C´è chi si scambia le mogli e chi cerca una nigeriana. Per un appuntamento si può entrare in una chat e spesso, qualche ora dopo, i due nuovi amici finiscono a letto.
Salvatore, avvocato, punta decisamente sul versante cerebrale "Cultura e vizio
vanno sempre a braccetto". Ninni prova a rimorchiare nel locale frequentato dai gay "Palermo è sensuale come Rio ma a volte sembra il Medioevo".
A Termini Imerese il privé più in voga tra single e coppie "Si scherza, si gioca e chi ne ha voglia si apparta nei salottini"
Per scambiarsi le mogli è indispensabile una certa cultura. Per spogliarsi sotto una lampada alogena e vomitarsi addosso porcate inenarrabili bisogna avere una solida educazione alle spalle. Altrimenti che trasgressione è? «La cultura e il vizio hanno sempre camminato a braccetto», dice Salvatore, avvocato cinquantenne che un capriccio pensa e cento se ne passa. Per scambiarsi le mogli, prima di tutto, bisogna entrare in una comunità fidatissima che di giorno naviga su Internet e di sera cerca riparo nelle ville fuori città o nei club privé.
La notte di chi trasgredisce è una notte che non ha pace: perché si schiude e si nasconde e si schiude ancora senza mai fermarsi. Sono le 21, l´avvocato Salvatore sta chattando nello studio di casa. In mutande. Sul computer appare Luna. È un´insegnante di lettere, ha 33 anni molti dei quali trascorsi a Verona. Ma è palermitana e a Palermo è voluta tornare. Solo che adesso si sente sola «perché questa è una città ancora troppo bigotta». Salvatore digita violentemente sulla tastiera i sensi della sua solidarietà. Lei propone un appuntamento immediato. «D´accordo - risponde l´avvocato - ci vediamo alle 23,30 alla Cremolada in piazza Alberigo Gentili». Salvatore si lava e si veste.
Se gli eterosessuali stentano a rivelare in pubblico i loro desideri proibiti, per i gay è tutto più semplice. Esageratamente più semplice. «Quelli che si nascondono? Poverini, li compatisco», dice Ninni Damanti: quarantuno anni, palermitano, proprietario di un bed & breakfast nel centro storico e soprattutto amante del sesso libero e multiplo. «Poco fa, saranno state le sette e mezza, stavo camminando nel giardinetto di Porta Felice - racconta senza tralasciare alcun dettaglio - c´era un ragazzo seduto su una panchina. Avrà avuto 28 anni. Era ben vestito, sarà stato un bancario, e mi guardava insistentemente. Io mi sono avvicinato ma lui si è alzato e s´è messo a camminare. L´ho seguito, l´ho rincorso e poi gli ho detto: "Dai, andiamo a casa mia. Andiamo a letto". Ma lui, impaurito, ha minacciato di chiamare la polizia e se n´è andato di corsa. Poverino». Secondo Ninni, il presunto bancario, volente o nolente, rivelerà presto la sua identità omosex e quello che per il «poverino» oggi è l´inferno domani sarà l´eden. Ma Ninni non può certo aspettarlo perché stasera ha voglia di scoprire «se Palermo è sensuale come Rio. Certe volte lo è, altre volte sembra Medioevo». L´Aids è un incubo remoto, ci si affida a tutte le precauzioni in circolazione: dai profilattici ai certificati di sieronegatività. Ma poi, in fondo, quella percentuale di rischio che persiste viene accettata come un eccitante mica da poco.
Alfio è in un bar dell´Olivella, seduto a un tavolo con la tovaglia macchiata di caffè. Sono le 22,40. Niente di tutto quello che gli vive attorno lo interessa, è troppo concentrato sul suo cellulare. Spera in una vibrazione, in un sibilo. Poi si confessa: «Sono un single che si unisce alle coppie. Ho 37 anni e faccio l´ingegnere. Tutto è cominciato in un supermercato. Guardavo una donna, bruna, non alta ma interessante. In un secondo dietro di lei è spuntato il marito che mi ha detto: "Perché la guarda? Le piace così tanto?". Io ho negato, mi sono mortificato, ma lui ha chiarito che non era affatto geloso. Anzi, era geloso, solo che la gelosia invece di farlo stare male gli provocava un piacere immenso». Così Alfio ha passato «una notte indimenticabile» con quella coppia: «Con lei che faceva e l´altro che guardava». Adesso è in attesa di una replica. Dovrebbe essere stasera. Dovrebbe.
