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Nablus, 1/6/2004 Qualcosa e' cambiato
Sono le 21.30 l'ultima preghiera della giornata e' appena finita, io e Majdi abbiamo deciso di tornare allo youth center del Medical Relief (si trova a pochi minuti di cammino dalla casa dei volontari) per lavorare un po' su internet. Mentre camminiamo ci accorgiamo che qualcosa e' cambiato. Un'attimo, Un improvvisa agitazione, taxi che suonano, urla concitate: jeesh! jeesh! Jeesh, soldati, una delle prime parole che ho imparato qui. Pare che una jeep dell'Israel Defense Forces (IDF, esercito israeliano) si trovi proprio davanti allo y.c. Facciamo un largo giro. Si alza un vento freddo. Per strada il solito tam tam di tassisti ragazzini e gente alle finestre, il sistema di comunicazione tra i palestinesi durante le incursioni dell'IDF, preciso e puntuale, ad ogni incrocio sai cosa ti aspetta dietro l'angolo. La strada si e' liberata, raggiungiamo lo y.c. senza problemi, le ambulanze stanno uscendo; nel centro troviamo i quattro volontari palestinesi che fanno il turno di notte nel reparto emergenze (avverto subito quel misto di ansia ed eccitazione che si impossessa dei volontari del Medical Relief in queste occasioni), e mollemente adagiato su di un lettino troviamo Christian che guarda Al_Jazeera con un piede gonfio come un pallone da basket.
Zoom out: Christian e' un biondissimo ragazzo ventunenne di Amburgo, studente di giornalismo, e' arrivato da solo scavalcando colline, camminado per ore sotto il sole, biglietto aereo di sola andata, niente telefonino, zaino leggero, irruenza e ostinazione di razza germanica… Pensa di fermarsi a Nablus un paio di mesi e' appassionato di basket e ha chiesto di organizzare attivita' sportive per i ragazzini palestinesi. Oggi pomeriggio un cartello in arabo comunicava che erano aperte le iscrizioni a corsi di basket, football, e ping pong per i volontari. Stasera c'e' stata la prima lezione di basket, l'allenatore tedesco e' caduto e si e' leggermente fratturato la caviglia, ora si trova ospite dello y.c. in attesa di accertamenti e assistenza…vabbe'
Zoom in: Non so piu' come descrivere queste situazioni, queste mutazioni improvvise e assolute della contesto, in dieci minuti lo y.c. si riempe e le stade si svuotano. Fuori rimangono alcuni ragazzini che fanno barricate con i cassonetti e danno fouco ad un paio di pneumatici. Dentro in ordine di arrivo: il Dott. Ghassan in pantofole, seguito dal figlio piccolo che ha appena finito la scuola e quindi ha del tempo libero. Muhammad responsabile telematico, mi dicono che stamattina si era preso due giorni di ferie, pare che ogni volta che chiede di andare in ferie, l'IDF occupi la citta', si sospetta che sia vittima di una maledizione talmudica, in attesa di accertamenti e' stato deciso di non concedergli ferie per nessun motivo. Taher che parcheggia una macchina presa in affitto con due ruote sul marciapiede. Maaruf, Ahmad, Jiarir e altro volontari arrivano in ordine sparso. Firas era gia' in giro con l'ambulanza. Il Dott. Saber viene chiamato al telefono e si rifiuta di venire se non e' il Dott. Ghassan a chiderglielo, abita lontano e pensa che sia l'ennesimo scherzo, gli passano Ghassan e Firas va' a prenderlo in ambulanza, arrivera' dopo 10 minuti intento ad abbottonarsi la camicia, con la faccia di chi con piacere sarebbe rimasto a letto con la moglie, si accende la sua imberia'l (Imperial) di rito e indossa la divisa.
Fuori intanto si sentono passare decine di jeep e alcuni camion pieni di soldati, i camion ripassano poco dopo vuoti, noi dentro contiamo i mezzi, distinguiamo tipologie (Majdi riesce a riconoscere i mezzi che passano dal rumore: jeep, blindato leggero, camion, blindato pesante, carrarmato); dalle finestre gridano: OMO! OMO! Chi grida non sa' bene cosa significhi, ma sa' che deve gridarlo ai Jeesh, mi spiegano che e' l'abbreviazione di omosexual, i soldati invece non sono per niente contenti di sapere cosa significa. Dal cielo in cui si addensano nuvoloni rossastri carichi di pioggia proviene uno strano rumore di volatile, troppo costante per essere un F16 e diverso da quello degli elicotteri APACHE (entrambi i volatili sorvolano questi cieli per gentile concessione dei governi statunitensi degli ultimi anni), sono aerei spia con telecamere agli infrarossi, noi non li vediamo ma loro sono in grado di vedere di che colore abbiamo i pantaloni… Dott. Saber e altri volontari vengono portati in ambulanza nella citta' vecchia, vanno ad aprire la "field clinic" dove si presta il primo soccorso alle persone ferite; la citta' vecchia e' un dedalo di viuzze, quando viene occupata e' molto difficile per le ambulanze entrare, recuperare i feriti e trasportarli all'ospedale che si trova leggermente fuori citta'. Nella sala emergenza si attivano i ponti radio tra il Medical Relief e le altre organizzazioni mediche, arrivano le prime informazioni sugli spostamenti appostamenti dei soldati, pare abbiano occupato una scuola dall'altra parte della citta' da usare come base operativa.
