http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2004/06_Giugno/11/riscatto.shtml
EMERGENCY PRECISA - «Né Gino Strada né Emergency hanno mai detto di avere le prove che sia stato pagato un riscatto per la liberazione degli ostaggi», precisa Emercency. «I nostri interlocutori ci hanno riferito di una persona che aveva loro parlato di una richiesta di liberazione degli ostaggi in cambio del pagamento di un riscatto», ha dichiarato il vice presidente di Emergency, Carlo Garbagnati. «Quello che sappiamo è che una decina di giorni fa i nostri interlocutori ci hanno detto che da una persona di cui non si fidavano molto era arrivata la richiesta di un riscatto di 9 milioni di dollari per la liberazione degli ostaggi. Se questa fosse pura creazione o qualcosa di realmente accaduto noi non possiamo certo provarlo».
CROCE ROSSA POLEMIZZA CON EMERGENCY - «La Croce Rossa Italiana era l'interlocutore principale», ha affermato Maurizio Scelli, commissario straordinario della Cri, al Tg1. Scelli ha ribadito che non è stato pagato alcun riscatto. «Quali cognizioni di causa può avere Emergency, i cui rappresentanti se ne sono andati via al primo scoppio di mortaretto? Se ne sono stati negli alberghi di Amman e se ne sono stati in giro a far convegni, a sentenziare, a pontificare sulla realtà nella quale noi dalla mattina alla sera rischiavamo la vita per portare aiuto a tutte le parti. Vi do come certezza matematica che non è stato pagato nessun riscatto, almeno per quanto riguarda tutta la parte istituzionale. Abbiamo giocato tutto sul piano umanitario», ha ripetuto Scelli. «Il vero problema è che troppi personaggi non appartenenti allo Stato, millantatori a vario titolo, si sono inseriti intorbidendo il clima e prolungando la prigionia dei nostri tre connazionali. Il silenzio è stata la vera chiave che ha permesso a ognuno di
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