L´avvocato Salvatore è intanto arrivato alla Cremolada. Sono le 23.30. Per un attimo è stato tentato di presentarsi all´appuntamento con Luna indossando la tuta del Palermo che dal cinque a zero sul Catania lo avvolge quasi quotidianamente. Ma poi ha desistito ripiegando su un abito beige con camicia bianca aperta che sa tanto di Caraibi. Luna ha detto che si sarebbe presentata con un paio di jeans e una maglietta a maniche lunghe rossa. La descrizione combacia con una ragazza che osserva con finta curiosità il menù delle granite. «Onestamente non è granché» pensa Salvatore. Ma decide ugualmente di farsi avanti. Si presenta, le stringe la mano, poi i due si siedono e iniziano a conoscersi. Ninni Damanti è passato dall´Exit il locale di Palermo più frequentato dai gay che anima piazza Sant´Oliva. Ci sono macchine che girano ossessivamente intorno al giardino, che lampeggiano in attesa di un cortese riscontro da parte di qualcuno. Ma sono le solite facce e Ninni cambia aria. È l´1,30. Si va in direzione Foro Italico. A che fare? «A passeggiare, a incrociare sguardi, ad appartarsi e a iniziare il battuage». Non è francese, ma un neologismo che emula la dolcezza francofona per maschera le volgarità dell´italiano. Guai a dire «battere»: battuage è tutta un´altra musica. Ninni ha incontrato tre amici: «Qualche giorno fa - racconta - ci siamo rincorsi nei vicoli della Vucciria». Ma adesso non c´è bisogno di correre. Il buio vicino agli scogli è lì che li aspetta, mentre due mommi cautamente si avvicinano.
Il cellulare di Alfio è rimasto muto. La coppia che aspettava pare se ne sia andata al privé di Termini Imerese. Il locale si chiama Interiors, ci si arriva dalla A19. Una volta fuori dall´autostrada bisogna chiamare un cellulare. Ma Alfio non potrà andarci perché all´Interiors entrano solo le coppie. «Purtroppo lavoriamo esclusivamente il sabato - spiega il gestore - perché a Palermo vive la peggiore borghesia d´Italia. Sono tutti che rubano, che bestemmiano ma appena si parla di sesso vedono il diavolo. Eppure è così bello». All´Interiors ogni sabato si riuniscono fino a quindici coppie: chiacchierano, ballano ma non bevono perché il locale non serve alcolici. «Poi si inizia a scherzare anche in modo spinto - spiega il gestore - e chi ne ha voglia va nei salottini dove farà quello che vuole. Si pagano 15 euro di iscrizione. La nostra è come un´associazione culturale. È un´associazione culturale».
Senza una compagna accanto, però, non è possibile attingere in alcun modo a questa cultura. Così ad Alfio non resta che salire in macchina, una Bmw nera, e buttarsi in autostrada. Il suo mito è Jessica Rizzo, la chioccia di tutti gli scambisti, ma il suo vate sembra essere piuttosto Vitaliano Brancati: «La vera trasgressione dei mariti siciliani - dice - è farsi mettere le corna. Un milanese ci gode meno. Un tedesco al massimo scoppia a ridere». Alfio ha fretta. Vuole arrivare all´area di servizio di Caracoli «prima che la merce sia finita». Lo schema lo conosce a memoria: «Bisogna lampeggiare, lampeggiare e lampeggiare. Se l´auto che ti sta davanti mette le quattro frecce devi accenderle anche tu». Poi, alla prima area di sosta, l´incontro. Passa una Golf blu, guida una ragazza di almeno trent´anni. Bruna. Accanto a lei una coetanea, bruna pure quella, e dietro un uomo brizzolato. Alfio è a dieci metri: lampeggia, rilampeggia. Suona e lampeggia ancora. Ma le quattro frecce della Golf restano spente. E spente resteranno anche le frecce di una Yaris guidata da un quarantenne con probabile moglie al fianco e quelle di una Punto che trasporta due ragazze. Sono già le 2,15. Alfio decide di tornare a Palermo ma non andrà a casa.
Salvatore e Luna hanno lasciato da tempo la Cremolada e sono nella villetta di lei a Villagrazia di Carini. Hanno consumato birra, hanno consumato vodka, hanno consumato. Sono le 4,30. «Se non ci fosse Internet dove posso nascondermi, mi prenderebbero tutti per una troia» confessa Luna. «Ci rivedremo?», chiede a Salvatore. Sì che si rivedranno ma senza passare dal web. Si rivedranno altre due volte. Poi basta perché la trasgressione non è abitudinaria.
Ninni è a casa con i suoi amici, tre o quattro, poco importa. Ha ancora lo smalto rosso nelle unghie. «L´ho messo per uno spettacolo, faccio anche l´attore». Era nel cast di "Moana mi manchi", pièce di Veronica Pecoraino andata in scena il giorno prima ai Candelai. «Moana è un mito di tutti, degli eterosessuali e dei gay - spiega Damanti - Sublime il modo che aveva di vivere con semplicità quello che per tanti frustrati è praticamente indicibile. Purtroppo se n´è andata troppo presto ma almeno ce la ricorderemo in tutta la sua bellezza». Sono le 5, Alfio ha rimorchiato Andy, prostituta nigeriana di vent´anni o poco più, ed è arrivato alla Favorita. I due si sono imboscati nel piazzale dei matrimoni. Sarà pure eccitante l´amore via Internet ma il sesso in camporella non tramonta mai.
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