Cronistoria della giornata del 20 luglio. Le piazze tematiche, i cortei.
venerdi' 20 luglio sono previste le piazze tematiche e i tentativi di infrazione della zona rossa.
La teoria e' quella della "diversity of tactics" per cui ogni gruppo di affinita', organizzazione o quant'altro e' libero di procedere come crede.
Nel novero dei tentativi che hanno una autorizzazione in
quanto presidi o manifestazioni ci sono varie piazze e vari cortei (in particolare quello dei Cobas da Piazza Paolo Da Novi a via XX Settembre per arrivare alla zona rossa e quello della disobbedienza civile dallo stadio Carlini a via XX Settembre).
La giornata in buona sostanza comincia verso mezzogiorno in quasi tutte le piazze e i cortei, anche se non tutto va come alcuni degli organizzatori delle piazze avevano previsto.
CORTEO DEI COBAS E BLOCCO NERO
In piazza Paolo da Novi verso le 11.30 iniziano a concentrarsi i manifestanti, per lo piu' facenti riferimento all'area dei Cobas, dell'autonomia e varie
frange dei soggetti anarchici italiani e internazionali, nonche' soggetti che difficilmente definiscono un loro orientamento ideologico.
Verso le 12.10 arriva da piazza Tommaseo un corteo non autorizzato molto nutrito aperto dallo striscione con la scritta bianca su sfondo nero "SMASH", che dai media viene ribattezzato "il corteo del black block o del blocco nero",
nome che poi diventera' il pass-partout per definire ogni azione di attacco contro proprieta' private e contro le forze dell'ordine condotto in forme non organizzate.
Quasi immediatamente cominciano i danneggiamenti di banche e agenzie immobiliari situate all'incrocio tra Corso Buenos Aires, Corso Torino e Piazza Savonarola, subito prima che il corteo si stacchi da Piazza Paolo da Novi lungo Corso
Buenos Aires e Corso Torino in direzione mare.
Il corteo procede lungo C.so Torino lasciando dietro di se barricate e ostacoli ad un eventuale intervento delle forze dell'ordine.
All'altezza di via Pisacane i carabinieri con i mezzi corazzati caricano da un lato il corteo che viene cosi' spinto verso piazza Palermo e successivamente piazza Tommaseo. Quasi contemporaneamente la polizia carica da Buenos Aires la coda del corteo che si sfrangia muovendosi lungo via Trebisonda verso piazza Tommaseo.
Una parte del corteo (prevalentemente costituito dai cobas)
invece si dirige verso il mare e successivamente per varie
vie alcuni risaliranno verso via Tolemaide altri si attesteranno in piazzale Luther King resistendo per diverse decine di minuti ai tentativi di sfondamento della polizia nel piazzale.
In piazza Tommaseo per varie vie il grosso del corteo si ricompatta e viene attaccato dalle forze dell'ordine dando vita a numerosi scontri e danneggiamenti nella piazza.
Poco dopo le 13.00 la polizia riconquista la piazza, mentre i manifestanti si sono spostati per la maggior parte in direzione nord lungo via Dassori e via Montevideo, lungo la quale continuano le azioni e le barricate per proteggersi
da eventuali cariche. Da Montevideo il gruppo ormai e' abbastanza ricompattato, anche con gruppi di persone che si erano dispersi in direzione mare e che risalgono lungo via Nizza, via Battisti, ma anche facendo il giro piu' largo da
C.so Italia, si dirige in via Tolemaide, fino a corso Sardegna.
Da C.so Sardegna il gruppo si sposta in piazza Giusti dove si verifica uno degli eventi piu' noti delle azioni mattutine: il saccheggio del "Di per Di" segnato con un messaggio inequivocabile "shoplifting, yeah!".
Da piazza Giusti il gruppo si sposta in via Canevari dove avvengono numerose azioni fino ad arrivare verso la scalinata di Montaldo. Dalla scalinata di Montaldo il grosso del gruppo si dirige in piazza Manin, dove dopo una
discussione con rete Lilliput che occupava la piazza, il gruppo si muove verso la zona rossa separatamente dai manifestanti che non ne condividono le tattiche di piazza.
