correttezza. Calunniate a piene mani e poi affermate che sono io a calunniare voi. Il carnefice che si atteggia a vittima, come scrissi nel libro riferendomi a Laudi. E’ inutile che cerchiate di nascondervi dietro un dito. Il problema non era se il destinatario era Cavaliere o Pisapia; questo dimostra solo che io ero nel vero quando affermavo che tale lettera non è mai esistita. Il problema reale era che Silvano non aveva inviato nessuna lettera di solidarietà a nessun destinatario di pacco-bomba, ma aveva semplicemente scritto una lettera di ringraziamento ad un politico che lo aveva aiutato e in epoca precedente. Ed è una cosa che riguarda solo lui. Io, come ho già detto, non avevo visto tale lettera ma questo è solo un dettaglio. Ho affermato che non l’avrei citata nemmeno se l’avessi vista. Quando si fa un libro non si può (a meno di fare un polpettone indigesto formato enciclopedia) riportare tutto, bisogna per forza operare delle scelte. Ed è l’autore a decidere cosa è importante e cosa non lo è. Lo si può accusare di omissioni solo quando ignora documenti che contraddicono le sue tesi. Ora, tale lettera da voi reputata fondamentale è assolutamente ininfluente ai fini della vicenda. Non ha nulla a che vedere con i pacchi, perché e precedente, riguarda solo i rapporti personali tra due persone. Silvano non si è mai iscritto al partito di Cavaliere nè ha fatto propaganda elettorale per lui. Perché mai avrei dovuto citarla? E’ penoso che continuate a rifriggere l’aria strafritta con l’episodio di Dario Fo. E’ vero lo riconosco. Non sono stati gli squatter a iniziare la contestazione ma due ragazze (che non sono squatter, ma che ci facevano assieme a loro?). In ogni caso ne sono stati coinvolti tutti i presenti, squatter o non squatter. Nel mio libro forse questo non si percepiva chiaramente, ma io non ho manipolato un cazzo di niente. Per un rifiuto istintivo di rovistare nella merda ho evitato di mettere in evidenza che - con 3 arrestati con accuse pesanti - il vero obiettivo di alcuni non era quello di darsi da fare per la loro liberazione ma litigare con gli squatter. L’episodio di Dario Fo è assolutamente marginale in tutta la vicenda ed è stato enfatizzato oltre misura dai giornalisti. Non sono certo la decina di righe che io vi dedico nel mio libro (anche se non è espresso con chiarezza che sono state due non-squatter a iniziare) a inficiare il lavoro che ho portato avanti. Al di là delle mie preferenze o simpatie, il quadro che ne viene fuori su giudici ROS DIGOS è preciso e rigoroso. Lo so che a voi non ve ne frega un accidente di mettere a nudo i meccanismi della repressione e le contraddizioni della democrazia; è molto più importante litigare su chi è più rivoluzionario, chi non fa mai errori, chi ha la verità in tasca, cioè voi. Mi rendo conto che non avendo nulla su cui attaccarvi dovete rimasticare all’infinito quel po’ di futilità su cui sostenete io abbia commesso degli errori: Dario Fo e il furto di documenti. Anche questa è una storia marginale ai fini della vicenda. Io non ho sputtanato nessuno. Costui si era già abbondantemente sputtanato da solo con le sue dichiarazioni ai ROS. Non ho dato nessuna responsabilità al destinatario della lettera. Ho detto solo perché (visto che – a meno che non parliate a vanvera - a voi ha raccontato come sono andate le cose) non spiega cosa è successo, almeno a Silvano, visto che ne ha patito le conseguenze. Per quel che mi riguarda, ho già detto che il furto – come è scritto nel libro – era una mia ipotesi. Se ci sarà un seconda edizione scriverò che Silvano ha spedito una lettera a Cuneo, che però si è smaterializzata e per un fenomeno spontaneo di telecinesi si è rimaterializzata in un casa romana. Non vi reggo più. Tobia
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Ma come Tobia anche tu?
