Dedico -come sempre- il post ai redattori ed ai simpatizzanti dell'informazione di regime. Cari Mentana, Fede, Ferrara eccetera, leggete pure con calma.
Tra le altre notizie che arrivano quotidianamente dall'Iraq, tutte incentrate su quella guerra che secondo il leader del paese aggressore è finita il primo maggio del 2003, http://www.repubblica.it riporta quanto segue.
"La Abc mostra la foto di un detenuto ex appartenente al partito Baath finito a percosse e lasciato morire nudo nelle proprie feci".
Mi auguro che il concetto sia abbastanza chiaro, sia pure per la non troppo pronta intelligenza dei simpatizzanti del governo italiota. Rivediamo adesso un po' di cose... L'aggressione all'Iraq, un paese con sovranità effettiva su un terzo del proprio territorio, minato da quindici anni di embargo, bombardato quasi quotidianamente da US Air Force e R.A.F., armato al più di vecchi carri armati ex sovietici e di qualche caccia fermo da anni per mancanza di manutenzione, è stata fermamente voluta da George W. Bush e dalle lobby di obesi e di straricchi che ne hanno finanziato l'elezione. Per giustificare detta aggressione, effettuata calpestando bellamente ogni diritto internazionale, sono state affastellate bugie, menzogne, balle e cazzate che la stessa propaganda sovietica del tempo che fu si sarebbe ben guardata dal mettere in giro. Per completare la distruzione di un paese e di un popolo, cominciata con la già discutibile "operazione di polizia internazionale" seguita all'invasione del Kuwait del 1990, sono state accampate due "giustificazioni" fondamentali: 1) l'esistenza di legami tra il regime di Saddam Hussein e la famosa Al Qaeda; 2) il possesso di "armi di distruzione di masssa" da parte dello stesso dittatore. Ad un anno abbondante dall'invasione, non è saltata fuori una sola prova dell'esistenza di legami tra Saddam Hussein ed Osama Bin Laden; Bin Laden, anzi, tacciava di "apostata" sia Hussein che il suo regime laico. Tacerò sportivamente, piuttosto, sui legami che sono invece emersi tra la famiglia Bin Laden e la famiglia Bush, e che sono prontamente finiti nel dimenticatoio. E nel dimenticatoio è finito anche l'aereo schiantatosi sul Pentagono, forse perché agli americani non andava di ammettere che le organizzazioni incaricate di sorvegliare l'edificio più importante del mondo stavano (nella meno dietrologica delle ipotesi) dormendo come ghiri. Ad un anno abbondante dall'invasione, non è saltata fuori una sola prova dell'esistenza di "armi di distruzione di massa". Colin Powell presentò al Consiglio di Sicurezza dell'ONU un elenco quantomeno fantasioso di dette armi, che a dire suo e dei suoi servi inglesi avrebbero potuto essere messe in azione in quarantacinque minuti. Obiettare a quel tempo che molto difficilmente un paese in ginocchio avrebbe potuto arrivare a tanto, significava dubitare della buona fede di chi "ci ha salvato dal comunismo", secondo la trita formula che ha fatto la fortuna del capo del governo italiota, ed esporsi al consueto linciaggio mediatico messo in piedi dai liberalonzoli che comandano ormai ovunque. Nulla di quanto sostenuto alla vigilia dell'invasione si è dunque rivelato esatto, e neppure realistico: gli attacchi "terroristici" all'Occidente non soltanto non sono cessati, ma i loro autori godono di crescenti simpatie presso il miliardo e mezzo di musulmani portati all'estremismo dalla demonizzazione occidentale. Fu profetico Alain de Benoist nel sostenere, ad ottobre 2001, che la guerra sarebbe durata anni e "avrebbe fatto di Bin Laden un eroe". Mentre dall'Afghanistan riprendono quota le esportazioni di oppio, l'Iraq è assolutamente ncontrollabile e a fianco dei rovesci militari (il non poter uscire dai propri accampamenti senza che qualcuno ti spari dietro non somiglia molto né ad una vittoria né ad una pacificazione) la propaganda italiota serve ai sudditi di quel "paese" una retorica da 15-18, con tanto di poveri disgraziati fatti passare per eroi. "Vi faccio vedere come muore un italiano". L'abbiamo saputo tutti come muore un italiano: fucilato, come un iracheno, un curdo, un afghano, un ruandese qualunque. Gli amici del buttafuori genovese finito in un gioco molto, molto, molto più grande di lui hanno avuto addirittura la spudoratezza di cianciare di non so quali "soddisfazioni economiche" che il loro "paese" non sarebbe stato in grado di garantire... Intanto, attorno ai tre ostaggi ancora in mano a chissà chi, si sono imbastiti teatrini politico-mediatici di inaudita ed italianissima bassezza, tra i quali poco chiari viaggi a seguito della Croce Rossa da parte di inviati graditi al governo e punizioni esemplari per chi osava dire le cose come stanno, parlando di resistenza irachena anziché di "terrorismo". Attaccata al carro dell'americano invasore, l'italia sta dando il solito spettacolo miserando. Davanti alle ultime notizie sulle torture generalizzate, il buon senso consiglierebbe di cercare la maniera di sfilarsi con dignità da una situazione insostenibile, invece di accampare scuse risibili come l'indispensabilità dei soldati italioti per evitare che l'Iraq "cada nel caos". Il preteso "primato etico" su cui si basa l'arroganza americana e l'esportazione della democrazia sulla punta delle baionette sta andando in frantumi in queste ore, caso mai ci fosse stato ulteriore bisogno di metterlo in discussione; nonostante il ciarlare della propaganda è chiaro che, buttata via la maschera cui li costringeva l'esistenza di una controparte armata di missili intercontinentali, gli USA sono una potenza come un'altra, anzi, peggiore di tutte le altre visto il loro strapotere militare. Non è mai successo nella storia moderna e contemporanea che l'esistenza di una potenza egemone non comportasse il formarsi di coalizioni volte a contrastarne il potere; c'è da chiedersi cosa faccia pensare agli USA di essere esenti da una simile regola.
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