Racconto della giornata di sabato 21 luglio.
Per la giornata del 21 e' previsto il corteo di massa e pacifico che dovrebbe coronare le giornate contro il g8 di Genova.
Gia' nella mattina in zona via Piave, via Zara, Sturla ci sono delle azioni che danneggiano banche e concessionarie, mentre la polizia compie rastrellamenti e perquisizioni un po' a caso, cercando facili capri espiatori.
Il corteo parte presto da Sturla (verso le 12) scendendo lungo il mare verso ponente, occupando tutta la strada con i suoi 200.000 o 300.000 persone.
Tutto il corteo e' conteso tra un clima di isteria verso chiunque non paia conforme all'immagine di manifestante del servizio d'ordine di gsf, prc, cgil, cobas, disobbedienti e via dicendo, e un clima di rabbia distillata dagli eventi del giorno precedente e dalla morte di Carlo.
I primi scontri si registrano in piazza Rossetti angolo corso Marconi, dove la polizia inizia a sparare lacrimogeni su un gruppetto di gente dall'aria combattiva che si sta radunando in corso Marconi, che chi dirige il corteo
cerca di evitare facendo svoltare il corteo in via Casaregis, anziche' come previsto in via Rimassa, via Torino.
Il gruppetto combattivo ingaggia le forze dell'ordine con barricate e danneggiamenti di tutte le vetrine di corso marconi, incendio di auto e fitte sassaiole per oltre due ore, fino a che ps e cc con svariate cariche riescono a
respingere il gruppo verso nord in corso torino e indietro lungo corso Italia.
Nel frattempo un primo spezzone di corteo si e' mosso rapidamente verso piazza de Ferraris dove sta tenendo il comizio conclusivo, per concludere piu' in fretta la giornata e scaricarsi la responsabilita' di quello che sta
avvenendo.
Un secondo spezzone di corteo, che e' stato separato dal grosso dalle cariche della ps e dei cc in via Cecchi e via Casaregis e corso Italia (con rastrellamenti in tutta la zona, comprese le spiaggie e punta vagno) viene ricacciato indietro verso Boccadasse e Sturla, e verso la zona di viale
Piave e via Zara alcuni gruppi ingaggiano scontri con la polizia e i carabinieri.
Dopo essere stati dispersi da corso Marconi, gli scontri e i danneggiamenti continueranno in corso Torino, in corso Sardegna, piazza Giusti e poi in zona di Terralba, fino a che verso le sei e mezza, sette quasi tutti coloro che
resistevano alla polizia desistono e il grosso dei manifestanti che non e' ancora partito, cerca di raggiungere, schivando assalti e rastrellamenti, la
stazione brignole, dove sara' circondato e bloccato fino a oltre le nove di sera.
La giornata sembra ormai finita e quasi tutti cercano di tornare a casa, stanchi, felici o meno, incazzati o meno, ma coscienti che ormai le giornate di Genova sono finite.
Ma non e' cosi'.
La sera di sabato 21 luglio, mentre molto manifestanti si trovavano alle stazioni dei treni di Genova per fare ritorno ognuno nella proprio citta', un gruppo di PS si raduna all'incrocio tra via Trento e via Cesare Battisti, dove si trova il media center e uno dei centri del gsf, i due complessi della scuola Pascoli e della scuola Diaz.
Senza alcun preavviso scendono marciando lungo via Battisti facendo irruzione nelle due scuole, massacrando e arrestando decine di persone nella Diaz e devastando tutto in entrambe le scuole.
Finita l'operazione sotto i riflettori dei media e di centinaia di persone a cui la voce giunge per passaparola e in mille altri modi, la polizia si ritira firmando una delle notti piu' cilene degli ultimi decenni di storia italiana.
Nella notte quasi tutti i manifestanti rimasti cercano di concentrarsi nelle due scuole devastate e in piazza Luther King, sperando che non ci sia la voglia di ulteriori rastrellamenti.
Dopo poche ore di sonno anche gli ultimi manifestanti lasciano genova.
Questo capitolo e' ancora in costruzione
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