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Giuseppe Stalin Saturday, May. 22, 2004 at 1:21 AM |
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Anche tu dimentichi tutto come Polifemo? Ti sputtani così dicendo che sei sempre nel vero e poi ametti che su alcune cose (Fo e furto) hai mentito? Ma sei ubriaco? Dici che non ti hanno criticato nei giri che hai fatto e poi nomini prima Genova, poi Firenze, e infine ammetti che a Milano e a Palermo qualche critica c’é stata? Non devi farlo. Negare, negare, negare. Quante volte te l’ho detto? Invece sei stato bravo a dire come hai fregato bene chi ti accusa. Sì, qualche cosa l’hai smontats. E’ copa del derubato che era latitante, anche se non lo é da anni, se ti sei inventato il furto. Sono stati gli squatter a criticare Fo, anche se non erano loro. E la lettera? Chiaro che hai fatto bene a dimenticarla, altrimenti come facevi a dire che quelli hanno litigato con Silvano per quella lettera? Troppo poco dire che hanno fatto male. Troppo poco dire che non sei d’accordo con loro. Meglio dire che credono nei giornalisti. Ecco, si, molto meglio così. Per loro, verde o rifondarolo, ministro o deputato, luglio o agosto, fa lo stesso. Ecco perché dicono che é un particolare insignificante. Ma per te, se vuoi sputtanarli, no. Mi raccomando, non cedere mai. Continua a dire che non guardi la grafica dei giornali che sei tanto convincente e sembri in buona fede… E continua a pretendere rispetto da tutti, che poi a darlo ci penserai dopo, e solo se é conveniente farlo. Stammi bene. Malgrado tutto resti ancora il mio allievo preferito.
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Ma come Tobia anche tu?
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Giuseppe Stalin Saturday, May. 22, 2004 at 1:21 AM |
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Anche tu dimentichi tutto come Polifemo? Ti sputtani così dicendo che sei sempre nel vero e poi ametti che su alcune cose (Fo e furto) hai mentito? Ma sei ubriaco? Dici che non ti hanno criticato nei giri che hai fatto e poi nomini prima Genova, poi Firenze, e infine ammetti che a Milano e a Palermo qualche critica c’é stata? Non devi farlo. Negare, negare, negare. Quante volte te l’ho detto? Invece sei stato bravo a dire come hai fregato bene chi ti accusa. Sì, qualche cosa l’hai smontats. E’ copa del derubato che era latitante, anche se non lo é da anni, se ti sei inventato il furto. Sono stati gli squatter a criticare Fo, anche se non erano loro. E la lettera? Chiaro che hai fatto bene a dimenticarla, altrimenti come facevi a dire che quelli hanno litigato con Silvano per quella lettera? Troppo poco dire che hanno fatto male. Troppo poco dire che non sei d’accordo con loro. Meglio dire che credono nei giornalisti. Ecco, si, molto meglio così. Per loro, verde o rifondarolo, ministro o deputato, luglio o agosto, fa lo stesso. Ecco perché dicono che é un particolare insignificante. Ma per te, se vuoi sputtanarli, no. Mi raccomando, non cedere mai. Continua a dire che non guardi la grafica dei giornali che sei tanto convincente e sembri in buona fede… E continua a pretendere rispetto da tutti, che poi a darlo ci penserai dopo, e solo se é conveniente farlo. Stammi bene. Malgrado tutto resti ancora il mio allievo predileltto.
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Ma come Tobia anche tu?
