Questa è la vera "svolta", ora gli Usa avranno campo libero, legalmente, per fare quello che vogliono del paese.
Risoluzione Onu: gli Usa trascinano l’occidente nella palude irachena. La truffa dell’anno.
Mentre il mondo trepida per la “svolta” in Iraq ed i governi guerrafondai esultano, sul campo la realtà parla un’altra lingua.
Dopo un mese di tentativi, dei quali è stato vittima anche l’inviato Onu Brahimi, che si è lamentao esplicitamente all'atto della formazione del "nuovo" governo, trascinato ad avallare l’ennesimo velo sullo scandalo dell’invasione irachena; i propugnatori della politica di accaparramento delle risorse stanno finalmente per ottenere il “pezzo di carta” dietro il quale nascondere l’aggressione volta ad assicurarsi il controllo del Medioriente e delle sue risorse.
Francia e Germania cedono alle esigenze Usa, in una maniera più che rivelatrice, annunciano quindi che la risoluzione a loro non piace, e che in nessuna maniera parteciperanno all’occupazione del paese, ma ai contratti per appalti e sfruttamento petrolifero si.
In Italia, oltre al centrodestra in giubilo, si assiste all’ennesima giravolta di chi, nel centrosinistra, bada più alla forma del “pezzo di carta” che alla sostanza, forse in cerca di quella "rispettabilità" che non si guadagna certo con comportamenti tanto meschini..
Perché si tratta di una truffa: pochi media hanno veicolato queste informazioni, spesso singolarmente, evitando di fornire un quadro d’insieme alle opinioni pubbliche; quadro che dovrebbe trattenere ogni facile entusiasmo.
Il governo iracheno: il governo è stato costituito dagli americani e dai rappresentanti da loro scelti, le opposizioni sciita e sunnita hanno espresso grossi dubbi sulla sua composizione, e non hanno visto riconosciuto alcuno dei "loro" candidati, la figura del presidente è meramente simbolica, il primo ministro è da tempo vicino alla Cia e sciiti e sanniti non sono rappresentati da personaggi approvati dall’opposizione.
I poteri: il governo non avrà alcun potere sull’operato delle armate occupanti, solo quello di chiederne la permanenza. Gorge W. Bush aveva affermato “Vedrete che ci chiederanno di rimanere”, il primo ministro appena insediato lo ha velocemente esaudito. Il nuovo governo, privo di ogni supporto popolare, ha bisogno degli Usa per essere difeso da coloro che pretende di rappresentare. Il nuovo consiglio iracheno non sarà più sotto la supervisione del “governatore” Paul Bremer, ma affidato alle cure dell’”ambasciatore” Negroponte, noto s.o.b., gia responsabile dei peggiori massacri in Sudamerica, di golpe e manovre sporche (cfr, scandalo Iran-Contras, Scuola delle Americhe), noto più come alfiere della tortura e protettore delle dittature fasciste che come fine diplomatico. Intanto, mentre all’Onu si discute del sesso degli angeli, Paul bremer ha definito la questione delle milizie.
Le milizie: sui giornali di oggi campeggia la notizia che 9 milizie verranno sciolte, e se ne trae un segnale di "pacificazione, ma non è esatto. Le milizie dei rappresentati nel nuovo governo iracheno confluiranno per il 60% nell’esercito iracheno, il restante 40% verrà assorbito tra impieghi pubblici e sicurezza privata. Queste sono le milizie che verranno "sciolte" Dato che il futuro esercito iracheno sarà composto di 40/50.000 uomini, le milizie kurde (75.000 uomini) diventeranno di fatto il braccio armato del nuovo governo.
La discriminazione: le milizie sciite, sunnite non rappresentate, ed ex-baathiste vengono dichiarate fuorilegge tout court. Per i loro appartenenti è previsto che non avranno diritto di voto per i prossimi 3 anni, anche se questi dovessero abbandonare le milizie stesse ponendo così una grandissima ipoteca sull’elezione del primo, vero, governo iracheno eletto, delegittimatissimo in partenza da elezioni alle quali potranno partecipare solo i “fedeli” al disegno Usa. Gli ex impiegati statali iracheni (400.000) perdono il posto in favore degli appartenenti alle milizie “lealiste”.
Il petrolio: resta saldamente sotto il controllo degli Usa, e dei loro burattini, la gestione delle risorse nazionali asseconderà le esigenze degli americani
Le basi: non una riga sulle 14 basi previste dagli americani nel paese, in Italia sono ancora qui dopo 60 anni.
Il disegno è evidente, la libanizzazione del paese, ed il suo controllo attraverso milizie lealiste. L’opposizione esclusa da qualsiasi partecipazione, sarà combattuta dagli stessi iracheni con l’appoggio delle truppe Usa, le elezioni-truffa serviranno a ratificare lo status-quo, chiudendo il cerchio che si è cominciato a tracciare con questa ennesima, vuota, risoluzione Onu. In un tale quadro diventa probalissima la creazione di uno stato kurdo autonomo sottratto de facto al controllo statale iracheno, i kurdi diventeranno forse la nuova polizia politica irachena. Nessun voto democratico sarà possibile prima del 2011, anno nel quale finalmente tutti gli iracheni potranno votare come nei paesi democratici (forse) e decidere che il governo-fantoccio vada sostituito. Sembra chiaro che le opposizioni si radicalizzeranno ancora di più, offrendo agli americani e ai loro fedeli l’occasione di nuove sanguinose rappresaglie, evoluzione confermata in questi giorni: mentre tutti media occidentali annunciano la “svolta”, in Iraq si muore come non mai al ritmo di 20/30 persone al giorno che periscono in attentati.
La “resistenza”, come l’ha definita anche G.W. Bush ha capito benissimo quale futuro le sia riservato, gli sciiti si preparano militarmente sempre di più, mentre anche anche al-Sistani ha smesso di spendere parole prudenti, e lasciato il campo ai più decisi oppositori degli invasori.
Tutto conferma le previsioni di oltre un anno fa, gli Usa hanno poca fantasia ed il loro manuale prevede il “divide et impera” ed il massacro degli oppositori fin dagli anni duri delle dittature sudamericane, la nomina di Negroponte è più di una garanzia in questo senso.
L’ennesima truffa, l’ennesima carriolata di balle sparate in faccia alle opinioni pubbliche democratiche, i soliti giochi dei potenti sulla pelle di popolazioni ignare e ridotte all’ignoranza dalla copertura di media “amici” che si trasformano in megafoni abbandonando la loro funzione di “quarto potere”. Un gioco, nel nostro paese, favorito dall’ansia conformista di parti dell’opposizione, pronte a schierarsi dalla parte di coloro che sino autonominati “giusti” a suon di bugie e massacri, una responsabilità gravissima, che abbandona ogni pretesa d’intelligenza per elemosinare briciole di visibilità dai media controllati dal Presidente del Consiglio, ben contento si spaccare l’opposizione sottolineando le “divisioni” nelle sinistra, tra chi non si lascia abbindolare e lo sparuto plotone di elemosinieri e saltimbanchi, costretti a “svolte” ogni paio di settimane per lucrare quella visibilità alla quale avrebbero diritto, ma che al tempo consegnarono colpevolmente nelle mani dei loro stessi avversari.
In Iraq si va verso il peggio, per chi abbia voglia di rileggersi la storia del Libano, il futuro del paese dei due fiumi è gia scritto li.
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