Docenti divisi sulla dedica al giovane del Leoncavallo ucciso.
La memoria non è solo il salvadanaio della storia. Può diventare occasione di confronto. O addirittura trasformarsi in momento di divisione. Come rischia di accadere al Liceo artistico Brera di via Hajech: un istituto con una grande tradizione, che oggi conta tre sedi, un centinaio di insegnanti e circa 1.500 allievi. Il ricordo è quello di Fausto Tinelli, studente del liceo, che a 18 anni fu assassinato la sera del 18 marzo 1978 assieme all’amico del Leoncavallo, Lorenzo «Iaio» Iannucci. Un omicidio rimasto senza colpevoli. E la divisione riguarda una targa commemorativa, che alcuni docenti dell’istituto vogliono dedicargli all’interno della scuola. A ricordo di un dolore «che per molti è ancora vivo». Non tutti però sono d’accordo sull’iniziativa. Tra gli insegnanti del liceo c’è chi sostiene che la proposta potrebbe offrire il fianco a una strumentalizzazione politica, «in modo particolare in una situazione come quella odierna. E soprattutto se si considera che oramai sono passati 26 anni da quella tragica sera». Il dibattito è aperto. E oggi il tema verrà affrontato nel corso del collegio straordinario dei docenti, fissato per il pomeriggio. E’ il primo passaggio. Il primo momento di confronto per un «suggerimento» di massima. Perché poi spetterà alla giunta esecutiva del consiglio d’istituto inserire la proposta nell’ordine del giorno dell’organo collegiale che riunisce insegnanti, genitori, studenti e personale non docente (in programma domani) per la decisione definitiva. «Non vedo cosa ci sia di male nel ricordare - spiega Francesco Zaccone, docente e membro della giunta esecutiva -. Non dimentichiamo che il nostro liceo ha sempre avuto a cuore le battaglie democratiche del dire e del fare». L’idea è quella di sistemare la targa («Poche parole che rievocano la frequentazione di Fausto») nell’ingresso, o nella sala professori, oppure nella biblioteca. La proposta, comunque, non è nuova: «In passato - continua Zaccone - abbiamo pensato di dedicargli un monumento. Poi si è parlato di intestare a lui il liceo. Una serie di ritardi ci ha impedito ogni iniziativa. Oggi abbiamo proposto una targa commemorativa: certo, dopo 26 anni». Dunque nessun secondo fine, «tanto meno politico: è solo un modo per ricordare una tragedia che ci ha colpito da vicino». Motivazione condivisa dal presidente del consiglio d’istituto, Stefano Carapelli: «E’ legittima la memoria di un momento così tragico, anche perché fa parte della storia del liceo». Di parere opposto sono invece altri due docenti, Eva Olah Arrè ed Enrico Casiraghi. «Non capisco - sottolinea Casiraghi - perché si debba rievocare un fatto accaduto ventisei anni fa e mai chiarito del tutto. Nessuno ha informato gli insegnanti dell’iniziativa e nessuno ha spiegato che cosa si vuole scrivere sulla targa. Non vorrei che alla fine tutto venisse ricollegato a una logica politica e politicizzata». Chi trova positivo il dibattito è l’assessore all’Istruzione della Provincia, Paola Frassinetti. Qualche settimana fa aveva proposto di dedicare un’aula del liceo Carducci o dell’Itis Molinari a Sergio Ramelli, il giovane militante del Fronte della Gioventù ucciso nella primavera del ’75 dal servizio d’ordine di Avanguardia operaia: «Fausto, Sergio: non importa l’appartenenza politica. Ciò che conta è il ricordo. Anche a distanza di tanti anni».
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