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Giuseppe Stalin Saturday, May. 22, 2004 at 1:21 AM |
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Anche tu dimentichi tutto come Polifemo? Ti sputtani così dicendo che sei sempre nel vero e poi ametti che su alcune cose (Fo e furto) hai mentito? Ma sei ubriaco? Dici che non ti hanno criticato nei giri che hai fatto e poi nomini prima Genova, poi Firenze, e infine ammetti che a Milano e a Palermo qualche critica c’é stata? Non devi farlo. Negare, negare, negare. Quante volte te l’ho detto? Invece sei stato bravo a dire come hai fregato bene chi ti accusa. Sì, qualche cosa l’hai smontats. E’ copa del derubato che era latitante, anche se non lo é da anni, se ti sei inventato il furto. Sono stati gli squatter a criticare Fo, anche se non erano loro. E la lettera? Chiaro che hai fatto bene a dimenticarla, altrimenti come facevi a dire che quelli hanno litigato con Silvano per quella lettera? Troppo poco dire che hanno fatto male. Troppo poco dire che non sei d’accordo con loro. Meglio dire che credono nei giornalisti. Ecco, si, molto meglio così. Per loro, verde o rifondarolo, ministro o deputato, luglio o agosto, fa lo stesso. Ecco perché dicono che é un particolare insignificante. Ma per te, se vuoi sputtanarli, no. Mi raccomando, non cedere mai. Continua a dire che non guardi la grafica dei giornali che sei tanto convincente e sembri in buona fede… E continua a pretendere rispetto da tutti, che poi a darlo ci penserai dopo, e solo se é conveniente farlo. Stammi bene. Malgrado tutto resti ancora il mio allievo preferito.
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ai diffamatori ulisse & c
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essere pensante reattivo attivo informativo Saturday, May. 22, 2004 at 3:30 AM |
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Avete rotto il cazzo, sembrate un branco di zitelle isteriche annoiate e petulanti, non avete piu' altri mezzi che quelli di continuare a sottolineare l'insignificante, non sapete piu' a cosa attaccarvi e vi state facendo la figura dei deficienti. Dovreste andarte a scrivere per Torino Cronaca che mi sembra l'unico posto dove gente come voi puo' avere un'avvenire, e poi... ma di chi credete di fare il gioco? Quello che dite e come lo fate non ha nessun senso ne' politico, ne' storico, state intasando Indymedia di false notizie che sono poi solo il frutto della vostra paranoia, del vostro autoritarismo, del vostro desiderio di avere una parte centrale nella scena torinese, e quindi, della vostra mala fede. Da questo punto di vista siete identici a dei politici che manipolano un media per accaparrarsi consensi. La meticolosita' con cui andate a cercare sfumature per lo piu' insignificanti su quel libro (che di fatto sputtana solo gli apparati dello stato) e sui comportamenti degli altri, denotano l'alto grado di arroganza e presunzione che acceca i vostri occhi, e aun occhio attento immaturita' e approssimazione. Tutto sommato, guardando bene le dinamiche che vi muovono, sembrate quei coniugi stizzosi che ti cercano il pelo nell'uovo al solo scopo di rompere le palle. Si legge bene dai vostri toni e dai vostri argomenti che il senso di cio' che fate e' quello di sfogare qualche vostro risentimento personale. Siete a dir poco penosi, poveretto chi vi incontra e ingenuamente crede alle cazzate che sparate.
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Ai pinocchi figli di nessuno
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una bella figa Saturday, May. 22, 2004 at 6:16 PM |
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Sapete perché siete così acidi, isterici, fissati e rancorosi? Perché siete brutti, tetri, noiosi, rospi sorciformi, infingardi, invidiosi. E ce l’avete pure piccolo. Rosicate, rosicate. Eh eh eh. Sì, sì. Ma come rosicate!