Un altro spezzone di questo gruppo realizza un azione di
attacco contro il carcere di Marassi, prima di ricongiungersi con il gruppo in piazza Manin.
In tutto questo processo, gruppi che avevano partecipato ai primi danneggiamenti si uniscono in coda al corteo dei disobbedienti (all'altezza della casa dello studente, dopo aver risalito tutto corso Italia, Sturla, Cavallotti)
oppure vi si uniscono proprio al momento delle prime cariche (tre meno cinque circa) passando sotto il tunnel di corso Sardegna dalle zone di piazza Giusti.
Una volta a Manin, il gruppo successivamente si sposta piu' verso la zona rossa, in zona via Armellini, via Palestro, via Pastrengo, via Caffaro, piazza Portello, prima di venire respinto verso Marassi e Terralba dalle forze dell'ordine.
Nella zona di piazzale Martinez gli scontri e le azioni vanno avanti fino a circa le sette di sera.
CORTEO DELLA DISOBBEDIENZA CIVILE
Il corteo della disobbedienza parte verso le 13 dallo stadio Carlini e dopo aver superato corso Europa arriva all'incrocio con via Montevideo, incontrando cio' che rimane degli scontri e delle azioni della mattina.
Percorrendo corso Gastaldi e via Tolemaide i disobbedienti si preparano all'azione di infrazione della zona rossa con la tipica tattica del conflitto corpo a corpo con le forze dell'ordine e del tentativo di forzare il proprio ingresso in luoghi a cui non e' consentito accedere o attraverso cui non e' consentito passare.
Verso le tre meno cinque, il corteo arriva presso corso Torino e viene caricato a freddo dai carabinieri provenienti da via Invrea lato ponente. Una prima carica che riesce a respingere il corteo indietro su via Tolemaide. Sia le forze dell'ordine che il corteo si ricompattano. La carica delle forze dell'ordine continua supportata dai blindati che respingono il corteo quasi fino in corso Gastaldi, ingaggiando anche scontri molto duri in tutta l'area di via Casaregis, via Invrea e piazza Alimonda.
Verso le tre e venti parte la controcarica del corteo che respinge i blindati e il corteo fino a corso Torino, con grande panico degli autisti dei blindati; uno dei blindati si blocca all'incrocio tra corso Torino e via Tolemaide. I
manifestanti assaltano i blindati e in particolare quello bloccato sull'incrocio.
I carabinieri riconquistano la piazza per recuperare gli agenti bloccati all'interno del blindato e dopo poco pero' abbandonano di nuovo la piazza sospinti dagli scudi della testa del corteo. Il blindato viene nuovamente assaltato e
dato alle fiamme; sulla sua fiancata si puo' notare la scritta "We are winning".
Verso le quattro di pomeriggio carabinieri e polizia, aiutati da blindati, idranti e mezzi corazzati caricano il corteo respingendolo fino a corso Gastaldi.
La rabbia non si puo' piu' contenere e una volta che le forze dell'ordine hanno finito l'acqua negli idranti, i lacrimogeni e molte energie, il corteo controcarica mandando in rotta gli schieramenti.
Da qui gruppi di manifestanti e di forze dell'ordine ingaggiano scontri in tutta la zona di via Tolemaide, via Caffa, via Invrea, via Casaregis, via Odessa, via Armenia, piazza Alimonda, fino a che un nucleo in rinforzo sbaglia strada e resta bloccato tra via Caffa e piazza Alimonda. Mentre ripiega in fretta e furia ingaggia scontri furenti in piazza Alimonda e subisce svariati assalti.
Alle 17.27 uno dei carabinieri all'interno del defender esplode due colpi di pistola che colpiscono in faccia Carlo Giuliani, uccidendolo.
La polizia e i carabinieri riconquistano la piazza e tutto lo sfrangiamento in gruppi del corteo si ricompatta in corso Gastaldi rientrando verso il Carlini sospinto dalle cariche di cc e ps che nel percorso lasciano libero sfogo alla propria violenza, pestando un po' a caso chi rimane indietro e non riesce a ricompattarsi con il corteo e rientrare al Carlini.
