L'atteggiamento molto equivoco tenuto dal sindaco di Partinico Giordano e le sue inopinate reazioni davanti a questo argomento, lasciano intravedere
L'atteggiamento molto equivoco tenuto dal sindaco di Partinico Giordano e le sue inopinate reazioni davanti a questo argomento, lasciano intravedere un quadro di sotterranee intese che parte da molto lontano, da quando cioè nel lontano 1985 la Bertolino candidava suo figlio Michele Gulino al Consiglio Comunale e questo veniva eletto nel partito socialdemocratico con 1900 voti e con l'11 per cento. I voti risultarono meno di quelli che avrebbero dovuto dare le duemila persone alle quali venne offerto un pranzo, nel corso del quale l'on. Carlo Vizzini, allora Ministro si prodigò in un applaudito intervento di appoggio: ad applaudire più di tutti era l'artefice dell'operazione, Salvatore Cintola. In quella tornata elettorale vennero eletti 5 consiglieri socialdemocratici, che comunque passarono all'opposizione. Tra di essi anche Enzo Paradiso, che si dimise per dare posto a Giacomo Terranova, il quale nel 1990 diventava assessore e firmava tutti i decreti di sanatoria affinchè la distilleria potesse giustificare l'ampliamento dello stabilimento. Vizzini, come si sa, è adesso transitato a Forza Italia e rappresenta uno dei punti di forza di Berlusconi, grazie anche alla sua giornaliera presenza all'emittente televisiva TRM.Ma, guarda caso, anche il sindaco Giordano è di Forza Italia, e così cominciano a diradarsi le poche nebbie che ci spiegano il suo comportamento: nessuno farebbe un torto ai protettori politici della distilleria, tra i quali non possiamo dimenticare un nome che ritorna, quello dell'on. Cintola: ma Cintola significa oggi U.D.C. , ovvero il partito dei neodemocristiani, che in consiglio comunale dispone di ben 5 consiglieri: sono questi che reggono in piedi la Giunta Giordano. Non si può neanche dimenticare che nell'U.D.C. milita Vito Di Marco, eletto a furor di popolo nel Consiglio Provinciale: Così il cerchio si chiude: i partinicesi, senza rendersene conto, o forse si, hanno dato gran parte dei loro suffraggi agli sponsor politici che proteggono la distilleria e che ne garantiscono l'esistenza e la persistenza. Pronti a firmare contro l'inquinamento, a protestare e a scendere in piazza, sono anche pronti, così come hanno fatto nell'85 con il figlio della Bertolino, a riversare i loro suffraggi su chi protegge chi attenta alla loro salute. Per dirla con il giornalista Alfio Caruso, si tratta dell'Eterno Paradosso Siciliano.
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