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confessione
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Tobia Saturday, May. 22, 2004 at 11:16 PM |
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Basta. Non ce la faccio più a mentire così spudoratamente. Le critiche stringenti dei figli di nessuno mi hanno messo in ginocchio. Di fronte ad una logica così stringente non posso più resistere. Sono giorni che non dormo e non so come fare ad uscirne. Ho deciso. Confesserò tutto. Gli squatter mi hanno pagato affinché scrivessi il libro come piaceva loro. Skizzo ha preteso che scrivessi sotto sua dettatura (mi frustava quando cercavo, approfittando di una sua distrazione, di sostituire qualche parola) e Luchino poi, mentre faceva l’impaginazione, ha cancellato tutto quello che non gli piaceva. Prima di andare in tipografia ho dovuto aspettare che tutti gli squatter leggessero il manoscritto, e ho dovuto rimaneggiare il testo fino a quando non sono stati tutti soddisfatti. Altrimenti non avrebbero tirato fuori neanche una lira. Io sapevo che loro odiavano visceralmente Baleno mentre di Sole non gliene importava nulla. L’unico interesse era per Silvano: lo amavano di tutto cuore solo perché scriveva a Cavaliere. Solamente dopo il suicidio di Edo (prima se ne erano stati tutti a casa a guardare la TV) hanno pensato che conveniva dargli il titolo di squatter. In fondo Laudi aveva fatto loro un favore perché finalmente li portava sulle prime pagine dei giornali. E io sapevo che non aspettavano altro. Ero a conoscenza che “Balengo era il soprannome più gentile che gli avevano affibbiato”, non solo ma lo chiamavano anche “Ramengo” e “Veleno”. Una volta l’ho persino incontrato con il naso fasciato, perché non si era tirato indietro in tempo quando in uno squat gli avevano chiuso la porta in faccia. Ma mi sono guardato bene dallo svelare verità così imbarazzanti. Ero perfettamente conscio che i miei amici squatter non mi avrebbero detto tutto, ma ho deciso di non rivolgermi a chi sapeva la verità, per avere poi un alibi quando sarei stato smascherato. Con il chiaro intento di diffondere sulle Ande “l’egemonia culturale della filosofia squatters”, essi non hanno esitato di fronte a nulla e – con il mio aiuto – hanno venduto la vita di Sole a un giornalista argentino. Non paghi di tanta scelleratezza si sono prodigati perché anche in Italia la verità fosse taciuta. Io – essendo conosciuto da sempre nel movimento come abile manipolatore – mi sono ignobilmente prestato a questo sporco gioco. Volevo la gloria come scrittore e sapevo che solo incensando gli squatter sarei riuscito in questo intento. Non avevo tenuto in conto a sufficienza che i figli di nessuno sarebbero stati capaci di smascherarmi una volta per tutte. Il mio libro inizialmente avrebbe dovuto titolarsi “Sesso e anarchia”, con particolari piccanti sulla vita di Sole, ma così piccanti che nemmeno Caparròs aveva avuto il coraggio di parlarne. In seguito alla giusta indignazione di quanti avevano letto il libro argentino (e di quanti ne avevano sentito parlare dagli amici) fui costretto a cambiare titolo e impostazione, con mio grande rammarico. Sapevo che l’unica iniziativa significativa di un certo spessore portata avanti dopo il loro arresto era stata la contestazione a Dario Fo e non ho esitato ad attribuirla agli squatter, che non avevano fatto assolutamente nulla. Sapevo anche che gli squatter adorano il premio Nobel e sono anche andati in chiesa ad accendere un cero alla memoria di Calabresi, ma non ne ho parlato. Ero a conoscenza che il 4 aprile gli squatter al corteo non ci volevano nemmeno venire e che alla fine si sono convinti solo per impedire ai figli di nessuno di esercitare la pratica della rivolta, ma ho spudoratamente mentito, facendo credere che essi erano tra i promotori della manifestazione ed avevano partecipato alla sassaiola al palazzo di giustizia. Odiavo meschinamente Andreozzi perché poteva