I PINK
I pink si radunano la mattina in piazzale Luther King e a ritmo di samba si dirigono in circa 1000-2000 verso via Rimassa e poi corso Torino. Sulla loro strada trovano gia' schieramenti di blindati dei cc a bloccare alcune strade.
Arrivati all'incrocio tra C.so Torino e C.so Buenos Aires incrociano il concentramento dei Cobas e i BB che sono gia' arrivati in piazza Paolo da Novi e stanno gia' adoprandosi per recuperare materiali dall'arredo urbano.
I pink proseguono per corso Sardegna, piazza Giusti, via Canevari, fino a poi scendere per via Montegrappa e poi per via Peschiera, da cui poi si portano in piazza Marsala nella quale portano l'assedio alla Zona Rossa con un
tentativo di abbattere le grate con dei ganci e poco altro.
Dopo circa mezz'ora la polizia usa gli idranti per cercare di disperdere la folla, e successivamente un lancio di lacrimogeni, che induce i pink a fuggire lungo via Goito e via Palestro e poi risalire in via Solferino, ripercorrendo a ritroso tutto il persorso fino a disperdersi o a rientrare verso piazzale Kennedy.
PIAZZA MANIN - RETE LILLIPUT
In piazza Manin si era ritrovata sin da mezzogiorno circa la rete Lilliput che aveva realizzato un concerto e che aveva intenzione di effettuare un assedio pacifico alla Zona Rossa in piazza Corvetto.
Verso le ore 15.00 arrivano da Largo Giardino un gruppo di neri, a cui la rete lilliput chiede di non passare in via Assarotti, deviandoli su via Armelllini.
Quando il blocco nero si e' allontanato, arrivano le forze dell'ordine che sparano selve di lacrimogeni e caricano la rete lilliput, con abbondanti pestaggi, fino poi ad assestarsi su via Assarotti da un lato e ripercorrendo via
Armellini e Solferino (in cui avviene il famoso pestaggio di piazza Bartolomeo degli Armeni, ripreso dalle televisioni olandesi e da aggiornamento uno di Indymedia).
La polizia poi affronta i black da piazza Marsala verso via Palestro, ricacciandoli verso monte fino a che il blocco nero non si disperde da un lato verso via Pastrengo, via Mameli e via Caffaro fino a cercare un secondo assalto
alla zona rossa in piazza Portello, e dall'altro verso piazza Manin e poi disperdendosi dopo le famose scene di cacciata da piazza Manin della rete lilliput esasperata dai pestaggi.
La rete lilliput si scioglie nel tardo pomeriggio per tornare attraverso piazza Giusti lungo corso Torino fino al Kennedy.
ALTRE PIAZZE TEMATICHE
A parte questi eventi, il 20 di luglio ci sono una serie di altre piazze tematiche in cui non avviene molto di piu' che uso di idranti in prossimita' dei cancelli e qualche lancio di lacrimogeni (che nel contesto della giornata sembrano quasi attivita' ordinarie :)
In piazza Portello i pacifisti genovesi della rete contro il g8 si ritrovano intorno a mezzogiorno per un presidio abbastanza breve, cosi' come Attac, Rifondazione Comunista e Arci presidiano la Zona rossa in piazza Dante dove
alcuni vecchietti riescono a passare le barriere.
In via Cesarea, non previsti, il Socialist Workers Party (Globalize resistance) cerca di forzare le barriere subendo diverse cariche che li disperdono verso piazza Dante e verso piazzale Kennedy.
CORTEO DEI SINDACATI DI BASE
Sempre il 20, nel pomeriggio i sindacati di base e in particolare la CUB, anziche' a piazze tematiche danno vita a un corteo dei lavoratori che e' l'unica attivita' che si realizza a ponente, in particolare IL corteo partira' da piazza Montano, a Sampierdarena, e percorrera' via Cantore, via Milano e si concludera' in piazza Dinegro. pochi
isolati incidenti e niente di particolare nota.
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