forum di venerdi 7 :
"L'uso sociale dei beni confiscati alla mafia"
Stamattina il FORUM "Uso sociale dei beni confiscati ai mafiosi. Esperienze e problemi"
Si è ragionato sul'idea di togliere disponibilità economica ai mafiosi, considerando che la legislazione precedente era confusa e fragile in materia. Poi, con la legge 109 del 1996 "rognoni-latorre" (pio la torre e il suo collaboratore Di Salvo vennero assassinati dalla mafia) le possibilità di confisca sono cresciute fortemente. La torre usava espressare un'espressione molto chiara: "ai mafiosi c'ama a levare i piccioli (i soldi)". Di qui la possibilità non solo di confiscare ma anche di riutilizzare nel sociale i beni mafiosi.
Dai terreni confiscati e attraverso delle cooperative sociali e alcuni strumenti legislativi si arriva alla produzione e all'utilizzo "pubblico" del bene confiscato. Il principio è quello di sottrarre i beni al boss, e quindi colpire il progetto di consenso mafioso e il reclutamento sul territorio.
voci varie dal FORUM
<<gianluca della coop. placido rizzotto>>>>>>>>> (cooperativa che prende nome dal sindacalista di corleone assassinato dalla mafia)
La cooperativa conta 3 anni di attività ed è nata da un programma pilota per primo attuato nella provincia di palermo. Riunisce un consorzio di comuni, con grande quantità di terre confiscate alla mafia (famiglia riina, brusca etc.,) che si volevano riutilizzare il progetto e anche per la costruzione ex novo di strutture. In questo progetto lavoraro (in buona parte) disabili fisici e psichici per la raccolta nel vigneto, dei meloni o altro: sono coinvolti in tanti. E ancora pasta - vino - agriturismo esempio: la pasta arriva con il proprio marchio nei supermercati anche con l'etichetta "prodotta nelle terre confiscate alla mafia" e questo rappresenta un messaggio di recupero produttivo dei beni confiscasti. --> problemi: sicurezza sul territorio, pigrizia amministrazione pubblica e dello stato nell'assegnazione delle terre individuate come confiscabili, nel controllo sull'allargamento dei "vicini" che negli hanni hanno occupato ettari di terra abbandonata che facevano parte della confisca, nella ricerca di capitali "di avvio" delle singole attività.
<<gaspare, "cooperativa noe (No Emarginazione)">>>>>>>>>>>>> La cooperativa ha avuto assegnato del terreno nella zona di Partinico. 5 ettari con patrimoni e immobiliare confiscato ma che avrebbe bisogno di corposi investimenti. Vanno avanti con la produzione orticola (peperoni) con smercio in norditalia e centroeuropa. problema: affiliazione ad un marchio per l'immissione nel mercato e allora "lavoro" antimafia veniva coperto dalle logice di mercato. Pian piano il prodotto si è affrancato da queste logiche e ha assunto valore in quanto "prodotto della sottrazione dei beni alla mafia".
->obiettivo: recupero della marginalità. lavoratori inviati da istituzioni e inseriti nel circolo lavorativo (per es. ex detenuti), con il tentativo di allargare il percorso lavorativo di chi arriva a lavorare nella cooperativa ad altre aziende "vicine" per garantire piùoccupazione.
->problema: non poter indebitare il bene per reinvestire altri fondi che mancano per l'avvio completo di una serie di attività.
<<Mino, cooperativa "lavoro e non solo">>>>>>>>>>>>>>>>>>>>
Come cooperativa era già esistente nel territorio di Canicattì con impegno nell'inserimento sociale di soggetti emarginati. Più lavori portati avanti su progetti di "educazione alla legalità". proposta dal sindaco di Corleone di "gestire" 10 ettari nella zona di Corleone. Le attività sono state portate avanti da un gruppo di operatori sociali e non da imprenditori e dunque con il problema di gestire 10 ettari di terreno e inserire soggetti svantaggiati (portatori di disagio psichico con cui da anni lavoravano) nei progetti che nascevano su quei terreni.
->alcuni lavoratori sono stati prima inseriti nel meccanismo lavorativo e poi hanno scelto di diventare soci della cooperativa e di legarsi dunque anche idealmente al progetto; con una difficoltà : paura per la propria incolumità fisica. "a me hanno detto di non andare a lavorare in quelle terre"...
->secondo passo: ricerca contadini specializzati
In programma la coltivazione di un campo di fichi d'india. // produzione di semola di farina di grano duro // in cantiere anche passata pomodori e legumi ==== tutto coltivato in biologico.