permettersi il lusso di andare in vacanza a Cuneo (dove io non ero mai stato invitato) e non ho esitato subdolamente ad accusarlo ingiustamente di furto e mi sono spinto addirittura alla bassezza di rimproverargli di aver parlato troppo con i ROS. Perché il mio fiele non trapelasse ho cercato persino delle attenuanti (cioè che durante l’interrogatorio fosse sotto l’influsso di psicofarmaci). Sapevo che Silvano aveva scritto a Cavaliere (anzi gli aveva pure chiesto l’indirizzo di Pisapia) ma l’ho deliberatamente ignorato. C’era un contratto tacito che, se l’avesse aiutato, tutti gli squatter avrebbero votato per lui, ma non l’ho scritto. Pur affermando di voler fare una “cronaca il più serena possibile”, non ho avuto esitazioni quando si è trattato di sottolineare delle cose, pur di dare sempre ragione agli squatter. Sapevo che sottolineare è denigratorio ma me ne sono bellamente infischiato. Pur sapendo che Ultima fermata era un opuscolo che diceva cose sensate, cioè che in Val Susa si era persa la rivoluzione a causa degli squatter, non ho esitato a criticare l’unica posizione aderente alla realtà dei fatti. Ho desiderato con tutte le mie forze che i servizi segreti operassero in Valle, ben sapendo che i veri anarchici desideravano invece che la gente si ribellasse. Sapevo anche che i veri anarchici esultavano quando Cavaliere e Pisapia ricevevano un pacco bomba ma ho fatto carte false e salti mortali per nascondere la dissociazione degli squatter. E non ho scritto neppure che mentre la polizia inseguiva da presso “otto compagni non appartenenti a nessun spazio occupato” gli squatter se la spassavano allegramente facendo la bella vita, anche perché due di loro erano andati a parlare con un assessore in difesa dei propri spazi, a scapito degli altri. Pur di far incazzare gli anarcoinsurrezionalisti non mi sono fermato di fronte a nulla, ho persino insultato “un noto esponente del circolo anarchico Ponte della Ghisolfa” e “tacciato di idiozia un collaboratore di Comunismo Libertario”. Ho avuto la faccia tosta persino di dare dell’insurrezionalista a chi non si riconosce in tale definizione. Ho avuto paura a confrontarmi con le tesi di Ultima fermata e allora me la sono presa con le tute bianche, che poveracci fanno cagare ma, quando sparano merda sugli squatter, in fondo hanno ragione. Sapendo che Silvano aveva intenzione di mitragliare i turisti non ho sprecato una parola per condannare un progetto tanto nefasto, ma ho cercato di sviare il discorso sui bauli e le cassette. Sapendo di mentire – per puro “calcolo di bottega” - ho dichiarato di voler dire la verità, usando persino il plurale majestatis. Sapevo che Luchino era un infame perché aveva accettato un’intervista ma non l’ho scritto e ho persino riconosciuto il suo diritto a parlare con chi gli pare. Sapevo che un vero anarchico si fa scuoiare vivo pur di non rivolgere la parola a un giornalista, se vuole che i giornali parlino di lui al massimo mette un bel comunicato in rete, ma non ho detto nulla. Luchino mi aveva minacciato di boicottare l’impaginazione se ci fosse stata la minima critica al suo operato, e io me ne sono stato zitto. Svelare i meccanismi dell’inchiesta di Laudi per me era solo un pretesto. In realtà a me non me ne è mai fregato niente di Sole e Baleno. L’unico intento che mi ha mosso è stato quello di presentare gli squatter come “irresistibili animatori del movimento delle occupazioni” e, pur di raggiungere tale scopo ho speculato vergognosamente e cinicamente sulla morte di due compagni, non paventando che i veri anarchici me l’avrebbero fatta pagare. Quando poi sono stato smascherato dai figli di nessuno non ho avuto problemi a calunniarli come mentitori, ben sapendo che avevano ragione, ricoprendoli di improperi “lividi, tetri, falsi, penosi, poveri frustrati, autoritari giacobini”. Ho cercato di farmi passare come un “anarchico buono, dal cuore d’oro, corretto, leale, solidale” quando in realtà sapevo di