Crolla Berlusconi, tiene l'Ulivo, salgono i Comunisti.
Lo scrutinio dei voti delle elezioni europee si sta per concludere (con 60.326 sezioni scrutinate su 65.878), ribaltando le ottimistiche dichiarazioni della sera scorsa degli esponenti del centrodestra. Forza Italia, il partito del premier, non arriva al 21%, molto al di sotto del 25, indicato dallo stesso Berlusconi (con un comizio fuorilegge a urne aperte) come risultato minimo. Nel 2001 FI era addirittura al 29,5. La Lista Prodi, che riunisce Ds, Margherita e Sdi (e i repubblicani della Sbarbati) diventa li primo partito in Italia, con quasi il 32%. L'opposizione alla guerra premia Rifondazione Comunista, che vola oltre il 6%, Comunisti italiani e Verdi (entrambi intorno al 2,5%).
Alla fine, gli scrutinio ha dato ragione alla lista Prodi e a tutta l'opposizione. Già intorno alle due di notte, con un campione finalmente attendibile pari al 52 per cento di copertura, la situazione si fa più chiara. Non è un risultato rivoluzionario e plateale se non per la conferma del crollo del partito-movimento azzurro già annunciato nelle prime proiezioni, oltre che dagli exit poll. Il resto è diverso, diverso dalle prime proiezioni e più simile ai primi exit poll della Rai, anche se avevano una "forbice" molto, troppo ampia.
Sicuro è che il partito del premier registra una fortissima sforbiciata sia rispetto alle politiche del 13 maggio 2001, sia rispetto alle euroee del 1999. Una sforbiciata progressiva, che in mattinata, a scrutinio quasi ultimato, lascia al partito del premier un magrissimo 21%.
Il primo exit poll dato in anticipo sui tempi, a urne ancora aperte dal tg2, parlava di un crollo di Forza Italia al 20 o 23 per cento (aveva il 29,4 alle politiche del 2001 e il 25,1 alle passate europee). Le prime proiezioni sulle schede scrutinate – con un campione prima del 5 per cento di copertura, precisano i sondaggisti del consorzio Nexus, poi corrette fino al 39 per cento di copertura del campione totale alle una e mezzo – parlano di un dato del 20,7 per il partito del premier. La quinta proiezione dopo le due del mattino parla di un pallidissimo 20,5, per assestarsi al 20,9 quando sono state scrutinate 60.229 sezioni su 65.878. Dunque Forza Italia raggiunge il minimo storico. Nove punti in meno delle politiche.
Le proiezioni però ridimensionano in parte il tracollo del centrodestra che si era delineato negli exit poll fatti alle dieci di sera e poi alle undici. E frena i festeggiamenti del centrosinistra.
La lista Uniti nell’Ulivo è infatti nelle proiezioni fin dopo mezzanotte ferma al 30,5 (mentre negli exit oscillava tra il 30 e il 33). Inizia a crescere all'una e mezzo: 31,1 per cento, un dato confermato anche un ora dopo, con tendenza all'aumento. Con la quinta proiezione - cioè con una copertura del 52 per cento del campione nazionale - il Triciclo è al 31,5. Con la sesta è al 31,7. Infine, si assesta al 31,3 con 60.229 sezioni scrutinate su 65.878. Nella stessa proiezione la Lega cala meno del previsto, assestandosi al 5,2 (dopo essere scesa fino a 4,3 nelle proiezioni della notte), An resta sul dato delle politiche - in mattinata all’11,4 - il Nuovo Psi scende al 2,0; mentre l’Udc cresce comunque attorno al 6 (5,7 è l'ultimo dato). Al contrario i Verdi restano al 2,4, l’Udeur cala all’1,2; i Comunisti Italiani crescono al 2,4 mentre Rifondazione Comunista prima accreditata al 5,3 in finale recupera superando anche il 6. E la lista Di Pietro-Occhetto cala al 2,1.
Fin dai primi risultati dalle urne vengono comunque corretti i dati dell'exit poll. Contrastano in parte il calo di An e degli altri partiti di governo, esclusa Forza Italia confermando l’aumento dei moderati del centrodestra e lasciano la lista Uniti per l’Ulivo in un per niente confortante 30,5, poco sopra la tenuta. Un dato, questo del Triciclo, fortemente messo in discussione dai leader Fassino, Rutelli e Boselli. E poi corretti nel corso delle ulteriori proiezioni.
Negli exit poll invece An era data in una “forchetta” compresa tra il 10 e il 12,5; l'Udc tra il 5 e il 7, la Lega tra il 3 e il 5.
Ciò che resta confermata è la discesa in picchiata dei radicali: la Lista Bonino nelle proiezioni passerebbe dall’8,5 del 1999 addirittura al 2,1 o 2,2. E così resta il dato fallimentare della nuova lista di estrema destra capitanata da Alessandra Mussolini che non riuscirebbe a conquistare più di un limbo tra lo zero virgola e l’1,3 delle ultime proiezioni.
La sinistra negli exit poll sembrava aver fatto il pieno di voti. La lista Uniti nell'Ulivo soprattutto (cioè Ds, Margherita, Socialisti e parte dei repubblicani) nelle interviste fatte fuori dai seggi diventava prima forza politica tra il 30 e il 33,5. Poi però lo choc delle prime proiezioni aveva rimesso in ballo tutto quanto: veniva accreditata ferma sulla parte bassa della "forchetta".
Oltre alla batosta di Berlusconi e all'alta affluenza (73,1 degli aventi diritto più della Grecia), sembra proprio che l'altro dato certo sia l'Ulivo non in impennata ma neanche in calo, sostanzialmente stabile rispetto al risultato dei partiti singoli nelle politiche del 2001, anche se il computo è perfetto perchè le aggregazioni non sono una sommatoria esatta.
E quindi i sondaggi dei Ds sembrano essere confermati dall'allargarsi dello spoglio effettivo delle schede.
Negli exit poll poi Rifondazione era oscillante tra il 4,5 e il 6,5, quindi forse in modesta crescita. Poco si capiva, per via dell’ampio margine indicato, nei primi dati Nexus sulla sorte dei Comunisti Italiani, oscillanti tra l'1,5 e il 3 per cento. E la stessa situazione era per i Verdi – sempre per le prime interviste fuori dai seggi fatte da Nexus – accreditati tra l’1,5 e il 3. Mentre l’Udeur ancora variava tra l’1 e il 2 per cento.
Poco prima dell'una di notte parla il segretario della Quercia Pietro Fassino con al fianco il leader della Margherita Francesco Rutelli dicendo che secondo i dati in possesso ai Ds la sconfitta della destra e il successo del centrosinistra appaiono evidenti. Fassino dice che Berlusconi dovrà chiedere scusa agli italiani per come le televisioni hanno trattato i primi dati dei seggi. Un discorso che fa infuriare Antonio Di Pietro a "Porta a Porta" il quale dice che il progetto dell'Ulivo è chiaramente fallito e che non si può mettere in dubbio i sondaggisti, «gli altri», dice Di Pietro. Per Fassino invece «il progetto dell'Ulivo viene confermato dalla prova degli elettori».
Poco prima dell'una del mattino vengono diffuse anche le proiezioni fornite dai Ds su un campione del 50 per cento dei seggi che danno la Lista Prodi al 32,3% e Forza Italia al 21,3%. In base ai dati elaborati dall' ufficio elettorale della Quercia, che ha una propria rete di rilevatori, il centrosinistra, sta al 46,7% e il centrodestra al 42,7%.
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