Il Principato di Trento è sparito da un pezzo. Nel frattempo è nata l’Italia e fra pochi giorni andremo a votare per il rinnovo dell'assemblea Europea
caricature5.jpg, image/jpeg, 291x305
Ricordo, quando andavo a scuola, ormai parecchi anni fa, una delle prime differenziazioni, che il professore di diritto ci insegnò, fu la distinzione fra libertà e arbitrio. E qui prevengo la battutaccia: non ero il primo della classe, ma neanche l’ultimo! Ci disse più o meno, il concetto, se non ricordo male, era questo, che libertà non vuol dire fare tutto ciò che si vuole o ci piacerebbe, questo appunto è l’arbitrio, ma realizzare ciò che si desidera entro i limiti imposti delle regole sociali e dall’ordinamento giuridico. Questo sproloquio, per dire che libertà di stampa significa che , accanto ai diritti sacrosanti del giornalista, all’insopprimibile libertà di informazione e critica, devono porsi i doveri del giornalista, l’obbligo, cioè, di rispettare i diritti altrui. Qualcuno, più autorevole di me, ha enunciato tre condizioni per una corretta informazione. “La prima: l’informazione deve avere un’utilità sociale, una rilevanza tale che non possa confondersi con la morbosa curiosità, un interesse pubblico, insomma, e non del pubblico, a conoscere quella notizia. La seconda: la verità dei fatti narrati, verità che, se comunque non può essere assoluta, obbliga il giornalista a un diligente lavoro di verifica e controllo dei fatti. E terza, la forma civile dell’esposizione dei fatti e della loro valutazione, laddove per forma civile la Cassazione intende una narrazione che non ecceda lo scopo informativo, che sia obiettivamente serena, che escluda il preconcetto denigratorio e sia sempre rispettosa di quel minimo di dignità cui anche la persona più riprovevole ha diritto”. Aggiungo che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (Costituzione Italiana - Art. 21). Inoltre, il Codice deontologico della categoria tutela il diritto alla non discriminazione ( Nell'esercitare il diritto-dovere di cronaca, il giornalista è tenuto a rispettare il diritto della persona alla non discriminazione per razza, religione, opinioni politiche, sesso, condizioni personali, fisiche o mentali). Questa premessa, per dire che da circa quattro mesi il quotidiano, il “Trentino”, di Trento dove risiedo, non ha ritenuto di pubblicare una sola virgola (parlo di lettere al direttore, non di recensioni, peraltro non richieste!) del mio voluminoso dossier, su una situazione quantomeno sospetta di degrado ambientale in Africa, che, altrove, ha trovato ospitalità tra i media indipendenti di mezzo mondo.Il tutto documentato sul sito http://caboverde.altervista.org -O fanno notizia solo le torture? Capisco che dissertare per settimane sulla opportunità di modificare o meno la partitura de “l’Inno al Trentino” possa essere più coinvolgente ( e, a momenti, anche più drammatico) di quanto accade nel resto del mondo, ma vivaddio, il Principato di Trento è sparito da un pezzo. Nel frattempo è nata l’Italia e siamo entrati in Europa, e tra pochi giorni andremo a votare per il rinnovo dell’Assemblea dll’Unione europea! Andrea ingianni di trento
caboverde.altervista.org
|