essere un vile mentitore e un volgare manipolatore. Quando correttamente i miei critici si sono offerti di rettificare l’errore del destinatario della lettera di Silvano, io non solo non ho riconosciuto la grandezza di tale gesto cavalleresco ma li ho persino derisi e accusati di ciurlare nel manico. Ho pure negato di essere stato smascherato in giro per l’Italia quando ho avuto la faccia tosta di presentare il mio libro. Nelle occasioni in cui sono stato messo di fronte alle mie responsabilità, da consumato politicante qual sono, non ho esitato – a Genova come a Firenze e a Palermo – a ricorrere a tutte le sottili arti della dialettica per far passare da coglioni i compagni che mi accusavano, in modo da fuorviare gli altri compagni presenti e portarli opportunisticamente dalla mia parte. Per questi motivi non sono degno della stima che fino ad oggi mi è stata ingiustamente accreditata. Dopo simili delitti da me commessi non intendo sottrarmi alla giusta punizione che mi spetta. In fede Tobia Imperato
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come i gagni
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l@peste Sunday, May. 23, 2004 at 5:23 PM |
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si, quelli diffamano, la gente legge, e poi magare pure ci crede.... sapessi quanta gente che in realta' non conosce nei particolari i fatti e le persone coinvolte, recentemente ha continuato ad avvertirmi che tizio e' un'infame o un fascista o un leghista piuttosto che un riformista...guarda solo le cose che continuano a dire di Silvano, o l'ultima palla sulla presunta contrattazione degli squatter con gli assessori... ma quando l'ha vista mai. purtroppo viviamo nella "metropoli" piu' pettegolosa d'italia, qui piace far salotto e dire cattiverie, e dimostrare di essere i piu' furbi e puri a discapito di altri. qui si fa confusione tra una auspicabile rivolta e la figura del duro con tutti a tutti i costi, quando invece si dovrebbe essere duri con chi opprime e non con chi si trova in situazioni simili alla tua. ma metti pure che secondo te l'occupare non e' la risposta giusta, il modo giusto per riappropriarti di te stesso e di cio' che ti e' di diritto, mettiamo pure che tu sei convinto che la tua attivita' antipolitica non possa passare attraverso situazioni quali l'autogestione, dico, ma chi ti da' il diritto di decidere che chi non la pensa come te e' un benemerito coglione che merita solo la gogna dello screditamento pubblico? quella e' roba da arroganti presuntuosi. e poi il grande cancro, cioe' tante pecore decerebrate, che seguono le opinioni altrui perche' incapaci di farsi ed elaborare idee proprie, che purtroppo non si prendono la briga di andare a vedere da vicino i fatti, e conoscere le persone coinvolte, e vedere come veramente agiscono, preferendo accettare supinamente le opinioni che di volta in volta qualche leader del gruppo di appartenenza in cui si identificano gli propina, ma che purtroppo poi continuano a diffamare in giro solo perche' "l'han sentito dire" da qualcuno che vorrebbero imitare o che e' un loro amico... la delega al pensiero, aggravata dalla sindrome del pappagallo, quanto di meno libertario si possa concepire. come fai a non dire niente? almeno stimolarli a versare tutta la merda che si portano dentro, a metterla in piazza, che le persone di buon senso possano farsi un'idea da se'. rimane comunque evidente il fatto che nel caso davvero fossero state omesse delle cose importanti su quel libro, queste personcine, se avessero avuto un po' di sale in zucca e un po' di amore per la verita', invece di andare avanti a processi pubblici su indymedia, in cui l'accusatore rimane nascosto dietro il muro dell'anonimato, potevano farlo notare, prendendosi la briga di contattare Tobia, o, in caso di incompatibilita' totale, di scrivere la loro versione dei fatti (Ultima Fermata aveva fatto qualcosa in proposito, sottolineando che tale "ricerca degli