-Poco fa è arrivata un'altra proposta di altri 16 ettari dal sindaco.... e quindi più progetti e tentativo di coordinarsi con altre cooperative e altri progetti, con l'apporto dell'ufficio nazionale con sede a Palermo "Liberaterra"
<<<<<progetto "emergenza palermo">>>>>>>>
Il partimonio immobiliare per anni languiva tra le scartoffie; nelle città: case, appartamenti, magazzini, strutture, tutto di proprietà della mafia.
Per non accontentarsi della confisca e del riutilizzo delle sole terre si interviene in questo senso con il progetto "emergenza palermo" che in particolare prova a riassegnare ai senza casa gli appartamenti confiscati. E' il tentativo di affrontare l'"emergenza abitativa" che le ultime amministrazioni non hanno mai preso realmente in considerazione di risolvere.
Facciamo degli eempi: sono passati 25 anni dall'utlimo bando che assegnava case popolari; dopo 25 anni ne hanno indetto un altro con decine di migliaia di persone in attesa, disoccupazione a livelli altissimi, mancanza di reddito, precarietà, 30% della popolazione che vive in condizione di "povertà". unico sbocco reale: occupazione dell'immobile davanti all'assenza di alternative e prospettive di cambiamento. alternativa: usufruire degli immobili che sono ancora in mano alla mafia e che difficilmente vengono confiscati e che fungono da strumento di radicamento della mafia sul territorio. per il nuovo BANDO che scadrà a fine maggio: già ci sono 10000 richieste.
Davanti a questa situazione un nucleo di famiglie hanno deciso di autorganizzarsi (nel gennaio 2002 con un presidio davanti al comune di palermo) e così iniziò l'aggregazione dal basso di famiglie che vivevano in prima persona questi problemi: "risoluzione di problemi ora!" era una delle parole d'ordine del Comitato di Lotta per la Casa. Il Comitato ha puntato in questi mesi alla: -costruzione di una vertenza ancora in corso che punta all'utilizzo di tutto il patrimonio pubblico esistente e ovviamente patrimonio immobiliare confiscato alla mafia. -tavolo di discussione ottenuto con forme di lotta (occupazione della cattedrale di Palermo per settimane e settimane) con la prefettura di palermo, il comune, l'agenzia della casa, l'acp. I risultati ottenuti sono stati 30 alloggi e di questi, 11, dal patrimonio confiscato. [troppo poco per l'ammissione stessa di chi parla] problema-> mancanza di trasparenza nel monitoraggio di tutto il patrimonio immobiliare (centinaia di appartamenti, ma anche magazzini, box etc.) che nasconde interessi forti che vengono regolarmente occultati. per esempio mille difficoltà per utilizzo a fini abitativi del patrimonio immobiliare confiscato visto che l'ex prefetto si affidava ad una "presunta legge" (oltre che ad un atteggiamento del tipo "voi siete pazzi") che non permetteva l'utilizzo a scopo abitativo di questi beni. con iniziative di lotta, determinazione e una consulenza giuridica, si è affermato invece il contrario e si è portata avanti la vertenza.
->tentativo anche di "corruzione" da parte di funzionari del comune di palermo che hanno proposto al portavoce del "comitato di lotta per la casa" (che raccoglie famiglie anche con invalidi, bambini e moltissimi disoccupati) di prendere intanto lui un appartamento in modo da provare a "tranquillizzare" almeno lui, che vive ospitato da parenti perchè non ha con la sua famiglia un tetto sotto cui dormire. nel suo quartiere (il Brancaccio) ci sono persone cresciute con lui che non lo salutano o che cambiano strada nell'incrociarlo. "me ne frego" -dice- "io la voglia di cambiare, di andare avanti, di sostenere una prospettiva di antimafia sociale riesco a vederla tra la gente. se poi questa possibilità viene frustrata dalle istituzioni che pongono paletti su paletti....".
-altroesempio: a palermo c'è un immobile definito "san paolo" con 70 alloggi confiscati alla mafia, però non utilizzabili visto problema di mutuo di circa 70 vecchi miliardi di lire; allora l'assegnazione è toccata a mo di caserma alla Guardia di Finanza. ->Entrando nel palazzo durante un'iniziativa si è scoperto che nessun alloggio veniva utilizzato, con spazzatura nelle trombe delle scale, e gli appartamenti occupati da singoli finanzieri con tutta la famiglia. La legge non prevede questa possibilità. Poi si viene a sapere che la requisizione effettuata dal comune è scaduta, visto che oltre un anno non può essere rinnovata, e che quindi di fatto i finanzieri ad oggi "occupano" gli alloggi illegalmente.
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