dal forum "Il saccheggio del territorio", si parla di incenritore e di politica sui rifiuti, un tema ormai di carattere nazionale di estrema attualità anche anche in Sicilia.
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In Sicilia dovrebbero essere costruiti una serie di impianti di termovalorizzazione dei rifiuti. uno di questi dovrebbe nascere a Paternò... DAL PRINT DI INDYMEDIA SICILIA:
--- TERMOVALORIZZATORE A PATERNO' --- Termovalorizzatore:un nome elegante e moderno, che indica in realtà un megaimpianto capace di incenerire milioni di chili di rifiuti trasformandoli in energia elettrica. A Paternò c'è l'intenzione di costruire non un piccolo inceneritore, bensì un enorme attrezzo, che raccolga i rifiuti di tutta la provincia di Catania ed anche un po’ di quella di Messina. Grande, perché la regione non deve spendere neppure una lira, e quindi lo costruiranno i privati, che guadagneranno qualcosina rivendendo l’energia prodotta. Questa energia perciò deve essere il più possibile, cioè la spazzatura deve essere quanta più è possibile. I cittadini di Paternò non vedono quali vantaggi questo mostro di fumo e puzza potrà portare alla loro città, perciò si preoccupano degli effetti inquinanti dei fumi prodotti dalla combustione dei rifiuti, e soprattutto della inaudita violenza che rappresenterebbe un impianto di questo genere per un territorio con vocazione del tutto diversa. Non sono pochi i motivi per cui ci si oppone alla sua realizzazione. L’area dove dovrebbe sorgere l’impianto è d'interesse archeologico in quanto vicina al ponte romano e degli scavi condotti in questi ultimi anni dalla sovrintendenza di Catania. Data la varietà di piante, fiori e fauna è stata sempre un’area biorilevante; inoltre è vicina al Simeto, fonte di approvvigionamento idrico essenziale per l’agricoltura e quindi vi è il rischio che possa essere contaminato da sostanza inquinanti. Non si deve sottovalutare nemmeno il fatto che i numerosi camion (se ne prevedono circa 50) Che quotidianamente dovranno raggiungere l’impianto percorreranno la SS121 che è una strada già molto trafficata e pericolosa, la strada provinciale 228 che attualmente è sterrata, e delle strade secondarie non idonee a sopportare un certo tipo di traffico. Infine, ma non ultimo come importanza, non si può sottovalutare il rischio che potrebbe provocare alla salute dei cittadini delle zone limitrofe (Paternò dista circa 4.5 Km, S.Maria di Licodia 5.5Km) un cattivo funzionamento dell’impianto (basterebbe che si abbassasse la temperatura di combustione). I politici hanno cominciato il solito gioco dello scaricabarile rimandando le loro responsabilità. E' una battaglia di tutti, già troppe volte abbiamo visto in Sicilia calpestare la volontà popolare e perfino il buon senso in nome di misteriosi (più o meno) interessi, politici, affaristici, e non solo. Sappiamo con chiarezza che i danni ambientali non possono essere circoscritti da nessun confine amministrativo, l’alterazione dell’equilibrio ambientale avrebbe effetti su scala certamente più ampia.
(contributo a cura di Mauro e Gabriella Mangano)
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