errori commessi e dei limiti che emergono dal loro agire" prevedeva di causare "offesa all'identita' di qualcuno" (gli squatter), da li' parti' la critica che sta prendendo l'attuale demenziale dimensione. ma poi sul tema, questa parte del movimento anarchico, (che poi francamente mi chiedo quante persone possano essere...) non si e' piu' presa la briga di scrivere nulla, ma tutto si e' sempre svolto al basso livello del pettegolezzo da corridoio, e si e' infastidita tanto, quando la collaborazione fenix, squatter , persone coinvolte e Tobia, han detto la loro. potevano portare la loro versione, su un loro libro o in situazione di dibattito, (ma io con quelli li' non ci parlo e quelli li' con me non ci parlano...) e non di pubblica accusa infamante, e chissa' che qualcuno non li avrebbe presi in considerazione. riguardo all'accusa infamante, ogni accusa deve essere sostenuta da delle prove concrete, altrimenti quello che si dice e' insignificante aria fritta. lo stesso Tobia non ha mai mostrato atteggiamenti presuntuosi e totalitari, ha fatto leggere il suo libro a tutte le persone che ha potuto, per lo piu' quelle coinvolte nei fatti, e si e' dimostrato aperto a tutto cio'che potesse contribuire a renderlo il piu' veritiero possibile. nel libro fa qualche ipotesi personale, dichiarando pure che si tratta di ipotesi personali. in quel periodo, quello dei fatti narrati, le persone hanno vissuto la situazione molto diversamente tra di loro, e sono state di volta in volta coinvolte in iter diversi che li hanno inevitabilmente scossi e portati a reagire in maniere differenti, secondo sensibilità differenti. ognuno cosi' non ha compreso gli altri, ritenendosi l'unico garante della lettura corretta e ora si e' creato questo clima di diffidenza e incomunicabilita'. resta comunque il fatto che nessuno ha mai vietato a nessuno di dare anche la propria vesione, personalmente ho ascoltato di tutto di piu', ma se questa viene data con dei toni allucinanti, in un modo e luogo inadeguato, e macchiata da mille interpretazioni soggettive, approssimazioni, diffamazioni e inesattezze, ecco che queste persone perdono di credibilita'. che il libro stava uscendo lo sapevano un po' tutti, al fenix e negli squat se ne parlava in continuazione. chiunque avrebbe potuto parlare con Tobia e far notare che alcune persone si son vissute diversamente la cosa, e che a loro parere non si stavano prendendo le decisioni piu' adatte. se risposte quali il presidente Gonzalo o le varie azioni decise dal gruppo squat, per qualcuno non erano la risposta giusta, nessuno ha impedito alla controparte di esprimersi usando i metodi che riteneva opportuno, e comunque nessuno era obbligato ad associarsi o a dissociarsi ad/da alcunche'. ciascuna delle parti ha il diritto di dire "quello non e' il mio stile, a me quello non interessa" senza trasformare il tutto in una guerra interna a colpi di disprezzo, in cui tra l'altro, vengono di continua coinvolte terze persone abbastanza estranee alla cosa e piuttosto stanche di questo: o di qua, o di la'.... qui purtroppo la controparte ha preferito fare come i gagni, starsene bene alla larga e aspettare il giorno in cui portare in piazza i suoi veleni, ma veramente, tutto questo e' demenziale e inutile. alla manifestazione del 4 aprile ricordo una gran soddisfazione da parte di tutti nel vedere la sassaiola sul palazzo d'ingiustizia. ho contribuito con quel poco che potevo alla realizzazione del libro di Tobia, vedo i nomi di amici di tutto rispetto figurare tra la lista dei diffamati, e vedo della genuinita' tanto nel libro quanto nelle cose che l'ambiente squat ha fatto e continua a fare. se poi qualcuno prova tanto gusto a farlo sembrare un gruppo di deficienti, be' peggio per lui, grama la tua vita, cerchi di rovinarla anche agli altri. e, particolare carino, gli squatter continuano a non cagarli, che avran pur di meglio da fare.
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