Stanno facendo le cose in grande, cose se volessero rimanere a lungo, io ho due pensieri: 1- Domani ho preso 3 appuntamenti in giro per la citta', il mio lavoro, le cose che devo fare e che probabilmente non riusciro' a portare a termine. 2- Una mia amica di Nablus alle 5 di questa mattina deve prendere un taxi con la madre per andare a trovare dei parenti in Giordania, e' la prima volta che lascia Nablus da quando e' cominciata la seconda intifada, circa 4 anni fa'. Abita nella citta' vecchia, uno dei primi posti che i soldati circondano…
Ora e' sceso un silenzio inquietante, le truppe sono schierate e comincia una lunga attesa: sigaretta, the', sigaretta, caffe', sigaretta, intanto mi mostrano un volantino piovuto dal cielo in mattinata, c'e' la foto di un barbuto e delle scritte in arabo (cito a memoria): L'esercito israeliano informa i cittadini di Nablus che l'uomo ritratto nella foto e' un pericoloso terrorista ricercato dalle forze di difesa israeliane. L'IDF chiede, ausipica e si aspetta la massima collaborazione da parte dei cittadini di Nablus affinche' quest'uomo sia consegnato alla giustizia israeliana. Chiunque sia in possesso di informazioni sui suoi spostamenti e' tenuto ad informare l'IDF allo scopo di evitare ulteriori sofferenze alla popolazione civile, sofferenze che potrebbero essere causate da quest'uomo se lasciato libero di agire. Ogni commento mi pare inutile.
Ognuno inganna il tempo come puo', il Dott. Ghassan gioca al solitario di Windows sul computer, suo figlio fa' tiri liberi al canestro, Jarir cerca di cambiare alcune lampadine fulminate nei lampeggianti dell'ambulanza. Intanto si e' fatta quasi mezzanotte, mi chiama Giorgio da casa nostra per sapere cosa succede e dove diavolo sono finito, gli spiego la situazione e lo informo che per il momento rimarro' qui dove sono. Sembra che almeno nella nostra parte della citta' la situazione sia abbastanza tranquilla, cioe' ci sono centinaia di soldati appostati non si sa bene dove, ma non nei dintorni, altrimenti il tam tam ci avrebbe avvertito. Arrivano altre tre ambulanze, una della Red Crescent (la mezzaluna rossa), una di cui non riconosco la provenienza e una che porta le insegne della municipalita' di Nablus. Si sta' riunendo una specie di unita' sanitaria di crisi della citta'. Il Dott. Ghassan si stacca dal suo solitario e va' a salutare il direttore della Red Crescent, Majdi sorridendo sotto i baffi mi dice che i due si odiano (sono I direttori delle due maggiori organizzazioni di pronto soccorso della citta') ma in questi momenti le rivalita' si mettono da parte, qui il vero nemico e' l'occupazione israeliana, gli altri nemici sono occasionali e saltuari. Quindi mentre i capi cominciano il loro meeting noi che siamo forza lavoro di base partiamo per una missione delicata e fondamentale: Approvvigionamento per la notte. Andiamo al piccolo supermercato di fronte, gridiamo alla volta delle finestre al primo piano dove vive il propietario, dopo due minuti scende il figlio con le chiavi del negozio...quindi ci riforniamo di caffe' the' sigarette succhi di frutta pane biscotti e dolciumi vari, paghiamo ringraziamo e rientriamo.
E' l'una passata; a Nablus dopo la mezzanotte c'e' una specie di coprifuoco ufficioso, ogni notte puo' succedere qualcosa, non e' prudente rimanere fuori fino a tardi anche quando non ci sono segni di soldati in giro. Mi sono trattenuto anche troppo, come in altre occasioni di questo tipo paleso la nostra disponibilita' a fornire ogni aiuto necessario, come ogni volta mi rispondono che se avranno bisogno chiameranno e ci passeranno a prendere a casa. So' che non lo faranno a meno che la situazione non degeneri drammaticamente, non hanno bisogno della nostra presenza per fare il loro lavoro: non siamo medici noi, ne' infermieri, siamo testimoni e questo basta a noi e basta a loro.
Rientro a casa a piedi in un silenzio assoluto rotto da spari molto sporadici e molto lontani, mi sembra gia' di sentire Abu Bashar (il nostro anziano padrone di casa che abita sotto di noi) domattina: "ma che modo di fare avventuroso e incosciente e' questo? Rientrare a notte fonda da solo mentro fuori sparano!" E io a cercare di spiegare che nessuno di noi corre rischi inutili, che allo y.c. mi avevano detto che potevo tornare senza ambulanza, che non era pericoloso, che io ho fiducia in loro e che poi alla fine sono solo cinque minuti di cammino…gia' so' che subiro' l'affettuosa ramanzina serenamente.
La notte passera' tranquilla, l'indomani ci racconteranno che non ci sono stati ne' arresti ne' feriti. Pare che ci sia un nuovo comandante per le operazioni militari a Nablus, quella era solo un'esercitazione per provare i nuovi piani di invasione della citta', e sia chiaro a tutti che l'unico intento di queste operazioni e' di avitare ulteriori sofferenze ai cittadini e alle cittadine di Nablus…
Nathan Never, presidio di pace di Nablus.
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