Una città, dieci, cento, mille città. Dedicato a quel compagno che nel Sessantotto scrisse su di un muro nei pressi di piazza Valnerina: dieci, cento, mille Vietnam!
I piani regolatri sono piatti succulenti, da leccarsi i baffi per i "comitati d'affari" locali e, erni non poteva sfuggire a questa regola d'oro del sistema economico liberista, oggi con il nuovo e ieri con il vecchio piano regolatore quello redatto dall'architetto Mario Ridolfi...Mario Ridolfi (Roma 1904 - Marmore (TR) 1984), maestro riconosciuto dell'architettura italiana del '900, ne ha attraversato per quasi sessant'anni le vicende con una traiettoria creativa tutta personale, spesso non allineata alle tendenze e agli orientamenti prevalenti nei diversi periodi. Nato in una famiglia di artigiani impegnati nell'edilizia, si laurea nel 1929, presso la Regia Scuola di Architettura di Roma.......... http://www.archimagazine.com/brido.htm
Ai tempi della ricostruzione del dopoguerra, Terni subì nella seconda guerra Mondiale 101 bombardamenti data la presenza di una Fabbrica di Armi dell'Esercito e della Acciaieria che costruiva cannoni e pezzi di navi da guerra.
Di affari da concludere ce n'erano a iosa e, l'assessore all'urbanistica o ai lavori pubblici, non ricordo bene, era una grande compagna che aveva come marito un costruttore edile, lo stesso che ricostruì in grandissima parte la città, un certo Salvati, faccio i cognomi perchè i nomi non li ricordo e il piano regolatore doveva portare affari ai proprietari vicini all'amministrazione e non affari, ossia opere pubblice e giardini, con conseguenti espropri forzati a nemici dell'aministrazione di sinistra, le destre facevano altrettanto dove amministravano loro, dico destre e intendo Democrazia Cristiana, perchè il movimento Sociale nato dal movimento fascista non amministrava un bel nulla.
Gli architetti per quieto vivere e perchè erano anche di sinistra, questo è il caso di Ridolfi, si adeguavano e accomodavano lo sviluppo futuro della città a seconda delle indicazioni dei fun<ionari di partito del luogo; questo avviene tutt'oggi in dieci, cento, mille città del mondo; io parlo di Terni come ho parlato della svendita della collina di Ansedonia ad Orbetello perchè ho vissuto in questi luoghi, ma potrebero parlare altri delle città in cui vivono e dire le stesse identiche cose e denunciare lo stesso malaffare.
Questo avveniva; ma non c'è da scandalizzarsi perchè questo mondo funziona così: le cose di valore si pagano, e il lavoro di un architetto è un lavoro di grande valore, adattandosi alle regole del mondo perchè altrimenti diventa un Don Chisciotte contro i mulini a vento.
Quindi, Ridolfi comunista convinto ma sopratutto maestro dell'arte di disegnare e costruire una città, non vinse la gara d'appalto bandita dal comune di Terni, ma arrivò secondo, dietro ad uno che non era comunista; caso volle che un incidente stradale fece sparire per sempre il vincitore della gara e Ridolfi non potè tirarsi indietro diventando il depositario, oltre che della progettazione dell'urbanistica ternana anche degli arricchimenti futuri.
Il figlio, architetto anche lui, racconta che l'episodio dell'incidente turbò molto il maestro che però dovette accettare l'incarico, visto che si era aperta questa opportunità e che era arrivato secondo.
Toccava a lui e fece un ottimo lavoro, un lavoro studiato da molti studenti alcuni dei quali hanno costruito delle tesi su questa capacità progettuale di Ridolfi Mario, anche se la città che lui pensò in pieno sviluppo, dopo circa venti anni, negli anni Ottanta, cominciò ad andare in crisi e regredì economicamente e civilmente.
Andò in crisi anche il partito Comunista con la città, negli anni Ottanta, diviso tra idealisti sognatori che appoggiavano il cambiamento e l'alternativa alla democrazia Cristiana e al sistema liberista, schierandosi con le tesi di Berlinguer che denunciava la degenerazione dei partiti e, Ridolfi, insieme ad altri illustri architetti e ingegneri comunisti era su questa posizione politica, e altri che si definivano riformisti e miglioristi che invece predicavano l'omologazione in nome dell'uscita dall'isolamento economico finanziario delle imprese vicine alla sinistra.
Una tesi vale l'altra, se non fosse che, guarda il caso, intervengono incidenti, malattie acute e suicidi a intorbidire la lotta politica e se, guarda ancora il caso, prevalgono sempre i portatori delle tesi più vicine alla commistione tra affari e politica.
Oggi il mondo non si può più cambiare perchè i migliori leader della sinistra progressista sono spariti, in qualche modo, modi che oggi, grazie a procuratori come Jim Garrison, o a militari come il Colonnello Prouty, tutti conosciamo e così fu che anche il povero Mario Ridolfi, finì suicida, lo stesso anno in cui morì di attacco acuto a Padova, un ictus, Enrico Berlinguer.
http://www.nonsolostoria.org
Studiate, studiate, studiate, perchè abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza.
Antonio Gramsci
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