Resoconto aggiornato sulla manifestazione internazionale di solidarieta' per la liberta' di Marco Camenisch e contro la repressione a Zurigo (CH) dell'8 Maggio 2004, con aggiornamenti sulla situazione degli arrestati.
LA SOLIDARIETA' NON SI ARRESTA
- Tramite il Comitato con richiesta di massima diffusione e mobilitazione. Tutti a Zurigo per il processo a Marco Camenisch. Tutti in lotta per la liberta' e contro il sistema carcerario internazionale.
8 MAGGIO 2004
MANIFESTAZIONE INTERNAZIONALE PER LA LIBERTA' DI MARCO CAMENISCH E CONTRO LA REPRESSIONE.
Circa 150 compagni, tra cui molti italiani, si incontrano in Hechtplatz, luogo concordato del concentramento dei manifestanti in previsione dell'apertura, il 10 maggio, dell'ennesimo processo a carico dell'anarchico rivoluzionario ecologista Marco Camenisch. In Italia nei giorni precedenti si sono gia' tenuti diversi momenti di mobilitazione, ultimo dei quali il presidio sotto il consolato svizzero a Milano venerdi' 7 maggio. Il clima generale non appare particolarmente disteso, visti anche gli scontri e poi gli arresti di massa operati dalla sbirraglia di Zurigo in occasione della manifestazione del primo maggio scorso. La manifestazione non e' autorizzata e sulla piazza del concentramento e nei dintorni sono presenti numerosi raggruppamenti di sbirri in divisa e non che procedono subito, prima che tutti possano raggiungere la piazza, all'arresto di alcuni compagni che erano rimasti isolati. Lo schieramento degli sbirri controlla gli accessi della piazza e il corso principale sul quale dovrebbe snodarsi il corteo, ma i compagni riescono a raggrupparsi. Passati i momenti iniziali di tensione tra i compagni e gli sbirri, questi ultimi sgombrano un lato del corso ed il corteo parte con striscioni e slogans. Oltre a percorrere le strade del centro cittadino il nostro obiettivo e', urlando la nostra rabbia e manifestando la nostra solidarieta' a Marco e a tutti compagni colpiti dalla repressione, raggiungere il Palazzo di Giustizia di Zurigo, dove lunedi' iniziera' il processo a Marco, e possibilmente le finestre degli uffici del famigerato PM Claudia Wiederkehr che si occupa del caso di Marco. Il corteo si svolge tranquillamente fino all'arrivo nei pressi del tribunale dove troviamo varie dotazioni anti sommossa schierate a difesa del palazzo mentre altri reparti iniziano a confluire dai corsi adiacenti con l'evidente obiettivo di circondarci. I compagni, di fronte ad un cosi' imponente schieramento di sbirraglia da cui parte subito una scarica di proiettili di gomma sparati in aria, sono costretti ad arretrare, il palazzo di giustizia risulta inavvicinabile. Ci si infila in una stradina laterale rimasta apparentemente libera, ma gli sbirri accorrono anche dall'altro lato e ci si ritrova chiusi nel portico della Casa della Cultura senza vie di uscita. Da un lato un ristorante, dall'altro la pinacoteca. Gli sbirri caricano e la maggior parte dei compagni, alcuni colpiti dalle manganellate, altri dagli spray urticanti, entrano nei due locali. Dopo aver immobilizzato i compagni fuori, alcuni sbirri in borghese e con il passamontagna guidano l'assalto ai compagni asserragliati nella pinacoteca. Si teme che l'irruzione degli sbirri possa portare a conseguenze ben peggiori. Non siamo attrezzati e organizzati per opporre una qualsiasi forma di resistenza efficace. Alcuni di noi riescono a nascondersi, altri a scappare per tempo. La piu' parte dei compagni rimasti intrappolati nel recinto della Casa della Cultura vengono fermati. Questo anche grazie alla complicita' della maggior parte del personale e dei visitatori della pinacoteca che scelgono di stare dalla parte della sbirraglia chiudendo possibili vie di uscita ed indicando i movimenti di quelli che scappano. Un centinaio di compagni vengono fermati, ammanettati e identificati. I cellulari provvedono al trasferimento dei fermati all' interno di un grande commissariato di polizia di Zurigo. Ammanettati veniamo suddivisi, uomini e donne, in due grandi stanzoni e da li' richiamati, singolarmente e a gruppetti, per le pratiche di rito dell' identificazione e delle foto segnaletiche. Infine, gli interrogatori, che per tutti si svolgono in un clima generale di intimidazione. Naturalmente i compagni si rifiutano di firmare verbali e ricevute e di rilasciare dichiarazioni. Sembra che un giudice dovra' valutare i termini di un' accusa che pare essere quella di aver partecipato ad una manifestazione illegale e che comportera' molto probabilmente una multa. Ad alcuni compagni vengono trattenuti i denari in loro possesso quale forma di iniziale rimborso per i danni che, la sbirraglia sostiene , si sarebbero provocati durante la manifestazione. In serata, e senza fogli di via, siamo tutti quanti rilasciati. Purtroppo pero' tre compagni, Andy compagna di Zurigo (che a quanto ci dicono i compagni del posto sicuramente e' trattenuta a causa della sua militanza politica e ben oltre le eventuali accuse formali), Michele e Giulio italiani, sono trattenuti nelle celle. Di fatto non sappiamo con precisione quale sia l' accusa mossa nei confronti di Andy, mentre per i compagni italiani sembra essere " violenza e minaccia contro pubblico ufficiale". Oggi nel pomeriggio , un giudice di detenzione (l'equivalente al giudice italiano che in stato di fermo, dopo interrogatorio, convalida l'arresto) dovra' eventualmente convalidare il loro arresto e decidere in merito all'eventuale processo. A tuttora, le 16, il giudice che e' intervenuto non ha ancora preso nessuna decisione. Appena avremo info piu' precise informeremo tempestivamente tutti. Molti compagni, italiani compresi, sono tutt'ora mobilitati ed attivi. La solidarieta' non si arresta. Seguiranno ulteriori aggiornamenti e comunicazioni. Diffondiamo la solidarieta' e la resistenza. Non accettiamo i ricatti, le minacce e le intimidazioni della repressione internazionale. Liberta' per Marco! Liberta' per Andy, Michele e Giulio! Estendiamo la mobilitazione. Distruggiamo ogni prigione!
Solidali in lotta!
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